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Autore: SaraBondi_    28/12/2012    2 recensioni
Alice ha una storia difficile alle spalle, vive in una città dove tutti osannano un gruppo musicale a cui lei sembra non interessarsi ma un incontro inaspettato potrebbe sconvolgerla.
Ecco una Fan Fiction che potrete quasi leggere o quasi ignorare, potrebbe quasi piacervi o potrete quasi odiarla. Forse perchè io l'ho solo quasi scritta?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 12.





*La notte insonne di qualche fotografo appostato sotto l’hotel degli One Direction ha fruttato parecchio quando questa mattina è stata venduta una foto che vede Louis, il più grande dei cinque, con una misteriosa ragazza in rapporti intimi. Fra poco lo avremo in collegamento telefonico ..*
-Alice è questo il ragazzo che non conosco che abita vicino zia Dolly? Una pop star internazionale?- La voce di mia madre era fra il nervoso, l’infastidito e l’allarmato.
-Ci sarei arrivata, non ne ho avuto il tempo- Mi giustificai.
-Menomale che odiavi quella band! E brava la mia sorellona- Katy mi abbracciò.
Nel mentre sentii la porta aprirsi e la voce di Jess che si avvicinava.
-Mary Alice Eleanor Tatcher, tu devi spiegarmi qualche dettaglio-
-Chiudete la porta a chiave e le finestre poi vi racconterò tutto- Urlai immaginando le fan di Doncaster preparare bersagli per le freccette con la mia faccia stampata sopra.
-Ma che ..-
-Fatelo!- Ordiani.
Sentii le porte chiudersi e le tende tirarsi e mi sedetti.
-Fra poco parlerà lui per telefono, vi spiegherà lui cosa ci faccio in TV. Aspettate- Cercai di calmare me e la mia famiglia.
La presentatrice con la bocca rifatta e i capelli di un’innaturale biondo Barbie interruppe la notizia corrente dicendo che il famoso cantante era in collegamento telefonico e che voleva chiarire.
*Eccolo! Louis ci senti? Ci senti?*
Il mio cuore cominciò a battere impaziente di sentire di nuovo la sua voce, ancora inconsapevole di ciò che avrebbe detto.
*Salve ragazzi, sono Louis e volevo dire che sì, sono io quello delle foto ma non so chi sia la ragazza che è con me. Mi ha fermato quando sono sceso dalla macchina e mi ha implorato di firmarle un autografo, ha fatto per prendere la penna mi si è appiccicata. Senza il mio consenso, ripeto non so chi sia e fra noi non c’è assolutamente niente. Quindi riprendete pure il programma e preparatevi perché fra poco comincia il nostro spettacolare concerto.*
Frasi come “non so chi sia” oppure “Mi si è appiccicata. Senza il mio consenso.” Mi stavano attraversando dentro, mi stavano tagliando la carne come lame affilate e roventi. Le sue parole mi erano crollate addosso come una montagna, in quel momento mi sono sentita tradita come mai prima di allora. In quel momento mi sono sentita sola, più di quando mio papà se ne andava e mia mamma beveva, più di quando ero andata in quel vicolo e l’avevo trovato vuoto. Quello, quello doveva essere il mio ultimo ricordo di Louis non lui che mi pettina i capelli e che mi bacia sotto il portico di casa mia, non lui che dorme con me e che mi accarezza i capelli. Avevo sbagliato a fidarmi di lui e adesso quella tazza che prima si teneva insieme con lo scotch si stava sgretolando e i suoi pezzi erano ormai sparsi sul pavimento.
-Alice perché l’hai fatto?- Jess mi si avvicnò.
-Se hai l’autografo dammelo, ti prego!- Susi stava saltellando vicino a me.
-Alice stai bene?- Mia madre mi cinse con un braccio, forse era l’unica ad aver veramente capito la situazione.
-Avevo bevuto, ero là per prendere un autografo per la libraia che me lo aveva chiesto il giorno del concerto. Non so cosa mi è preso, non ricordo neppure bene la successione dei fatti-
-Ti sei cacciata in bel casino! Sei stata anche in TV- Jess cercava di sdrammatizzare.
-Secondo me è paralizzata- La voce di Katy mi ricordò che non mi ero ancora mossa.
-No, st-sto bene. Davvero- Balbettai.
-Vado un attimo in bagno, sapete i postumi dell’alcool ..- Mi toccai la pancia e mi diressi in bagno cercando di trattenere le lacrime.
Il mio telefono squillò, avevo già tre chiamate perse e alcuni messaggi. Erano di Louis e li ignorai. Lui aveva deciso di fingere che io non esistessi senza dirmi niente e così avrei fatto anche io. La notte prima mi era sembrato sincero come mi era sembrato nei giorni prima a casa mia, al ristorante e al parco. Che avesse finto tutto?
-Ei Alice, sono la mamma. Posso entrare?- Chiese mia madre bussando.
-No- Dissi senza nascondere i singhiozzi.
-Ho la chiave, lo farò lo stesso- Disse lei dall’altra parte della porta.
Rassegnata andai ad aprire.
-Cosa vuoi?- Altre lacrime piene di quei “Mi è saltata addosso” mi rigarono il volto.
-Non ti ha ancora cercata?- Chiese premurosa.
-Si l’ha fatto ma io l’ho ignorato. Ci stavamo fidanzando, mi ha chiesto di essere ufficialmente la sua ragazza è per quello che ci baciamo in quella foto, capisci? E lui ha .. – Le parole, partite come un fiume in piena si spezzarono nella mia gola.
-Alice calmati, ragiona. Io non credo che ..-
-Mi ha usata, solo per divertirsi qualche giorno. Grazie a Dio non ci sono andata, almeno non gli ho dato anche questa soddisfazione-
-Come fai a saperlo se non ci parli?-
-Era troppo perfetto, avrei dovuto capirlo prima. Sono stata stupida- Mi alzai e tirai un pugno al muro facendo sussultare mia madre.
-No, ti sei innamorata- Sentii dalla sua voce che sorrideva.
-Appunto! Sono stata una stupida- Tirai un altro colpo al muro, lei mi prese i polsi e mi fece girare verso di lei.
-Smettila di rimproverarti e chiamalo, ci sarà sicuramente una spiegazione. Ascoltalo- Il mio telefono cominciò a vibrare e io leggendo chi stava chiamando rifiutai la chiamata. Ancora.
-Non voglio sentirlo, forse cambierò idea ma per adesso voglio stare sola- Mia madre si spostò facendomi passare e io andai nel mio rifugio segreto.
Entrai credendo di uscire dal mondo e dalla mia vita ma appena entrata in quella stanza piena di cuscini e di tazze di caffè non ancora riportate in cucina mi accorsi che Louis era lì, non fisicamente ma era sui fondi delle tazze e in ogni fibra dei cuscini, la sua risata era stampata sul muro e la brillantezza dei suoi occhi illuminava la stanza.
Rimasi lì in piedi ferma, immobile. Lasciavo che quei pochi momenti mi sfiorassero la pelle come il vento freddo di metà gennaio e non mi accorsi del suono del campanello ne che mia sorella, chi sa quale, mi stava chiamando finche non sentii che qualcuno stava tirando il bordo della mia maglietta portandomi nell’ingresso.
-Alice ..- Era Jay, la mamma di Louis ad aver suonato.
-Ha anche il coraggio di mandare sua madre- Dissi riluttante.
-Alice aspetta, tu non gli rispondevi e ha mandato me. Lui ..- Non le lascai finire la frase.
-Senti sono sicura che tu e le tue bellissime figlie siate delle persone stupende ma io non voglio sapere più niente di lui. Grazie per la visita- Le richiusi la porta in faccia e mi sedetti in terra con le spalle alla porta ignorando il campanello che continuava a suonare.
Rimasi lì allungo e nessuno mi disse niente, Jess si sedette lì accanto a me e rimase finche riuscì a resitere al sonno.
-Lo ami?- Chiese preoccupata.
-Si- Risposi, sincera.
-Se me lo chiederai  lo ucciderò-
-Non importa, povere directioners- Abbozzai un sorriso.
-Comunque io ci sarò, sempre- Promise.
-Ti voglio bene- Le giurai.
Quando Jess se ne andò mi alzai per aprile la porta e la accompagnai fino alla fine del vialetto, la guardai girare l’angolo e appena non fu più visibile vidi avvicinarsi un’altra sagoma.
Capelli biondi con il taglio di Justin Bieber, maglietta a righe, jeans e un paio di Supra bianche messe in pochi secondi senza attenzione.
 Luigi.
-“Ci sarò sempre” , “Sarò il tuo scotch” Eccoli lì, il ragazzo dalle belle parole! Non avvicinarti, non voglio vederti- Gli urlai sperando di non svegliare mezza Doncaster.
-Alice .. – si avvicinò e mi prese il braccio.
-Non vorrai che ti salti addosso di nuovo?!- Quasi ringhiai.
-Alice, sul serio, credi veramente che ti avrei sbattuta in prima pagina? Che ti avrei data in pasto a quei leoni?- Disse spostando la presa dal mio braccio alla mia mano.
-Cosa?-
-Ti facevo più furba! Secondo te perché mi metto questa ridicola parrucca? Per proteggerti, ed è per questo che ho detto quelle cose. Solo per questo- Strinse la presa sulla mia mano.
-Ma tu .. eri così .. Sembravi sincero, ho pensato che tu non mi volessi. Che mi avessi usata come accompagnatrice e basta-
-Non lo farei mai-
-Andiamo, qua fuori fa troppo freddo-

Mi prese per il fianco e mi riaccompagnò per il vialetto.



*TATARATAAAAAAAN*
Hanno fatto poco casino mi dicevano, no?
Anyway, scusate tantissimo per la lunga attesa ma ho avuto una serie di problemi,
poi le vacanze ecc..
Per il prossimo capitolo vedrò di farmi perdonare ^^
Ma intanto, che ne dite di questo?
Mi raccomando, come sempre, di farmelo sapere :)
Vi adoro tutti #sappiatelo.
A presto


 

  
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