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Autore: VallyBeffy    14/07/2007    4 recensioni
HP6 spoiler - "Non sono un assassino". Allora come poteva spiegare la morte di Silente, le sue mani sporche di sangue innocente. Da che era stato costretto a scappare, non riusciva a pensare ad altro. E come se non bastasse doveva trascinarsi dietro il rampollo di casa Malfoy, troppo spaventato per potersela cavare da solo. E poi il Voto Infrangibile gli aveva legato le mani. Mentre Severus Snape si nasconde da tutti coloro che lo vogliono morto, scoprirà che essere babbani non significa necessariamente essere deboli. ---->CAPITOLO 26<----- Severus si voltò e guardò Eve dubbioso per qualche istante. Una sola persona aveva il permesso di chiamarlo Sev e non rispondeva certo al nome di “Eveleen Vane”. Lei sorrise ampiamente ed allungando la mano verso la sua maschera d’argento sussurrò alcune parole. -Questa non ti serve più.-
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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VallyBeffy risponde:

X PICCOLA VERO: Non penso che Eve riuscirà a stare lontana dai guai a lungo...
X SNAPPINA: huahuahua più il lettore si agita meglio è, a mio parere. Se no poi la storia risulta noiosa! Concludere i capitoli in modo inquietante è così sadicamente divertente! XD
X MIXKY: ...e la cosa bella è che oltre a questo ho già scritto altri due capitoli nel giro di poche orette! =D

Qualche info in più...
Ho sentito che un signor hacker ha trafugato l'ultimo capitolo. Spero che quel che ho sentito al riguardo non sia vero... SEV é ASSOLUTAMENTE BUONOOOO! Severus è innocente, non è un assassino.
Anche se la Rowling scriverà il contrario, per me sarà sempre un potero patato incompreso XD.

Stavo inoltre pensando, visto che ho già preparato altri capitoli, di decidere un giorno in cui mettere online la storia ogni settimana. Avete preferenze?


Fatture orcovolanti in arrivo per tutti coloro che non commentano! =)

VallyBeffy

Non sono un assassino

Chapter 21 – Troubles

Le era capitato più di una volta di dover andare al ministero, ma era decisamente qualche annetto che non vi metteva piede. Riapparse in una sala d’attesa dai muri color crema a lei familiare. Era vuota, probabilmente perchè a quell’ora gran parte degli uffici erano chiusi, fatta eccezione per un sorridente signor Weasley che le porgeva la mano per aiutarla ad uscire dal camino.
-Grazie.- disse la giovane guardandosi attorno –Com’è strano tornare qui a distanza di anni. L’ultima volta fu quando...-
Eve s’interruppe ed abbassò lo sguardo suscitando la preoccupazione del signor Weasley.
-Tutto bene?- domandò il mago posandole una mano sulla spalla.
-Sì, mi dispiace, non era mia intenzione preoccuparla. Si tratta semplicemente di...-
-Credo di poter capire.-
-Eh?-
-Intendo dire che forse ho inteso a cosa ti riferisci. Lavoro qui, c’ero anche io quel giorno. Le urla di Caramel hanno risuonato per tutto il ministero.-
-Già, quell’infame di Caramel... spero per lui che non mi capiti mai a tiro.-
Arthur Weasley rise di cuore: -Non sei l’unica a pensarla così.-
I due attravesarono la sala d’attesa ed imboccarono un lungo corridoio. In quell’intricato groviglio di stante Eve non riusciva a ricordare con esattezza dove si trovasse il Dipartimento Istruzione dove suo padre lavorava, ma probabilmente non era lì che stavano andando. Dopo qualche minuto il signor Weasley si fermò di fronte una porta la quale portava una targa con inciso “ufficio dislocazione auror” e sotto, più in piccolo, vari punti come “dipartimento indagini”.
-Tutto ciò è inconcepibile!- urlò una voce all’interno.
Eveleen conosceva fin troppo bene quella voce. Era la voce di un uomo buono, di qualcuno che per anni aveva fatto di tutto per renderla felice: suo padre.
-Forse è meglio se entro prima io e...- iniziò il signor Weasley, ma era già troppo tardi: la mano di Eve era già sulla maniglia della porta.
Bussare? No, non era affatto il momento per sfoggiare la buona educazione. Spalancò la porta con forza ed avanzo di qualche passo all’interno della stanza. Suo padre era lì, con i pugni piantati su una scrivania, dove seduto su una poltrona all’altro capo un addetto del ministero era decisamente confuso ed incapace di proferir parola. Le ciglia aggrottate, il paffuto volto contorto, gli ispidi baffi scomposti ed il brusco tono di voce facevano bene intendere che Theodore Vane era terribilmente irritato. Esattamente come era sua abitudine indossava giacca e cravatta babbani dai tenui colori pastello.
-...ed ora? Che diavolo succede, non si usa più bussare?!- sbraitò il mago volgendo lo sguardo verso la porta ed immediatamente si zittì sbiancando in viso. Quei capelli, quegli occhi... no, stava sicuramente sognando, non poteva trattarsi di sua figlia. Un’enorme sorriso si dipense sul volto della magonò.
-Papà!- esclamò correndogli incontro e gettandogli le braccia al collo.
-Eveleen...- mormorò il signor Vane ancora incredulo, immobile come una statua.
-Mi dispiace. Davvero, mi dispiace tantissimo!- continuò la ragazza, mentre il padre le posava le mani sulle spalle e la allontanava leggermente da sé per osservarla meglio.
-Merlino, sei tu!- esclamò stringendola forte a sé e scoppiando a piangere a dirotto.

*

Severus Piton doveva ammetterlo: la sua non era stata una buona idea. All’interno del Paiolo Magico si era dovuto scontrare con quattro auror e le cose non si erano messe molto bene. Era riuscito a pietrificarne due facilmente, un’altro era riuscito a disarmarlo non prima però di aver incassato un brutto incantesimo bombarda, per poi sistemarlo definitivamente con una tarantallegra. Per quanto riguardava l’ultimo auror era riuscito a metterlo al tappeto con non troppa fatica assestando un ottimo sectusempra che lo fece crollare a terra con il volto sanguinante. I soliti trucchetti da giovane mago in vena di scherzi, nulla di serio, ma era bastato per impaurire il barista e a farlo fuggire. Severus sapeva per certo che non aveva rimasto molto tempo prima di ritrovarsi nei guai seri: in tempi brevi il ministero sarebbe stato avvertito ed avrebbe mandato uno squadrone di auror a fargli la pelle. Non ci pensò due volte ad entrare nel vicolo d’ingresso di Notturn Alley con passo più che spedito, nonostante il ginocchio ancora duolesse per quel bombarda andato a segno. Egli si introdusse nel negozio di Sinister con la grazia che si conviene ad un mangiamorte: mise piede all’interno del locale e segnalò la sua presenza facendo saltare in aria il primo oggetto che vide.
-Hey, che giochi sono questi? I patti mi sembravano chiari: io vi offro le informazioni che volete e voi in cambio lasciate in pace me e il mio negozio!- sbottò Sinister adirato, ma subito Severus lo fece tralire facendo saltare in aria un antico portagioie sul bancone proprio di fronte a lui.
-Ho un messaggio per tu-sai-chi.-
-Ti stai rivolgendo alla persona sbagliata. Perchè non ne parli direttamente con lui, sei o non sei uno dei suoi seguaci?-
-No, al momento direi proprio di no.- rispose Severus sfilandosi la maschera d’argento.
-Oh, ora capisco. Piton... sì, ho sentito qualcosa riguardo al tuo tradimento.-
-Tradimento o no, ho un messaggio per l’Oscuro e tu glielo farai avere.- sbottò in tono decisamente poco amichevole l’exprofessore, puntando la bacchetta contro Sinister –Non ho tempo per ripetermi, quindi ascolta bene. Voglio proporgli uno scambio: il giovane Draco per lui-sa-cosa.
-Draco Malfoy? Quel ragazzino pisciasotto? Perchè ti interessa?- azzardò Sinister.
Severus non rispose, si rimise la maschera e si affrettò verso l’uscita.

*

-Il mio caro amico Remus Lupin ha trovato sua figlia svenuta, poco distante dall’ingresso della mia abitazione, la scorsa notte. Ho preferito non indagare a fondo nella faccenda per permettere ad Eveleen di tranquillizzarsi a sufficienza dopo la sua terribile avventura, ma forse ora che tutto è a posto potrebbe spiegarci come sono andate le cose.-
Arthur Weasley, Theodore Vane, Eveleen si erano accostati alla scrivania e accomodati su morbide poltroncine color lavanda di fronte a Geoffrey Freeman, il responsabile del Ufficio Dislocazione Auror. Quest’ultimo aveva fatto apparire magicamente di fronte a sé un vassoio con un numero di tazze di the uguale a quello dei presenti senza dimenticare biscotti a volontà: prevedeva un lungo pomeriggio di fronte a sé e visto che era ormai ora di pranzo doveva almeno tentare di placare la fame con qualche stuzzichino.
-Te la senti di raccontarci tutto, tesoro?- domandò il signor Vane rivolto alla figlia con apprensione la quale annuì.
-Un tempo un buon amico mi disse che i problemi è meglio affrontarli subito a testa alta.- rispose la magonò –Anche perchè purtroppo sono convinta che per me e la mia famiglia i guai non siano finiti ed immagino sarete anche voi del mio avviso, quando vi spiegherò alcuni importanti fatti.-
Eveleen s’interruppe per qualche istante, domandandosi se fosse il caso di rivelare subito il ruolo della sorella Sophie nella storia.
-In primo luogo, non sono stata liberata dai mangiamorte: sono scappata. O meglio, sono stata aiutata a fuggire.- continuò allungando la mano verso un biscotto.
-Cosa?- esclamarono gli altri tre in coro, quasi come se l’avessero programmato. Eve rimase con la mano a mezz’aria per qualche istante, poi afferrò il biscotto e lo portò a sé.
-Non fu una situazione facile: fui messa alla prova ed in parte fallii. Fui avvelenata. Voldemort voleva uccidermi.-
I tre maghi rabbrividirono al solo sentir pronunciare il nome dell’Oscuro Signore ed Eve si ripromise di evitare di farlo in seguito.
-Non quali pensieri avesse su di me, ma sta di fatto che infine cambiò idea. Voleva che diventassi una sua serva, voleva marchiarmi.- Eve morse il biscotto approffittandone per fare una piccola pausa. Fu una cattiva idea, suo padre era già uscito di senno, incapace di accettare che sua figlia fosse stata marchiata e diventata una mangiamorte.
-Prima di iniziare ad inveire contro il mondo intero, vorresti almeno lasciarmi finire?- esclamò la magonò corrugando la fronte –Papà, rilassati, non sono stata marchiata!-
-Ah no?-
-No, mi hanno aiutata a fuggire prima che ciò potesse avvenire.-
-Chi è stato? Davvero c’è un traditore tra i mangiamorte?- domandò il signor Freeman con aria piuttosto interessata: probabilmente sperava di utilizzare questa informazione a vantaggio suo e della lotta contro l’Oscuro.
-Non è un traditore.- rispose acida Eve –Sono convinta che non sia mai stato davvero un servitore di voi-sapete-chi! Senza contare che...-
Un uomo irruppe nella stanza interrompendo l’accesa discussione sul nascere.
-Mi scusi signor Freeman, ma abbiamo un serio problema a Diagon Alley.-
-Parli liberamente senza preoccuparsi dei miei ospiti Jhonson, se davvero è grave come dice, ogni secondo è di vitale importanza.-
-Al momento è in corso un attacco di mangiamorte a Diagon Alley. Una squadra di Auror è già sul posto in soccorso a quella di pattuglia al Paiolo Magico. Un’altra arriverà sul posto nel giro di pochi minuti.-
-Maledizione! Quanti sono questa volta? Quindici? Venti?-
-No signore... solo uno.-
-UNO!?- Geoffrey Freeman afferrò con forza il fermacarte più vicino e lo lanciò contro al povero Jhonson, il quale schivò per un soffio –Un tale impiego di forze per un solo mangiamorte? SIETE IMPAZZITI?-
-...ma signore, si tratta di Piton!-
-Piton?! Maledetto infame bastardo, cosa ci fa da solo a Diagon Alley? Deve esserci sicuramente sotto qualcosa. Jhonson prepara una quadra, voglio andare sul posto a verificare cosa diavolo sta succedendo!-
-Ha detto Piton? Severus Piton?- chiese confusa Eveleen.
-Sì, proprio lui, magari è la volta buona che lo becchiamo, quel cane!-

  
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