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Autore: Nori Namow    28/12/2012    15 recensioni
«Ther, nessuno può separarci. Tu sei la mia combinazione perfetta.»
***
«Smettila idiota.».
«Ti amo.»
«Lo so.»
«E sono un idiota. Sai anche questo?»
«So anche questo.»
«E tu non mi ami più?»
«Io ti amo. Ma se mi lasci di nuovo o fai il coglione, giuro che ti strappo i testicoli.» borbottò seria più che mai.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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tunnel vision, body’s freezing
Anxious moments, don’t stop breathing
Uninvited black intrusions
Taking over all confusion
Boiling panic growing stronger
I am falling, common pitfalls
Drifting off and I keep sinking
Going crazy, who will save me?
Release me- Nemesea

Ok, lo so che rompo. Ma sul serio, vi consiglio di ascoltare questa canzone a ripetizione.
Rende il tutto più... boh... più vero.

click here for the song.






-KATHERINE
«Harry» sussurrai a mezza voce, per poi precipitarmi fuori dal ristorante.
«Katherine, ma dove vai?» chiese Will, ma ero troppo frastornata per rispondere, e sentivo un groppo in gola che bloccava ogni sillaba.
No, non poteva essere vero.
Uscii, e l’ aria fredda mi invase da capo a piedi, facendomi rabbrividire violentemente. Ma sapevo che quei brividi non era dovuti solo alla bassa temperatura.
Harry camminava a passo svelto, con i pugni serrati, e non si voltò quando lo chiamai una, due, tre volte.
Gli corsi incontro, e gli misi una mano sulla spalla. Si voltò improvvisamente, scostandola, e notai che i suoi occhi erano lucidi e arrossati.
«Cosa cazzo vuoi, Katherine?» urlò, e potei notare la sua voce tremare. I miei occhi cominciarono ad inumidirsi .
«Harry, non…» tentai di sussurrare, ma lui mi interruppe. Era arrabbiato, e non potevo biasimarlo.
«Cosa stai per dirmi, Katherine? Che ‘non è come sembra’? Perché a me sembrava proprio che tu e Will vi stavate baciando allegramente, mentre io ero addirittura preoccupato per te perché avevi la febbre!» sbraitò, passando una mano fra i capelli, esasperato.
Volevo parlare, urlare. Ma le parole mi erano morte in gola, e sapevo che non aveva finito di urlarmi contro. Il mondo mi cadde addosso.
«Ero uscito per comprare il fottutissimo regalo dei nostri tre mesi di merda, e a quanto pare di corna, quando vedo una ragazza dai capelli rossi che limona con… Cristo, non riesco a credere di essere stato così coglione!» ringhiò dando un pugno al muro che si trovava accanto a lui. La prima lacrima fuoriuscì dai suoi occhi, accompagnata dalle mie.
«Harry, lascia che ti spieghi!» strillai impotente davanti a ciò che stava succedendo.
Stava cadendo tutto a pezzi.
«L’ hai detto anche tu, Katherine! Le apparenze non ingannano mai, te lo ricordi? Te la ricordi quella maledetta sera?»
Sì, la ricordavo eccome. La serata più bella della mia vita, nonostante avessimo guardato un film horror. Ma ero insieme a lui, ero felice.
Perché si stava sgretolando tutto, adesso?
«Sì, ma poi ho detto che qualche volta le apparenze ingannano. E questa è una di quelle volte.» avevo perso il controllo, e le lacrime scorrevano senza sosta.
Distolsi lo sguardo, in quanto i suoi occhi mi facevano sentire colpevole di qualcosa che non avevo fatto.
«Non voglio rivederti mai più. Né voglio ascoltare le tue patetiche scuse.» affermò, per poi voltarsi e accelerare il passo.
Sentii le forze mancarmi e caddi in ginocchio, cominciando a piangere.
Era andato tutto in frantumi.
 
 


-HARRY.
L’ immagine di Katherine mentre baciava quel lurido pezzo di merda, mi affollarono la mente senza lasciarmi scampo.
Lasciai che le lacrime scorressero furiose, mentre guidavo verso casa. Sperai addirittura che le lacrime mi appannassero la vista in modo tale da farmi avere un incidente e morire all’ istante. Lo sapevo, che fra quei due c’era qualcosa.
L’ avevo capito quando quel giorno, al saggio, lui l’ aveva abbracciata con troppo trasporto.
Si conoscevano da anni, quindi perché fra loro non sarebbe potuto nascere nulla? Chissà da quanto tempo mi mentivano.
Passai disperatamente una mano fra i capelli, mentre le lacrime scorrevano furiosamente, quando il mio sguardo si poggiò sul peluche nella grande busta rossa, sul posto del passeggero.
Era un grande gatto rosso e aveva gli occhi azzurri. Al collo, ci avevo fatto incidere ‘alla mia dolce Merida’, sulla medaglietta del collare.
Appena l’ avevo visto mi ero ricordato di quando, in macchina, blaterava sul comprare un gatto rosso e dagli occhi azzurri che voleva chiamare Merida, come la protagonista di ‘The brave’.
Parcheggiai frettolosamente, e entrai in casa sbattendo la porta; sapevo che mia madre non era in casa.
Immediatamente, però, vidi Grace e Louis alzarsi spaventati, per poi venirmi incontro.
«Hazza, che è successo?» chiese Lou, poggiandomi una mano sulla spalla. Non avevo bisogno di lui, non ora. Ora avevo bisogno di solitudine, di sfogo.
«Che cazzo è successo, Harold?» domandò nervosamente Grace, con la sua solita finezza.
«È successo che Katherine si sbatte Will da chissà quanto tempo! E io stasera li ho visti mentre si baciavano!» ringhiai, trattenendomi dall’ urlare come un ossesso.
Dovevo controllarmi. Dovevo calmarmi.
Grace sembrò rimanere spiazzata da quell’ affermazione, tanto che guardò Louis con sguardo di supplica, e raccolsero i propri cappotti, uscendo fuori.
Diedi un calcio ad una sedia della cucina, e sentii lacrime calde uscire dai miei occhi che avevano visto il proprio mondo cadere a pezzi.
Era troppo desiderare la felicità? Perché doveva tutto autodistruggersi?
Salii al piano superiore, entrando in camera mia. Come un faro abbagliante, venni accecato dai ricordi in quella stanza.
Lo sgomento quando capii che lei dava ripetizioni a Grace, il panico quando stava per vedere i disegni che la ritraevano.
I disegni…
Andai frettolosamente verso la scrivania, ed eccolo lì, l’ album. Lo aprii, e immediatamente piansi più forte, come se mi stesse uccidendo una seconda volta.
Li presi fra le mani, uno ad uno, e li strappai senza pietà, mentre la rabbia, invece di diminuire, aumentava.
Li feci a pezzettini piccoli come coriandoli, mentre mettevo a soqquadro la mia camera, intrisa di ricordi.
Sembrava ci fosse passato un tornado, e in effetti mi sentivo in quel modo: distrutto, ma distruttivo.
Perché il mio cuore si rifiutava di crederci, ma la testa non riusciva a non vedere ciò che era palese. Mi aveva mentito, aveva finto di essere malata solo per stare con lui. Era triste perché lui sarebbe partito, e voleva passare gli ultimi giorni in sua compagnia.
Non mi aveva mai amato.
Ed era stata così brava a nasconderlo, a mentirmi.
Sbattei violentemente un pugno sulla scrivania, e notai un foglietto di carta stropicciato, a terra. Lo presi, pronto a rompere pure quello, quando ricordai cosa era.
Con mani tremanti e le lacrime che solleticavano il volto, composi di fretta il numero. Mi schiarii la voce.
«Pronto?»
«Monique, sono Harry. Senti, hai ancora bisogno di ripetizioni?»
Anche se non potevo vederla, potei giurare che stesse sorridendo vittoriosa.
 
 



-KATHERINE.
«Grace, è successo un casino. Per favore, richiamami.» supplicai con il telefono all’ orecchio, mentre rispondeva la segreteria telefonica.
Avevo detto a Will di andarsene, perché dovevo chiarire con lui. Ma la realtà era che mi sentivo in colpa, e non ci avrei parlato.
Le sue parole mi avevano ferita come lame affilate, e il mondo sembrò rovesciarsi su di me, schiacciandomi sotto il suo enorme peso.
Inoltre, Grace e Louis non rispondevano, evitandomi accuratamente. Dal tempo che era passato dal litigio, e dalla rottura, sapevo che potevano aver appreso la notizia.
E Harry aveva dato la sua versione, contorta e completamente sbagliata.
Camminavo a passo lento e a sguardo basso, pronta a tornare a casa e a piangermi addosso.
La cosa che mi uccideva, era che lui non mi aveva creduto. Si era limitato a trarre conclusioni affrettate e a lasciarmi senza preamboli.
Provai a chiamare Joe, ma rispose la segreteria.
Ero completamente sola.
 



-GRACE.
«Grè, forse dovresti parlare.» suggerì Louis, accarezzandomi la schiena.
Guardavo un punto imprecisato, tentando di elaborare le nuove informazioni. Will e Katherine. Katherine e Will. Impossibile, eppure era vero.
«Non ho mai visto mio fratello così.» sibilai, ricordando Harry in lacrime e infuriato. Lo conoscevo abbastanza da capire che stava malissimo e non poco. Sapevo che stava combinando qualcosa di grosso a casa, ma in quel momento era meglio non pensarci.
«Ma.. Ma forse ha capito male. Devi vedere cosa ha da dire Katherine, non puoi basarti su una sola versione della storia.» mi rimproverò, baciandomi sulla guancia.
«Harry sta troppo male, è arrabbiatissimo. Mi impedirebbe in qualunque caso di vederla, per ora.» ribattei stancamente.
Perché era tutto così difficile? Avevo solo sedici anni, maledizione!
«Grace...»
«Promettimelo.» lo fermai, parlando con voce roca. Lui sembrò rimanere stupefatto.
«Prometterti cosa?»
«Che tu non mi tradirai mai. E se lo farai correrai a dirmelo. Promettimelo.» ripetei, chiudendo gli occhi per trattenere le lacrime.
Katherine, la dolce Katherine. Come era possibile? Come aveva potuto?
«Te lo prometto.» disse Louis, per poi prendermi il viso fra le mani e baciandomi dolcemente. Quel bacio fu l’ unica cosa positiva di quella sera, perché poi vedemmo l’ irreparabile, a qualche metro da noi.
«Katherine.» sussurrai incredula, pur sapendo che da quella distanza lei non poteva sentirmi.
 
 
 
 
-KATHERINE.
Asciugai con rabbia una lacrima calda, e calpestai il suolo con più forza. Alla tristezza si stava sostituendo la rabbia, la voglia di vendetta.
Era tutto innamorato, e poi? Al primo malinteso mi scarica addosso insulti e colpe?
La verità era che voleva scaricarmi da tempo, ne ero sicura. E appena ha trovato l’ occasione, l’ ha colta al volo.
Entrai nel parco, e calciai furiosamente un sassolino. «Che vita di merda.» sibilai. Sarei tornata a casa e mi sarei abbuffata di gelato, ne ero sicura.
Poi avrei aspettato qualche giorno, e sarei tornata da Harry a sbattergli in faccia le mie teorie su lui che aveva un’ amante.
«Ther?» mi sentii chiamare con quel maledetto soprannome che mi solleticò i ricordi. Mi voltai di scatto, e vidi Chris a terra, con la schiena contro il tronco di un albero.
Era solo, e accanto a sé giacevano un pacco di sigarette e una bottiglia di vodka, mezza vuota.
Fra le sue mani, stringeva una canna fumante.
«Ciao Chris.» lo salutai con tono glaciale, posando il mio sguardo per troppo tempo sul suo bottino. Lo vidi sorridere sghembo.
«Tieni, ne ho un’ altra.» disse, riferendosi alla canna. Me la porse e io la presi titubante. Feci un tiro, aspirando a pieni polmoni.
Non essendo più abituata al fumo, sentii la testa girarmi leggermente, e mi sentii meglio.
«Perché piangi?» chiese inclinando la testa di lato, osservando i miei occhi arrossati e lucidi, illuminati dalla luce del lampione.
«Non sono affari tuoi.» sbottai, senza però tutta la rabbia che provavo nei suoi confronti.
«Alla fine rimaniamo tutti soli, Ther. Alla fine, ti rimango solo io.» sussurrò, e l’ ultima lacrima cadde a terra. Sembrò quasi che fece rumore ,il tonfo.
Era vero, alla fine ero rimasta sola. Alla fine, c’era sempre lui, con il suo sballo, ad aspettarmi dietro l’ angolo.
Mi sedetti accanto a lui e mi sembrò di tornare ai vecchi tempi, quando quello era il nostro unico divertimento.
Mi porse la bottiglia di vodka, e cominciai a bere.
«Il passato si ripete, vero Ther?» domandò retoricamente lui, dandomi un bacio sulla guancia. Pian piano, scese al collo.
Probabilmente quella non era solo una normale canna, forse c’era dell’ altro dentro. Perché non avevo più la forza di combattere, di dire di no.
Volevo solo sopravvivere, lasciare che i giorni passassero.
Will se ne sarebbe andato.
Joe sarebbe andato via, in vacanza.
Grace e Louis mi evitavano.
Harry. Harry mi odiava a morte.
Feci un altro tiro.
«È solo che il presente fa sempre più schifo.» confessai amaramente. Chris rise, e stranamente la sua risata con mi diede tanto fastidio come le altre volte.
«Ther, nessuno può separarci. Tu sei la mia combinazione perfetta.»






SCIAO BELEEEEE.
Scommetto che ora mi odiate e volete uccidermi, vero?
Eh, lo so.
Però vi dico una cosa. Mi è piaciuto scrivere questo capitolo, anche se è comunque orrendo HAHAHA.
Boh, sono fatta per scrivere cose depry, vero? blblblbl
Comuuuunque, io l' avevo detto tempo fa che Chris sarebbe stato importante c:
Ed ecco il perché. Katherine torna da lui, e mica è finita qua hahahaha
Oddio, il prossimo capitolo vi farà suicidare le ovaie dalla depressione.
Ma tralasciando, spero di non avervi deluse ghftjmnhgbfdvs.
Recensite, ditemi cosa ne pensate blblbl.
Ve amo. E buon anno!

   
 
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