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Autore: Estranea    14/07/2007    3 recensioni
Come posso rifiutare? Questa città è meravigliosa, loro sono amorevoli… Restare qui vorrebbe dire realizzare il sogno di un qualsiasi essere umano con almeno un minimo di ragione…ma… E loro? Come posso immaginare ora la mia vita senza di loro?
Genere: Triste, Sovrannaturale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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5475 gradini

 

Che strana sensazione. Ho l’impressione di non essermi mossa per anni, i miei ricordi mi sembrano così terribilmente lontani… Ho un gran mal di testa, esattamente come prima di addormentarmi. Ricordo di aver detto a mio marito di non sentirmi tanto bene e che avrei voluto riposarmi un po’, ma non capisco adesso dove siano andati tutti… non capisco perché mi abbiano lasciato qui sola.

Strano, non avevo notato prima quella scalinata. Non riesco a vedere fin dove arriva.

Sento che devo discendere questa gradinata, è come una sorta di richiamo…forse sto impazzendo.

Finalmente questa scalinata è terminata! Temevo d’impazzire, e pur di preservare un minimo di ragione, ho contato tutti gli scalini… arrivando come numero a 5475. Per questo motivo penso di essere impazzita davvero….

Dopo ore di discesa, mi si è presentato davanti un incredibile panorama: una splendida città, ad un primo sguardo sembra una città fantasma, non vedo nessuno, ma sento distintamente il cinguettio degli uccelli, e se ascolto attentamente, sento il classico mormorio delle piccole città.

La città è splendida, pulita.

Piccole palazzine in uno squisito stile liberty, le strade formate di piccoli tasselli fino a creare splendidi e fantasiosi mosaici, panchine in ferro battuto finemente lavorato, fontane di marmo e ovunque, siepi ed alberi. Tutti i particolari, finemente lavorati in oro. Il cielo è di uno splendido blu cobalto, mentre la luna è splendida… grande, chiara e luminosa come non mai…

Qui c’è una pace meravigliosa, irreale ma palpabile. Oramai il mal di testa mi è completamente passato. I rumori si fanno sempre più forti, più vivi. Il tutto è accompagnato da una splendida musica irreale di flauti, cimbali e violini…

Non posso fare a meno di chiudere gli occhi e di godere almeno per qualche istante di questo splendido spettacolo musicale che mi si offre… Ma la più grande sorpresa, mi si è presentata davanti nel momento in cui ho aperto gli occhi.

Delle figure, irreali, ed a vederle, quasi impalpabili, ma vive, vere, davanti a me. Sembrano persone, ma sono chiare, candide, come angeli. E io in questo momento non posso fare a meno di chiedermi se sarò mai come loro. Il loro volto è bellissimo, i loro sguardi sono pieni di gioia e felicità, i loro sorrisi rassicuranti.

Non parlano. O, quanto meno, non hanno voce. Ma sono più che sicura che comunicano con me. Li sento.

Come posso rifiutare? Questa città è meravigliosa, loro sono amorevoli… Restare qui vorrebbe dire realizzare il sogno di un qualsiasi essere umano con almeno un minimo di ragione…ma…

E loro? Come posso immaginare ora la mia vita senza di loro?

Cercate di capirmi…

Perché? Perché quei loro sguardi? Sembrano… tristi. Nonostante tutto adesso mi sorridono, come se il dolore del mio rifiuto avesse lasciato spazio ad un altro sentimento, molto più vicino alla gioia… di vivere.

Ci stiamo allontanando dalla città, non so dove mi conducono, ma posso fidarmi di loro. La città è quasi del tutto alle nostre spalle, la strada che percorriamo mi pare quasi più bella della città in sé. Il mosaico ha lasciato del tuo spazio ad un più classico lastricato, che mi ricorda le stradine di campagna che percorrevo durante la mia infanzia, all’età della mia bambina. Il cielo non è più di quel bel colore cobalto che sovrastava la città, ora assume molte più sfumature, che variano dal blu al rosa, passando anche per il giallo. Mi rendo conto che è un cielo assurdo e irreale, ma trasmette una pace quasi infinta. Purtroppo la luna non è più grande e luminosa come in città, è più distante, molto di più.

La cosa strana è che mi sta tornando quel maledetto mal di testa…

I miei accompagnatori, sembrano quasi danzare attorno a me, quasi per infondermi coraggio, come se sapessero quanto decidere di tornare dai miei cari mi sia costato…

Ed ora? Non capisco come mai ci siamo fermati… mi fissano, sempre con quello splendido sorriso, m’indicano la strada, perché loro non possono più accompagnarmi…Ed io? Non voglio restare sola… No, non sono sola. Mi giro, e vedo il mio nuovo accompagnatore: un vitello! Un vitello con uno splendido campanaccio d’oro! Com’è tenero, è un vero amore, un cucciolo trotterellante, vuole che io lo segua…

Mi giro verso i miei compagni di questo breve viaggio, gli sorrido, non ho trovato altro modo per esprimere la mia immensa gratitudine. Allorché, comincio a seguire quella tenera creatura di Dio.

C’inoltriamo in quella che sembra essere sempre di più una foresta, piuttosto buia e meno rassicurante della città o del lungo viale, ma non direi inquietante, oltretutto il mio giovane e quadrupede accompagnatore sembra conoscere perfettamente la zona…

Ci avviciniamo sempre di più ad una sorta di parete rocciosa, impervia, ma talmente alta che non riesco a vederne la sommità. Chissà dove mi sta conducendo?

Eccoci. Siamo arrivati ai piedi della parete. Ed ora? Continuo a seguire il mio piccolo amico, e ringrazio Dio per quel campanaccio. Ha trovato un’apertura sulla parete, sembra una grotta… o un tunnel.

Qui è buio. Buio totale, non si vede assolutamente nulla… Ho paura, non vedo dove vado, inoltre sento il campanaccio sempre più lontano…

Ti prego aspettami.

Comincio a correre, ma per quanto mi sforzi, ho l’impressione di rallentare, il mal di testa sempre più forte, mi sento quasi di svenire, sono stanca….

Ed ora, il nulla…

No…

Cerco di riaprire gli occhi. La testa mi fa male, molto. Inoltre non riesco a muovere un solo muscolo in tutto il corpo, riesco a respirare, ma è strano, il modo in cui respiro mi sembra quasi innaturale… E mi rendo conto di avere qualcosa sul volto…

Finalmente sono riuscita ad aprire gli occhi, ed ora devo riuscire a capire in che luogo mi trovo.

Davanti a me c’è un uomo di mezza età. Un uomo con uno sguardo dolcissimo, mi fissa con le lacrime agli occhi. Uno sguardo che mi ricorda tanto quello dei miei cari amici di quella divina città. Che strano, somiglia a lui, con almeno dieci anni in più, ma sono quasi certa che sia lui. Ci sono molte altre persone, molte in camice bianco, non capisco ciò che dicono, riesco a cogliere solo parole come "uscita" e "miracolo", ma la mia attenzione è tutta rivolta a quell’uomo.

Il mio cuore comincia a battere all’impazzata, e solo ora capisco…

Sei proprio tu, amore mio…

Sorrido. Dietro di lui, una bellissima e giovane donna. Anche lei mi guarda. Anche lei ha le lacrime agli occhi. Quanto somiglia il suo sguardo al tuo…

Come sei bella, bambina mia…

Grazie…

 

 

 

 

 

 

Piccolo appunto: la protagonista, in seguito ad un malanno, entra in coma. Ho calcolato 1 anno di 365 giorni, quindi 5475 giorni sono pari a 15 anni… Immagino avrete capito cosa rappresentano i gradini… inoltre ho scelto come ultimo accompagnatore un vitello, perché l’unico simbolo di "vita" che mi è venuto in mente è la mucca, ma non mi sembrava il caso di inserire una mucca nella storia, per cui ho optato per il cucciolo…

  
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