Capitolo uno- Alla festa
Nel giardino della Tana c’era un gran
chiasso: Harry Potter stava festeggiando i suoi diciassette anni. Voci, luci,
dolci, palloncini e tanto altro ancora irrompeva nella normale quiete della
Tana, anche a causa dei numerosi invitati.
Erano tutti i compagni di scuola del ragazzo, che in più avevano portato
vari amici a loro volta. Le note dell’ultima canzone delle Sorelle Stravagarie
si dileguava per tutto il giardino, accompagnando le conversazioni degli invitati. Erano le nove e la festa era
appena iniziata, quindi era un po’ troppo poco movimentata. Ma non c’era
bisogno del caos: l’importante era essere alla festa più bella dell’anno. Con
una certa ansia, il festeggiato era vicino il tavolo delle bibite con il suo
migliore amico Ron Weasley; il fatto era che la sua amata Ginny, che voleva
conquistare approfittando della festa, non era ancora scesa insieme ad
Hermione. Ma cercò di nascondere la sua
ansia all’amico, ovviamente senza successo. ”Harry, che c’è? Hai una faccia,
non sembra proprio il tuo compleanno….” Harry, che si stava guardando intorno
in cerca della ragazza, ascoltò a stento l’amico. ”Eh? No, no, è che sono
ansioso, ehm… Questa è la mia prima festa di compleanno e conosco solo la metà
degli invitati!” “Beh, l’idea di dire agli invitati di portare altra gente è
stata di Ginny…” “Davvero?” chiese Harry, all’improvviso contento: se era stata
un’idea di Ginny, beh…. Allora era perfetta! Vicino a loro si c’era Dean
Thomas, che, come il festeggiato, si guardava continuamente intorno,
sicuramente in cerca della sua ex ragazza, Ginny, sperando in una
riconciliazione. Questo fece capire ad Harry che doveva darsi una mossa: Ginny
sarebbe stata sua. Intanto, Luna Lovegood, che era appena arrivata, gli si
avvicinò. “Ciao, Harry! Buon compleanno!” disse, e gli porse un pacchetto verde
smeraldo. “Ciao, Luna! Grazie, non dovevi!” Luna gli sorrise e, da dietro di
lei, avanzò una ragazza molto bella, alta quasi quanto lui, con lunghi capelli
dorati e mossi e dei grandi occhi blu. “Questa è mia cugina Tiffany, è del
sesto anno di Grifondoro” disse Luna, e i due si presentarono. Dopodiché si
allontanarono, raggiungendo gli altri.
Qualche piano più su, la tanto amata Ginny
con la sua cara amica Hermione era nella sua stanza, guardandosi allo specchio
per l’ennesima volta. Era convinta che il suo vestito bianco e rosso non le
andasse bene, e che i lunghi capelli rossi non stessero bene alzati con due
mollettine. Sbuffò. “Piantala, Ginny, stai benissimo! Lo stenderai, stai pur
sicura!” le disse Hermione, che indossava un abito rosa sgargiante lungo appena
sopra il ginocchio in tinta con le unghie. “Non è vero! Scommetto che sta
facendo lo stupido con qualcuna carina… ma lo sai che deve venire anche Tiffany
Strong, una delle più belle del mio anno? La doveva portare Luna!” “E allora? Ginny, tu sei una delle più belle
del tuo anno, anzi, se non la più bella in assoluto!” Le ricordò Hermione, con
un tono un po’ troppo amaro. Il fatto è che lei era la più brava, ma
ultimamente avrebbe preferito avere un titolo più da miss che da sapientona. E
odiava quando Ginny faceva la finta insicura. “Ok” accettò
quest’ultima, “Ma se non mi pensa…
gliela farò vedere io, farò la scema con…”
“Dean?” propose Hermione. “E’ già
qui, l’ho appena visto dalla finestra.” “Nooo! Con Dean no! Poi chissà che pensa… “ “Perché,
Ginny, se fai la scema con qualcun altro che pensa?” ribattè Hermione, e le
fece cenno di scendere. Decisa, la rossa si guardò un’ultima volta allo
specchio, si aggiustò i capelli sulle spalle, sorrise alla sua immagine
riflessa nello specchio e, dopo essersi aggiustata il lucidalabbra perlato che
Fred e George le avevano regalato in occasione dello scorso compleanno insieme ad altri trucchi
per il viso, uscì dalla stanza e si avviò verso la gloria che l’attendeva a
qualche piano di distanza.
Harry stava parlando con Neville di Quidditch quando la sua amata irrompette
nella festa con passo elegante e iniziando a salutare tutti i suoi conoscenti,
come una famosa cantante. “Harry, hai visto l’ultima partita del Puddlemare
United? Baston è diventato ancora più bravo…” disse Neville, concitato. Ma
Harry non lo aveva per niente ascoltato: aveva appena avvistato una
capigliatura rosso fiammante decorata con alcune mollettine. “Si, Neville, infatti…
Ora devo andare, mi stanno chiamando…” inventò, e se ne andò, lasciandolo da
solo. Sorpassò un gruppetto di Tassorosso che stava parlando proprio in mezzo
al giardino e si ritrovò davanti Ginny. Rimase senza fiato. Era bellissima, in
tutto e per tutto… Stava chiacchierando con una ragazza di cui non conosceva il
nome. Poi vicino a lei notò Hermione. Anche lei era molto carina: gli sembrava
di rivivere il Ballo del Ceppo…. Decise di parlare prima con lei. “Hermione!
Finalmente sei uscita!” Hermione gli sorrise. “Si… Vabbè, io gli auguri te li
ho già fatti oggi, ma ti ho fatto un piccolo pensierino. Questo è per te”
disse, porgendogli un pacco rettangolare dorato. “Oh, grazie… Wow! E’… E’
bellissima…” Le restituì il sorriso: gli aveva regalato una foto incorniciata
di loro due con Ron all’ultima gita ad Hogsmeade. “Prego” le rispose l’amica; Harry non riuscì a
trattenersi e l’abbracciò. Di solito per le ragazze provava sentimenti diversi
dal comune, ma per Hermione ne aveva uno particolare: amicizia? No. Un qualcosa
di più grande, inestimabile, grandioso… Non un sentimento d’amore, ma di puro
affetto. Per lui era come una sorella. Quando si separarono, si sorrisero
appena e la ragazza fu chiamata da Calì Patil, che era venuta con suo sorella
Padma e il loro ragazzi, Luke e Michael. Ginny aveva osservato la scena con gli
occhi che emanavano lampi: possibile che Hermione facesse tanto la santarellina
con lei, e poi appena si trovava davanti Harry non si lasciava perdere
un’occasione per buttarcisi addosso? Ma prima che potesse fare qualche altro
pensiero, il suo amato Harry la salutò. “Ciao, Ginny. Complimenti, stasera sei
ancora più bella del solito… Ti va di fare quattro passi?”Tutto era svanito.
L’improvvisa rabbia verso Hermione, l’ansia… “Certo!” e così si avviarono.
Intanto, Ron stava facendo da dj e si
stava divertendo un mondo. Stava mixando un pezzo di un nuovo gruppo magico,i
“BlackWiz”, quando una ragazza alta, bionda, con i capelli molto ricci e i gli
occhi di un castano intenso gli si avvicinò. Indossava uno sfarzoso ed elegante
vestito lilla, che si intonava con i due fermagli che portava fra i capelli
facendo scendere sul volto alcuni riccioli ribelli. Il suo cuore aumentò i
battiti, come non gli succedeva da tempo, anzi, non gli era mai successo prima…
Si chiamava Lola Grant, era del quinto anno di Grifondoro, e lui aveva una
cotta segreta per lei da quell’inverno, quando l’aveva conosciuta nella sala
comune di Grifondoro. Era Natale, Harry ed Hermione erano partiti per le
vacanze Natalizie e lei, una sera mentre era da solo davanti al camino, gli si
era avvicinata chiedendogli se era il fratello di Fred e George perché voleva ordinare
delle Merendine Marinare per saltare le lezioni di Erbologia. Da quel momento
erano diventati amici e avevano trascorso le vacanze insieme, poi, al ritorno
dei loro amici, non avevano avuto più occasione per parlarsi. Ma Ron se ne era
invaghito dal primo momento e la sognava tre notti si ed una no, quando era
stanco e quindi non sarebbe venuta bene nella sua immaginazione. “Ciao, Ron!”lo
salutò la ragazza, raggiungendo la sua postazione. “Ciao… Lola! Anche tu qui?”
“Si, sono venuta con mio cugino, sai, Ernie Macmillan…” Si guardarono per un lungo istante, poi
ingiunse Seamus Finnigan. “Ehi, Ron, senti, ho appena conosciuto una tipa
carina… Non è che potresti annunciare l’inizio dei balli, possibilmente un
lento? Sai, così posso…” Fece un gesto eloquente con la mano destra. “Ho
capito, Seamus… ok!” “Grazie, Ron!” lo
salutò, facendogli l’occhiolino,e se ne andò dalla tipa. Lola rise. “Che
pazienza ci vuole con questi amici, eh?>> “Infatti… Lola, che canzone
preferisci ascoltare?” Lola nascose un mezzo sorriso. “Non è che vorrei
ascoltare una canzone… Ma preferirei ballare “I love you” dei “BadPrice” Ron, colto l’autoinvito, mise la canzone con
un nodo alla gola, disse: “Bene, ragazzi! Diamo inizio alle danze!” alla sua
bacchetta, diventata microfono, per poi saltare giù dallo sgabello e prendere
per mano Lola, conducendola verso la pista da ballo e iniziando a ballare
insieme alle altre coppie. Poggiò le mani sui suoi fianchi, e la ragazza
contornò il suo collo con le braccia, stringendolo forte. Si guardarono negli
occhi, poi Lola avvicinò la testa al petto di Ron, e ballarono abbracciati per
tutta la canzone. Seamus, notando l’amico, per restituirgli il favore occupò la
postazione da dj al suo posto e mise le canzoni successive, in modo da
lasciargli del tempo libero con Lola.
A qualche metro di distanza, fuori dal
giardino, un ragazzo e una ragazza spiavano l’andamento della festa. Lui aveva
una capigliatura biondo platino, lei, invece, dei lisci capelli scuri e una
mascella molto pronunciata, seguita da un’espressione molto dura. Indossava una
lunga veste nera e aveva le unghie dipinte all’ultima moda serpentesca, nere e
verdi “Draco, allora era vero! Potterino ha organizzato una festa… Non vale! E’
troppo tranquilla, guarda Weasley come fa il dolce con quella…” Non era
possibile che quella sera Pansy Parkinson non dovesse adempiere al suo lavoro
di “Rovina Grifondoro”. Draco Malfoy, dal canto suo, disse: “Giusto!E certi
dicono che è la migliore festa dell’anno! Bah! La festa migliore dell’anno in
quella catapecchia dei Weasley?! Nooo! Comunque, a costo di far andare tutto
bene, io non entrerò lì dentro, Pansy! E’ meglio che lo sai!” “Dai, Draco!
Pensa che risate, a settembre, quando lo racconteremo a tutta la sala comune!
La festa di Potter rovinata da noi, i migliori Serpeverde che la scuola abbia
mai avuto in mille anni…” Preso dalle manie di grandezza, Malfoy si decise ad
entrare. Quella sera si annunciava molto divertente…