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Autore: Elaeth    28/12/2012    1 recensioni
Nuova Generazione.
Seguirete le vicende di una solare Rose Weasley che lentamente scopre il ragazzo che ha ignorato per sette anni, il Serpeverde Scorpius Malfoy; di suo fratello Hugo che deve fare i conti con l'irrefrenabile ma irresistibile Freya Nott; della bellissima Dominique Weasley che fin dal primo anno viene perseguitata dall'affascinante Jace Steel, e di un più che confuso Frank Longbottom combattuto fra amore e amicizia. E non mancheranno sicuramente di comparire Albus Potter, Lorcan e Lysander Scamander, Roxanne Weasley e tutti coloro che avranno il coraggio di stare vicino agli sfortunatissimi protagonisti della nostra storia.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Roxanne Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Perché non si dovrebbe mai fraternizzare con nessuno.



In quei  lunghi sette anni di scuola Jace Steel non aveva mai saltato un allenamento di Quidditch.
Due anni prima, quando era diventato Capitano della squadra di Serpeverde, aveva fatto più salti di gioia di quando al secondo anno Dominique gli aveva prestato una piuma; era stato talmente felice che perfino Scorpius gli aveva tirato una manata in fronte, pregandolo di smetterla prima che morissero tutti di un attacco di diabete causato dalla sua estrema felicità.
Oramai si era abituato al suo ruolo di Capitano, ma il sorriso sfacciatamente orgoglioso che aveva stampato in faccia quel giorno di due anni prima non era mai scomparso, soprattutto quando finite le lezioni raggiungeva il campo di Quidditch  fluttuando letteralmente nell'aria dalla contentezza.
Ma la verità era che se quel giovedì di metà settembre Jace si stava precipitando il più velocemente possibile verso il campo era perché non voleva perdersi la fine degli allenamenti di Corvonero. Nessuno si stupiva più oramai di vederlo correre a perdifiato senza badare ad investire niente o nessuno; Dominique Weasley non sarebbe certo scappata prima di finire il suo allenamento solo per non doverlo incontrare, ovviamente.
Come da copione, il ragazzo si mise a bordo campo, aspettando con trepidazione il momento in cui la sua biondissima Cacciatrice preferita sarebbe scesa dalla scopa per andare negli spogliatoi.
E come sempre accadeva, non appena Dominique vide Jace appostarsi proprio sotto di lei, sbuffò in preda all'esasperazione, pregando mentalmente di cadere dalla scopa solo per non doverlo vedere.
« Ehi, Steel! »
Nel momento stesso in cui Frank Longbottom aprì bocca per salutare Jace a cavallo della sua scopa, Dominique gli lanciò uno sguardo di fuoco, gesticolando convulsamente per farsi notare dal suo compagno di Casa.
« Frank, ti ho detto mille volte di non fraternizzare con il nemico, per Merlino! »
« Ehi, Frank! Ciao anche a te, bella bionda! »
Più o meno sei metri sotto di loro, Jace si sbracciava, urlando a più non posso con un sorrisino ebete stampato in viso. La vista da là sotto era decisamente meravigliosa, si disse il Serpeverde quando lanciò l'ennesima occhiata alla figura di Dominique.
« Io lo schianto, lo giuro. »
Frank acchiappò al volo il Boccino che gli stava sfrecciando in quel momento di fianco, dopo di che si avvicinò alla ragazza, per cercare di giustificare il comportamento del tutto normale di Jace.
« Non prendertela, Dom. Vuole solo uscire con te! »
« È un maniaco! »
« Okay, forse i suoi modi sono leggermente... come dire, ehm... estremi, ma non è una cattiva persona, davvero! »
La ragazza roteò gli occhi al cielo, schiaffandosi una mano in fronte l'attimo dopo.
« Oh, Frank, lascia perdere! Io ho chiuso per oggi. »
Detto questo, Dominique virò alla sua destra, planando verso terra. Mancavano ancora una decina di minuti alla fine dell'allenamento, ma avrebbe fatto di tutto per evitare Jace Steel, si disse la ragazza mentre atterrava nel punto più lontano possibile da dove si trovava il Serpeverde.
« Dove credi di andare? Dom! » Frank sospirò con rassegnazione. « Okay, ma è l'ultima volta, Dom! Dom, mi hai capito!? »
Sopra di lei riusciva a sentire le grida di rabbia di Frank; sapeva che per il Corvonero il Quidditch non era cosa di poco conto: quasi come per tutti quelli che avevano investito il ruolo di Capitano prima di lui, il Quidditch era parte integrante della sua vita; forse era per questo motivo che gli allenamenti della squadra di Corvonero iniziavano sempre cinque minuti prima del previsto.
Dominique liquidò con un gesto della mano il ragazzo, senza preoccuparsi di essere vista o meno. Il suo unico pensiero in quel momento era correre subito al Castello: al diavolo, per una volta non avrebbe fatto la doccia negli spogliatoi, soprattutto perché ora riusciva a vedere chiaramente davanti a sé Jace correrle incontro a una velocità disumana.
« Dominique! Dommy! Dom! Dommyna! »
Più sentiva la voce di Jace avvicinarsi e più aumentava il passo. Stava oramai letteralmente correndo quando il Serpeverde la raggiunse senza difficoltà pochi minuti dopo e la prese gentilmente per un braccio, costringendola a voltarsi verso di lui.
« Ciao, Dom. »
Dominique non riusciva a quantificare quanto odiasse il sorrisino sfacciato, che Jace aveva stampato in viso da uno a dieci. Forse un milione.
Inspirò pesantemente, facendo una leggera smorfia di orrore prima di cercare di recuperare l'autocontrollo e tornare ad essere la calma e pacata ragazza che tutta Hogwarts conosceva.
Non si sarebbe certo lasciata scomporre da un ragazzo del genere, lei.
« Steel. »
« Mi stavo chiedendo... insomma, potresti pensarci bene a quella cosa, sai... »
« La risposta è sempre quella! Non uscirò con te! »
Il sorriso morì di colpo sulle labbra del Serpeverde. Oramai la delusione non lo invadeva più di tanto, aveva ricevuto così tanti rifiuti che avrebbe sicuramente vinto il premio di perdente dell'anno, ma vedere il disprezzo che Dom celava nei suoi occhi tutte le volte che le chiedeva di uscire lo uccideva continuamente.
Jace aveva posto la ragazza al centro della sua vita: ogni cosa che faceva da quando si svegliava al mattino, fino a quando andava a dormire la sera ruotava attorno a lei. Sapere che lei non provava nemmeno un sedicesimo di ciò che invece riservava lui nei suoi confronti, lo aveva sempre destabilizzato, ma in fin dei conti era un ragazzo forte. Avrebbe continuato a tartassarla fino a quando non avrebbe ricevuto un sì. Se non si era arreso in tutto quegli anni, sicuramente non lo avrebbe fatto ora.
« Andiamo! Solo un appuntamento, per rendermi felice! »
« Credimi, Steel. Renderti felice non è una delle mie priorità al momento. »
Dominique scrollò le spalle, annuendo convinta delle proprie parole. Era incredibile il modo in cui non pensasse neanche a cosa dire a Jace: le parole le uscivano automaticamente, imponendosi lei stessa di rifiutarlo e non valutare minimamente l'idea di venirgli incontro.
« Io... ehm, perché mi odi tanto, Dom? »
Erano cinque anni che Jace non si dava per vinto, cinque anni che ogni singola volta che la vedeva bramava ardentemente il momento in cui avrebbe potuto stringerla tra le braccia. Ed era così straziante per lui sentirsi odiare da lei, al tal punto da non riuscire più a tenersi tutto dentro e a farle quella semplice domanda che, forse, avrebbe dovuto rivolgerle molto tempo prima.
La Corvonero aprì la bocca in difficoltà; era la prima volta che vedeva Jace privo di tutta quella vitalità che lo caratterizzava, privo di quella spudoratezza che lei non aveva mai sopportato. Dentro di lei sapeva solamente che uscire con lui era una cosa sbagliata da fare, non aveva mai pensato a motivazioni vere e proprie.
« Io... beh, ecco... non lo so. »
Era vero: Dominique non avrebbe certo potuto rispondergli. Avrebbe potuto dirgli tantissime cose, come per esempio che odiava quel sorriso sfacciato e così poco simpatico che le riservava tutte le volte, oppure che detestava con tutto il suo cuore il fatto che avesse avuto più ragazze che bei voti in quei sette anni, ma non sarebbe mai riuscita a dirglielo in faccia. Neanche se Jace era tutto quello che lei aveva sempre odiato.
« Cosa sto sbagliando, Dom? »
Il ragazzo che le stava di fronte era lo stesso che l'aveva perseguitata per tutto quel tempo, ma in qualche modo, soprattutto in quel momento, riusciva a stento a riconoscerlo. Sorrideva, come aveva sempre fatto, eppure era un sorriso coperto da un velo di amarezza, un sorriso che lasciava vedere quanto dentro di sé fosse in realtà ferito.
« Forse dovresti solo smetterla di importunarmi, Steel. »
 Dominique non aveva pronunciato quelle parole, né con astio né con disprezzo, eppure per Jace era stato come ricevere un vero e proprio pugno nello stomaco. Era consapevole di quanto lei odiasse il suo modo di farsi notare, ma non si era mai posto il problema di poter esagerare.
« Ho capito. Tornerò più tardi per chiederti di nuovo di uscire. A dopo, Dom. »
Jace le sorrise amaramente, abbassando gli occhi e come non era mai successo, fu lui ad allontanarsi per primo da lei, lasciando alle sue spalle una attonita e sconvolta Dominique Weasley fissarlo con la fronte aggrottata.


*
 

Mentre una più che soddisfatta Freya Nott saltellava per i corridoi declamando quanto fosse stato divertente quella mattina vedere suo cugino Scorpius Malfoy vomitare in Sala Grande a causa del suo innocentissimo scherzetto, una scocciata Rose Weasley camminava spedita versa l'Infermeria, pronta a fare la consueta visita al suo sempre fortunatissimo fratellino.
La borsa che si portava dietro era così pesante da costringerla a camminare leggermente incurvata, facendola sembrare ancora più bassa di quanto non fosse già. Al suo passaggio parecchi ragazzi si voltavano a fissarla, ma Rose non aveva mai badato a queste cose. Non si era mai resa conto della sua reale bellezza; certo, non era una di quelle bellezze eclatanti come  suo cugina Dominique, ma neanche un troll intendiamoci, eppure aveva quel carisma che tanto bastava a renderla simpatica e a piacere alla gente.
Quando mise piede all'interno dell'Infermeria, non fece altro che raggiungere il letto di suo fratello Hugo. Rose incarnava perfettamente il ruolo di sorella maggiore: si era sempre sentita in dovere di proteggerlo, si era imposta il ruolo di guida per lui e anche se non riusciva ad evitare i numerosi incidenti che lo vedevano protagonista, era sempre stata al suo fianco nel momento del bisogno.
« Signorina Weasley, suo fratello ha bisogno di riposo, torni più tardi. »
Madama Pomfrey era sbucata dal nulla come era suo solito fare, rivolgendosi alla ragazza con un tono diverso da quello autoritario che usava con gli altri studenti. Era evidente a tutti l'affetto che Rose provava per Hugo e la vecchia infermiera si era oramai abituata al suo ospite fisso e alle visite di sua sorella da non farci neanche più caso, a volte.
« Certamente! Gli lascio solamente alcune cose per lo studio e me ne vado. » Rispose la ragazza con estrema accondiscendenza.
Non appena si accorse che suo fratello era completamente addormentato, non poté fare a meno di lasciarsi sfuggire un sorriso intenerito, vedendolo dormire su un fianco, con le mani piegate dietro la testa; riusciva ancora a ricordare quando l'aveva visto dormire così per la prima volta da bambina.
Prese una sedia e gli si sedette di fianco, svuotando la sua borsa da tutti i compiti che aveva fatto al posto suo e poggiandoli sul comodino.
Rimase per un po' ferma a fissare suo fratello dormire, pensando a quanto fosse simile a loro padre, senza fare caso ai due paia di occhi grigi che dal letto di fronte la stavano fissando.
Se Scorpius Malfoy si trovava in quel momento a fissare Rose Weasley fare da badante a Hugo, era perché non solo sua cugina lo aveva riempito di pasticche vomitose a colazione, ma anche perché come se le pasticche non fossero bastate, gli aveva fatto mangiare con l'inganno una crostatina canarina. Ora, gli effetti erano sbiaditi, ma sulla sua schiena erano ancora ben visibili un paio di piume color giallo canarino.
« Sei proprio strano, Hugie, mamma lo dice sempre. »
Il Serpeverde osservò la ragazza allungare una mano per scompigliare i capelli di suo fratello, mentre scuoteva la testa intenerita, stupendosi lui stesso del suo comportamento. Era strano per lui vedere tutto quell'affetto: non che sua madre non glielo avesse mai dimostrato sia chiaro, ma vederlo così apertamente davanti ai propri occhi era tutt’altra cosa.
Si mosse delicatamente sul posto, per non farsi scoprire proprio mentre era intento a fissare Rose Weasley, ma senza accorgersene colpì con un gomito il comodino e non potendosi trattenere, liberò tutto il suo dolore in un urletto decisamente poco da Malfoy.
Rose si voltò immediatamente a vedere da dove provenisse il rumore e una volta accertata la presenza del biondissimo Serpeverde, non poté fare a meno di  strabuzzare gli occhi incredula, incapace di spiegarsi come non si  fosse accorta prima della sua presenza.
« Malfoy! » Sbottò Rose, quasi indignata del fatto che l'avesse vista con suo fratello.
« Frena l'entusiasmo, Weasley, non sei credibile se metti tutta quell'eccitazione per il solo fatto di avermi visto. »
« Oh, va al diavolo! »
All'improvviso si sentì provenire dalla figura supina di Hugo un ronzio, chiaro segno che stesse dormendo profondamente. Rose sbuffò, rialzandosi dalla sedia su cui era seduta e avvicinandosi al letto del Serpeverde.
« Sveglia mio fratello e ti taglio la lingua! »
« Calma, Weasley! Se lo svegliassi poi dovrei sentirlo parlare e per ora lo preferisco di gran lunga così! » Scorpius schioccò la lingua al palato, alzando un sopracciglio come a voler sfidare la ragazza. Rose d'altro canto si stampò in viso un sorrisetto sfacciato, lasciandosi sfuggire uno sbuffo divertito.
« Oh beh, mi dispiace solo che mio fratello debba sopportare i tuoi urletti decisamente mascolini. »
« Sei proprio un amore di ragazza, eh. »
Il Serpeverde contorse le labbra in un sorriso tiratissimo, socchiudendo gli occhi in quella che per lui rappresentava l'espressione più minacciosa di sempre. A quella vista, Rose non si trattenne dallo sghignazzare apertamente, felice di aver vinto il primo punto di quello scontro verbale che sperava durasse ancora per poco.
Scorpius finse uno sbadiglio e si stiracchiò con fare decisamente poco elegante, sistemandosi meglio il cuscino sotto alla testa.
« Ora puoi anche andare Weasley donna! Devo riposare! Va ad importunare qualche ragazzo che riesca a sopportare tutte quelle lentiggini che ti ritrovi in faccia! »
A quelle parole Rose non poté fare a meno di imporporarsi di rosso dalla rabbia, assumendo una di quelle espressioni così stupite che riescono solo a risultare estremamente esilaranti.
« Malfoy, non sono mica venuta per fare visita a te. Sai cosa devi fare con il tuo preziosissimo riposo? Te lo devi ficcare su per il-»
« Signorina Weasley, credo proprio che debba andare adesso. »
Come da copione, gli storici e rarissimi battibecchi tra Scorpius Malfoy e Rose Weasley furono troncati proprio nel vivo, stavolta dall'imponente figura di Madama Pomfrey. Al contrario di quanto si potesse pensare, l'anziana donna non era seccata o arrabbiata con la ragazza, ma la guardava con un accenno di sorriso negli occhi.
Rose aveva sempre pensato che quella donna si accorgesse di cose che agli altri sfuggivano: che trovasse divertente il suo modo di augurare una buona fine a Scorpius?
Per niente abbattuta dal fatto che Madama Pomfrey l'avesse beccata a rivolgere parole gentilissime ad un altro studente, la Grifondoro si diresse con andamento fiero verso il letto di suo fratello e dopo avergli scoccato un veloce bacio sulla fronte, prese la sua borsa e uscì dall'Infermeria voltandosi a guardare indietro solo una volta.
Fu lì che incrociò lo sguardo di Scorpius e fu del tutto sorpresa nel vederlo privo di quel ghigno vittorioso che si stampava in viso ogni volta che faceva lo sfacciato, il che accadeva più o meno ogni ora.
Scorpius la seguì con lo sguardo anche quando si richiuse la porta alle spalle e sospirò: in fondo a volte non trovava Rose così orribilmente insopportabile, soprattutto se era l'unica in quella scuola a tenergli testa a quel modo.


*
 

Hugo non aveva mai amato sua sorella così tanto come in quel momento. Mentre leggeva i temi che gli aveva fatto e lasciato sul comodino, gli venne spontaneo stamparsi in faccia un sorriso più che entusiasta, felice di poter finalmente dire a sua madre di aver preso un Oltre Ogni Previsione in Pozioni. Suo padre non l'avrebbe di certo presa bene, anzi, era più fiero di suo figlio quando prendeva votacci capaci solo di far rizzare la pelle alla signora Weasley-Granger.
Hugo allungò un braccio alla sua sinistra, e prese uno dei dolci che sicuramente sua sorella gli aveva lasciato, mentre stava dormendo.
Non fece però in tempo a finire il paragrafo del suo accuratissimo tema, che sentì la testa fare un capogiro e un pizzichio fastidiosissimo alla pelle. Con estremo orrore vide prima un braccio e poi l'altro riempirsi di piume di un tremendo color giallo canarino e ancor prima che potesse realizzare di essere stato vittima dell'ennesimo scherzo, lanciò un urlo, o meglio, gridò il nome di colei che presto avrebbe ucciso.
« Freya!! »
Ma l'unica risposta che ricevette da una quasi vuota Infermeria fu la risata isterica di Scorpius Malfoy, che spaparanzato sul letto di fronte al suo si stava asciugando le lacrime dal troppo ridere.
« Vedo che ogni tanto qualcosa di buono mia cugina la fa. »
« Oh, va al diavolo, Scorpius! »
Hugo scosse la testa in preda al panico, coprendosi con le coperte fino al collo, conscio che se Madama Pomfrey l'avesse visto in quello stato lo avrebbe sicuramente cruciato all'istante.
« Ma voi Weasley avete solo questo da dirmi oggi? »
Il Serpeverde sbuffò, contorcendo le labbra in un ghigno che sapeva davvero poco di simpatia.
« Cosa? »
« Tua sorella, ci ha pensato lei a prendersi il diritto di mandarmi al diavolo per prima. »
Il cuore di Hugo si riempì di orgoglio fraterno e dentro di sé pensò di amare Rose ancora di più. Sentì la porta che dava alle stanze di Madama Pomfrey aprirsi e si schiacciò un cuscino in faccia; una volta accertato l'inesistente pericolo, tornò a riprendere aria, oramai con il viso dello stesso colore dei capelli.
« Va bene che per uno come te è giusto nascondersi alla vista del mondo, ma mi sembra un po' esagerato, Weasley. »
« Taci o ti scateno contro l'ira di Freya. »
« Se questi sono i risultati, fa pure. »
E dicendo ciò il Serpeverde indicò prima le numerose cioccorane che i suoi compagni di casa gli avevano lasciato e dopo le orribili piume che piano piano comparivano sul corpo del giovane Grifondoro.
Hugo represse un brivido di terrore non appena si rese conto che le sue numerose lentiggini stavano scomparendo sotto ad un manto giallo canarino e ancor prima di ragionare con calma sul da farsi, si fiondò giù dal letto per raggiungere il comodino di Scorpius e mandare giù alcune delle pastiglie che Madama Pomfrey gli aveva lasciato contro gli effetti delle crostatine canarine.
« Non scomodarti, la vecchia ti scoprirà » Affermò Scorpius guardando con divertimento la figura di Hugo sempre più preda del panico.
« Oh, Merlino, speriamo di no. Ha detto che se mi succede qualcos'altro sarà lei a porre fine alle mie disgrazie una volta per tutte! »
« Speriamo che faccia questo enorme favore all'umanità, allora! »
Alle parole del biondo, Hugo si voltò verso di lui con irruenza, facendo cadere il bicchiere d'acqua che si trovava sopra al mobiletto. Scorpius represse uno sbuffo divertito, ricambiando lo sguardo del ragazzino rosso che gli stava di fronte con un larghissimo sorriso di scherno.
« Beh, come vuoi. Ma poi dovrai sopportare Freya tutto da solo. »
Hugo alzò le spalle, ritornando al suo letto con passo barcollante. Scorpius pensò che nonostante la parentela, il ragazzino del quinto anno fosse completamente differente dalla sorella, decisamente troppo decisa e sicura di sé per i propri gusti.
« Come ti pare, tanto non durerai ancora per molto se cadi dalla scopa ad ogni allenamento. »
« Ehi, non è vero! Sono caduto solo sei volte in cinque anni! »
Hugo si accese di rabbia; non avrebbe permesso a nessuno di mettere in discussione le sue capacità nel Quidditch. Cercò di difendersi ma, come per tutto ciò che faceva, con scarsi risultati.
« Sei quasi più strano di tua sorella, Weasley. » Scorpius scosse la testa, lanciando un'occhiata di sufficienza a Hugo.
« Ehi, se pensi che sono quasi come lei, allora grazie! »
« Sei tardo, per caso? »
« Il tardo sei tu. Rose è perfetta e indirettamente mi hai fatto un complimento, perciò grazie! »
Hugo parlò con ovvietà, palesando le sue parole con un gesto della mano del tutto scoordinato. Scorpius guardò il ragazzino dall'alto al basso, come per sincerarsi di quale gravissima malattia lo avesse colpito. Non riusciva a capire come fosse possibile che qualcuno volesse essere come quell'irritante ragazza sempre così disgustosamente sorridente e solare.
« Tua sorella è insopportabile. » All'affermazione del Serpeverde, Hugo roteò gli occhi rassegnato.
« Ma se non vi siete mai parlati! »
« Ultimamente mi è sempre tra i piedi. »
« Come vuoi, rimane il fatto che sei un idiota. » Il Grifondoro alzò le spalle, in fondo di ciò che Scorpius Malfoy pensasse di sua sorella non gli importava più di tanto.
« Lo prendo come un complimento, Weasley. » Hugo in tutta risposta gli fece il saluto militare, e si lanciarono un sorrisino complice che avrebbe potuto lasciare intendere che i due ragazzi fossero amici da anni. Invece erano più che altro due completi sconosciuti, cresciuti in due famiglie che non potevano essere più diverse.
All'improvviso si sentì una porta aprirsi e questa volta Hugo era sicuro che fosse Madama Pomfrey; si schiacciò un cuscino in faccia e si nascose sotto le coperte, facendo finta di dormire. Sentì provenire dal letto di Scorpius uno sbuffò più che divertito, ma non se ne curò.
« Signor Malfoy, lei può andare. Gli effetti sono completamente svaniti e non vedo perché dovrebbe rimanere ancora qui. »
« Va bene. Grazie, signora, a mai più rivederci! »
« Sì, sì, addio! »
Hugo trattenne il respiro; sotto a quella matassa di stoffa stava letteralmente soffocando, ma non avrebbe rischiato la morte solo perché la sua migliore amica lo aveva trasformato in un canarino. Quando non sentì più rumori, decise di sbucare fuori dalle coperte, ma appena vide l'imponente figura di Madama Pomfrey davanti al suo letto, sbiancò completamente, cercando invano di ritornare con la faccia sotto al cuscino.
Buona fortuna, Weasley. Pensò Scorpius, mentre lasciava l'Infermeria, prima di sentire alle sue spalle la voce esausta e spazientita dell'anziana infermiera.
« Signor Weasley, mi saprebbe spiegare perché sembra un canarino gigante?! »


*
 

« Dom, vuoi uscire co-»
« NO! »
« Okay, a domani! »
Jace Steel rivolse un enorme sorriso a Dominique Weasley e dopo aver fatto un cenno di saluto a un più che amareggiato Frank Longbottom, tornò con passo spavaldo verso il tavolo di Serpeverde.
Frank rimase per un po' a fissare la sua amica: Dom punzecchiava il suo cibo con la forchetta, spostandolo nel piatto di tanto in tanto, senza alzare lo sguardo neanche per salutare le numerose persone che le passavano davanti.
« Dommy, che hai? »
Dominique alzò gli occhi pigramente, incontrando lo sguardo seriamente preoccupato del suo compagno di Casa.
Frank non l'aveva mai vista così: sembrava triste, annoiata e decisamente delusa allo stesso tempo. Vide la ragazza lanciare un'occhiata alla figura di Jace che nel tavolo davanti al loro stava intrattenendo la cugina del suo migliore amico, Freya, con qualche strampalata conversazione. Frank annuì debolmente, tendendo una mano verso quella di Dominique.
« È Steel, è sempre colpa di Steel! Non lo sopporto più! »
« Su, vedrai che prima o poi ti lascerà in pace. Vuole solo uscire con te, non ha mai voluto nient'altro! »
Dom scosse la testa non volendo sentire le parole del ragazzo.
 « Ma sono io che non voglio! »
Frank sospirò, e spostò velocemente lo sguardo alla sua destra. Fu pronto a girarsi nuovamente verso l’amica, quando la sua attenzione fu catturata da una figura che al tavolo di Grifondoro era chinata sul suo piatto, intenta a strafogarsi di cibo.
Roxanne Weasley, settimo anno, era sempre stata quel tipo di ragazza talmente bella da non accorgersi del modo in cui i ragazzi la guardavano.
Non era come Rose; certo, anche lei ignorava gli sguardi che il più delle volte le venivano rivolti, ma era pienamente consapevole di piacere. Roxanne era diversa, lei semplicemente non vedeva nulla, sempre chiusa nel suo mondo fatto di Quidditch, cibo e... Lysander Scamander.
Lysander e Roxanne erano i fidanzatini per eccellenza a Hogwarts: fidanzati da ben quattro anni, nessuno aveva mai messo in discussione ciò che rappresentava la loro coppia in quella scuola.
Frank aveva sempre odiato quel fatto: fin da quando era bambino, aveva sempre avuto una cotta spaventosa per Roxanne, fin dai tempi in cui mangiavano assieme i biscotti che la nonna della ragazza faceva loro alla Tana.
Il che era davvero terribile da sopportare per lui, in quanto Lysander non era solo un membro della sua Casa, della sua squadra di Quidditch e compagno di dormitorio, ma era anche il suo migliore amico. Non aveva mai avuto il coraggio di ammettere ciò che provasse per Roxanne, ma non avrebbe certo parlato, non se la vedeva tutti i giorni così felice tra le braccia di Lysander.
Dominique si accorse di cosa il ragazzo era intento a fissare da ben cinque minuti, dopo di che sbuffò e gli schioccò le dita davanti al viso, per riportarlo alla realtà.
Frank non aveva mai avuto il bisogno di dirlo a Dominique; lei lo aveva sempre saputo, eppure non ne avevano mai parlato apertamente.
« Frankie bello, cos'hai da fissare con così tanto interesse? »
Il suddetto Lysander, come richiamato dai pensieri del suo migliore amico, apparve al suo fianco, del tutto cosciente del fatto che stesse fissando la sua ormai storica ragazza.
« Niente, al tavolo di Grifondoro hanno finito le patate. »
Dominique fece un cenno di saluto a Lysander, dopo di che si ritirò nuovamente in quella che sembrava essere diventata la sua attività preferita: punzecchiare il cibo con la forchetta.
« Sì, pare le abbia finite solo Roxy, eh? »
« Mmh. »
Lysander si trattenne dallo scoppiare a ridere e si portò un pezzo di pane alle bocca, allargando il sorriso sfacciato che aveva in viso.
« Non trovi che la mia Roxanne sia magnifica stasera? »
Frank per poco non si strozzò con la propria saliva. Spostò nuovamente lo sguardo sulla Grifondoro, guardandola bere distrattamente il suo succo di zucca. Perché il suo migliore amico gli stava facendo questo?
« Sì, un po' come tuo fratello che sta risucchiando la faccia al povero Albus da più o meno due ore. »
Indicò con la testa il tavolo di Serpeverde, dove due più che innamorati Lorcan Scamander e Albus Potter stavano dando spettacolo a tutta la Sala Grande.
« Ehi, dai libertà al fratellino! Si è appena messo con Albus! »
Ma prima che potesse anche solo rispondere, Frank sbiancò completamente quando vide la ragazza centro dei suoi pensieri avvicinarsi pericolosamente a lui.
Certo, sapeva che non stava raggiungendo lui, ma Lysander, ma comunque...
« Buonasera, gente! »
Dominique alzò nuovamente la testa del tutto svogliata, salutando distrattamente sua cugina Roxanne, prima di ritornare con la testa nel piatto. La Grifondoro fece il giro del tavolo e andò a sedersi sulle gambe di Lysander, decisamente troppo vicino a Frank.
« Roxy amor mio, sei splendida stasera. »
Il biondo Corvonero cercò di trattenere un conato di vomito quando vide le labbra del suo migliore amico stamparsi su quelle di Roxanne; tentò di guardare da un'altra parte, ma la voce di Lysander catturò nuovamente la sua attenzione.
« Frankie, ti dispiace dire ai ragazzi che devono dormire da qualche altra parte stasera? »
« Eh? »
« Sì, Roxy rimane da noi oggi, o almeno, nel mio letto! »
Frank annaspò in seria difficoltà e Roxanne tirò un lieve schiaffetto sul braccio del suo ragazzo in preda all'imbarazzo.
« Cioè... Lys voleva dire che se per te non è un grosso problema potresti lasciarci la camera per stasera, te ne saremmo davvero grati, ecco... »
Avrebbe voluto urlare di no, che non avrebbe permesso che dormissero assieme nella sua camera, ma se Roxanne glielo chiedeva in quel modo, con quell'enorme sorriso in volto, beh... non sarebbe mai riuscito a dire di no.
« Sì, certamente, me ne occupo io! »
« Grazie, Frankie bello, sei il migliore! »
Lysander tirò una pacca decisamente poco leggera sulla schiena del suo migliore amico, pacca che per poco non gli fece sputare il sorso d'acqua, che aveva appena preso, nel piatto.
« Noi andiamo in Dormitorio allora, ci vediamo domani mattina, belli! »
Con finto entusiasmo, Frank salutò i due, che sapeva andavano dritti verso ciò che più lui bramava. Vide per l'ultima volta Roxanne varcare la porta della Sala Grande abbracciata a Lysander, pensando che in fondo non avrebbe mai potuto far niente per cambiare quella situazione.
« Lo sai vero che non puoi continuare a fare tutto quello che ti chiede? »
Disse una più che seccata Dominique, riemersa dal suo stato comatoso di venerazione del cibo.
« Lo sai vero che non puoi continuare a friggerti il cervello per un ragazzo che nemmeno ti interessa? »
Rispose con lo stesso tono di voce Frank, sospirando come non aveva mai fatto in vita sua, prendendo la forchetta e cominciando a punzecchiare il suo pasticcio di patate proprio come Dominique aveva fatto per tutto quel tempo.
  
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