PROBLEMATIC CHANGE
-Mai vestirsi al
buio-
“Calma, è tutto a posto. Ora tu darai una testata contro
il muro, ti verrà una commozione cerebrale e ti sveglierai da quest incubo. Non
puoi esserti messo la divisa sbagliata, è ridicolo, nessuno può essere così idiota… fatta eccezione per qualche
dozzina di persone…” Draco abbassò nuovamente gli occhi. La cravatta di Harry
continuava a fissarlo imperterrita. Rosso e oro. Oddio, i colori più pacchiani
del mondo.
“Ok, sono decisamente idiota.”
Del chiacchiericcio alle sue spalle lo fece sobbalzare.
Per non farsi vedere conciato in quella maniera indecorosa si nascose dietro un
arazzo che copriva una nicchia nel muro; anche dopo che i chiassosi pargoli
furono passati, restò a fissare la parete con sguardo vacuo e leggermente
angosciato. Tascorso qualche minuto così, si svegliò e decise di mettere in
moto il cervellino da bravo Serpeverde.
Andare in giro nudo -per quanto in molte/i avrebbero
approvato- non gli sembrava una grande idea, e anche togliersi gli indumenti rossi e oro… passi per la cravatta, ma
mantello maglione e camicia? Di certo non poteva rincorrere Harry, e tornare in
dormitorio a cambiarsi manco morto: bisognava passare per la Sala comune.
“Ok, sono decisamente idiota. E ripetitivo. Vabe’, non
divaghiamo! Draco, magia magia! Com’era
quell’incantesimo…?”
Con la fronte lievemente corrugata bisbigliò una formula
puntandosi la bacchetta addosso, e fatto ciò abbassò lo sguardo speranzoso.
Sempre rosso e oro, solo che adesso più brillanti.
Eufemisticamente irritato si sfilò il mantello e lesse l’etichetta: “Gli abiti di Madama McLan resistono alle
macchie più difficili e alle fatture minori che tentano di rovinarne la
stoffa”.
«E vaffanculo allora!»
Dall’altra parte del castello, un Grifondoro vestito in maniera equivoca si era rinchiuso in bagno.
Non per quello che pensate voi!,
solo per un innocuo e lieve terrore puro. Niente di cui preoccuparsi. Certo,
tranne per il fatto che o aspettava fino alle tre di notte per farsi ridare i
vestiti da Draco o restava lì fino alla morte.
O meglio, poteva sempre uscire, ma a quel punto avrebbe
fatto prima, durante il suo primo anno, a correre incontro a Fuffi foderato di
salsicce: si sarebbe risparmiato tutte le noie venute dopo. Passato parecchio
tempo si accorse che qualcuno stava bussando insistentemente alla porta del
cubicolo.
«Chi cazzo è?!» sbraitò.
«O leggiadro Harry, ci si incontra sempre nei posti più
strani!»
Il Grifondoro sbiancò -per la tredicesima volta nella
giornata-. Ci mancava solo Ron a completare la sua felicità. Si fissò i polsini
del maglione mentre i suoi neuroni lavoravano
fibbrilmente. Alzò lo sguardo, carico di una nuova determinazione: non avevano
deciso di rivelare tutto? Beh, perché non iniziare subito?
«Harry stai annegando o sei fortemente… impegnato?» ridacchiò Ron dall’altra
parte della porta.
«Ron, sto per uscire. Tu giura sulle lasagne di tua madre
che resterai calmo.»
«Ok, a parte l’uscita sulle lasagne che mi fa venire il
dubbio che il tuo cervello sia irrimediabilmente danneggiato, per cos’è che
dovrei agitarmi? Basta che tu non sia diventato una donna e mi pare che il
numero degli shock si sia ristretto di molto!»
“Oh no Ronnie caro, questo è
molto peggio…” pensò mentre faceva scattare la chiusura della porta. Si
concesse un ultimo momento di pace, poi inspirò e abbassò la maniglia uscendo
dal gabinetto molto lentamente. Ron lo stava fissando.
Lo fissava e lo fissava e lo fissava, senza dire niente.
In realtà era anche un bel po’ che non respirava. Poi aprì la bocca per
commentare.
Ma la bocca rimase aperta. Infine…
«Harry stai bene? Non sei ferito vero?»
Harry corrugò la fronte perplesso:
non era la reazione che si era aspettato. No, decisamente. «Scusa, perché
dovrei essere ferito?»
«Perché è chiaro
che sei stato aggredito, ti hanno rubato i vestiti e tu hai preso i primi che
hai visto, che purtroppo erano di Serpeverde.» proferì Ron fissando come ipnotizzato lo stemma sul mantello
della divisa.
“Cavolo, perché non ci ho pensato io?” fu il pensiero che
attraversò il cervello di Harry. Comunque sospirò, sconcertato dalle
elucubrazioni del suo migliore amico, e si decise a finire quello che aveva
iniziato. «No Ron, sono stato sempre nello sgabuzzino oggi pomeriggio.» disse fissando intensamente
l’amico.
Ron lo fissò intensamente di rimando, e ad un certo punto
le sue pupille si allargarono ed emise un piccolo “oh” di comprensione. «E dal
fatto che la divisa è maschile desumo che…?» chiese con voce debole. Harry
annuì.
«Sì Ron, mi piacciono i maschi.»
Un altro “oh” uscì dalla bocca del giovane Weasley. Pensò
a lungo se la domanda che aveva in testa fosse solo un’innocua domandina di cui
avrebbe sentito volentieri la risposta, ma alla fine le parole uscirono dalle
sue labbra da sole.
«Harry, stai insieme a Draco Malfoy?»
«Sì.»
«Credo che per ora mi siederò qui per terra…» mormorò
accasciandosi al suolo «Da quanto?»
«Da quanto sei seduto a terra? Neanche cinque secondi…»
«Harry ti prego non mi sembra il momento.»
disse flebilmente.
Non del tutto d’accordo, Harry decise che doveva
ringraziare che Ron fosse ancora cosciente e non torturò ulteriormente i suoi
poveri nervi «… mhh… cinque mesi sabato prossimo…»
«Oh…»
«Ron? Tutto ok?» si informò Harry preoccupato.
«Harry, sai che lo odio cordialmente e lui odia
cordialmente me, e sai anche che Ginny ti ucciderà per questo, si presenterà
armata pesantemente a capo dell’HarryPotterFanClub, MA se è con lui che vuoi stare, fai come ti pare. Basta che la
smetta di insultare Herm…»
Harry sorrise, era veramente la migliore delle reazione che avrebbe potuto immaginare «Non ti
preoccupare, non è un viscido Serpecerde e non vi insulterà più!»
«Scusami se dubito.»
«Ok, vi insulterà amichevolmente quando
sono girato, ma si tratterrà per amor mio.»
«Lo spero amico…» disse Ron afferrando la mano che l’altro
gli tendeva e tirandosi su. «Su, vai a nascondere tutte le armi che trovi,
perché mi sa che dovrai dare qualche spiegazione in giro…»
Intanto, nei sotterranei, un giovane biondo Serpeverde
meditava la morte del suo migliore amico. Draco era giunto alla conclusione che
se voleva uscirne doveva per forza avvertire qualcuno, e per ora gli era venuto
in mente solo Blaise. Tirò fuori dalla tasca dei
pantaloni (per fortuna che almeno quelli erano i suoi!) un cristallo tondo,
bianco con delle venature rosa-violacee all’interno, e lo strinse con forza.
Dopo un minuto una vena stava pulsando visibilmente sulla
sua tempia mentre strigeva ancora quel cristallo come
un cretino. Finalmente dalla pietra incantata gli giunse in mente chiara la
voce di Zabini.
“Ehi, come butta Dongiovanni? Mi ero appisolato e non ti
ho risposto subito…”
“Smettila di dire minchiate! Dove sei
ora?” pensò acido Draco.
“Sono sulla torre più alta del castello, da cui sto per
gettarmi per farla finita! Addio mondo crudele! Se solo mi avessi
trattato con più gentilezza in tutti questi anni non sarei giunto a questo
triste epilogo…” recitò con tono melodrammatico.
“…”
“…”
“…davvero ti suicideresti perché
ti tratto male? Buono a sapersi…”
“Mooolto spiritoso. Sono in dormitorio, dove vuoi che sia
a fare un pisolino?”
“Allora raggiungimi subito e portami l’altro mio mantello,
sono dietro l’arazzo davanti al dormitorio!” pensò pieno di speranza il
biondino.
“Cielo, sei nudo Dracuccio? Ma cos’ha combinato il mio
birbantello in quel ripostiglio, eh?” chiocciò Blaise.
“IO non giro
nudo per la scuola. Muoviti e vedrai tu come sono conciato.”
Dopo qualche minuto Blaise arrivò col fiatone davanti al
nascondiglio di Draco. «Su sbrigati ad aprire che sto morendo dalla curiosità!»
Draco scostò l’arazzo. Blaise lo fissò, sbattè le palpebre un paio di volte e
poi prese a ridere istericamente.
«… TU… conciato…
così! Buahahaha! Dio, io -io DEVO farti una foto! Oh cacchio sto per iperventilare!
Buahahahahahahah!!»
Draco arrossì lievemente e gli strappò di
mano molto poco gentilmente il mantello che gli aveva portato; si tolse
quello rosso e giallo, lo nascose nella borsa di Blaise e si mise il suo: lo
copriva abbastanza bene, così avrebbe potuto arrischiarsi ad entrare in Sala
comune.
«Blaise, smettila e muoviti.» sibilò
astioso all’amico ancora piegato in due dalla risate.
«Oh devi assolutamente dirmi com’è successo!» furono le
prime parole che disse dopo aver ripreso fiato. Draco per contro arrossì ancora
di più e disse la parola d’ordine al dipinto-ingresso della Sala dei
Serpeverde. «Ok, te lo dico ma tu sta calmo e non
urlare…»
«Non ho mai urlato.» disse con
una mano sul cuore a mo’ di giuramento.
Si avvicinò all’orecchio del compagno e gli sussurrò
qualche parola, poi si staccò ed entrò rapidamente nel buco del ritratto.
Dentro si voltò e vide che Blaise l’aveva seguito con un’espressione tra l’allibito e lo shockato stampata in faccia.
«TE LA FAI CON HARRY POTTER?!»
urlò con voce decisamente più acuta del normale.
Draco decise che l’avrebbe fatta finita. Con Blaise.
Fine seconda parte
Fuori due, domani la terza! Nella prossima troveremo: la
reazione di Hermione, uno sfottimento indecente di Cho, Ginny e Pansy assolutamente
OOC, e il gran finale. Yay!
Note: Ah, le lasagne. Non so come sono venute fuori, l’hanno
fatto e basta. Sappiate solo che io mi esprimo quotidianamente con esclamazioni
simili. U_U
La pietra che usa Draco per comunicare con Blaise è
ispirata dalla serie Sweep di
C.Tiernan, dove c’è sì una pietra simile ma non ha
assolutamente nessun potere. XD
Will