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Autore: Moiraine    28/12/2012    1 recensioni
Salve a tutti :)
La protagonista, Estel, è una ragazza dal passato oscuro e misterioso del quale apparentemente non ricorda nulla. Vive una vita difficile o, almeno, vive una vita difficile fino all'incontro con un ragazzo speciale.
Questa è la prima storia che pubblico; quindi non fatevi scrupoli e commentatemi o criticatemi.
Buona lettura :) Spera che la storia vi piaccia :)
Genere: Fantasy, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mahtar

 
Era notte fonda. Anar ed Estel dormivano già da un pezzo quando Mahtar fece il suo ritorno.
Senza fare rumore, poggiò la sua pistola sul tavolo della cucina e si sedette con un sospiro sulla poltrona davanti al camino. Si massaggiò le tempie, lentamente.
L'uomo faceva parte di un’organizzazione segreta che si occupava di risolvere casi intrigati, misteriosi, oscuri e sanguinari e di portare a termine missioni pericolose, avventurose e, a volte, spaventose. Spesso il suo lavoro toccava campi paranormali, alieni e leggendari; motivo appunto per il quale il governo locale cercava in tutti i modi di sciogliere la sua organizzazione. Fortunatamente, la Foole era troppo potente sia sul piano della forza che su quello del denaro; possedevano infatti armi rivoluzionarie e uniche delle quali il governo sapeva ben poco, e le varie missioni fruttavano tantissimo. Per questo, nonostante vari uomini potenti cercassero di distruggerla, la Foole resisteva.
L’organizzazione era divisa in varie squadre speciali che si differenziavano tra di loro per i vari livelli di esperienza che in tutto erano venti. Mahtar era il capo della squadra speciale Wingold, di livello diciassette. 
Quella notte era stato chiamato dai capi della polizia, con l’urgenza di dover lavorare sul caso di una ragazza ritrovata morta in mezzo alla strada che portava al parco; la vittima aveva inciso sulla fronte il nome “Vortha”.
Era il secondo cadavere che veniva trovato in quelle condizioni, quindi l’investigatore Yetille aveva considerato necessario l’intervento della Foole,  dato che entrambe le scritte si ricollegavano ad una leggenda.
Mahtar, dal canto suo, era convinto che il vero colpevole fosse davvero quel coniglio diabolico; ma sapeva che stava agendo da solo, avido di voler ricongiungersi con la sua vera proprietaria. Sapeva anche che, se non veniva fermato in tempo e riusciva a ritrovare Ainur, avrebbe dato inizio a veri cataclismi.
L’uomo dai capelli rossi sospirò e si gratto la testa, esasperato. Tutto dipendeva da lui e dalla sua squadra, eppure non aveva la minima idea di dove potesse essersi cacciato quel coniglio. Si rallegrava un po’ con la magra consolazione che Ainur ancora fosse salva.
In quel momento, sentì uno squillo provenire dalla stanza di Anar; uno squillo che sapeva non appartenesse al cellulare del ragazzo.
Sotto le coperte Estel si mosse e, imprecando, cercò di prendere il cellulare che le squillava dentro la tasca. Con un sospiro, senza neanche aprire gli occhi per vedere chi fosse, prese la chiamata.
«Pronto?» chiese assonnata.
«Estel..». Dall’altra parte del telefono c’era Shaza, che parlava con un tono di voce basso e spaventato.
«Shaza.. cos’è successo?» le chiese sedendosi di botto, svegliando Anar. Quello la guardò intontito per qualche secondo, ma, dopo aver notato la sua espressione preoccupata, la guardò serio.
«Stavo per rientrare a casa dalla festa quando ho visto una lucina provenire dalla cassetta della posta; mi sono avvicinata e l’ho aperta e lì ho trovato un pacco..» le disse cercando di restare calma.
«Un pacco? E l’hai aperto?» le chiese Estel alzandosi e indossando le scarpe. Anche Anar la imitò, vestendosi in fretta.
«Si..» le disse in un sussurro.
«E cosa c’era?».
«Un coniglio di pezza bianco con la testa sporca di sangue..». A quelle parole Shaza iniziò a piangere spaventata ed Estel si bloccò incredula.
Per quale motivo la sua amica aveva ricevuto il coniglio assassino? Era soltanto uno scherzo di cattivo gusto da parte di qualche cretino?
«Sto arrivando..» le disse e con quelle parole chiuse la chiamata. Uscì dalla stanza di Anar e raggiunse il salotto dove vide Mahtar che la guardò curioso.
Prima di chiederle cosa ci facesse in casa sua, la guardò confuso.
«Dove stai andando?» le chiese alzandosi.
«Da Shaza.. ha trovato un coniglio bianco e ha paura..» gli disse, indossando il giubbotto. L’uomo e il ragazzo la guardarono con uno sguardo talmente tanto terrorizzato che riuscirono a spaventare anche lei.
«Vengo con te» dissero contemporaneamente ed Estel non osò contraddire anche perché in loro compagnia si sentiva più sicura. Annuì soltanto e insieme ad Anar e Mahtar, si diresse verso la casa dell’amica.
«Perché eri a casa mia?» chiese all’improvviso Mahtar cercando di distruggere l’atmosfera carica di tensione che si era creata.
«Sono scappata di casa..» gli disse in fretta Estel. Lui la guardò e sospirò.
«Mi aspettavo che prima o poi srebbe successo. sussurrò.
«Potevi invitarmi subito a casa tua.. tu dov’eri?».
«A lavoro..» sbuffò.
«Cos’è successo?».
«Un’altra ragazza è stata ritrovata morta con la scritta Vortha sulla fronte e il detective ha ritenuto necessario che fosse la mia squadra ad occuparsene».
«Una seconda ragazza è stata uccisa?» gli chiese Anar incredulo.
«Già.. dal resoconto che hanno dato i genitori di entrambe le vittime, prima di essere uccisa ogni ragazza ha trovato il coniglio bianco. Non so se è soltanto una coincidenza, ma io credo davvero che sia il coniglio della leggenda».
«Che cosa?» le chiese Estel, stupita.
«Non è così assurdo; anche io credo che sia lui l’assassino» disse Anar ed Estel li guardò sconvolta.
«Voi due avete qualche problema..» sussurrò scuotendo la testa.
«Comunque, quelle che vi ho fornito erano informazioni riservate, quindi fate come se io non avessi detto nulla» disse Mahtar guardandoli serio. I due annuirono e in silenzio, finalmente, raggiunsero casa di Shaza.

 
  
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