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Autore: BabySloth    28/12/2012    2 recensioni
Si sporse, guardò il fiume sotto di se mosso per via del temporale.
Dio, era davvero in alto.
#Larry.
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Where are you..?

 

-Sono stanco Liam...davvero io..non ce la faccio più ad andare avanti.- Si lamentò il più grande, abbandonandosi sulla poltrona di casa Payne, poggiando il gomito sul bracciolo, passandosi la mano sugli occhi.

Il giovane Liam non poté che sospirare un'ennesima volta, che altro poteva fare oltre questo?

-Lou...sappiamo entrambi quanto i manager non facciano altro che mettervi i bastoni tra le ruote...Ormai anche i muri shippano Larry. - Lo guardò, poggiandosi alla parete.

-Devi resistere...troveremo un modo per far cessare tutto.- Cercò di rassicurarlo.

-Resistere?? Dio Liam, non vedi quanto Harry è distante? Non vedi quanto cazzo me lo stanno portando via, ogni secondo che passa? Non posso nemmeno più guardarlo negli occhi, non riusciamo nemmeno più a vederci e sentirci di nascosto.- Sbottò alzando la voce Louis, facendola piano piano affievolire, con gli occhi che si colmavano di lacrime.

 

Era una situazione estremamente difficile, i manager stavano architettando davvero di tutto pur di dividerli. Non accettavano più contatti tra loro.

Harry ora aveva Taylor, quegli infami dei dirigenti cercavano di farli stare insieme il più possibile, pagavano apposta i paparazzi pur di far girare foto su foto della coppia.

Questo non era un danno solo per i due amanti, Louis e il giovane Styles, ma anche per la band intera.

Non erano più uniti come prima, Harry era continuamente distante, pur non per voler suo.

 

Liam si avvicinò al più grande, stringendolo in un abbraccio, cercando di rassicurarlo, di consolarlo.

-Troveremo una soluzione.- Continuava a ripetere. Lui davvero ci sperava, ci provava a pensare ad un modo per risolvere le cose, ma i tentativi precedenti erano andati in fumo.

-Rivoglio solo il mio Cuppycake...- Mormorò il più grande in un sospiro, con una voce dolcissima e allo stesso tempo segnata violentemente dalla tristezza.

Era vero, voleva solamente il suo Harry, quello di un tempo però.

 

Lasciò l'abitazione dell'amico, dirigendosi chissà dove.

Non aveva nemmeno una meta prefissata in testa, camminava con il cappuccio alzato, le mani strette nelle tasche della felpa e la musica a tutto volume a distruggergli i timpani.

Aveva il cuore in mille pezzi, non solo doveva tenere nascosto quel che provava, ora anche perdere quasi ogni contatto con il ragazzo che amava.

Perché dovevano considerare così sbagliato l'amore di due ragazzi?

Perché non potevano mai dire al mondo la verità, una volta per tutte, senza più preoccuparsi?

Lou non faceva che camminare per i viali londinesi, lo sguardo perso sul marciapiede, il passo svelto diretto chissà in quale luogo.

Fortunatamente -forse- si trovò davanti casa, vi entrò posando le chiavi sul mobile all'entrata, quello con la sua foto e quella di Harry abbracciati.

Abbozzò un sorrisetto amaro, spogliandosi senza curarsi di dove lasciava i vestiti, andò a stendersi sul divano, mettendosi il maglione blu che aveva lasciato lì la mattina, quello di Harry.

 

Gli occhi spenti, quei falsi sorrisi che ornavano quel visetto pallido di un ragazzo troppo stanco per continuare.

Ci provava, il primo giorno se l'era ripetuto chissà quante volte nella mente, “Amala”.

Ma Harry non ce l'avrebbe mai fatta, no, non si decide chi amare, non puoi imporlo.

Eppure cosa stavano facendo i manager? Gli imponevano di stare con una ragazza, fantastica, per carità, ma lui non poteva amarla.

Lui non era in grado di amare nessuno più. Il suo cuore era colmo, traboccava di sentimenti impalpabili, inspiegabili verso chi come un uragano era entrato nella sua vita, l'aveva stravolta, l'aveva resa bellissima.

Amava Louis, il suo cuore apparteneva a quell'eterno Peter Pan di Doncaster, all'ormai quasi ventunenne Boo Bear.

Ma quel che provavano era sbagliato, non facevano che ripeterglielo.

Non ci si può permettere di provare dei sentimenti così forti verso un ragazzo dello stesso sesso, non quando si è così famosi, non quando in gioco ci sono così tanti soldi!

Ecco i pensieri che sputavano a vanvera quelli del management, tutto girava attorno alla fama, al denaro, al successo.

Cosa importava se quei ragazzi stavano male? L'importante era che continuassero a fare il loro lavoro.

Il cuore del piccolo Styles era straziato, lacerato, ad ogni sguardo mancato, ad ogni sorriso spezzato tra le labbra con il suo Louis si sentiva morire.

Voleva gridare, gridare finché il fiato non l'avrebbe abbandonato, finché la gola non avrebbe sanguinato. Voleva semplicemente urlare contro il mondo che non gli importava nulla di quel che i manager pensavano, che non gli fregava delle persone che avrebbero smesso di seguirlo, degli insulti, degli scandali.

Lui voleva rivedere il sorriso riaffiorare sulle labbra del suo Tommo, voleva fosse un sorriso vero, non di quelli che oramai utilizzavano ogni giorno.

Ma non poteva farlo, non poteva rovinare anche gli altri ragazzi, forse era anche la paura a fermalo.

Chiuso ora nella sua stanza d'albergo, rannicchiato sul materasso con il telefono sul cuscino, fissava lo sfondo del suo cellulare, ammirava quel dolce viso da uomo, ancora bambino però del suo Louis.

-Perdonami amore mio.- Bisbigliò passando un dito sul display, facendolo illuminare nuovamente.

E continuava a scusarsi, a piangere silenziosamente, a fingere che tutto andava bene.

Nulla era più come prima, nulla era più felice.

Come poteva il successo valere più dell'amore?

  
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