What a disaster
Shakespeare!...and we just
started!
Atto III: Complicazioni
Sabato 12 Ottobre, ore 15:15 a casa
Namikaze/Uzumaki
Era ormai passata mezz’ora da quando i
suoi genitori avevano iniziato a farle mille raccomandazioni, o meglio, sua
madre era rimasta li mezz’ora a farle mille raccomandazioni: “Allora,
se hai fame ti ho lasciato dei takoyaki in frigo, basta solo che te li scaldi
un po’ prima di mangiarli, non vorrei mai che ti si bloccassero la digestione.
Mi raccomando se suonano al campanello prima guarda alla finestra, se non lo
conosci lascialo fuori, anzi, chiunque sia lascialo fuori, così sono più
tranquilla. In caso di bisogno hai il numero di telefono mio e di papà, e su
questo biglietto ci sono altri numeri in caso ci sia un’emergenza.”
“Ti sei ricordata di mettere anche il
numero da chiamare in caso venga rapita dagli alieni, mamma?”
“No quello-” Kushina si fermò di colpo e
senza pensarci un secondo sferrò un pugno in testa al figlio lasciandogli
un’enorme bernoccolo in testa.
“Ahia mamma!” piagnucolò il biondo
“Azzardati a prendermi per i...fondelli
ancora e vedi cosa ti combino! Hai visto Minato! Continua pure a viziare così tuo
figlio e vedrai come andrà a finire! Ha preso tutto da te!”
“Tesoro non ti pare di esagerare un po’ Naruto
ha solo fatto un’innocente battuta. Non ha mica fatto saltare in aria una
palazzina, non credi di aver reagito troppo aggressivamente nei suoi
confronti?” disse il marito cercando di calmarla posandole le mani sulle
spalle, probabilmente prima di tornare a casa si sarebbe fermato in farmacia a
prendere una buona scorta di tranquillante...sarebbe tornato sicuramente utile
in futuro.
“Ma amore stiamo per lasciare a casa
tutta sola la nostra tenera Sakura. Come pretendi che stia tranquilla. E’ così
fragile ed indifesa...e se le capitasse qualcosa?”
Sakura che era stata in silenzio per
tutto il tempo iniziava a sentirsi in imbarazzo. Maledizione! aveva 18 anni,
non 3!
“Mamma non ti preoccupare sono grande e
so difendermi benissimo da sola. E poi chi vuoi che venga. Oh guarda come si è
fatto tardi coraggio andate” disse la rosa cercando di convincere i suoi ad
andarsene finalmente via.
“Va bene tesoro, noi andiamo ma tu stai
attenta, ok?” le disse la madre dandole un leggero buffetto sulla guancia e
sorridendole amorevolmente.
“Certo mamma stai tranquilla. Andate
piano per strada.”
“Lo faremo tesoro! A dopo!” disse Minato
prima di uscire trascinando di peso la moglie fuori di casa e chiudendosi la
porta alle spalle.
Finalmente si trovo a
pensare la ragazza temevo che non se ne sarebbero più andati.
Rimasta sola diede uno sguardo veloce
all’orologio e si accorse con sua grande sorpresa che erano le 15:25 e che
Sasuke sarebbe arrivato di li a pochi minuti. Si catapultò come un tornado in
camera sua e indossò in quattro e quattr’otto paio di jeans sotto una maglietta
extralarge e raccolse i capelli in una treccia morbida. Non era certo il modo
migliore per presentarsi al proprio ragazzo ma per questa volta avrebbe dovuto
accontentarsi.
Dal piano di sotto si senti il suono del
campanello di casa.
E’ arrivato!
In meno di un nano-secondo Sakura corse
giù per le scale e si fiondò verso la porta di ingresso e senza pensarci due
volte la spalancò.
Aveva il cuore che le batteva per
l’emozione e le sue guance iniziavano ad imporporarsi.
“Mi scusi signorina, disturbo?”
“Non fare l’idiota ed entra” ridacchiò
lei
“Ai suoi ordini” senza farselo ripetere
due volte entrò in casa e chiuse la porta.
“Scusa se non sono molto elegante” iniziò
lei indicandosi “ma non ho avuto tempo di rendermi più presentabile” disse
arrossendo per l’imbarazzo mentre lui la squadrava meditabondo per poi
sfoggiare un ghigno malizioso.
“Lo so. Ho visto i tuoi uscire con il
dobe meno di tre minuti fa. E poi non ti preoccupare” con calma iniziò ad avvicinarsi
a lei per poi prenderla per i fianchi “sei bellissima anche così”
“Come siamo galanti oggi...cosa c’è,
abbiamo mangiato troppo zucchero?”
“E dai non fare tanto la spiritosa, anche
perchè ti devo per caso ricordare che tu devi farti perdonare qualcosa?” era ad
un soffio dalle sue labbra
“Ah, allora sei qui solo per questo?”
cercò di fare la finta offesa, ma non era mai stata brava a fingere purtroppo.
“No, e lo sai benissimo” disse lui
cercando di trattenersi dal ridere
“Allora cosa facciamo? abbiamo tutto un
pomeriggio a disposizione.”
Il moro, allontanatosi leggermente, fece
finta di pensarci su un po’, poi abbassò lo sguardo per incontrare quello di
lei e sussurrarle “Sorprendimi”
Lei lo guardò stupita, ma subito le sue
labbra s’incurvarono in un sorrisetto diabolico
“Oh, Uchiha, non avresti dovuto proprio
provocarmi” la rosa lo prese per la cintura dei pantaloni e con uno strattone
lo avvicinò a se “sai che divento pericolosa”
“Oh ti prego Sakura” la stava provocando
“per il momento ho sentito solo parole e pochi fatti, anzi, nemmeno uno.”
“Bene, ora me la paghi”
La rosa sembrò volersi fiondare sulle
labbra del moro, ma all’ultimo si fermò a pochi millimetri
“Troppo facile così” e deviò sul collo
del ragazzo e, per averci miglior accesso gli tolse il giubbotto e lo lasciò
cadere, incurante.
Il moro si beava dell’inebriante odore
dei capelli di lei, effettivamente era proprio riuscita a sorprenderlo, non se
lo sarebbe mai aspettato un comportamento simile, non poteva però concedersi il
lusso di darglielo a vedere.
Con un movimento fulmineo si abbassò e
afferratele le gambe sollevandola da terra e prendendola in braccio.
“Non crede di passarla liscia così.”
“Non l’ho mai pensato” si staccò dal suo
collo ancora desiderosa di molto, molto di più “la mia camera è la seconda
sulla destra in cima alle scale.” la ragazza sembrava quasi aver letto nel
pensiero del moro, che non se lo fece ripetere due volte e la portò di peso i
cima alle scale, diede un calcio alla porta per entrare e fece lo stesso per
richiuderla.
Adagiò la rosa sul letto e la contemplò
per qualche secondo; era bella proprio come quel giorno in cui lei era andata a
casa sua per dargli i compiti.
Al moro per poco non scappò da ridere.
"A me sembra di averla già vista
questa scena" nel mentre le stava sbottonando i pantaloni e nel far
scorrere la zip se ne sentì l’inconfondibile rumore.
"A me invece non sembra che avessimo
iniziato così"
"Lo so. Ma sai com’é: di tanto in
tanto é bello variare, altrimenti si cade nella monotonia"
"Oh, per carità non sia mai" la
rosa fece scorrere la mano sui pettorali di lui, ancora coperti dalla
maglietta, per poi scendere sempre più giù e sentire il membro eccitato del
moro.
"Ti basta veramente poco,
Sasuke" ironizzò lei "non me lo sarei mai aspettato"
"É da diverse settimane che mi sto
sognando questo momento, concedimi di gustarmelo fino in fondo" e con uno
scatto improvviso le mani si aggrapparono ai jeans di lei e con lentezza
inverosimile iniziò a farli scivolare lungo le morbide cosce di lei, fino a toglierli
del tutto e lanciandoseli alle spalle. Stava già per affondare le mani sotto la
maglietta di lei, quando la rosa gli prese le mani e lo fermò.
"Non così in fretta. Adesso tocca a
me."
Lentamente si sollevó, portandosi seduta
sul letto difronte al ragazzo, iniziò a delineare con le dita il profilo del
volto del moro, si avvicinò a lui e con leggerezza gli lasciò un bacio sulla
fronte.
Ancora no del tutto soddisfatta, gli
tolse la maglietta e iniziò a lasciare un ascia di casti baci sui suoi pettorali
per poi scendere sugli addominali; la sua pelle bruciava e al solo pensare che
lui era tutto suo, le fece provare una sensazione di appagamento
indescrivibile. Si sentiva felice, sapeva che lui ormai era diventato una parte
di lei, la sua parte migliore. Tutti i battibecchi che c'erano stati tra di
loro erano solo un ridicolo mezzuccio per autoconvincersi di di non essere
innamorata di lui; ma il semplice fatto che ora erano lì, insieme, le faceva
dimenticare tutto il resto.
"A cosa stai pensando?" Sasuke
la desta dal fiume dei suoi pensieri.
"Nulla di particolare, stavo
pensando a che rapporti c'erano tra noi due prima di arrivare a questo
punto" il moro la guardò con aria perplessa "cioè, non che lo
rimpianga, anzi sono molto contenta di essere qui adesso, stavo solo pensando a
come abbiamo fatto a vivere l'uno senza l'altro per tutto questo tempo..."
"Beh...probabilmente mentendo a noi
stessi, obbligandoci a credere che ci odiassimo a vicenda" con due dita
sollevò il mento alla rosa "ma adesso basta pensare al passato. Iniziamo a
pensare al presente"
E detto questo azzerò la distanza tra le
loro labbra e le loro lingue iniziarono una danza vorticosa, il desiderio di
unirsi aumentava di attimo in attimo, di respiro in respiro. La passione li
infiammava e li spingeva ad avere, anche solo per un'istante, la certezza di
avere davanti a se l'unica persona in tutto l'universo che potesse renderli
completi.
Din Don, Din Don.
"Che cos’è stato?" protestò il
moro
"Non ti preoccupare è stata la tua
immaginazione, credi amor mio, era la tua immaginazione"
"Era il campanello, non la mia
immaginazione, devi andare ad aprire" iniziò ad alzarsi ma la rosa gli
lanciò le braccia al collo e lo ritrascinò sul letto, riprendendo a ricoprirlo
di baci.
"Forse hai ragione" asserì il
moro "è stata solo la mia immaginazione" e riprese a godersi le ormai
insistenti attenzioni della rosa.
Din Don, Din Don, Din Don, Din Don.
"Cazzo il campanello...devo andare
ad aprire" mugugnò la rosa.
"Te lo sei immaginato...vieni
qui" la prese per i fianchi e ricominció a baciarla
"Sasuke" bacio "non me lo
sono immaginato" un altro bacio "era il campanello...devo andare ad
aprire"
"Ma tua madre non ti riempie la
testa di stronzate del tipo ’non aprire agli sconosciuti’ o roba simile? Avanti
lascia perdere e continuiamo" il moro si rifondo sulle labbra della rosa
ma lei lo scostò subito e gli prese il viso tra le mani.
"So quanto ci tieni a fare questa
cosa, ci tengo tanto quanto te. Ma non così. Adesso vado giù vedo chi è, chiedo
che cosa diavolo vuole e quando me lo sarò finalmente levato dalle scatole
riprendiamo da dove avevamo interrotto. Va bene?"
Il moro aveva una faccia imbronciata. Era
la terza volta che succedeva ’sta cosa e stava veramente iniziando a perdere la
pazienza.
"Due parole: Fai. Presto."
"Ovviamente"
La rosa si rimise in fretta i pantaloni e
uscì velocemente dalla stanza chiudendo la porta.
Si ritrovò in meno di un secondo pronta
ad aprire agli ospiti particolarmente indesiderati e non appena l'aprì venne
investita da un tornado di capelli biondo platino.
"I-Ino! Che diamine ci fai
qui?!" ecco che si comincia
"Ciao frontespaziosa! Sono solo
venuta a fare un salto per salutarti!" cinguettò la bionda
"Ok...ora che mi hai vista mi hai salutato
e mi hai quasi fatto prendere un colpo puoi andare" la rosa prese sotto
braccio l’amica e la condusse velocemente
verso la porta, ma la bionda fu più agile e si riuscì a sottrarre alla
presa della rosa.
"Ehi quanta fretta! Per caso mi stai
nascondendo qualcosa?" la squadrava con sguardo indagatore e la rosa
iniziava a sudare freddo.
"Ma-ma noo Ino...co-cosa ti fa
pensare che io stia nascondendo qualcosa..."
"Non sei mai stata brava a dire le
bugie...avanti sputa il rospo: chi c'è in casa con te?" la bionda punto
l'indice con fare inquisitorio verso la rosa
"E toglimi da davanti quelle unghie
smaltate! Mi da sui nervi!"
"Sakura Uzumaki non cambiare
discorso! Ora dimmi che cosa stai nascondendo o giuro su tutti i Kami che lo
scoprirò da sola!"
Ecco Sherlock Holmes al femminile in
azione.
"Ino ti ho già detto che non c’è
nessuno! ehi ma...dove stai andando?”
“Siccome non c’è nessuno, andiamo in
camera tua così controlliamo che non ci sia veramente nessuno”
Panico. Ino avrebbe scoperto tutto e
Sakura avrebbe potuto dire addio ad ogni sua più minuscola speranza di privacy.
“Ino non c’è nulla in camera mia! Avanti
ti prego torniamo giù” ma sembrava che in quel momento la sua amica avesse
dimenticato le orecchie sul comodino quel giorno.
“Avanti frontespaziosa che ti costa”
“In quella camera c’è solo tanto
disordine!”
“Per piacere, lo sappiamo entrambe che
sei una maniaca dell’ordine. E poi mi hai appena detto che non hai nulla da
nascondere”
La bionda iniziò ad abbassare lentamente
la maniglia della camera da letto della rosa.
“Ino non-”
Troppo tardi. La porta era ormai
spalancata.
“Oh mio Dio Sakura non posso crederci”
Naruto era seduto su quella maledetta
sedia in quella maledetta sala d’aspetto da più di un’ora. Ma era possibile
essere costretti ad aspettare per così tanto tempo per farsi un controllo?! In
quel momento il biondo avrebbe tanto voluto essere a casa a giocare alla play
sta-...ah no era in punizione quindi non avrebbe potuto giocarci comunque.
Ma certo! Avrebbe chiamato il teme! Così
almeno avrebbe passato un po’ di tempo.
Tirò fuori il cellulare dalla tasca dei
pantaloni e iniziò a scorrere le voci in rubrica quando al sua attenzione si
fermò su un nome: Hinata-chan.
“Mi potresti dare il numero di Hinata?”
“Naruto non sta a me dartelo. Perchè non
glielo chiedi?”
“Eddai sei mia sorella! Dovresti
aiutarmi!”
“In questo caso no”
“Ti prego....”
“Eh non fare quello sguardo da pesce
lesso!...no non mi convincerai...Naruto, basta....ah! e va bene. guarda nel
telefono... lo trovi tra i preferiti”
Sua sorella sembrava acida, orgogliosa,
violenta, prepotente...ma alla fine aveva un cuore d’oro. L’importante era non
farle osservazioni ed andava tutto bene.
Era da quando gli aveva dato il numero di
Hinata-chan che aveva intenzione di messaggiarle, ma non sapeva che cosa
scriverle. Pensava di aver fatto un passo in avanti e invece si trovava da
punto e a capo.
Si ritrovò a scrivere e cancellare molti
e molti messaggi...ad un certo punto prese coraggio e decise che le avrebbe
scritto un messaggio breve, semplice ma anche di carattere:
A: Hinata-chan
Ciao :)
Signori e signori ecco il nuovo Einstein!
Ma come diavolo gli era saltato in mente
di scrivere una cosa del genere! Adesso lo avrebbe preso per pazzo e addio
speranze
Bip Bip
Nuovo messaggio da: Hinata-chan
Ciao :) chi sei? non ho il tuo numero :)
Il biondo si trovò improvvisamente a
sorridere. Ok le aveva risposto...e ora cosa doveva fare?
A: Hinata-chan
Mi chiamo Minoru. Mi sono trasferito a
Konoha da poco. Ti ho vista qualche giorno fa uscire dal liceo :) volevo
conoscerti e quindi ho chiesto in giro il tuo numero :)
Ecco. Aveva fatto la cavolata. E adesso?
come avrebbe fatto? Non poteva semplicemente dire chi era veramente? Noo!
Troppo facile! Lui era Nauto Uzumaki, la parola semplicità non faceva parte del
suo vocabolario!
Nuovo messaggio da: Hinata-chan
Capito :) hai detto che ti sei appena
trasferito...da dove vieni?
Ora si era veramente cacciato in una
situazione più grande di lui. Avrebbe tanto voluto che sua sorella fosse lì in
quel momento...a proposito...
chissà come se la stava spassando Sakura.
La biblioteca degli autori
Ok come preannunciato il capitolo si è
fatto aspettare molto, anzi, oserei dire fin troppo!
Purtroppo non ho mai tempo e gli impegni
mi stritolano ed ho avuto tempo solo adesso per poter ultimare il capitolo e
postarlo. chiedo umilmente perdonooo!
Alcune piccole precisazioni:
-Il nome di cui Naruto si serve per
presentarsi ad Hinata, che è Minoru, significa verità, è un po’ contraddittorio
ma secondo me ci calza a pennello!
-Nella ennesima scena d’amore interrotta
della SasuSaku ho inserito una rivisitazione della scena quinta atto terzo di
“Romeo e Giulietta”
Spero che vi sia piaciuto! Sappiate dirmi che
ne pensate, ogni commento è ben gradito!
Colgo l’occasione per augurare, anche se
in ritardo, gli auguri di Buon Natale e di augurare anche, questa volta in
anticipo, un Felice Anno Nuovo!
Alla prossima!
Bani chan