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Autore: Clawdia    29/12/2012    1 recensioni
"Moriva.
Tra quegli alberi, in quella foresta immersa nel silenzio.
Emmett moriva e non poteva far nulla per salvarsi."
La storia di un giovane che è stato salvato e la cui vita è cambiata drasticamente.
Emmett non sa ancora a cosa andrà incontro ma chi lo sa?
I Cullen lo hanno adottato, ma nessuno sa cosa sarà capace di fare!
Questa è la storia di Emmett, dalla sua nascita come Vampiro, la sua storia si snoderà attraverso le vicende della famiglia Cullen. Sicuri che l'amore per Rose sia giunto prima di tutto il resto?
Alice. Jasper. Edward. Carlisle. Esme. ROSE.
Quello che Twilight non ha mostrato nella sua storia, sarà invece narrato in questa!
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Carlisle/Esme, Emmett/Rosalie
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Precedente alla saga
Capitoli:
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Correre tra i boschi era una sensazione che amava.
Si sentiva così libero, così naturale e inserito finalmente in un ambiente in cui si sentiva a casa. Inspirava lentamente lasciando che l'aria frizzante lo facesse rabbrividire dolcemente.
Da quanto tempo stava correndo? Era difficile dirlo.
Dove si trovava? Era solo un mistero.
Aveva visto il sole salire in cielo e poi ridiscendere per dare il cambio alla luna così tante volte che ormai aveva perso completamente la cognizione del tempo. 
Voleva solo correre, solo spostarsi e avanzare sino a che le sue gambe non si fossero fermate per loro volontà e non perché la sua mente glielo imponeva.
Aveva avuto modo di pensare a tante cose, ma allo stesso tempo non voleva farlo.
Era troppo complicato per lui vivere in quel modo, nascondere quello che si era non solo al mondo ma anche a se stesso. Era troppo!
Emmett era una ragazzo semplice, amava le piccole cose e si beava dei gesti concreti.
Sentiva invece che la sua entità Vampira non riuscisse ad aderire al suo essere umano.
Non riusciva a fondersi completamente e anche se vi aveva creduto, perdere il controllo era stata solo la controprova della sua stoltezza. 
Grugniva, ringhiava, faceva a pezzi tutto quello che trovava nel suo cammino.
Si nutriva voracemente lasciando decine di carcasse di animali lungo il percorso, ma nessuno avrbebe potuto seguirlo o identificarlo. I Cullen avrebbero potuto in effetti, ma non vollero.
Alice sapeva che sarebbe tornato, Edward riteneva che anche lui necessitasse di un periodo in solitudine totale per poter capire davvero a cosa stava andando incontro. 
Jasper non fiatava sulla questione così come Esme che appoggiava ciecamente la volontà di Carlisle di dar un certo spazio al loro nuovo arrivato. 
L'unica a lamentarsi era Rose. Pensava che questa solitudine lo avrebbe potuto distruggere ulteriormente, che qualcuno avrebbe dovuto seguirlo ma quando le proponevano di farlo lei stessa si limitava a chinare il capo e sbuffare.
Non avrebbe mai seguito Emmett, non dopo quello che era successo e quello che stava provando. Si sentiva terribilmente confusa e certo i discorsi di Alice non aiutavano.
Provava qualcosa per lui? No, era impossibile. Non aveva mai provato qualcosa per nessuno all'infuori del suo stesso assassino. Come avrebbe potuto maturare dei sentimenti?
No. Era fuori discussione. Probabilmente si sentiva solamente attratta.
Così come da qualsiasi altro uomo di bell'aspetto, era una cosa normale.
No, i Cullen non sarebbero andati in cerca di Emmett.
 
Il giovane vampiro vagò per giorni senza un apparente meta, lasciandosi guidare solo dall'istinto, dalla passione e dall'energia che aveva accumulato.
Sfogò tutto quello che aveva represso, tutto l'odio, il disgusto e le delusioni.
Sfogò la sua eccitazione, ciò che provava per Rose e tutto quello che gli passava in testa.
E poi, quando infine fu vuoto, quando infine raggiunse i confini di quella che sembrava la Finlandia e si ritrovò a guardare la sua immagine riflessa nello specchio d'acqua, si rese conto che il suo viaggio era finito.
Si sentì levigato, finalmente libero di ogni sua sensazione.
Desiderava provare nuove emozioni ora, esternare il suo solito sorriso al mondo.
E voleva farlo solo nella sua casa, la sua vera casa. I Cullen.
Si tolse il maglione sporco di terra mostrando al sole il suo scolpito petto pallido. Calò i calzoni in un secondo momento, dopo essersi levato le scarpe e rimase così nudo all'aria aperta. Non c'era nessuno che potesse vederlo, forse qualche animale, ma probabilmente non ci avrebbe fatto troppo caso. 
Preso un bel respiro si tuffò semplicemente in acqua e rimase sotto la superficie per decine di minuti. Sentirsi avvolti da una marea fredda e calma fu la sua nuova prima sensazione.
Un Emmett privo di ogni ardore e odio era ciò che stava cercando di plasmare.
Avrebbe voluto esser sempre così!
Spalancò gli occhi lentamente mentre guardava il cielo. Gli appariva così azzurro, con un sole così grande e luminoso. Amava il cielo. Amava il sole. 
Amava gli alberi, amava l'aria fresca e la vegetazione. 
Adorava veder le creature correre al suo fianco, sentire i loro cuori battere velocemente o i loro respiri farsi affannati. Adorava l'odore che emanavano quei fiori di campagna.
Gli uccelli rallegravano il suo cammino, i profumi provenienti dalle città lo inebriavano.
E in quel momento.
Sotto l'acqua, senza respirare, con lo sguardo rivoltò verso l'alto finalmente gli parve di comprendere il motivo del suo viaggio. Comprese cosa stava ricercando e cosa il suo corpo aveva voluto che la mente vedesse. Era un luogo magico. 
Ma non solo la Finlandia, non solo la Germania, o la Polonia o la Svezia.
Il mondo era un luogo magico e si sentiva così grato di farne parte. 
Amava essere vivo. Amava poter vedere tutto ciò che amava.
Lui amava. Amava anche Rose? Questo ancora non riusciva a capirlo nemmeno scosso dai brividi di quella fredda pace ma ci avrebbe pensato. Avrebbe lavorato su quella considerazione. 
Era questo che aveva cercato.
Lui amava vivere, lui voleva vivere e non importava in che modo, non importava a che costo.
Lui voleva semplicemente continuare a provare quella sensazione. Voleva sentirsi libero!
E se questo significava vivere da Vampiro, bere il sangue e uccidere per errore delle persone era disposto a pagare questo prezzo. Avrebbe lottato ancora per controllarsi, ma lo avrebbe fatto in un modo diverso. Se avesse perso la battaglia contro il suo essere, non si sarebbe scoraggiato, non sarebbe caduto nella depressione, ma avrebbe lottato ancora più strenuamente. Volere è potere!
Mentre faceva queste considerazioni, non si rese nemmeno conto che una strana ombra oscurava la sua candida visione del cielo. Quando vide la schiuma e avvertì un grande spostamento d'acqua fu ormai troppo tardi. Avvertì due braccia stringersi intorno alle sue spalle e fu letteralmente scaraventato verso l'esterno. 
Boccheggiò bevendo maldestramente acqua prima di ritrovarsi con la schiena contro la fresca e umida erba del terreno. I suoi occhi si mossero famelici alla ricerca di una spiegazione ma ancora una volta qualcosa lo afferrò lanciandolo verso il luogo dove era seduto qualche secondo prima. Potè vederlo finalmente!
Una figura si stagliava al limitar del lago e quando il suo corpo impattò contro il suo braccio avvertì un dolore lancinante che non poté mascherare ulteriormente. 
Urlò a pieni polmoni ringhiando ferocemente prima di rimettersi in piedi.
«Che diavolo!» ringhiò prima di lanciarsi contro una delle due figure che i suoi occhi distinguevano. Erano avvolti in grandi mantelli neri.
Fu troppo lento, le sue mani sfiorarono solamente quella pelle fredda e presto una presa d'acciaio lo bloccò facendo pressione sulla sua testa. Avvertì come un rumore di vetro o cristallo in frantumi mentre faceva ancora forza sul collo. Ringhiò e si dimenò ma era tutto inutile, quell'essere era troppo forte per lui.
«Dave! Non ucciderlo.»
La figura che lo sovrastava e che da quella posizione non riusciva a vedere sbuffò.
Sentì la pressione farsi leggermente più debole ma era ancora troppo per liberarsi.
«Perché non dovrei?»
«Non ha fatto nulla di male...»
Vide chi parlava, chi tentava di prendere le sue difese.
Era una donna, una bellissima donna con dei lucenti capelli castani a coprirle le spalle.
Gli occhi rossi lo fissavano caritatevolmente mentre le sue forme prosperose erano nascoste da quegli abiti scuri e da quell'enormen mantello. La pelle era pallida, di una tonalità più chiara della sua e i lineamente di una delicatezza meravigliosa.
«Ha lasciato una scia di sangue senza precedenti! Avrebbe potuto farci scoprire.»
«Ha ucciso animali! Nessuno potrebbe mai pensare a noi.»
Questa volta la pressione diminuì in modo più che considerevole e con un colpo di reni il giovane riuscì a ribaltare la situazione. Spiccò un balzo e prese distanza ponendosi a metà tra i due interlocutori. Potè finalmente vedere anche il suo aguzzino.
Aveva dei neri capelli a coprirgli gli occhi rossi. Il suo fisico era muscoloso, più di quello di Emmett e la sua pelle possedeva un colore olivastro. Era alto e imponente.
«CHI DIAVOLO SIETE VOI?» Ringhiò furibondo senza preoccuparsi nemmeno di coprir le sue nudità. I due sorrisero, più la donna dell'uomo a dir la verità.
«Calmati. Non vogliamo farti del male.» disse lei ma Emmett fu più rapido.
Ringhiò ancora facendo un passo in avanti.
«Ah no. Mi sembrava proprio che il tuo amico stesse tentando di uccidermi.»
«Se non moderi i toni potrei riprovarci!» ringhiò questo.
Emmett capì che doveva pensare prima di parlare. Erano in due e senza alcun dubbio più grandi ed esperti di lui. Avrebbe avuto non pochi problemi ad uscirne vivo in uno scontro!
Dannazzione. Proprio ora che aveva capito cosa aveva cercato!
«Siamo dei Vampiri nomadi del Nord. Le nostre intenzioni erano buone. 
David ha esagerato nei suoi modi, ma non siamo assassini.»
Emmett rise debolmente.
«I vostri occhi testimoniano il contrario.»
«Siamo Vampiri! La nostra natura ci impone una dieta prestabilita, che poi tu voglia variarlo son affari personali.»
«Noi non uccidiamo altri Vampiri.» continuò l'uomo che pareva aver recuperato il controllo.
«Nemmeno io. Abbiamo qualcosa in comune a quanto pare!»
La donna rise e non poté far a meno di controllarsi ancora. 
Corse incontro al suo compagno e chinandosi prese e lanciò gli abiti asciutti del giovane.
«Vestiti e saranno già ben due le cose in comune.»
Aveva il senso dell'umorismo. Ad Emmett piacque molto questo particolare e cominciò ad abbassare le difese che aveva innalzato. Dopotutto pareva che si fossero calmati entrambi.
Si rivestì velocemente ma prima che potesse rimettersi il maglione avvertì una terza voce alle sue spalle.
«A me non dispiacerebbe se rimanessi senza maglietta!»
Il giovane si voltò sorpreso restando senza fiato.
Una ragazza probabilmente poco più grande di lui lo ammaliò con il suo sorriso.
I suoi occhi dorati lo presero in contro piede e i suoi capelli del medesimo colore gli ricordarono così tanto Rose che si sentì quasi colpevole nell'averlo pensato.
Ignorò comunque il suo consiglio rimettendosi anche l'ultimo indumento e si voltò verso la mora. 
«Lei è Ariel, è una di noi.»
«Anche se si nutre come te.» aggiunse l'uomo che aveva chiamato David.
La bionda continuò a guardare il suo fisico con malizia.
«Piacere...»
Notando la frase lasciata al caso il moro non poté evitarselo.
«Emmett. Emmett Cullen.»
«Piacere Emmett» disse prendendogli la mano e fissandolo intensamente.
Il giovane sorrise di rimando e si beò di quel contatto e delle attenzioni che quella Vampira sembrava rivolgerle. Fin ora non si era imbattuto in altri della sua specie.
La donna che l'aveva salvato poco prima gli arrivò a un soffio allungando la mano.
«Meghan.»
L'uomo non si attardò eccessivamente e ben presto Emmett fece la conoscenza anche di 
«David. Ma tutti mi chiamano Dave qua!» sembrava essersi disteso dopo il nervosismo iniziale, effettivamente pareva che tutti lo trattassero con un certo rispetto.
«Cosa ti porta in queste terre Emmett Cullen?» chiese Meghan sorridendo e tentando di allontanare da lui la sua compagna divertita.
«Inizialmente non lo sapevo, ma ora credo di averlo capito! Cercavo solamente qualcosa che mi spingesse a vivere come sono.»
Non sapeva perché si stava aprendo con quelle persone ma...non poteva trattenersi.
«Da quanto tempo sei un Vampiro Emmett Cullen?» chiese questa volta David accigliandosi per la sua risposta esplicativa.
«Alcuni mesi.»
«Ora tutto si spiega!» annuì Ariel senza perdere il sorriso malizioso che tanto gli piaceva.
I tre si guardarono velocemente prima di parlare.
«Ti piacerebbe passare la giornata con noi?»
«Non abbiamo compagnia tanto spesso e una variante al nostro gruppo potrebbe esser divertente per un giorno.»
«Molto divertente.» aggiunse sempre maliziosa la giovane dai capelli biondi.
Emmett ci pensò un attimo ma non seppe per quale motivo avrebbe dovuto rifiutare.
Certo, avevano tentato di ucciderlo ma non sembravano mal intenzionati.
Inoltre quella giovane lo incuriosiva, voleva capire perché tutto quell'interesse.
«Dubito che un giorno potrebbe valer qualcosa nella mia nuova vita. Penso che accetterò!»
Già, dopotutto era solo un giorno. Poi sarebbe tornato a casa dai suoi fratelli.
Solo un giorno.

Angolo dell'Autrice
Spero abbiate passato un Buon Natale. 
Ecco il nuovo importante, anzi importantissimo Capitolo, vediamo grosso modo solo Emmett ma si percepisce anche Rose.
Chi sono perç questi 3 nuovi personaggi? Come influiranno sulla storia? Chissà!
Prima o poi verranno sviluppati e ampliati, io già li adoro :)
Grazie a chi mi segue, recensisce e legge, un grazie sentito davvero :)
  
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