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Autore: Mery Sunday    29/12/2012    4 recensioni
Prendete Alice, una normale studentessa di liceo alle prese con l'ultimo anno di liceo.
Lei è una ragazza tranquilla, pacata...nella norma. Solo una persona suscita la sua indole più violenta e da maschiaccio: Luca.
Lo stesso Luca, che frequenta la sua stessa classe ed è il figlio dei migliori amici dei genitori di Alice.
E se per un fortuito caso del destino dovessero condividere per qualche mese lo stesso tetto, come andrebbe a finire?
Finiranno per lanciarsi i piatti a vicenda o troveranno un punto d'incontro?
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Che ci fai qui?

Sabato mattina, ore 07;45.
 
 
“Tesoro, svegliati” mi sussurra dolcemente mia madre, nel tentativo di strapparmi dal dolce sogno nel quale sono immersa.
“Ancora un po’…” bofonchio io, girandomi dall’altro lato, dandole le spalle.
“Ali, dai, facciamo tardi per prendere l’aereo.” Si lamenta una voce maschile che nel dormiveglia riconosco come quella di mio padre.
A quelle parole mi alzo di scatto: Avevo completamente scordato la loro imminente partenza.
“Sono sveglia” gli annuncio, mentre mi alzo velocemente dal letto e mi avvicino ai miei per abbracciarli.
“A che ora è il volo?” chiedo a mia madre.
“Alle 10, dobbiamo partire ora se non vogliamo fare tardi…” spiega con voce triste “ Ma se hai cambiato idea possiamo rimanere qui.”
“Mamma, non sono una bambina…mi mancherete, questo è ovvio, ma non voglio che rinunziate a quest’opportunità a causa mia. E poi sono solo pochi mesi.” mi spiego tornando ad abbracciarla.
“E poi, torneremo ad ogni festività ed almeno un weekend al mese.” Continua mio padre, abbracciandomi per l’ultima volta.
“Ora però dovete andare, sbrigatevi, l’aeroporto non vi aspetta!” li intimo, spingendoli lievemente fuori dalla porta.
“Appena arriviamo ti chiamiamo, a presto amore.” Mi saluta infine mia madre, dandomi un bacio sulla fronte prima di uscire definitivamente dalla mia stanza.
 
Il giorno dopo l’annuncio avevo annunciato all’impiastro il mio piano di fingere con i nostri genitori di vivere insieme mentre in realtà ognuno restava nella propria dimora e stranamente, dopo secoli, ci eravamo trovati subito d’accordo sul piano. Quando avrebbero chiamato i nostri genitori avremmo finto che l’altro era in bagno o appena uscito e quindi non potevamo passarglielo. Era un piano perfetto: in fondo, si trovavamo a molti chilometri di distanza, in un altro continente e con moltissimo lavoro da svolgere, non avrebbero avuto chissà quanto tempo per chiamarci.
Purtroppo però, il nostro piano era subito andato in fumo quando i nostri genitori ci hanno annunciato che avevano deciso di fare un’offerta telefonica per poterci chiamare e video chiamare ogni sera o comunque molto più spesso di quanto sperassimo. Quindi -nostro malgrado- abbiamo accettato l’idea della convivenza, autoconvincendoci che dopotutto la casa è grande e che tre/quattro mesi passano in fretta.
 
Ieri, il giorno prima della loro partenza, i miei mi hanno annunciato che quell’impiastro meglio conosciuto come Luca sarebbe arrivato questo pomeriggio.  
Guardo l’orologio appeso alla parete del mio salotto e noto che sono quasi le 20 di sera e del cerebroleso non c’è nessuna traccia.
Beh, cavoli suoi. Penso, mentre poso il pacco di biscotti che avevo preso a sgranocchiare mentre guardavo la tv e mi dirigo in camera mia per prepararmi: stasera c’è la festa di compleanno di Eliana, la mia migliore amica, e non posso di certo perdermela per aspettare lui!
Così, dopo una rapida doccia, indosso il mio nuovo e amatissimo abitino rosso monospalla e dei vertiginosi tacchi, mi trucco lievemente e scendo al piano inferiore, dove trovo già la mia amica Carla, che si è offerta gentilmente di darmi un passaggio.
Il locale è abbastanza vicino casa mia, quindi dopo una decina di minuti arriviamo.
Una volta parcheggiato, entriamo nel “Seven Stars”, addobbato per l’occasione in bianco ed rosa, corriamo da Eli per farle gli auguri e darle i regali.
Dopodichè ci dirigiamo verso i nostri compagni di classe e iniziamo a ballare con gli altri.
La serata passa tranquilla, tra balli, cocktail , scherzi stupidi fatti dai ragazzi e le varie sorprese organizzate per Ely.
Fattesi ormai l’una passato di notte decidiamo di tornare a casa, ma quando stiamo raggiungendo l’uscita sentiamo dei lamenti provenienti da un ragazzo, che si trova disteso sul pavimento a rimirare il soffitto.
Per poco non mi viene un infarto quando avvicinandomi al ragazzo lo riconosco.
“Lucaa!”  quasi gli urlo contro, mentre mi avvicino maggiormente a lui “ Che cavolo ci fai qui! Sei ubriaco fradicio” continuo a urlargli, nel mentre però cerco di aiutarlo a stare in piedi.
“Puflcee…che ci fai qui?” mi chiede lui, strizzando gli occhi per vedermi meglio.
Perfetto, anche da ubriaco mi deve chiamare con quel soprannome stupido!
“ Si può sapere che cavolo hai combinato?” continuo a chiedergli “E poi…oggi dovevi portare i bagagli da me” gli ricordo, anche se, nelle condizioni in cui si trova, dubito stia capendo ciò che gli dico.
Infatti, nell’istante in cui termino la frase, lui chiude gli occhi e perde i sensi, cadendo a terra e trascinandomi con sé.
“Carla, chiami qualcuno per aiutarmi, per favore?” chiedo sbrigativa alla mia amica che subito corre alla ricerca di qualcuno.
Dopo poco la vedo ritornare con Massimo, il migliore amico del bell’addormentato.
“Ecco dove cavolo era finito!” esclama Massi, non appena lo vede, per poi avvicinarsi a noi ed aiutarmi a tenerlo in piedi.
“Prima l’ho visto con Jessica “ mi spiega, mentre ci incamminiamo verso la sua macchina “ e credo sia per colpa sua se ora è ridotto così.” Continua con voce esasperata.
“Che ci faceva con quella tro… con Jessica?” chiedo allibita
“Non ne ho la più pallida idea… ma prima mi ha detto Davide che l’ha vista rifilargli drink su drink” termina, mentre raggiungiamo la sua auto e mettiamo a sedere sul sedile posteriore Luca.
“Posso por- portarlo anch’io a casa…tanto deve andare da Alice” dice titubante Carla.
Ha una cotta da ormai 3 anni per Massimo e quando si tratta di lui non riesce a dire una frase senza diventare rosso pomodoro. E’ davvero un peccato che sia così timida e titubante, è una ragazza bellissima e se volesse potrebbe farlo cadere ai suoi piedi in un colpo.
“Vieni anche tu con noi, così ci aiuti… e dopo Massi ti riaccompagna qui a prendere l’auto” intervengo io, per aiutare la mia amica “ Massi, per te va bene?”
“…Certo” si limita a rispondere,  prima di sedersi al posto di guida e partire.
Arrivati a casa mia, con tanto sforzo e con l’aiuto di Carla e Massi, riesco a far vomitare Luca ed infine a metterlo nel letto, dopodiché  i miei amici  mi salutano e tornano in auto, per tornare indietro a prendere l’auto di Carla. Spero che questo breve tempo da soli serva a qualcosa.
Io invece ho come una morsa allo stomaco. Sebbene mi faccia sempre dispetti e sia un rompiscatole, non posso fare a meno di preoccuparmi. E’ nella mia natura di donna forse.
Inoltre, essendo io astemia non ho mai provato cosa significasse prendere una sbronza colossale quindi non so se le condizioni in cui si trova Luca siano normali o preoccupanti. Resto per un po’ a controllarlo mentre dorme, per timore che voglia nuovamente vomitare o che abbia bisogno di qualcosa.
Una volta appurato che sta dormendo tranquillo esco dalla stanza e vado nella mia per poter finalmente riposare un po’.
Fattesi ormai le 5 però, il sonno non vuole sapere di arrivare. Decido quindi di farmi una bella doccia calda per rilassarmi un po’ e per togliermi quell’orribile odore di birra e vomito che ho impregnate addosso.
Essendo settembre, e facendo ancora molto caldo, decido di mettermi semplicemente un paio di leggins e una canottiera lunga e consumata con uno scollo a V .
Dopodiché decido di  fare uno spuntino, così mi dirigo in cucina per preparare qualcosa per me e per il bell’addormentato, cosi che possa mangiare qualcosa appena sveglio per riprendersi.
Una volta riposto tutto in un vassoio, lo porto al piano superiore e lo poggio sulla scrivania, cercando di non fare troppo rumore e di non svegliarlo, successivamente mi appoggio delicatamente al letto e senza neanche accorgermene mi addormento come un sasso.
Finalmente, un po’ di meritato riposo.


Salve a tutti!!
Vorrei innanzitutto ringraziare coloro che leggono la mia storia e le 2 gentilissime persone che hanno lasciato un commento.
Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento.
Buon proseguimento di giornata, baci.
Mery.

  
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