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Autore: heyBillie    29/12/2012    2 recensioni
Billie Mike e Trè non sono famosi, sono tre semplici ragazzi con dei problemi un pò particolari ma decisamente comuni ai giorni d'oggi. Risolverli è possibile, ma andrebbe contro il loro essere. Gli adolescenti l'avevano detto che la scuola fa male..
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Billie J. Armstrong, Mike Dirnt, Nuovo personaggio, Tré Cool
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La campanella suona e altre cinque ore della mia vita sono state sprecate a far finta si seguire i discorsi dei prof che fanno discorsi inutili su argomenti non appartenenti al mio interesse. Esco con la mia solita lentezza che attira perennemente gli sguardi altrui provocandomi una specie di reazione allergica al prossimo, ma qualcosa mi ostacola il passo;

-hey.. hey Billie.. ecco io..- fermo il mio passo funebre e, passandomi una mano tra i capelli per un’aggiustata, chino leggermente la testa a sinistra e la sollevo facendo in modo che la luce del sole possa battere sul mento. Fisso Mike che arrossisce, di nuovo.

-Billie volevo chiederti se..

-si può sapere che vuoi? È? Mi stai intralciando la strada e se per colpa tua faccio tardi per la cons.. per farmi i cazzi miei avrai dei problemi biondo.- spero non si sia notato.

-cons che?? Comunque volevo chiederti se potevi aiutarmi con una cosina.. non so, ho sentito delle canzone che ascoltavi in classe e mi sei sembrato quello giusto.

-io non sono mai quello giusto e soprattutto non aiuto nessuno, partendo da me stesso.

-fare il duro con me non ti servirà a farmi allontanare. Ho bisogno di te e tu verrai che lo voglia o no. Devo farti vedere assolutamente una cosa.

-senti.. se la smetti di parlare vengo, ma se riapri bocca giuro che giro il culo e me ne torno a casa.
 
 


Non pensavo che casa di Mike fosse così lontana da scuola, ma infondo un po’ di attività fa pure bene e respirare aria ogni tanto non sarà altro che un aiuto per i miei polmoni. Per fortuna il ragazzo ha mantenuto la promessa bocca chiusa e niente domande, anche se i suoi sguardi seguiti da dei sorrisini malefici mi inquietano un po’.

-siamo arrivati.

Lancio uno sguardo sulla casa, a vedere lui mi aspettavo una baracca con teli e cartoni come tetto e invece è una villetta con tutto rispetto. Varchiamo l’ingresso e un forte rumore proveniente dalla cucina mi fa indietreggiare di qualche passo.

-tranquillo è mia madre. MAAAA SONO A CASA!- ha una voce soave e rilassante, mi ricorda un po’ quella di mia mamma quando da piccolo avevo paura per i temporali, lei veniva da me e cantavamo le canzoni insieme per non farmi pensare a lampi e tuoni.

Scendiamo al piano di sotto dove una porta mezza sfasciata si chiude dietro di noi e un paradiso disordinato appare davanti ai miei occhi; un’immensa sala con casse e amplificatori ovunque, una batteria posta in mezzo alla stanza con un basso, delle chitarre e una tastiera poste intorno ad essa. Mi soffermo a guardare tutto questo ben di dio e una leggera risata mi riporta alla realtà.

-Bil, suoni qualcosa tu?- mi ha chiamato Bil? Solo mia madre mi chiama in questo modo.

-si suono la chitarra, ma non ha molto senso se a sentirmi è solo mia nonna al suo compleanno.- un’altra risata.

-prendi questa.- mi passa una Gibson Les Paul e i miei occhi s’illuminano, dentro sento un qualcosa che mi sale su fino al cervello e la mano destra parte autonomamente suonando un accordo dopo l’altro.

-ti piace è? È tua amico, stavo cercando un modo per creare e credo che con la tua chitarra e il mio basso possa uscire fuori qualcosa, tu sei il mio modo.

-Mike stai scherzando?? Costa un casino, è la tua chitarra non la posso prendere!

-Bil io ho il basso, lui è la mia vita.- sorrido come un bambino di fronte a un negozio di caramelle e un’espressione da imbecille mi spunta sul volto. Mike continua a fissarmi e ciò mi mette in soggezione, ma ragazzi.. ho una fottutissima Gibson in mano, quindi fanculo il resto. Voglio suonare.
 



Dopo svariate ore di interminabile fracasso, butto un occhio sull’orologio e vedo che è decisamente tardi.

La consegna

-hey Mike, io devo scappare.

La consegna

Ripongo la chitarra, prendo il mio giubbotto di pelle e inizio a risalire le scale metalliche.

La consegna

Un pezzo di plastica attira la mia attenzione cos’ mi fermo di colpo e chiedo a Mike cos’è. Corre, l’afferra e lo nasconde tra delle scatole ignorando il fatto che io non sono ceco e che vedo tutto quello che fa.

Fanculo la cosegna, lui è più importante.

-Mike che cazzo è quella bustina??

-Bil non è niente, tranquillo.-scendo di corsa le scale e afferrandolo per il colletto della maglietta lo attacco al muro e inizio a strattonarlo cercando di tirargli fuori delle spiegazioni.
  
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