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Autore: hztttao    29/12/2012    2 recensioni
✧ OnTae 「 TaeMin + Onew(JinKi) 」
Trama:
❝ Delle lacrime rigano il volto paffuto di quel bambino,urla i nomi dei loro genitori,li chiama “Mamma!” “Papà!” ma non gli arriva alcuna risposta.
I medici curano le sue ferite,ma nessuno potrà mai curare il suo cuore,dopo quell’incidente.
Tutto diventa sfocato,una luce lo investe,si agita sotto le coperte come quel bambino nel sogno,ma purtroppo quel bambino era lui. ❞
[...]
❝ Lì a terra,un ragazzino rannicchiato vicino ad un cassone dell’immondizia,coperto con solo un cappotto,messo male tanto quanto il proprietario. ❞
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jonghyun, Key, Minho, Onew, Taemin
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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My angel.

 
 
« No aspetta,non ho molta fame.. »
Jinki si gira e lo guarda negli occhi, notando che il ragazzo sembra quasi
terrorizzato, poi nota le persone che li fissano.
« Vieni con me. »
Gli prende la mano, anzi, dopo poco lo tira su portandoselo tre le braccia,
fregandosene dello sguardo sempre più curioso dei passanti che commentano,
bisbigliandosi all’orecchio chissà quali assurde storie per giustificare quello che vedono.

E così è tutto il loro tragitto, da quel bar caldo all’angolo,fino a casa di Jinki.
Entrano nell'appartamento e il proprietario chiude la porta con un calcio,
facendola sbattere. Adagia il ragazzo sul divano e si allontana per andare
in camera,prende dei vestiti caldi e anche dell’intimo pulito, portando il tutto al diretto interessato.

« Mettiti questi, così starai meglio. »
Taemin guarda prima il ragazzo,poi gli indumenti e fa un piccolo inchino
di ringraziamento, prendendo timidamente tutto e scappando in bagno,
come se Jinki volesse mangiarlo.
Un po’ spiazzato dallo sguardo dell’altro, viene distratto dalla vibrazione
del suo telefono.

« Yah! Jinki-hyung! E’ da mezz’ora che il tuo telefono squilla,non te ne sei accorto? »
« Si, scusa Kibum-ah, non lo sentivo perché è in vibrazione. »
Jinki non è il tipo che mente,ma non vuole far preoccupare nessuno,
quindi preferisce una bugia.
« Hyung, è successo qualcosa? »
Questa volta è Jonghyun a parlare e sembra preoccupato, perché lui lo
conosce bene il suo migliore amico, sa quando sta bene o quando c’è qualcosa che lo turba.
« No,ragazzi è tutto okay, davvero. »
« Ti conosco fin troppo bene Hyung, che succede? Sai che con noi ti puoi confidare. »
Jinki, essendo troppo buono e non volendo far preoccupare nessuno, fa un
bel respiro profondo e si siede sul divano, buttando la testa all’indietro.
« Stavo camminando per strada e ho visto, in un vicolo, un ragazzino
rannicchiato e sapete come sono fatto, sono troppo buono. Adesso è a casa mia. »

« E poi dici che noi siamo poco prudenti quando facciamo le cose!
Potrebbe essere pericoloso, magari un assassino o un pazzo! »
« Kibum-ah, se lo vedessi anche tu, non lo crederesti possibile. »
Un sospiro dall’altra parte della cornetta, del minore.
« Jinki-hyung, ti prego stai attento. »
« Voi dovete solo godervi la vostra vacanza in America, okay?
Penso di potermela cavare da solo, no? »

« ..Hyung, abbiamo qualche dubbio! »
La cornetta viene passata in mano all’altro ragazzo, si sente un fruscio strano. »
« Hyung,ho qualche dubbio anche sul “Penso” all’inizio della frase.
Da quando tu pensi?
Le risate non tardano a riempire le stanze di entrambi,rendendo
l’atmosfera più dolce.
Anche se ci aveva parlato quella mattina con i suoi amici,gli erano mancati.
Sono inseparabili, fin da quando erano bambini..

-Flashback-

Jinki era in un angolino del giardino, non gli piacevano i suoi compagni
di classe, li trovava tutti antipatici, così giocava da solo con le sue
macchinine che gli aveva regalato il padre per il suo compleanno.
« Ciao bimbo.. »
Un bambino paffuto, dai capelli corti e neri gli si avvicina, gli occhietti
felini e le labbra che se racchiuse in un bacio, formano un cuore più
che tenero, si vede che è più piccolo di lui.
Jinki si alza e lo guarda, poi agita la manina, facendogli un sorriso.
Non è tipo di molte parole, però sente che può fidarsi di questo nuovo
amico, anche se non conosce il suo nome.

« Io sono Kim Ki-Bum, tu come ti chiami? »
« Io..Io sono Lee Jin-Ki. » 
« Ti va di diventare amici? »
Glielo aveva chiesto in un modo così tenero ed innocente, che Jinki
non poté resistere, sentiva di potersi fidare e così fece.
In seguito conobbe anche Jonghyun, che si dimostrò un amico
fantastico.

-Fine Flashback-

« Ragazzi vi saluto, non voglio rovinarvi la vacanza e poi tanto ci vediamo
domani all’aeroporto. »
« Hyung,guarda che lo so che vuoi rimanere solo con quel ragazzino.. »
Una risatina compiaciuta da parte dei minori e Jinki diventa rosso come
un peperone.
« Kibum-ah,non è vero! Adesso devo andare, c-ci vediamo domani. »
« Si si, certo. A domani Hyung~ »
Ancora delle risatine da innamorati e i tre concludono la loro
telefonata quotidiana.

Dall’altra stanza Taemin ha sentito tutto quello che ha detto
precedentemente il più grande al telefono.
Si vergognava ad uscire con quei vestiti grandi, sembrava un bambino e
poi non voleva interrompere il ragazzo, insomma, è già tanto che lo ha
portato a casa sua e di certo non andrà a rompergli per ogni singola cosa.
Taemin fissa distrattamente il pavimento, come ipnotizzato,ormai preso dai
mille pensieri che gli frullano nella testa come un vortice nero che poi
spazza via tutto, lasciando dubbi e preoccupazioni.

« Taemin.. Taemin! »
« U-Uh? »
« Tutto bene? Ti vedo pensieroso.. »
Distacca lo sguardo dal pavimento, pensando di aver fatto la trecentesima
figuraccia e scuote la testa, andandosela poi a grattare con poca eleganza.
« Sto bene.. »
E insieme a quel “Sto bene” ci affianca un bel sorriso convincente ed
abbastanza sincero.
Jinki annuisce e gli fa visitare la casa. La camera è una sola, visto che
ci abita solo lui, quindi ha deciso di andare a dormire sul divano per lasciare
spazio al suo nuovo ospite.
Il bagno, lo sgabuzzino e la cucina. Gli spiega come funzionano alcuni
elettrodomestici nuovi, di certo le marche cambiano e quindi anche il modo di usarle.

« Questa è la dispensa,quando hai fame non farti problemi a prendere
da mangiare, sarà sempre piena. »
Taemin annuisce, Jinki sorride e sente che gli piace quel sorriso,
un po’ impacciato ed un po’ imbarazzato.
Infine gli da la chiave di scorta della casa, nel caso non ci sia nessuno, a
lmeno non rimane fuori nel freddo delle scale ad aspettare il maggiore
che ritorni per farlo entrare.
« Penso sia ora di mangiare,è mezzogiorno passato e suppongo tu abbia fam- »
A interrompere il discorso del maggiore, c’è lo stomaco di Taemin che si fa
sentire e le guance di quest’ultimo prendono fuoco, diventando di un dolce rosso.
Jinki sorride e fa per scompigliarli le ciocche, quando Taemin si scosta guardando a terra.

Ha paura di farsi toccare, ha paura che gli possa far del male, anche se la
reputa una persona buona, non si fida ciecamente di lui.
Preferisce conoscerlo meglio e poi, forse, passare a contatti di corpo come
quello che voleva fare l'altro prima.
Il maggiore rimane un po’ spiazzato,ma non vuole approfondire l’argomento
che può essere doloroso per Taemin, quindi si limita a dire “Va bene..”
e inizia a trafficare con le pentole e i mestoli.
Vuole preparare una deliziosa cenetta per quel ragazzino che sta
iniziando a piacergli e che sente prima o poi di poter conoscere meglio.

Apparecchia la tavola,poggia le ciotole del riso,le bacchette, i bicchieri,
le posate, acqua e coca-cola, nel caso l’altro voglia qualcosa di più e
infine serve il ramen e la carne in tavola.
E’ curioso di sapere cosa ci faceva lì al freddo, in quell’angolo buio della
strada, un ragazzo giovane come lui.
« Posso farti una domanda? »
Jinki, preso il coraggio, vuole cercare di intavolare una conversazione
con questo ragazzo.
L’altro intento a sbranare il cibo nel proprio piatto, dopo essersi mangiato
due porzioni di riso,annuisce concentrato nella sua cena a base di carne.
« Cosa ci facevi là fuori, al freddo,in un vicolo cieco? »

Cala un silenzio fastidioso, quasi palpabile e il più piccolo si ripulisce la
bocca con un tovagliolo bianco, fissando prima il piatto e poi il più grande.
« E’ una storia complicata.. »
Jinki pensa che il ragazza non abbia voglia di rivelare il suo passato, o
comunque i fatti accaduti,quindi non vuole approfondire l’argomento.
Si limita ad annuire e riprendono entrambi a mangiare.
La serata continua in tranquillità, tra qualche chiacchera,si scopre,anche
se lo aveva intuito, che Taemin è più piccolo di lui, che abitava nella sua zona
e che frequentava la sua stessa scuola, ma in corsi diversi e poi in anni diversi.
Si scambiano opinioni su praticamente tutto, sul tempo, sui propri gusti,
sulla scuola, ma nessuno dei due vuole toccare l’argomento “Passato”,
troppo difficile per entrambi.

Jinki afferma di averlo anche visto camminare nella sua stessa strada
una mattina, con lo zaino sulle spalle e lo sguardo basso.
Taemin annuisce distrattamente e si fanno le dieci e mezza. Il minore si
chiude nella camera da letto, mentre Jinki si sdraia sul divano, coperto
da un piumone pesante.
Così si addormentano, sperando che il giorno dopo sia sempre migliore
di quello precedente.
 

- - - - - - - - - - 

 
 
 
Il giorno seguente sembra più tranquillo, Taemin si sente come a casa
sua, anche se casa sua è stata distrutta da un incendio.
Viveva ancora con i suoi genitori, morti tra il rosso/arancio delle fiamme,
ma era per poco perché poi si sarebbe trasferito in un appartamento
tutto suo, vicino alla scuola che frequentava.
Poi però, con un gruppo di amici ha deciso uscire e lasciarsi un po’ andare,
dopo tutte le ore di studio che passava chiuso in camera sua.
Qualche bicchiere di alcool, una polverina bianca ed è caduto nell’abisso
più buio e profondo.

I suoi genitori andarono presto in bancarotta, poi scoppiò quell’incendio e non
gli rimase più nulla, se non un suo conoscente: Choi Minho.
Un maniaco, drogato ed alcolizzato,che però gli offriva una casa e del cibo.
All’inizio sembrava carino con Taemin,quasi sdolcinato, però poi quando cercò
di portarselo a letto,prima con le maniere gentili, poi con la forza, Taemin
cercò di scappare più lontano che poté da lui.
Si rifugiò in vari vicoli ciechi di Seul ed infine venne trovato da Jinki.

E’ successo tutto velocemente, la scuola, la droga, l’incendio, Minho
e la fuga, poi Jinki.
Ha ancora quei tagli sul polso sinistro, piccole cicatrici che non lo
abbandoneranno mai.
Taemin quando era più piccolo, era vittima di bullismo e veniva
continuamente tormentato dai suoi compagni di classe, non ne
poteva più, tanto che arrivò a tagliarsi e non riuscire ad uscirne.
Quando ci si taglia non riesci più a smettere, senti come il dolore
scivolare fuori dal tuo corpo, non riesci a farne a meno ed è difficile
smettere.

Però lui lo aveva confessato ai genitori, aveva trovato il coraggio
di farlo e decisero di fargli cambiare scuola.
Aveva anche smesso di tagliarsi, un grande passo avanti,ma dopo
aver conosciuto Choi Minho, quello che lo aveva fatto marcire era la
droga.
Choi Minho poteva procurargliene in grande quantità, ovviamente
voleva essere ripagato, ma non poteva offrirgli soldi, così Minho si
accontentò di rapire la verginità di Taemin, fingendosi interessato
per quel ragazzino.

 Ora però si sente al sicuro, con questo Jinki,pensa di poter finalmente
tornare a vivere, perché sente che fin’ora non ha concluso proprio nulla
nella sua vita. 
Ha perfino abbandonato gli studi,a cui teneva molto,perché voleva avere
un futuro, una casa ed una famiglia.
Solite ambizioni da giovane ragazzo, casto e intelligente.
Eppure era solo caduto in basso.


Apre gli occhi e si gira sul lato destro, una piccola sveglia era l’unico
rumore che si poteva udire in tutta la casa e gli piace, il rumore delle
lancette che giravano instancabilmente in cerchio.
Segna le nove e ventidue minuti. Non ha mai dormito fino a quell'ora,
sempre sveglio alle sette in punto del mattino, pronto per incominciare
la giornata e adesso che si è svegliato alle nove, si sente meglio,
più riposato, più realizzato, protetto,sereno.
Scende dal letto avvertendo subito il fresco entrargli nel tessuto del pigiama,
il solito trauma mattutino che si subisce quando si abbandonano le calde coperte.
Preferisce avvolgersi una coperta addosso e saltellare per la casa come un
bruco in cerca di cibo, non vuole abbandonare quel caldo che lo ha aiutato
a dormire per tutta la notte.

Prende una coperta dall’armadio e se la avvolge tutta intorno a se,
camminando piano ed ancora assonnato verso la cucina.
Passa davanti al divano, cercando di non svegliare il maggiore e sorride
alla dolcissima l’espressione di quest’ultimo, chiuso ancora nel mondo dei sogni.
Si dirige in cucina,chiude la porta per attutire i suoni e inizia a lavare
il riso per bene, come gli aveva insegnato sua madre, portandolo in due ciotole,
una per se e una per Jinki.

Un pensiero gli entra in testa: Quello di trovare un lavoro e abitare
con lui, così da potergli pagare l’affitto, però viene subito scacciato.
La porta si apre ed entrata in cucina un Jinki tutto assonnato, che si strofina
gli occhi cercando di mettere a fuoco quello che lo circonda.

« Buongiorno.. »
La voce è roca e impastata dalla lunga dormita. 
Taemin accenna un sorriso, ritornando a cucinare la loro colazione,
il profumo sembra invitante.
« Buongiorno Jinki-hyung. » 
Jinki,forse un po’ rintontito dal sonno, lo guarda perplesso e giura di
aver visto un Taemin diverso il giorno prima, triste e pensieroso,
al contrario si ritrova un Taemin felice e sereno.
« Dormito bene Taemin-ah? »
Domanda ancora un po’ spiazzato, mentre si lava le mani nel lavello,
non ha voglia di andare in bagno.

« Si, tu? »
Ancora quel sorriso sulle labbra, lo rasserena ma allo stesso tempo
lo preoccupa.
Forse sorride per nascondere quello che davvero sente, o magari sorridere 
per tutto quello che gli è accaduto, o magari..
« Hyung, ci sei..? »
« E-Eh? S-si, si ci sono. Ho dormito bene, grazie. »
Entrambi si siedono a tavola e consumano la colazione, in silenzio.
Jinki odia il silenzio,ma insomma cosa dovrebbe dire? Non ne ha la più
pallida idea.

Sparecchiano e il maggiore si mette a lavare i piatti, mentre Taemin li asciuga.
Regna ancora il silenzio nella stanza e Jinki spara la prima domanda che
gli viene in mente.
« Ma tu hai degli amici? »
Con la coda dell’occhio lo guarda fermarsi e fissare il grigio metallizzato
del lavandino.
Si maledice mentalmente per aver domandato una cosa del genere,
forse ha toccato un punto vulnerabile in lui, un ricordo doloroso.
« Ce li avevo. »
Sorride, un po’ malinconico e torna a sfregare il tovagliolo sul piatto già asciutto,
si capisce che è perso nei suoi pensieri.

« Mi dispiace, non volevo toccare questo argomento, scusa.. »
« Oh.. Non fa nulla Hyung, infondo tutti siamo curiosi,no? »
Jinki sorride e annuisce,ringraziandolo mentalmente per averlo capito al volo.
Dopo aver lavato e pulito tutto per bene,si siede sul divano ed accendono
la televisione. 
Jinki si stufa, i programmi sono sempre gli stessi e i Drama sono tutti
strappalacrime, preferisce un buon libro. Leggere non fa mai male e
amplia la conoscenza.
Mentre Taemin si guarda la televisone, il maggiore finisce il suo bel
romanzo incominciato un mese fa.
Col lavoro non riesce a leggere nulla e un po’ gli dispiace, però visto che è
sabato, può dedicarsi al suo bel libro. Lui li mangia il libri, ne legge in grande
quantità, anche nella pausa del lavoro, se nessuno lo vede,si mette a leggere.

Gli piace molto e vorrebbe domandare a Taemin se gli piace leggere,quanti
libri ha letto,se gli sono piaciuti e quale sarebbe la sua opinione su uno di loro.
Magari hanno letto lo stesso libro,possono scambiarsi pareri e dire la propria sul finale.
Gli piacerebbe moltissimo,solo che continua a leggere il libro,scacciando
gli ultimi pensieri che vagavano nella sua mente.
Non ne ha il coraggio.
Taemin si alza per andare alla finestra,scosta la tenda bianca e osserva
il cielo farsi nuvoloso e scuro.
« Sta per piovere.. »
Annuncia con un dolce broncio sul viso. 
« Mh.. » Jinki è intento a leggere e quando legge le risposte che da sono
solo "Mh" o "Okay". Taemin abbassa lo sguardo e,non lo avesse mai fatto,
incrocia quello di Choi Minho,che passando di lì per caso lo aveva
visto affacciato alla finestra.
Subito copre il vetro con la tenda e si siede sul divano,più che preoccupato.
Non vuole ritornare da lui,non vuole farsi usare ancora,si sente già
troppo sporco,macchiato.
Jinki alza lo sguardo verso di lui e lo vede preoccupato, ansioso, non sa
nemmeno decifrare la sua espressione.
« Taemin-ah,qualcosa non va? »
E Taemin cede,aggrappandosi all’unica persone su cui può contare davvero.
« C’era un mio amico giù,che mi ha visto. »
« Beh,non è una cosa positiva? Magari lui può aiutarti coi tuoi problemi. »

Il giorno prima,quando si sono conosciuti meglio,ha scoperto anche un pezzo
del suo passato e ha capito che ha perso i genitori e la casa,però non sa come.
Gli ha detto solo che ora non ci sono più e che non ha parenti di alcun tipo, forse
qualche zia fuori Seul,ma non ci tiene a fargli visita.
Gli ha raccontato anche dei suoi problemi con lo studio,che non è riuscito
ad andare avanti,dei problemi nel trovare un lavoro part-time.
« Non è p-proprio un amico.. »
« Taemin-ah,che succede? »
« Hyung,c’è qualcuno che vuole farmi male e quel qualcuno è proprio lui. »
Il piccoletto,dal canto suo,ha troppa paura di rivedere quel Choi Minho
e non riesce a trattenere le lacrime che scendono copiose sul suo visino candido.

Due braccia forti e calde lo avvolgono,accarezzandogli lentamente la schiena,
come a consolarlo.
Si sente davvero protetto,amato e non si sente per nulla usato o illuso.
Finalmente ha trovato qualcuno che gli voglia bene davvero, anche se appena conosciuto.

« Non ti preoccupare Taemin-ah,ci sono qua io. »
 

- - - - - - - - - -

 
 
« E così quella puttanella si è trovato qualcuno a cui fa tenerezza,eh? »
« Minho-ah, quello può chiamare la polizia e metterci tutti nella merda! »
Sbatte una mano sul tavolo,preso dalla rabbia e nello stesso tempo dalla
paura di ritornare in galera,dove giusto che debba stare. Di certo non ci rimetterà piede, ma quel ragazzino gli sta intralciando la strada.
« Lo so, Hyukjae-hyung, calmati. Ho un piano. »
L’altro riesce finalmente a rilassarsi, quando il suo migliore amico ha un piano,
di solito si risolve sempre tutto e riescono sempre a farla franca contro la polizia.
« Che tipo di piano? »
« Dobbiamo minacciarlo,ma mi serve la persona giusta per farlo. Quella puttanella
non ha amici,per ora solo quella,o quello,che lo ospita. »
« Chiamo Nicole, lei sa tutto riguardo quei palazzi. Ci è stata non molto tempo fa. »
Un ghigno raccapricciante sul volto di entrambi e sentono che questa volta non verranno presi.
   
 
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