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Autore: ToHoranWithLove    29/12/2012    1 recensioni
Ero arrabbiata! o forse gelosa? Si forse ero più gelosa che arrabbiata. Infondo per quale motivo dovevo essere arrabbiata, non si erano mica baciati, stavano solo parlando, avevo solo paura di perderlo di nuovo.. La verità ? Ero un incosciente,reagivo sempre subito invece di aspettare, e poi ero gelosa che qualche ragazza me lo portasse via, visto che io non ero il massimo per lui. Io ero la ragazza semplice che non viene mai notata, invece lui essendo tra i più popolari a scuola era circondato da tutte ragazze appariscenti, non come me che tendo a nascondermi per non farmi vedere.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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#NIALL
Arrivai davanti alla porta di casa di Jenny, piegai lo sguardo e mi accorsi che atterra c’èra la mia felpa dell’Adidas verde, quella che le avevo prestato. La raccolsi da terra, con quasi una lacrima che scendeva e suonai. Speravo che ad aprire fosse Jenny, ma mi aprì Sarah. Stavo per parlare, ma lei mi precedette.
“Niall, meglio se vai a casa, non vuole parlare con nessuno,è’ sconvolta, capiscila era la sua prima storia vera ed è andata in frantumi in neanche due minuti”Stava per chiudere la porta e aveva una faccia dispiaciuta, non era arrabbiata con me, sembrava dispiaciuta per il fatto che io e lei non stessimo più insieme.
“Non è finita”Dissi mettendo il piede tra la porta.
“Per lei si” Abbassò lo sguardo e chiuse la porta. Mi misi seduto su uno dei tre scalini che precedevano la porta degli Emilthon. Stavo iniziando a star male anche io, avevo fatto una cazzata enorme ed ora era giusto pagarne le conseguenze.
Ero li fuori che piangevo da circa dieci minuti, volevo spiegarle, spiegarle che lei era l’unica, spiegarle che senza di lei non ero nulla, spiegarle che avevo fatto una cazzata e che non ero al massimo della forma, ma se non mi voleva parlare era impossibile. La chiamavo al cellulare ma non rispondeva, le lasciavo i messaggi in segreteria ma non richiamava, come avrei fatto il giorno dopo saremmo andati a scuola, cosa avrei fatto quando l’avrei vista?. Stavo iniziando ad avere freddo, così andai a casa. Mi aprii Greg.
“Hey, MR Depressione. Che è successo?” Disse con un sorriso a trecentosessanta gradi. Io lo guardai solo, tramite il mio sguardo doveva capire che mi doveva lasciare stare e che non ero dell’umore per giocare o scherzare, così proseguii verso la mia camera. Appena entrai mi gettai a peso morto sul letto mettendo le mani sulla faccia. Mi voltai sul lato destro, e sbloccai il mio cellulare, guardando lo sfondo,io e Jenny che facevamo i coglioni. Dovevo stare male, più di quanto stesse male lei.
Mi bruciavano gli occhi e avevo un forte mal di testa, così crollai tra una lacrima e l’altra.
Il rumore della sveglia mi fece svegliare, mi alzai e cercai di iniziare quella giornata, che a mio avviso sarebbe andata una merda.
Arrivai alla St. Mary, per i corridoi, sembrava come se nessuno parlasse, mentre in realtà c’èra un casino. Camminavo a testa bassa, con lo sguardo fisso sui miei piedi, nella mia mente solo l’immagine di Jenny che se ne andava. La vidi che stava prendendo i libri di chimica, mi avvicinai a lei e al suo armadietto.
“Posso parlarti” Dissi da dietro la porta dell’armadietto, lei lo sbatté con forza mi guardò con un aria schifata ed andò dalla parte opposta.
Passò quell’ora e andai a prendere i libri per l’ora successiva. Arrivai all’armadietto, quello di Jenny era di fronte al mio, così mi girai, lei era li che toglieva tutte le nostre foto che erano attaccate dentro. Mentre la guardavo, mi sentii dare una pacca sulla spalla.
“Hey, tranquillo si risolverà tutto” La voce calda di Liam, mi faceva pensare al meglio, io gli sorrisi.
“Credo che stavolta non si risolvi” Mi stava per scendere un'altra lacrima. Liam mi diede un'altra pacca e se ne andò.
Passò circa una settimana così, con le stesse cose ogni giorno, gente che mi diceva che si sarebbe risolto tutto e lei che giorno per giorno neanche mi guardava, a breve ci sarebbe stato il ballo, quello doveva essere il mio primo ballo da accompagnatore non da invitato, ma date le circostanze non sarei andato. La chiamavo ma lei mi attaccava, cercavo di parlarle ma lei mi sbatteva le porte dell’armadietto in faccia, l’unica frase che mi aveva detto era stata “Fai schifo, lasciami in pace” Me l’aveva detta la terza volta che avevo tentato di parlarle. Quel lunedì tornai a casa e come al solito andai in camera mia a riflettere a peso morto sul mio letto. Ad un tratto sentii bussare.
“Posso?” Mia madre voleva entrare, non avevo voglia di parlare con nessuno, oramai era una settimana che non parlavo a nessuno o che dicevo sempre le stesse frasi:” Ho litigato con Jenny.. – Sono un coglione..– Non si risolverà tutto.. “e cose del genere. Ma infondo era sempre mia madre.
“Entra mamma” mi misi seduto a gambe incrociate sull’letto.
“Hey, che hai?” Mi passò una mano tra i capelli. “Pensi a Jenny?” La mano ora mi accarezzava dolcemente il viso come solo la mano di una mamma può fare.
“Non ho smesso un attimo di pensarci” Ecco che una lacrima stava per scendere.
“Tesoro, se lei ti ama come tu ami lei, e fidati che è così, tornerete insieme” Aveva un sorriso dolce. Io feci cenno di no con la testa abbassando lo sguardo e asciugandomi quella lacrimuccia che era scesa solo al sentire la parola “JENNY”.
“Oggi l’ho incontrata al supermercato che faceva la spesa, aveva le cuffiette, e stava piangendo, così le ho dato una pacca sulla spalla per farla girare, appena mi ha visto si è subito asciugata le lacrime e ha fatto un sorriso finto. Ci siamo salutate con un bacio sulla guancia e le ho chiesto come andava, visto che era un po’ che non la vedevo, a quella domanda ha abbassato lo sguardo e non ha risposto. Niall si vede lontano un miglio che sta male anche lei,vi amate e siete giovani perché rovinarvi così? Valle a parlare, la sorella non c’è me lo ha detto lei mentre parlavamo” Io ero ancora fermo sul letto. “Oh che aspetti vai” Mi diede una spinta,  Feci un sorriso a mia madre, mi infilai la felpa e le scarpe e mi diressi verso casa di Jenny, avevo le cuffie e ascoltavo Everytime di Britney Spears, quella canzone mi faceva pensare troppo e soprattutto mi faceva piangere, così spensi L’iPod. Arrivai davanti casa di Jenny e suonai. Mi aprì Jenny, quando mi vide la sua espressione cambiò radicalmente, e mi chiuse subito la porta in faccia. Io continuavo a bussare.
“Jenny apri, ti prego parliamo”Ad un tratto riaprì la porta.
“Non ho nulla da dirti” Urlò e cercò di richiudere la porta, ma misi il piede al centro.
“Tu no ma io si” la mia mano bloccava la porta ora, lei l’aprì leggermente.”Jenny, mi dispiace, non volevo,Io a volte tendo oltrepassare il limite si, questa è la verità,so che è difficile a volte,ma non potrei mai lasciarti,tradirti o farti del male. Non importa quel che faccio o dico alle altre perché se avessi voluto andarmene da te ora sarei già andato via ma ho veramente bisogno di te al mio fianco,per tenere la mia mente a galla. Se avessi voluto lasciarti o tradirti intensionalmente l’avrei già fatto,ma la verità è che tu sei l'unica che mi conosce meglio di quanto io conosca me stesso. Per tutto il tempo ho cercato di finta che non mi importasse nulla di tutto ciò, ma non ci riuscivo, ho provato a stare da solo, ma nella mia mente c’èri sempre tu, tu li a farmi compagnia anche se mi sentivo escluso da tutti. Credimi non è stato un periodo facile per me, i miei ne sono testimoni. Nel profondo ho sempre saputo che se tu te ne fossi andata non  avrei saputo da che parte andare perché senza di te sono perso.” Tutto ciò che volevo che lei sapesse, ora lo sapeva. Lei era dietro quella porta che piangeva, speravo aprisse la porta ancora di più, ma la chiuse. Lo sapevo, sapevo di aver fatto uno sbaglio enorme, non dovevo dare retta a mia madre, così mi voltai e iniziai a camminare per andare a casa.
“Tu, Tu hai una vaga idea di quello che io abbia passato?” Jenny aveva riaperto la porta, quelle parole le aveva detto urlando e piangendo, Si faceva sempre più avanti verso di me. “Dimmi solo se hai una fottutissima idea di quello che io abbia passato, dimmelo!” Era praticamente tra le mie braccia e continuava ad agitare le mani, che teneva a pugno dalla rabbia sul mio petto. Piangevamo tutti e due la tenevo stretta e piangevo come una fontana anche io.
“Mi dispiace” Dissi stringendola più forte a me.”Mi dispiace veramente tanto”Piangevo peggio di lei. Era un momento strano non sapevo se mi avrebbe perdonato oppure se ne sarebbe fregata di nuovo, quindi cercavo di godermi quei dieci minuti in cui la tenevo tra le braccia. Piangendo alzò lo sguardo, mi asciugò le lacrime.
“Ti prego dimmi che non succederà più, non voglio rischiare di perderti un'altra volta”Era un momento da film, noi due davanti la porta di casa sua abbracciati, mentre piangevamo e cercavamo di riappacificarci.
“Te lo giuro” misi anche lo le mie mani sulla sua faccia e ci lasciammo ad un bacio come era giusto che fosse. Un bacio che ripagava il tempo in cui eravamo stati male l’uno per l’altra..
  
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