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Autore: Egle    17/07/2004    3 recensioni
Come è riuscito Sirius Black a fuggire da Azkaban? La storia che ha raccontato a Harry è vera? Oppure si tratta solo di un'invenzione per proteggere i ragazzi, che lo hanno liberato, gli Auror che hanno dato vita al Magic Team...lo stesso gruppo di cui fa parte anche Casey, il cui destino è legato indissolubilmente a Hogwarts...
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Remus Lupin, Severus Piton, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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PRIMA PARTE

Premessa

Di solito non faccio mai premesse, quindi non so esattamente da dove cominciare. Dunque…inizierei dicendo che gli avvenimenti della fanfiction si svolgono parallelamente a quelli del terzo libro “Harry Potter e il prigioniero di Azkaban”. Ho cercato di non interferire molto nella storia originale, cercando, però, di far luce su fatti che mi avevano sempre un po’ incuriosito…come la fuga di Sirius Black dalla prigione di Azkaban.Questa è la prima storia di HP che ho scritto, ormai più di un anno fa! Spero che vi piaccia!

PRIMA PARTE

 Il seminterrato è saturo degli odori pungenti e nauseabondi delle pozioni, che per tutta la vita assocerò al luogo in cui mi rifugiavo ogni giorno. Le fredde mura trasudano umidità e il pavimento è scrostato in vari punti. Più volte mi hanno detto di non venire qui. Non è il posto ideale per una bambina, mi ripetono in continuazione…come se io dessi retta a quello che mi dicono… Avverto dei passi percorrere il corridoio e il lembo di un mantello frusciare contro al muro. Rimango immobile, ma non sono impaurita…lui non potrebbe mai farmi paura…

Neppure se i suoi occhi neri lampeggiassero furenti contro di me…so che non potrebbe mai farmi del male. Lo guardo arrestarsi sulla soglia e passarsi stancamente una mano sulla fronte. I lineamenti del suo viso sono induriti dalla stanchezza e dalla preoccupazione … ma c’è qualcos’altro … dolore. Allora lo hanno saputo…

Esco da sotto la scrivania e compio qualche passo verso di lui. Abbassa il viso verso di me e mi guarda come si mi vedesse per la prima volta in vita sua.

Sa che non può mentirmi…e sa che è solo qui con me. Tocca a lui dirmi la verità…

Deglutisce e s’inumidisce le labbra con la punta della lingua.

“C’è stata un’altra battaglia” comincia.

“E’ morta, vero?”lo interrompo con voce atona.

C’è sconcerto nei suoi occhi. Annuisce lentamente. Ed è allora che comincio a piangere.

Lo sapevo…lo sapevo che Tina era morta…l’avevo avvertito come se la lama che le ha attraversato il torace avesse attraversato anche il mio.

Mi getto nelle sue braccia e nascondo il viso nel suo petto.

S’irrigidisce, ma io non mollo la presa. Ho bisogno di lui in questo momento. E forse lui ha bisogno di me.

“Coraggio piccola” articola accarezzandomi goffamente la testa.

“perché, zio Severus, perché mia sorella è morta?...PERCHE’?”

vedo un’ombra nel corridoio. Ma io rimango aggrappata al collo di colui che stranamente mi offre protezione e sicurezza. L’ombra si ritira lentamente dalla mia vista.

“non andartene” grido. E non ho più nove anni…. E l’ombra mi volge le spalle…come quel giorno in cui ho rifiutato la sua consolazione. Poi si gira lentamente. Il suo volto è coperto dalla barba ispida e profondi solchi gli scavano le guance, una volta ridenti. Le mani bianche toccano il suo petto e vengono subito macchiate di sangue…il sangue gronda dal suo corpo copiosamente. E i suoi occhi sono pieni di disperazione e sofferenza…più di quanta qualsiasi essere umano possa mai sopportare… Grido lanciandomi verso di lui, ma qualcosa lo allontana da me…tento di inseguirlo. Ma i miei movimenti sono lenti…le mie gambe pesanti e la mia voce sembra essere imprigionata nelle profondità del mio petto.

“aspetta, Sirius” urlo, ma lui è ormai lontano…

Mi giro su me stessa sentendo qualcuno che ride alle mie spalle. Ma non è una risata piena di gioia. E’ scarna. Terribile. Il suo lungo mantello è gonfiato dal vento e i suoi occhi sono ridotti a due fessure nere.

“Zio Severus...”grido , ma come Sirius, lui arretra per allontanarsi da me…e io lo chiamo…lo chiamo, ma anche lui…mi abbandona…

Come tutte le persone che ho amato anche lui mi lascia sola…

“Severus”

 

“Casey, tutto bene? Stavi urlando e chiamavi…”

“Chiamavo lui, vero?”

“a quale lui ti riferisci?” rise debolmente Sara mettendole un braccio intorno alle spalle affettuosamente, mentre gli ultimi strascichi dell’incubo si ritiravano dalla mente dell’amica.

“Non lo neppure io. So solo che ho tanta voglia di rivederlo. Ma so che non mi perdonerebbe mai se sapesse quello che sto combinando.”

Sara non rispose, intuendo facilmente a chi si stava riferendo e limitandosi a farle appoggiare la testa sulla sua spalla. Un grillo mandò il suo melodico richiamo da qualche parte poco lontano dalla casa diroccata in cui avevano trovato rifugio tre settimane prima. Una nuvola passò davanti alla Luna. Tutto era immobile e silenzioso nella foresta alle loro spalle.

“Dobbiamo accorciare i tempi. Dobbiamo farlo domani” esclamò Casey fermamente rimettendosi in piedi. Sara la seguì con lo sguardo mentre avanzava verso il fuoco tendendo le mani per riscaldarle. Non che facesse veramente freddo…era piena estate, ma sembrava che l’inverno albergasse in loro. In tutti loro, tranne che in Casey. Morbidi capelli scuri, occhi intelligenti e vivaci, una piccola bocca a forma di cuore e una carnagione insolitamente chiara e lattiginosa…e un sorriso perenne sulle sue labbra. Casey era la loro forza…di tutti loro. Aveva combattuto Dio solo quante battaglie e Dio solo sa contro chi…contro cosa. E le innumerevoli cicatrici che risaltavano sulla sua pelle ne erano la dimostrazione. Ma quel sorriso che loro amavano così tanto non era mai venuto meno. Li aveva ritrovati e li aveva riuniti. Dopo il diploma le loro strade si erano divise…fino a cinque mesi prima quando sotto un cielo punteggiato di stelle e una luna piena avevano giurato che si sarebbero sorretti e incoraggiati a vicenda nei duri mesi che sarebbero venuti.

La guerra mai terminata era ripresa inesorabilmente. Il male strisciava nelle città…nel cuore delle persone e presto anche gli altri maghi sarebbero stati costretti a scegliere da che parte stare. Di nuovo. Loro avevano già scelto…

“Ne sei sicura?”.

La voce di John si levò cupamente dal suo sacco a pelo.

Gli occhi di Casey rimasero fissi nelle fiamme. Quasi ve ne fosse attratta.

“sì. Non c’è più tempo…è ora”

“e’ rischioso”

“il bene è sempre rischioso” ribatté lei in fretta.

“e se non fosse vero. Se Sirius Black fosse davvero colpevole?” azzardò George lanciando un sasso nel lago. Le ombre della notte danzavano sul suo viso. “Riusciresti a sopportare l’idea di aver messo tutti in pericolo…e soprattutto lui…poiché mi sembra chiaro che se Black è colpevole andrà a cercarlo. E questa volta porterà a termine ciò che Voldemort non è riuscito a fare.”

“ve l’ho già detto” sospirò Casey rigirando nervosamente il suo anello di madreperla tra le dita “non è stato Sirius ad ammazzare quelle persone. E non è stato lui a tradire i Potter. Sirius…lui non avrebbe mai fatto del male a James…e a Lily e al piccolo Harry. Io li conoscevo…io li conoscevo tutti…e li ho visti insieme molte volte. Sirius non avrebbe mai tradito James Potter. Si sarebbe fatto uccidere piuttosto di rivelare il luogo in cui erano nascosti. Preferisco credere che Sirius sia impazzito piuttosto che pensare che sia passato dalla parte del male.”

“ma com’è possibile?” chiese Michelle, la ragazza di George. Era nuova del gruppo e si stava ambientando a fatica. Era l’unica a non aver studiato…o vissuto a Hogwarts, ma era un’infermiera eccezionale. Sapeva guarire qualunque tipo di ferita senza far soffrire troppo il paziente. Era di origini francesi e aveva visitato la scuola più famosa della Gran Bretagna durante un breve scambio culturale, che non era durato più di due settimane.

Gli altri…Sara, John, Milly, Steve , Katy, George e Casey amavano Hogwarts incondizionatamente. Amavano ciò che quella scuola rappresentava. E amavano Silente come un padre. E forse per alcuni di loro lo era stato veramente…

 “Sei una Babbana, giusto? Come puoi conoscerli così bene?” continuò la ragazza, quando George la fece sedere accanto a sé.

“Sono cresciuta ad Hogwarts dall’età di cinque anni. E rammento con chiarezza quale tipo di rapporto ci fosse tra i quattro malandrini…e tra Siuris e James in particolare. Per ora ti basti sapere questo. Abbiamo un piano da fare, non possiamo perderci in chiacchiere. Assaltare Azkaban non sarà una passeggiata” concluse mettendo un grosso ceppo nel fuoco.

Il legno crepitò e le fiamme ripresero a danzare con più vigore nel cielo estivo…sarebbe stata una lunga notte.

 

*******

Il Professor Lupin si lasciò cadere sulla sedia stancamente.

Estrasse la lettera stropicciata e ripercorse quelle brevi frasi velocemente.

“Caro Remus,

non posso dilungarmi in particolari, ma ho bisogno di vederti di persona.

Troviamoci al Paiolo Magico il 10 settembre alle 7 di sera.

E ti prego non dire a nessuno che mi hai vista. Soprattutto a lui.

Ti spiegherò tutto con calma.

Fino ad allora, continua a credere in me.

Con affetto

Casey”

Ripiegò con calma la lettera e la infilò nuovamente nella tasca della giacca.

Casey…dall’ultima volta che l’aveva vista doveva essere cresciuta molto. Sorrise scioccamente rendendosi conto che non era più una bambina. “la mia piccola, dolce Casey” la chiamava Lily. E James adorava fare magie per lei. Potevano trascorrere un intero pomeriggio soltanto a guardarla ridere e giocare. Erano tutti in qualche modo innamorati di lei e del suo sorriso. Perfino Piton, che sembrava avercela con il mondo intero, ma che , docilmente, si lasciava chiamare da quella bambina “zio”. Perfino Sirius, che avrebbe considerato le attenzioni che avevano per lei “cose da femmine” se non si fosse trattato di Casey. Forse perché lei era così speciale con quel suo nasino a patata e quegli occhioni grandi ed espressivi. E quando sua sorella Tina morì si assunsero tacitamente il compito di vegliare su di lei. Tina era una strega formidabile. Più grande di loro di quattro anni aveva preso parte fin da subito alla guerra contro Voldemort. Ed era stata uccisa, come i suoi genitori prima di lei. E Casey, l’unica nella sua famiglia a non essere dotata di poteri magici, rimase tra le alte e ospitali mura di Hogwarts. Quando loro si erano diplomati aveva nove anni per cui…

“dovrebbe averne ventiquattro” mormorò.

Si erano tenuti in contatto per tutti quegli anni e lui era andato a trovarla periodicamente finché non se n’era andata da Hogwarts, appena compiuta la maggiore età.

Silente gli aveva detto che voleva girare il mondo, ma lui sospettava che ci fosse qualcos’altro sotto.

Gli ritornò alla mente l’ultima conversazione avuta con lei…

Erano seduti all’ombra di uno dei grandi alberi del giardino a mangiare delle ciliegie. La scuola era deserta per via delle vacanza estive e ...

“Sto pensando di partire”

“partire? Per andare dove?”

“Ci dev’essere per forza un luogo in cui andare? Se fosse così io sarei fregata in partenza”

Ridiamo.

“stavo solo pensando a cosa fare del resto della mia vita. Sono una babbana, ma non so praticamente nulla del mondo dei miei…simili. E nel mondo dei maghi non c’è posto per me che non ho poteri magici. Dov’è il mio posto , Remus?”

“e chi lo sa?”

“Non dirmi che anche tu sei confuso, mio caro Lunastorta!”

Ride e il suo viso è illuminato dai raggi del sole. E io mi accorgo che è bella. Bellissima…

Lupin si rigirò nervosamente sulla sedia chiamando con un gesto impaziente il cameriere. Ordinò un altro tè , volgendo poi l’attenzione verso la porta, improvvisamente ansioso di vederla.

Ma Casey non arrivò mai quella sera.

Il giorno seguente la notizia della fuga di Sirius Black si propagò in tutto il mondo dei maghi e in gran parte di quello babbano.

 

*******

Guardò l’orologio. L’ora di cena era passata da un pezzo e lei non si era presentata all’appuntamento con Remus. Voleva spiegargli i suoi dubbi…le sue paure e le sue intenzioni prima di agire, ma ormai era troppo tardi. Sapeva che Sirius aveva bisogno di lei. Anni e anni a contatto con il mondo dei maghi le avevano insegnato che non bisogna mai sottovalutare i sogni. E quello che aveva fatto la notte precedente era un chiaro segnale di aiuto.

Fece un cenno d’intesa a Sara e lentamente cominciarono a scendere lungo il pendio fino alla spiaggia. La falce di luna rischiarava debolmente il duro profilo della prigione. L’aveva vista più volte durante il giorno per pianificare l’evasione di Sirius, ma di notte il suo aspetto peggiorava e il freddo dilagava dall’isola su cui sorgeva come un cancro.

Il freddo dei Dissennatori…

Involontariamente rabbrividì, mentre aiutava Sara, John, Milly e Steve a spingere la barca in acqua. Gli altri li avrebbero aspettati a riva, pronti a portarli via di lì il più in fretta possibile. Erano solo in cinque…ma erano potenti….i migliori maghi usciti da Hogwarts dai tempi di Tina King …e di James Potter. E Casey era una guerriera straordinaria. Si era allenata duramente…in segreto per molti anni apprendendo le complicate tecniche di lotta babbane, migliorando i suoi riflessi e fortificando i suoi muscoli. Aveva affrontato ogni genere di mostro, forte degli insegnamenti che per anni aveva ascoltato tra le mura della scuola e delle tante erbe e pozioni che conosceva, l’unica arte magica accessibile anche a chi non era dotato di poteri magici. Casey aveva cercato la sua dimensione nella vendetta…aveva girato per il mondo tessendo conoscenze e recependo informazioni sul bastardo che aveva ammazzato sua sorella, finchè non lo aveva trovato e non lo aveva affrontato. Ma non lo aveva ucciso. Lo aveva consegnato a Silente e lui lo aveva spedito ad Azkaban. Nello stesso luogo in cui lei si stava recando per salvare un’altra vita. Si era chiesta più di una volta che cosa avrebbe fatto se Sirius fosse stato pazzo o peggio, ma aveva preferito evitare di rispondere a quella domanda. I suoi amici si fidavano totalmente di lei e l’avevano seguita in quella impresa perché sapevano che se non l’avrebbero aiutata lei lo avrebbe fatto da sola. Ma lei si era domandata centinaia di volte se era giusto mettere in pericolo coloro che amava. Che cosa avrebbe fatto se fosse capitato loro qualcosa? Come avrebbe potuto vivere con il rimorso di averli condotti alla morte? Il gomito di Sara piantato nel suo braccio la riportò rapidamente alla realtà. C’erano tre entrate ad Azkaban, tutte sorvegliate troppo strettamente per tentare di penetrarvi. L’unica via di accesso era il bocchettone di scarico dei rifiuti. Sarebbero passati di lì, mentre Milly e Steve caricavano delle nebbie-bombe e delle fuoco-bombe lungo il perimetro della fortezza e versavano dell’olio su tutto il litorale , dove erano approdati.

Scese silenziosamente dalla barca e la trascinò sulla riva.

Alzò lo sguardo sulla fortezza e un conato di vomito le restrinse la gola. Vertigini. Inspirò profondamente e contò mentalmente fino a dieci prima di rilasciare il fiato lentamente. Pareva che andasse meglio.

“siete pronti?” chiese Sara assicurandosi alla vita la sua bacchetta.

Gli altri annuirono. Milly e Steve salirono sulle rispettive scope e spiccarono il volo. I mantelli neri li rendevano invisibili nella notte. Agganciarono una corda all’imboccatura del canale di scarico, prima di dirigersi verso le mura.

Sara, John e Casey cominciarono a salire silenziosamente. Tutto stava andando come previsto. I Dissennatori… neppure il Ministero della Magia immaginava che qualcuno avesse il coraggio di attaccare Azkaban, perciò la sorveglianza esterna era praticamente inesistente.

Percorsero l’interno del tunnel fino ad arrivarne all’estremità superiore. Casey s’issò fuori per prima tenendo un coltello tra i denti. Il corridoio era deserto…ma le voci…le voci dei detenuti riecheggiavano sinistramente tra le mura spoglie del carcere. E il freddo angosciante dei Dissennatori era dappertutto. Entrava nella profondità della mente…dello spirito. Invadeva totalmente e inesorabilmente qualsiasi essere umano portandolo alla disperazione più completa. Un’immagine del corpo esangue di sua sorella le sfrecciò davanti agli occhi e per poco non inciampò nei suoi stessi piedi. Un paio di mani la sorressero e lei ringraziò con lo sguardo John.

Quando un boato riecheggiò nell’edificio, i tre si appiattirono contro ai muri. Una fila di Dissennatori corse lungo il corridoio parallelo al loro senza notarli minimamente. Milly e Steve stavano compiendo il loro lavoro egregiamente. Adesso toccava a loro.

Casey cominciò ad avanzare lungo al corridoio fino a trovarsi proprio di fronte all’entrata delle celle. Il tanfo e le urla erano insopportabili. Guardò in una…due …tre celle senza riconoscere un solo volto. Sembravano tutti uguali: sporchi con i capelli unti calcati davanti alla faccia, in posizione fetale sul pavimento o rannicchiati in un angolo.

“non lo troveremo mai” mormorò e la vista le si annebbiò per un istante. Di nuovo le vertigini. I Dissennatori stavano tornando.

“Casey, presto” mormorò Sara al suo fianco, quando un grido dietro di loro li spinse a voltarsi contemporaneamente.

Un Dissennatore bloccava loro la strada.

“mi occupò io di lui. Cercate Black” ruggì John parandosi davanti alle due ragazze.

La loro presenza era stata scoperta.

“SIRIUS! Gridò Casey passando in rassegna freneticamente tutte le celle, quando un altro Dissennatore le sbarrò la strada. Prima che avesse il tempo di avvicinarsi Casey gli scagliò addosso un coltello imbevuto di una particolare pozione. Sapeva che non poteva sconfiggerlo, ma poteva almeno rallentarne l’avanzata per un po’.

Richiuse la pesante porta, che bloccava l’ingresso al lungo corridoio delle celle, mentre una decina di Dissennatori correvano verso di loro.

Il gelo era insostenibile e lei era tentata di arrendersi…di buttarsi per terra e lasciarsi morire così da poter ritrovare la sua amata sorella. Si sarebbero riunite…lei e Tina…e niente le avrebbe divise di nuovo. Neppure Voldemort in persona. Si aggrappò spasmodicamente alle sbarre di una cella. Il petto era compresso da un dolore soffocante e il sangue le pulsava dolorosamente tra le tempie. La voce di John sembrava provenire da miglia e miglia di distanza… Non le importava più di ritrovare Sirius…tutto quello che voleva era arrendersi…era ritrovare Tina e stare con lei per sempre…

Poi i suoi pensieri tornarono a Hogwarts…al bel sole d’estate…ai momenti passati insieme a James e a Sirius…e a Lily…e a Severus…e a Remus …al periodo in cui tutta la scuola l’aveva adottata e si occupava di lei… della piccola e dolce Casey, come diceva sempre la sua Lily…E ritornò improvvisamente in sé. Non poteva arrendersi! Lei era Casey King, un Auror…una spia di Silente! Non poteva rinnegare così tutto quello per cui aveva lottato!

Sistemò tutto quello che era a portata di mano davanti alla porta per impedire ad altri Dissennatori di entrare e cominciò a chiamare Sirius ad alta voce. Compì solo pochi passi quando i suoi occhi si soffermarono su una figura seduta nell’oscurità. Non sembrava molto diverso dagli altri prigionieri…eppure…eppure i suoi occhi brillavano.

“SARA!” gridò in direzione dell’amica, che puntò la bacchetta verso la porta della cella dicendo “Alhomora”.

Un rumore secco annunciò che la serratura aveva ceduto. Casey spinse la porta che cigolò sui cardini rumorosamente ed entrò.

“Sirius” mormorò inginocchiandosi di fianco al prigioniero.

La testa dell’uomo si voltò lentamente verso di lei e i suoi occhi parvero restringersi come per metterla a fuoco.

Una mano di lui si alzò verso il viso di Casey per arrestarsi a mezz’aria. Lei l’afferrò affettuosamente e cercò di farlo alzare , ma le gambe di lui cedettero sotto il suo peso.

“Dobbiamo andarcene da qui” disse facendogli passare un braccio intorno alle spalle per sorreggerlo. Era sorprendentemente leggero…magro... molto magro.

“Siamo intrappolati. Abbiamo tutte le guardie della prigione addosso” ansimò John entrando seguito da Sara “Tutte le uscite sono bloccate.”

Casey li fissò smarrita solo per un istante prima di affidare Sirius alle braccia di John.

“Fate saltare la parete e fate segno a Milly e Steve di venirvi a prendere con le scope. Io li terrò a bada” disse sbrigativamente estraendo una fiala dalla tasca dei pantaloni. “andate”

“Reductor” gridò Sara puntando la bacchetta sulla parete che dava sull’esterno.

Si gettarono tutti al riparo mentre il muro saltava in aria.

“Presto” urlò Casey rimettendosi in piedi e uscendo nel corridoio. I Dissennatori stavano sfondando le porte. Senza riflettere ulteriormente Casey versò la pozione su un lungo bastone che serviva probabilmente per malmenare i detenuti, che prese fuoco all’istante. Si girò su sé stessa piantandolo violentemente nel ventre del primo Dissennatore. Un grido di dolore si propagò per tutta la prigione. Scuotendo le mura e gli animi. La veste del Dissennatore s’incendiò, ma un altro era già pronto a lanciarsi su di lei. Casey estrasse un coltello dallo stivale e lo piantò nel collo del Dissennatore, poi fece un balzo indietro e ruotò il bastone minacciosamente. Altre urla…altre grida di dolore …di paura…ma soprattutto di rabbia.

“vieni…CASEY! LASCIA PERDERE! VIENI VIA!”

La ragazza arretrò nuovamente nella cella che era stata di Sirius e lanciò altre due fialette sulle sbarre di ferro, che inspiegabilmente…o per meglio dire magicamente presero fuoco. Casey corse all’apertura causata da Sara e si lanciò verso Steve ,che a cavalcioni della scopa , la prese al volo. Atterrarono sulla barca, proprio nel momento in cui Milly sollevava la sua bacchetta verso l’alto ed esclamava “lumus”.

Era il segnale per George e Michelle che erano a riva.

La corda con cui avevano assicurato la barca a un albero dall’altra parte del lago si tese all’istante e la barca fu trascinata lontano dall’isola di Azkaban.

“un ultimo regalino per voi” mormorò Casey lasciando cadere l’ultima fiala che fece incendiare l’olio sparso sulle acque del lago.

La prigione era in fiamme. I Dissennatori urlavano di rabbia e follia omicida, ma Sirius era coricato…vivo e cosciente sul fondo dell’imbarcazione.

“andrà tutto bene, Sirius. Te lo giuro” sussurrò Casey sedendosi al suo fianco e guardandolo affettuosamente.

 

*******

“come sta?”

“così…e’ ancora molto debole” rispose detergendo un po’ di sudore dalla fronte dell’uomo.

“perché non vai a riposarti un po’ ? rimango qui io.”

Casey si voltò a guardare gli occhi di un profondo blu dell’amica. Sara era bellissima con quei suoi lunghi capelli biondi, quasi bianchi, e i lineamenti delicati. Era diventata la sua più cara amica dopo che Lily e gli altri si erano diplomati. Discendente di un’importante famiglia di maghi di dubbia reputazione…Sara aveva dimostrato una generosità e un’umanità ben lontani dalla fama che la sua famiglia si era guadagnata. L’avevano avvertita di stare lontana da lei…che era pericoloso invischiarsi con quella gente, ma lei non aveva dato retta ai consigli. Come al solito. Forse Remus aveva ragione quando diceva che aveva un talento naturale per andare in cerca di guai. Ma il suo intuito non l’aveva mai tradita. Non l’aveva fatto quando si trattava di Severus Piton. E non l’aveva fatto quando si trattava di Sara Malfoy, figlia del cugino di primo grado di Lucius. La loro amicizia e la lealtà incondizionata che la legava a Silente l’avevano allontanata dalla sua famiglia fino a farne diventare la pecora nera…colei che era stata bandita dalla stretta cerchia familiare. Quando si era sposata con John…un mezzosangue, come lo avrebbe definito Lucius, la sua condanna era stata unanime.

Un rantolo basso e cupo riportò l’attenzione delle due amiche su Sirius. Aveva perso conoscenza più volte da quando lo avevano strappato dalle torture di Azkaban, alternando fasi di delirio a fasi di immobilità assoluta. L’avevano portato al loro nascondiglio, già attrezzato con erbe e pozioni curative, trasportandolo su un camioncino babbano, che passava decisamente inosservato.

“acqua” chiese debolmente e Sara si affrettò a portargli un bicchiere alle labbra, mentre Casey gli sollevava gentilmente la testa. Sirius sbatté le palpebre un paio di volte cercando di abituarsi alla luce,che penetrava dalla finestra. Era stato per dodici anni immerso nelle tenebre e nell’odio di Azkaban e il sole e l’aria fresca gli erano diventati estranei.

“dove sono?” chiese dopo qualche istante cercando di mettersi a sedere.

“Non devi fare sforzi. Sei ancora convalescente” lo rabbonì Casey facendolo stendere nuovamente.

“Dove sono?” ripeté per la seconda volta.

“tra amici” rispose Sara coprendolo con un lenzuolo.

Gli occhi di Casey erano pieni di lacrime , fissi sul viso scarno e smunto dell’amico.

“hai un viso familiare” disse Sirius ricambiando lo sguardo con altrettanta intensità.

“io vado a prendere dell’acqua” esclamò Sara per allontanarsi.

“Possibile che tu sia…”cominciò Sirius quando Casey sorrise.

“Beh…spero che tu mi trovi meglio di quanto io trovi te! Non hai un bell’aspetto! Te l’ha mai detto qualcuno?” tentò di scherzare , ricacciando indietro le lacrime.

“Casey” sospirò e l’ombra di un sorriso gli attraversò per un momento la faccia.

“allora ti ricordi ancora come mi chiamo? Credevo che conoscessi troppe belle donne per ricordarti di me” continuò lei in tono allegro. Non voleva mettersi a piangere davanti a lui. Non dopo tutto quello che aveva passato in quei lunghi anni.

“Lo sai che sei sempre tu la mia preferita” rispose lui abbozzando un altro tentativo di sorridere, prima che la sua espressione diventasse nuovamente cupa…allarmata “ e’ a Hogwarts” ansimò puntellandosi con le mani per rizzarsi a sedere.

“lo so…lo so. Ma è al sicuro. Silente si occuperà di lui…” lo rassicurò, ma la sua espressione non mutò.

“No…no …Peter!”

“Sirius…che cosa stai dicendo? Peter è …” cominciò lei , pregando che lui non avesse perso il lume della ragione.

“E’ vivo. Era lui il Custode Segreto. Non io…io dovevo essere solo uno specchietto per le allodole…Peter conservava il segreto dei Potter. E’ stato lui a tradirli…è stato lui a farli uccidere da Voldemort…e io…io ho insistito dicendo che il mio piano…” un eccesso di tosse bloccò le sue ultime parole.

“che cosa stai dicendo? Sirius…Peter non avrebbe mai…” disse incredula,ma un’occhiata di lui bastò a far vacillare le sue convinzioni. Aveva sempre avuto soggezione di Sirius, quando la guardava in quel modo…

“Raccontami tutto dal principio…”

Due ore dopo Casey e gli altri componenti del suo gruppo sapevano tutta la storia del tradimento di Peter Minus.

Il giorno dopo Casey e Sirius trasformato in grosso cane partivano alla volta di Privet Drive.

 

*******

“Mi permetta di ricordarle che Lupin è …”

“Me lo ricordo benissimo, Severus, non c’è bisogno che tu mi rammenti nulla” lo fermò Silente con un gesto della mano. Fanny si lisciò pigramente le piume della coda con il becco e il cappello parlante si sporse dalla sua mensola per avere una visuale migliore della scena. Silente era seduto alla sua grande e ingombra di carte scrivania. Piton corrucciato e cupo più del solito era in piedi vicino alla scala a chiocciola che portava alla libreria sovrastante,mentre Lupin era seduto davanti a Silente. Il suo sguardo era fisso sulle sue mani chiuse a pugno. Non sembrava per niente a suo agio.

“E con questo la discussione è chiusa…se ora vuoi lasciarci soli per qualche minuto, informerò Remus degli ultimi cambiamenti sul piano didattico qui ad Hogwarts”.

Lo sguardo di Piton dardeggiò verso Lupin come se volesse incenerirlo e senza aggiungere altro lasciò lo studio di Silente. Quando gli scalini si ritirano con un rumore secco, Remus si concesse un sorriso stanco.

 “Tè?” chiese Silente facendo comparire teiera e tazzine di fronte a sé.

“non credo che ci perdonerà mai” sospirò accettando la tazza che il preside gli porgeva.

“E’ stata una ragazzata….nient’altro che uno stupido scherzo adolescenziale”

“già…ma se James non fosse intervenuto…avrei potuto ucciderlo”

Silente si strinse nelle spalle. “Non possiamo sapere che cosa fosse successo se le cose fossero andate diversamente. Forse lo avresti fatto…forse no. Ma non devi preoccuparti per Severus. Gli passerà…prima o poi” concluse Silente sorseggiando piano la bevanda.

Lupin rigirò la tazza tra le mani guardando il fumo che saliva verso l’alto, incapace di sostenere direttamente lo sguardo di Silente per quello che stava per chiedergli.

“ha più avuto notizie di Casey?” buttò lì sperando che la domanda sembrasse casuale.

Gli angoli della bocca del preside di sollevarono impercettibilmente.

“Perché me lo chiedi?” rispose deponendo la tazza sul suo piattino e facendola sparire.

“Curiosità.” Mentì Lupin.

“l’ultima volta che mi ha scritto ha detto che stava bene. Che era insieme a Sara e a John e che aveva trovato la sua strada”.

Il viso di Lupin si risollevò subitaneamente.

“Malfoy. Sara Malfoy? E’ con lei che Casey ha trovato la sua strada?” quasi non si accorse che la sua voce era stridula per la tensione.

“Sara è una brava ragazza, nonostante il cognome che porti. E Casey sa badare a sé stessa. E’ stata una mia…spia per un certo periodo e ha aiutato gli Auror a rintracciare alcuni seguaci di Voldemort ancora latitanti” disse Silente, conscio che in Lupin il segreto fosse ben riposto.

“Casey…ma preside…”

“E’ da molto che non la vedi, vero?”

“no…non da molto”

“intendo dire….che è da molto che tu non la guardi veramente

Remus annuì silenziosamente, ma il suo sguardo era battagliero. Che secondo lui Silente avesse sbagliato ad affidare un compito così rischioso a Casey era facilmente intuibile dalla sua espressione.

“allora non affrettarti a buttar lì giudizi. Se fosse stato al di sopra delle sue possibilità non glielo avrei permesso. Quel peperino…” sorrise caldamente e il suo sorriso si trasferì di riflesso anche su Remus, benché fosse ben lungi dall’essere tranquillo.

“però…”la voce di Silente si fece grave d’un tratto “ultimamente ho sentito dire che sia sparita dalla circolazione. Lei…Sara Malfoy, John Whyte e altri loro amici…Non se ne sa più niente. Se fossero caduti in mani nemiche o peggio l’avrei saputo. L’unica motivazione della loro scomparsa è che vogliano spontaneamente rimanere nascosti. Ma mi chiedo perché…”.

Lupin guardò per qualche momento Fanny che si stava ancora lisciando il bel piumaggio lucente. Doveva parlare a Silente della lettera ricevuta da Casey un paio di settimane prima? Lei lo aveva pregato di non parlarne con nessuno…forse aveva paura di Sirius…ma quel pensiero si dissolse nella sua mente tanto velocemente come si era formato. Non era possibile. Casey non avrebbe mai avuto paura di Sirius. Lei era troppo…innamorata di lui per averne paura. Sospettava che lo amasse da sempre…

“Ad ogni modo ho già chiesto a una persona di indagare. Ti terrò informato” concluse Silente.

Remus lo guardò negli occhi un secondo, consapevoli entrambi che si stavano nascondendo qualcosa a vicenda. Qualcosa che per il momento non andava rivelato. Forse lo stesso sospetto…

 

*******

Scivolò in fretta la tra gente di Diagon Alley, evitando una coppia di bambini che stavano correndo, inseguiti dalla voce arrabbiata della loro madre. Si sistemò più comodamente il lungo mantello nero sulle spalle, maledicendolo silenziosamente per averla quasi fatta cadere. Non amava particolarmente gli abiti dei maghi, ma per mischiarsi alla folla doveva adattarsi. Il suo falchetto, Wes, lanciò un grido di richiamo planando velocemente tra le tante teste e atterrando morbidamente sulla sua spalla.

Casey lo salutò accarezzandolo con due dita distrattamente e continuando a seguire il ragazzino dai capelli scuri poco più avanti. Non avrebbe potuto sbagliare nel riconoscerlo…la prima volta che lo aveva visto…quattro giorni prima per poco non si era messa  piangere come una stupida. Si erano trovati faccia a faccia e il nome “James” le era scivolato fuori dalle labbra senza che nemmeno se ne rendesse conto.

“Come?” aveva chiesto insospettito il ragazzo.

Era rimasta a fissarlo inebetita finché Wes non le aveva piantato gli artigli nel braccio riscuotendola.

“Che bello. Che cos’è?”

“un falchetto. E’ l’animale più veloce sulla faccia della terra. In caduta libera supera i duecento chilometri orari” aveva risposto tendendo il braccio per farglielo ammirare. Wes aveva sbatacchiato le ali squadrando con i grandi occhi ambrati lo sconosciuto.

“Credevo che non fossero adatti per la posta”

“in genere non lo sono. Ma Wes è molto intelligente. Non è vero, vecchio mio?” sorrise Casey mentre il falchetto girava la testa di lato come per studiarla meglio. “ora è meglio che vada … se non voglio fare tardi” concluse, accennando un piccolo inchino con il capo e facendo per allontanarsi.

“Aspetta! Come ti chiami?”

“Casey” rise girandosi all’indietro e sorridendogli un’ultima volta.

“Io sono Harry…piacere di averti conosciuta” rispose lui salutandola con una mano.

“piacere mio, Harry” mormorò Casey a fior di labbra.

Si arrestò subitaneamente accorgendosi che il ragazzino si era fermato davanti a un negozio di articoli sportivi. Andava tutti i giorni a vedere la Firebolt. Era appassionato di Quidditch…come suo padre. Entrambi Cercatori per la Casa del Grifondoro. Entrambi con quell’espressione coraggiosa e intelligente. Entrambi timidi e gentili…

Riprese a camminare quando Harry ritornò verso il Paiolo Magico. Aveva promesso a Sirius che avrebbe vegliato su di lui , finché non fosse stato al sicuro tra le pareti di Hogwarts e sotto la diretta tutela di Silente, ma Harry l’avrebbe di certo riconosciuta se l’avesse rivista e forse si sarebbe insospettito.

“HARRY!HARRY!”

“Ron! Hermione!”.

Lo guardò attraversare la strada velocemente e raggiungere quelli che dovevano essere i suoi migliori amici seduti alla gelateria. Aveva fatto qualche ricerca su di loro: Hermione Granger era figlia di babbani. Intelligente e molto studiosa. Ron Weasley era il più fidato amico di Harry…ma soprattutto era il fratello di Bill…

Quando li vide alzarsi si affrettò ad entrare nel negozio affollato alle sue spalle.

Li vide passare di fronte a lei e per un momento le si strinse il cuore. Quei tre…le rammentavano incredibilmente lei, Sara e John alla loro età…e Harry le ricordava James dolorosamente. Ma gli occhi…gli occhi erano di Lily.

Uscì dal negozio non appena fu certa che l’avessero superata e si diresse verso la periferia di Diagon Alley. Ora che i Weasley erano con lui, Harry poteva considerarsi al sicuro. Camminava lentamente godendosi i profumi di focacce e panini assortiti che provenivano da un chiosco lì vicino. Stava quasi per comprarne uno quando un gemito soffocato la mise in allerta. Non sembrava che nessun altro l’avesse udito a parte lei. Senza rifletterci cominciò a ispezionare con lo sguardo tutt’intorno finché non individuò una borsa abbandonata all’angolo con un vicolo stretto e angusto. Vi s’inginocchiò di fianco e la raccolse con prudenza. Era consunta e rattoppata in più punti ma conteneva un piccolo portafoglio e altri oggetti personali. Non sembrava per niente abbandonata…più che altro lasciata cadere per sbaglio. Il mugolio si ripeté e Casey s’infilò velocemente nel vicolo.

“lasciami stare” pigolò una voce impaurita.

“Avanti ragazzina…non fare la difficile”

“Ecco il solito vecchio porco che si diverte con le bambine” ringhiò Casey spostando lo sguardo dal viso impaurito e pallido della ragazzina, incorniciato dai bei capelli rossi, a quello sudato e sporco dell’energumeno davanti a lei. Aveva una sbarra di metallo in mano, ma Casey non aveva paura di lui.

“Vattene” disse seccamente alla ragazzina frapponendosi tra lei e l’uomo, ma lei era troppo atterrita per muoversi. “Non ti farà del male. Ci sono io…andrà tutto bene” cercò di rassicurarla quando l’uomo si lanciò su di lei con la sbarra alzata sopra alla testa. Casey si buttò di lato affondando violentemente il ginocchio nello stomaco dello sconosciuto. La ragazzina dietro di lei urlò terrorizzata, ma Casey non si voltò per guardare se stava bene. Appoggiò le mani sul terreno e diede un calcio in faccia all’uomo. Percepì la cartilagine del setto nasale cedere sotto al suo piede e un urlo uscire dalla sua gola.

“GINNY!”. Qualcuno gridò dalla strada. “GINNY”

Ma l’uomo, furente di rabbia e di dolore, si era rimesso in piedi e stava di nuovo attaccando Casey, che , però non si lasciò sorprendere. Afferrò con una mano la sbarra di metallo e con l’altra colpì il naso già sanguinante .

“GINNY” .

”GINNY”. La voce di James…no di Harry…

Doveva sbrigarsela in fretta. Caricò il destro e lo abbatté di nuovo sulla faccia dell’uomo, poi pigiò la sua testa sul ginocchio piegato. L’energumeno stramazzò al suolo privo di sensi.

I passi si stavano avvicinando…Harry …nessuno doveva vederla!

Si girò verso la ragazzina tremante in un angolo e compì un passo verso di lei. Voleva rassicurarla , ma non ne aveva il tempo. Cominciò a correre a perdifiato verso l’altra uscita del vicolo senza voltarsi indietro. In quel momento Harry, i due gemelli Weasley, Ron ed Hermione raggiunsero Ginny.

“che cosa ti ha fatto?” chiese preoccupato Ron appoggiando le mani sulle spalle della sorella. “Niente … lei mi ha difeso…non dir niente alla mamma…” rispose la ragazzina, finalmente più calma.
”Lei? Lei chi?” domandò Hermione.

Non c’era nessun altro nel vicolo a parte loro.

 

*******

“che cosa è successo?” chiese indicando un’abrasione sul palmo della mano di lei.

Casey si strinse nelle spalle trattenendo uno sbadiglio. “Niente d’importante. Harry sta bene e non mi ha vista…di nuovo. L’ho seguito fino alla stazione. Caramell ha messo a disposizione delle macchine del Ministero e un gruppo di guardie ben addestrate come scorta. E i Weasley non l’hanno perso d’occhio un solo istante. In questo momento Harry è al sicuro sul treno per Hogwarts nello stesso scompartimento di Remus... Lui e zio Albus non permetteranno che gli accada niente di male”.

Si lasciò cadere sul ciglio del sentiero con un gemito, appoggiandosi al logoro zaino di tela verde e asciugandosi un rivolo di sudore con l’avambraccio. Faceva insolitamente caldo per quella stagione. Un fagiano planò nel campo di fronte a lei. La studiò per pochi istanti con i suoi grandi occhi neri prima di spiccare nuovamente il volo.

“Non ne sono convinto. Se Peter…”

“se Peter è a Hogwarts , Silente se ne accorgerà!”

“Ne sei certa? Anche Raptor sembrava un insegnate con tutte le carte in regola…e poi…”sbottò lui tirando un pugno al tronco di un albero.

“Come lo sai?” chiese lei guardandolo al di sotto della visiera del cappellino.

“John. Ma ora non è questo l’importante…l’importante è che…”

“E’ che tu non faccia una cosa stupida come farti beccare dai Dissennatori. Hai idea di quanto abbiamo rischiato per farti uscire da Azkaban? Hai idea di quanto abbiamo rischiato a …fidarci delle tue parole? A Scuola Harry sarà ben protetto!” ribatté lei balzando in piedi con aria battagliera. I suoi occhi fiammeggiavano per la rabbia.

Sirius distolse lo sguardo volgendole le spalle. Aveva ragione lei. Non poteva tradire la fiducia di Casey e del Magic Team…come si erano battezzati Sara e gli altri…cadendo nelle mani dei Dissennatori. Eppure non era tranquillo. Sapeva che Silente era uno dei migliori maghi mai esistiti, ma anche Voldemort non era da meno…

“ad ogni modo” la voce di Casey risuonò cristallina come sempre nell’assolato pomeriggio di ottobre “se vuoi posso andare io ad Hogwarts”.

Sirius la guardò in faccia, ma non vi lesse nessuna traccia di tentennamento o indecisione.

“ma i Dissennatori…”

“i Dissennatori non conoscono il mio nome…né quello degli altri che mi hanno aiutato a liberarti, quindi sono incensurata per la legge dei maghi e per quella dei babbani. Se non si avvicinano troppo a me non mi riconosceranno. Userò i vecchi passaggi segreti…quelli di cui Gazza non è a conoscenza e m’intrufolerò nel castello. Una volta dentro sarò al sicuro. Silente non permetterà mai che i Dissennatori entrino nella scuola con gli studenti presenti.”

“E con loro…”

Negli occhi di Casey brillò una lacrima subito dissolta dal sole. Loro…Severus e Remus…il suo passato…le stanze che avevano visto crescere e morire la sua dolce sorella Tina…e soprattutto che avevano visto la sua cotta adolescenziale tramutarsi in amore…giorno dopo giorno i suoi sentimenti si erano rafforzati…radicati in lei in profondità…talmente tanto che era dovuta fuggire da lì per non esserne schiacciata…

“Me la caverò” rispose dopo qualche istante di riflessione.

Sirius soppesò le sue parole corrugando le folte sopracciglia scure, ma Casey si affrettò a nascondere i suoi pensieri voltandogli le spalle.

“Così sia…ma sta’ attenta. E non commettere imprudenze…”

“Neanche tu” mormorò prima di gettarsi tra le sue braccia, che l’accolsero calde e protettive.

Una mano di lui le accarezzò piano i lunghi capelli scuri fermandosi a giocherellare con una ciocca. La piccola Casey era una donna…coraggiosa e bellissima…e lui l’amava come una parte di sé stesso. L’amava perché era così speciale…così solare e combattiva…

Si scostò da lei bruscamente, ma lei non parve accorgersi del suo stato d’animo.

“ti terrò informato. Salutami gli altri” concluse afferrando il suo zaino e dirigendosi verso la strada principale. Di solito era poco trafficata ma se la sua buona stella l’assisteva…

Si calcò il cappellino sulla testa scorgendo la sagoma argentata di un’auto che si stava avvicinando a velocità moderata. Alzò il pollice e guardò la macchina rallentare e accostarsi al fosso per farla salire. Raccolse lo zaino e il suo sacco a pelo arrotolato e si avvicinò al veicolo.

“salve” disse sperando di fare una buona impressione all’autista.

 “Buongiorno” rispose la donna che era al volante.

 “Le dispiace darmi un passaggio?”

“Sali pure…dove stai andando?”

“fin dove può portarmi?” glissò abilmente.

“Stonegarden”

“Stonegarden andrà benissimo” rispose sedendosi sul sedile del passeggero e lasciando il suo sguardo libero di vagare sulle terre familiari che velocemente scorrevano attraverso il vetro del finestrino.

“Sei di queste parti?” continuò la donna, cambiando marcia. Evidentemente aveva voglia di fare conversazione.

“più o meno” rispose pensosamente combattendo contro la pesantezza delle sue palpebre. Quegli ultimi giorni erano stati faticosi e pieni di pericoli. I Dissennatori erano ovunque. Seguivano le tracce di Sirius come segugi dietro a una preda ed entrambi dovevano stare all’erta per non cadere nelle loro grinfie. Era salita indisturbata sull’Espresso per Hogwarts per parlare con Lupin prima che raggiungesse la scuola, ma i Dissennatori erano anche lì…e l’avevano fiutata. Erano ciechi, ma in qualche modo potevano riconoscere le persone e lei si era esposta fin troppo a lungo a loro durante all’assalto ad Azkaban. Non conoscevano il suo nome, sicché non era ricercata dal Ministero della Magia, ma doveva stare alla larga da loro. Neppure Silente avrebbe potuto salvarla se fosse stata catturata… Ancora non sapeva come Silente avesse potuto lasciare che si aggirassero intorno alla scuola. Forse, semplicemente, non aveva avuto scelta. Come lei, del resto. Per quanto fosse terrorizzata di essere di nuovo nelle vicinanze dei Dissennatori…per quanto fosse impaurita e insicura nel dover affrontare di nuovo il suo passato non poteva tirarsi indietro. Doveva proteggere Harry. L’aveva giurato davanti alla tomba di Lily e James e di nuovo solo pochi minuti prima a Sirius e l’avrebbe fatto. A qualsiasi costo. Anche se avesse dovuto affrontare i Dissennatori.

Se Peter era veramente ad Hogwarts come sosteneva Sirius doveva esserci qualcuno che conoscesse tutta la storia a vegliare su Harry. Doveva solo usare i passaggi segreti per entrare e uscire così da eludere la sorveglianza dei Dissennatori. All’interno di Hogwarts sarebbe stata al sicuro. O almeno così sperava… Senza quasi rendersene conto sprofondò nel sonno.

 

*******

“Per oggi è tutto ragazzi. Potete andare” chiuse con un gesto secco il libro e rimase a fissare gli alunni defluire confusamente dalla classe. Si appoggiò allo schienale della sedia e si coprì gli occhi con una mano. Il suo mal di testa si era evoluto da doloroso a insopportabile. Un lungo sospiro gli scivolò tra le labbra, mentre con due dita si massaggiava le tempie.

“ti ho portato la pozione”.

La voce di Piton lo fece sobbalzare. Lo guardò immobile sulla soglia, con il mantello nero che gli cadeva compostamente dalle spalle e gli occhi leggermente socchiusi.

“grazie , Severus” ripose semplicemente alzandosi e compiendo qualche passo verso di lui.

Piton lo squadrò ancora per qualche secondo prima di porgergli il calice che aveva in mano

“e’ meglio che tu lo beva subito” disse con voce atona.

Lupin afferrò il calice e se lo portò alle labbra.

“disgustosa” mormorò dopo la prima sorsata. L’espressione malevola di Piton non mutò.

“Non è lei a essere disgustosa” concluse uscendo a grandi passi dalla stanza.

Era sempre così….credeva di aver raggiunto un qualche tipo di equilibrio con Severus, ma si era sbagliato di grosso. Non l’avrebbe mai perdonato…nessuno di loro. Li odiava….fin da quando erano studenti l’inimicizia tra di loro era stata così grande da rasentare l’odio. Forse Severus era invidioso del loro rapporto…della loro amicizia, capace di superare qualsiasi difficoltà. Forse aveva semplicemente bisogno di affetto…di essere amato per quello che era, con tutti i suoi difetti e i suoi punti deboli…

Remus finì di bere la pozione e si avvicinò alla finestra. Era stata una bella giornata di sole e il cielo era infuocato dal tramonto. La Luna non ancora piena risplendeva pallida e argentea nel cielo che si stava scurendo. Un tempo quella parte della giornata era stata segnata dall’angoscia e dalla sofferenza. La paura che qualcuno potesse scoprire il suo segreto…che lui potesse fare del male a qualcuno…alle persone a cui voleva bene…a James, a Sirius…o a Casey…quando era trasformato in lupo…

La sua mano raggiunse meccanicamente la tasca della sua giacca da cui estrasse un portafoglio vecchio e consumato. Non appena lo aprì i suoi occhi si fermarono sui visi sorridenti di James e di Lily…e di fianco a loro…oltre a Peter, Sirius e …la piccola Casey….sulle spalle di Sirius che salutava con la sua mano bianca e morbida…e il suo sorriso era così luminoso…caldo…capace di riscaldare qualunque cuore…perfino quello duro e inattaccabile di Severus.

“Dove stai andando così di corsa?”

“Nei sotterranei” grida distrattamente sgusciando tra le nostre gambe.

Sirius la solleva facilmente e lei brontola dicendo che non ha tempo da perdere con noi scansafatiche.

“E da quando noi saremmo degli scansafatiche?” la punzecchia James facendole il solletico.

“lo dice zio Severus” esclama innocentemente stringendosi nelle spalle e dimenandosi tra le braccia di Sirius.

“Zio Severus?”

“Piton?” chiede Lily prendendola in braccio e scostandole amorevolmente un ciuffo di capelli dalla fronte.

Casey annuisce freneticamente un paio di volte.

“perché lo chiami zio?”

“Perché no? Io credo che suoni bene. Adesso devo andare. Ha promesso di farmi assistere mentre svolge i suoi compiti in laboratorio di pozioni.”. Lily la fa scendere , ma le tiene ancora una mano. “Aspetta ancora un istante. Da quando fai comunella con Severus?”

Casey inclina la testa da un lato corrugando le sopracciglia sottili. “beh mi sembra chiaro! Zio Severus ha bisogno di compagnia e io mi diverto a guardare mentre lui prepara tutti quei….quei…cosi”

“Infusi” l’aiuta James

Annuisce. “infusi…imparo molte cose” dice prima di correre via.

Remus richiuse il portafoglio e lo ripose nella tasca. Forse se ci fosse stata Casey i rapporti tra lui e Piton sarebbero stati meno tesi. Forse anche Piton aveva bisogno di lei…proprio come lui…

continua...

 

 

   
 
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