5.
«Caposcuola
Granger!»
Appena
mi sentii chiamare mi voltai, vedendo in lontananza Mclaggen farsi largo tra un
gruppo di studenti, sbracciandosi per farsi notare.
Sentii
le guance imporporarmisi al ricordo dell’ultima volta in cui gli avevo concesso
di parlarmi in privato e del suo bacio un tantino fuori luogo e comunque non desiderato
dalla sottoscritta.
Continuai
a camminare imperterrita, fingendo di non sentire le sue urla e rifugiandomi in
Biblioteca con il sollievo più che visibile sul volto, mentre mi accomodavo al
mio solito tavolo, salutavo gentilmente Madame Pince e poi cominciavo a tirare
fuori i miei compiti.
La mia
speranza era che non avesse visto dove ero andata o che magari decidesse di
rimandare il suo attacco nei miei confronti ad un altro momento.
Mclaggen
era ancora più soffocante di un tempo, se il sesto anno lo avevo reputato
rompiscatole ora potevo solo definirlo ossessionato. Il fatto strano era che
non capivo il motivo di tutto questo attaccamento nei miei confronti.
Sentii
le porte della biblioteca aprirsi un paio di volte, ma non mi lasciai distrarre
e cominciai ad aprire il libro d’Incantesimi e recuperare una pergamena e la
penna dalla borsa.
Ero
intenta a cercare la pagina su cui dovevamo consegnare la relazione, quando
sentii un ciuffo dei miei capelli abbandonare lo chignon con cui avevo provato
a domarli e scivolarmi lungo la guancia e poi davanti all’occhio fino a
raggiungere le labbra.
Stavo
per spostarlo infastidita, quando nel mio campo visivo delle dita lunghe
svolsero il gesto al mio posto e adagiarono la ciocca dietro al mio orecchio.
M’immobilizzai
un istante, chiedendomi cosa avesse spinto Mclaggen a sfidare la mia pazienza
quel giorno ma, alzando lo sguardo, mi ritrovai a fissare il viso serio di
un’altra persona.
«Granger»,
mi salutò Malfoy, sedendosi nel posto di fronte al mio.
«Ciao»,
dissi, ancora confusa, ma lusingata dal suo gesto.
Lo
osservai per ancora qualche secondo, prima di tornare a concentrarmi sulla pergamena ancora bianca davanti a me.
Eppure,
per quanto cercassi di concentrarmi sul compito, non riuscivo a levarmi dalla
mente il fatto che lui fosse di nuovo lì con
me.
Azzardai
ad alzare di nuovo lo sguardo.
Malfoy
stava leggendo il volume di Trasfigurazione e le sue labbra si muovevano ad una
velocità impressionante, come se stesse pronunciando delle parole ma qualcuno
avesse messo la scena in muto. I capelli biondi erano scompigliati e il viso
pallido era serio e concentrato, la fronte aggrottata e, all’altezza del mento,
sempre lo stesso livido, anche se meno evidente di pochi giorni prima.
La
voglia di chiedergli come o chi glielo avesse fatto era forte, ma per non
parlare mi morsi forte il labbro inferiore e tornai a fissare la mia pergamena.
Dovevo
concentrarmi sul compito, solo sul compito...
Non ci
riuscii e alzai di nuovo lo sguardo, questa volta però incontrai i suoi occhi
grigi scrutarmi.
«Ti do
fastidio?» chiese, lanciando un’occhiata alla pergamena di fronte a me; doveva
essersi accorto che non stavo lavorando come al mio solito.
«No!»,
esclamai, sconvolta dalle sue parole: «Non mi dai fastidio, nient’affatto».
A quel
punto avrei dovuto distogliere lo sguardo e cercare di tornare in me, invece
rimasi immobile, i miei occhi nei suoi.
«Secondo
me invece sì, altrimenti non mi fisseresti in continuazione...», disse con tono
malizioso, facendomi arrossire.
«N-non
è... io... volevo... non...»
Mi
sentii ancora più patetica di prima, adesso non riuscivo neanche più a
formulare una frase di senso compiuto; che vergogna!
Lo
sentii sospirare: «Se proprio lo vuoi sapere ho litigato con un mio compagno di
casa e lui ha avuto la fortuna di colpirmi per primo, ma se vai in infermeria
puoi vedere come l’ho conciato per le feste».
La sua
spiegazione non sembrava far una piega, quindi mi convinsi che fosse stato
sincero, ma poi mi resi conto di non aver posto nessuna domanda, o almeno, non
ad altra voce.
«Mi hai
letto nella mente!», esclamai, confusa e sconvolta e anche un tantino
imbarazzata e presa in contropiede; il fatto che potesse ascoltare
tranquillamente i miei pensieri mi faceva sentire a disagio.
«Ero
curioso, non ho saputo resistere, ma non l’avevo mai fatto prima e se vuoi non
lo faccio più...», sussurrò posando la piuma e passandosi una mano tra i
capelli, spettinandoseli distrattamente.
«Ah»,
dissi con le guance ancora color pomodoro e una voglia matta di sotterrarmi per
l’imbarazzo.
«Allora?»,
chiese, facendomi corrucciare la fronte: «Allora cosa?», risposi confusa.
«Posso
o no leggerti ancora la mente?»
Stavo
per rispondergli negativamente quando vidi la porta della Biblioteca
spalancarsi e Mclaggen entrare e guardarsi intorno.
«Oh,
cazz...cavolini!», dissi notando lo sguardo di Madama Pince; davanti a lei
niente parolacce, era una regola.
«Cosa...?»,
domandò Malfoy, voltandosi verso la porta e notando il ragazzo dirigersi verso
di noi.
«Granger!
È da mezz’ora che ti cerco, non mi hai sentito che ti chiamavo prima per i
corridoi?», domandò Mclaggen.
«No,
scusa...», dissi, non sentendomi affatto dispiaciuta.
«Ah,
non importa... volevo solo chiederti se hai voglia di venire come mia dama alla
festa di Lumacorno di Sabato sera».
Lanciai
uno sguardo d’aiuto a Malfoy, che se la rideva sotto i baffi, poi tornai a
guardare il mio ammiratore, chiedendomi con quali parole potessi declinare il
suo invito senza ferirlo troppo.
«Io...»,
iniziai ma, con mia grande sorpresa la mia voce venne sovrastata da quella di
Malfoy.
«NOn ce
l’hai già un cavaliere per Sabato?»
Io
guardai il Serpeverde, vedendolo farmi l’occhiolino, prima che nella mia testa
sentissi la sua voce: “Stai al gioco”.
«Eh,
già. Ho un cavaliere, mi dispiace Mclaggen», dissi con un tono di voce
leggermente titubante.
«Ah,
sarà allora per la prossima volta...», disse il mio cagnolino scodinzolante.
«No»,
intervenne Malfoy: «Non penso che il suo ragazzo sia della stessa idea, temo
che tu debba cominciare a girare intorno ad un'altra ragazza, la Granger non è
più disponibile...»
«Come?!
Ragazzo? E chi è?», esclamò Mclaggen stupito.
“Lo vedrai alla festa, dillo!”
«Lo
vedrai alla festa», sussurrai, confusa dal suono della voce di Malfoy nella mia
testa e indecisa se essere felice perché mi stava aiutando a liberarmi di quel
ragazzo o arrabbiarmi dato che non avevo affatto un ragazzo e che avrei fatto
la figura della stupida Sabato, arrivando da sola.
«Ah.
Beh, allora io vado... ci vediamo...», salutò Mclaggen, prima di scomparire
oltre la porta della Biblioteca.
Rimasi
un istante in silenzio, prima di lanciare uno sguardo di fuoco al Serpevedre
che se la rideva tranquillamente davanti a me.
Alla
fine tra la gratitudine e la rabbia aveva vinto quest’ultima.
«Ma sei
cretino!? E ora che faccio? Non ce l’ho un cavaliere! E neanche un ragazzo, se
è per questo!», esclamai, sporgendomi verso di lui per non farmi sentire da
nessuno e per tentare di sembrare minacciosa almeno un po’.
«Sì che
ce l’hai», disse, ridacchiando.
«Ma,
davvero? E chi sarebbe?», chiesi con tono sarcastico.
«Ce
l’hai di fronte»
A
quelle parole sentii il mio corpo congelarsi, troppo sconvolto per riuscire a
formulare un pensiero di senso compiuto, il mio cervello doveva aver dato le
dimissioni.
«Come!?
Tu?!», esclamai aggrottando le sopracciglia.
«Che sarà
mai Granger? Vengo con te Sabato sera poi fingiamo di aver rotto e stop, fine
della nostra “travagliata” relazione».
Ok,
come l’aveva spiegata lui sembrava maledettamente semplice, ma ero certa che si
dimenticasse qualcosina.
«E come
pensi di riuscire ad essere in modo credibile il mio ragazzo? Tu non sai niente
di me, come io non so niente di te. È impossibile riuscire a far credere a
qualcuno che ci sia qualcosa tra di noi!» dissi, sentendomi fiera del mio
discorso che non faceva una piega.
«Semplice,
Granger, tu scriverai un elenco delle cose che ti piacciono o comunque le
informazione che di solito tra fidanzati si condividono, io te ne do uno uguale
e ce lo studiamo per Sabato».
Ok, ora
sembrava ancora più facile di prima.
«E se
dovessero chiedere delle dimostrazioni... diciamo “fisiche” che noi stiamo
insieme?»
«Non
dirmi che ti preoccupa di più darmi un bacetto che Mclaggen».
A
quelle parole non riuscii a trovare risposta e rimasi semplicemente a fissarlo.
«Allora,
Granger? Ci stai?»
Annuii appena, certa di star firmando la mia condanna a morte.
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Hola! :)
Come vi sembra questo capitolo? Voglio saperlo, quindi mi raccomando: recensite! ^^
Ringrazio tutte le persone che mi seguono, che mi inseriscono tra i preferiti e tra i ricordati, ma anche chi ha commentato: Thank you a lot! ;D
Il prossimo capitolo non so ancora quando riuscirò a postarlo... Spero di riuscirci per Martedì...
E, prima che me ne dimentichi, vi auguro di passare un felice Capodanno!! :) :)
Lazysoul