Se questo non è amore
Salve gente!!!!
Be come preannunciato questo è l’ultimo cappy di questo mi modesto lavoretto! Chissà come andrà a
finire fra il dolce pirata e la bella gattina…^^ Buona lettura gente!
Welllaaaaaaaaaaaaaaa! Arumi_chan hai letto tutta la ff in una volta sola? Bravissima! Ti meriti un premio x
questo! Che cosa? Vai a leggere la fine della ff e scopri cosa ha risposto la nostra Sanguccia….
E fammi sapere!!!!
Grazie mille aria x i complimenti! Farò più attenzione
la prossima volta! Vedi? Ho aggiornato come promesso! Buona lettura! ^^
Bella compare nihal_chan !!!
me felice di rivederti fra le mie recensioni! Mi scuso anche con te x il
ritardo, un kiss buon divertimento!
Wewe
sessho94, finalmente un ragazzo!!!! ( oppure no?) mi ha fatto
piacere ricevere la tua recensione! Grazie mille e buona lettura dell’ultima cappy!
Dolcissima Dolce
Sango91 Oh mio dio quanti complimenti!!!!!
Quanta euforia! Vai a leggere dai nn
ti trattengo oltre! E dimmi com’è andata! A
presto!
E certo che nn è male come risposta LILI! Vorrei vedere te al posto
della cara sango! Buona lettura! ^^
Sango lo fissò
ammutolita. – non credi che questa battuta sia fuori luogo? -.
- io… - Miroku
tacque. In realtà era sorpreso quanto Sango. Sposami. In quel momento, però, gli era sembrata la proposta più
giusta da fare.
- non sto scherzando voglio sposarti davvero! -.
- perché? – chiese lei, sospettosa.
L’altro scosse
la testa.- la tua esperienza nell’accettare proposte di matrimonio è pari a quella che hai con gli appuntamenti! A questo
punto, dovresti volarmi fra le braccia giurandomi eterna devozione. Hai capito?
-.
- sempre che
voglio accettare, no? -.
Miroku reclinò al testa di lato forzando un sorriso – non scherzare, non ho
mai chiesto a nessuno di sposarmi in vita mia, e rischi di farmi venire un
attacco di cuore – nonostante il tono scherzoso, era terrorizzato.
Sango si morse un labbro, scura in viso – io non voglio sposarmi. Non
voglio sposare nessuno -.
Quello si
sedette e le prese la mano – con me sarebbe diverso,
io non sono come lui -.
-questo lo so. Il problema è che io non intendo rinunciare ancora alla
mia indipendenza -.
- non ti chiedo
di rinunciare a niente -.
Lei gli lanciò
uno sguardo sarcastico – ah, no? Non faresti che insultarmi per come mi vesto e
come mi pettino -.
In
effetti era vero. –
beh, tu non puoi nasconderti per sempre -. Obiettò Miroku –sei
bellissima e devi esserne fiera. Fa parte di te. E
quando saremo sposati, non c’è ragione perché tu sia scialba. Ci penserò io a
tenere lontano gli altri spasimanti -.
- vedi? –
esplose Sango, non solo vuoi cambiarmi ma ti
comporterai da uomo delle caverne! Non mi serve un uomo che mi protegga -.
- vestita così
no di certo -.
Lei ignorò la
provocazione – carca di capire -.
- capisco
benissimo. Hai detto che tenevi a me, ma non è vero –
Miroku si alzò, sovrastandola. Si sentiva sconfitto, rifiutato e triste. Piegò
le labbra in un sorriso incerto.
- sai una cosa?
Sei un tantino egoista -.
Sango cercò di
parlare, ma lui glielo impedì – ho fatto il possibile, mi sono umiliato più
volte cercando di conquistarti… ma tu hai un cuore di
pietra. Non è colpa tua considerato il tuo passato, ma
io non so che altro fare. È doloroso amare tanto una persona ed essere
respinto. Mi sono sentito più vicino a te che a chiunque, compreso Inu Yasha…
ed ero deciso a non rinunciare a te -.
Lei chinò lo
sguardo, e Miroku
non riuscì a vederla in faccia. Tanto meglio: le stava aprendo il cuore e non
voleva essere guardato con pietà. Riprese a parlare in tono indifferente – non
ce la faccio
più. A quanto pare sei più forte di me, perché
io non credo di poter accettare altri rifiuti. Se vuoi continua a vivere sotto
una campana di vetro fai pure.. sappi che io non
resterò ad aspettare in eterno una tua risposta -.
Sango taceva e
lui sospirò disgustato. – lunedì non verrò all’allenamento, mi sostituirà Inu
Yasha finché non troverai un altro. Spiegalo tu ai bambini… se ti serve
qualcos’altro lascia un messaggio alla mia segreteria, per il resto, possiamo
ben salutarci qui Sango – disse avviandosi
all’ingresso.
Infine uscì
senza far rumore.
E, fedele alla parola data, il lunedì
successivo Miroku non si presentò. Lei stava malissimo, anche se non voleva
sposarlo. Non poteva. Era un idea assurda.
Allora perché
quella proposta le aveva riempito il cuore di gioia e poi si era sentita morire quando lui se ne era andato?
Arrivò Inu Yasha, che le lanciò
un’occhiata di traverso e prese il pallone. Lei lo raggiunse salutandolo.
- Sango… -
rispose lui in tono formale.
- grazie per
essere venuto -.
- Mio fratello
aveva bisogno di me -.
- lo so -.
Sango esitò,
Inu Yasha non aveva voglia di chiacchierare, ma lei doveva sapere – come sta? –.
- malissimo,
grazie -.
Il suo tono la
fece rabbrividire – io no volevo… -.
- certo che non
volevi, secondo te gli uomini sono tutti dei.. quindi
anche mio fratello -.
Lei non lo guardò – capisco -.
- non credo
proprio. In ogni caso, visto che non capirai mai, sono contento che tu abbia
rotto con lui prima che lui fosse ancora troppo coinvolto. Io sono l’unica
persona che gli abbia mai voluto bene, e la vita non gli ha insegnato a fidarsi
della gente, ne tanto meno delle donne. Quindi spero ardentemente che si trovi una ragazza capace di
amarlo. Se lo merita -.
Pur sconvolta
da quelle parole così dure Sango dovette riconoscere che l’amico aveva ragione.. se soltanto….
Questa volta l’aveva davvero fatta grossa. Per quanto cercasse di non pensarci, il passato tornava sempre a
tormentarla. O era lei che si tormentava?
Dopo due
settimane, Sango decise di affrontare la realtà. Voleva bene a Miroku, anzi lo amava e le mancava
da morire e ogni giorno stava peggio. Con lui si sentiva viva, senza di lui
spenta e svuotata.
Aveva bisogno
di lui, pur avendo giurato che non sarebbe mai più dipesa da nessuno in vita
sua, e ammetterlo le dava conforto. Non doveva più negare se stessa o le sue
emozioni: Miroku non avrebbe mai approfittato di lei o cercato di dominarla, di
questo era certa.
Però l’aveva ferito e forse lui non
gliel’avrebbe mai perdonato. Era troppo vigliacca per chiamarlo senza una
ragione precisa. Quando si sarebbero incontrati con Hojo per eventuali
spese o nuovi arrivi sarebbe stata l’occasione migliore per parlargli. Il piano
sarebbe andato alla perfezione se, al telefono di casa e al cellulare avesse
risposto lui e non una segreteria che la invitata a
lasciare un messaggio. Preoccupata, Sango chiamò Kagome e ricevette una notizia
per nulla incoraggiante. Miroku si era preso una lunga
vacanza nella casa in riva al mare dei suoi zii, assieme ad alcuni dei suoi
cugini.
Era andato
tutto storto e la colpa era solo sua. Era una
miserabile vigliacca e doveva smettere di nascondersi, proprio come le aveva detto Miroku.
Doveva fare
qualcosa e al più presto.
Inu Yasha andò
ad aprire la porta.
- ciao Sango,
entra -.
- grazie,
Miroku non è qui vero? -.
- no ci evita. Proprio come fai tu -.
Lei arrossì, ma
non si arrese – mi dispiace… - entrò e si guardò
attorno – sei solo? -.
- no, Kagome ti
aspetta di la. Prego -.
Il tono formale
dell’amico la mise a disagio.
- Sango, che
bello vederti! – esclamò la ragazza vedendo la giovane entrare in camera.
- non
abbracciarmi, sono sull’orlo dell’abisso ed un eccesso di gentilezza mi farebbe crollare -.
- che? – domandò Kagome stupita.
Fino a quel
momento Sango aveva mantenuto la calma, ma in realtà era ancora nervosissima
all’idea di affrontare Miroku. Le labbra iniziarono a tremarle. Sentendosi una
stupida aprì la bocca per iniziare un discorso calmo ed intelligente, ma
scoppiò in lacrime .- Io lo Amo! -.
- oh, Sango! –
sorrise l’altra. Nonostante i sentimenti contrastanti
che provava la strinse – è meraviglioso! -.
- non lo so –
la giovane tirò su col naso – l’ho ferito, e non ho
mai fatto soffrire nessuno in vita mia. Non lo sopporto -.
- gliel’hai detto? -.
Lei scosse la
testa – non posso andare a dirgli che lo amo come se
nulla fosse. Sono stata terribile -.
- non è vero.
Vedrai che lui ti capirà -.
Sango alzò la
testa. Si era mostrata già abbastanza vulnerabile – spero
che ti abbia ragione, perché io lo amo davvero -.
Inu Yasha entrò
in camera con in mano un vassoio con sopra delle
tazzine – state ancora spettegolando su mio fratello? -.
- no! – lo
aggredì Kagome – stavo convincendo Sango che Miroku la ama
-.
Lui alzò gli
occhi al cielo – certo! Altrimenti perché sarebbe così insopportabile? -.
- non dirlo a
me – replicò la ragazza – dillo a lei -.
- Mio fratello
ti ama, e tu cosa intendi fare? -.
Le
i si morse il
labbro. Miroku aveva cercato di parlarle dai suoi sentimenti, ma lei non aveva
reagito. Stava male all’idea di ciò che lui doveva aver provato. Come poteva
confessargli di essere terrorizzata perché l’idea di accettare tanta felicità
la rendeva vulnerabile?
Non osava
neanche immaginare come doveva essersi sentito lui quando
aveva respinto la sua proposta di matrimonio.
All’improvviso
ebbe un idea – devo rimediare. Devo dimostrargli
quanto lo amo -.
- diglielo e
basta – suggerì Inu Yasha.
Sango scosse la
testa – ho un piano, ma mi serve il vostro aiuto -.
- oh no! – gemette il ragazzo – parli come Kagome! -.
Quella scoppiò a ridere – Ti ascolto! Sai che adoro i complotti! –
disse.
Inu Yasha si sedette – io non me ne vado! State confabulando contro il
mio povero fratellino, quindi devo proteggere i suoi interessi -.
- Bene, allora
ascoltatemi -.
Miroku fissò stupito il fratello, in abito scuro e pronto ad uscire – non
dovevamo fare dei lavori in casa? -.
Inu Yasha si
batté una mano sulla fronte – oh Dio! Mi sono dimenticato! Avevo deciso di
uscire con Kagome. Ti dispiace iniziare te? -.
- no -.
- grazie io
appena posso mi libero! -.
- come stanno i
ragazzi? -.
- stanno bene –
rispose Inu Yasha, vago – e manchi tanto alla piccola Ai, comunque
ho qui una lista di tutte le faccende da sbrigare -.
Lui riuscì a
sorridere – bene, tanto oggi son libero -.
Il fratello gli
mise un foglio nella tasca dei pantaloni, poi si guardò
l’orologio – devo scappare – mentì – per prima cosa vai sul retro della
palestra della scuola, qui ci sono le chiavi. Sango ha chiamato dicendo d’aver
dimenticato li qualcosa. Dai un’occhiata,
ti dispiace? -.
Miroku non si mosse – non passerà di qui, vero? – domandò in preda al
panico.
- non
preoccuparti – lo rassicurò il fratello – e grazie di tutto. Ciao -.
- ciao -.
Malgrado
tutto era ansioso di
vedere che cosa aveva dimenticato Sango in palestra. La maschera? Una parte di quel
costume? Magari l’avrebbe tenuta lui. Era un ricordo e lei non poteva
obiettare.
Si diresse verso il retro, quel giorno c’era il sole e non le
luci soffuse della festa. Proseguì a testa bassa. La porta era socchiusa, ma
Miroku non vi fece caso, troppo preso dai ricordi…che
strano! Adesso l’idea di sapere che si trattava di Sango e
non di un’altra donna, rendeva l’esperienza più erotica e provocante.
- Miroku? -.
Si fermò raggelato. Era tutto troppo vero per essere un sogno. Si voltò lentamente e gli mancò il
fiato. Sango era esattamente dove la ricordava, ferma, al centro della sala.
Ma non aveva la parrucca, e.. portava la
maschera. Lui la fissò, non c’erano ombre e le luci erano tutte accese. I capelli di lei era sciolti in onde morbide e sexy sulle
spalle, fatte apposta x essere accarezzate. Gli occhi nocciola, colmi di ansia e aspettativa lo fissavano seri.
Le
si avvicinò
lentamente, senza quasi respirare, e le sfiorò il volto – posso toglierla? –
disse rivolto al velo nero che lo copriva.
Lei sorrise –
se vuoi – continuò fissandolo negli occhi col fiato sospeso – fai tutto quello che ti piace Miroku -.
- mi piaci tu –
le tolse la maschera e le sorrise – ti rendi conto di
quanto sei speciale x me? Amo tutto di te: stare con te, guardarti e parlarti
-.
La baciò
dolcemente –non mi stancherò mai di te e non cambierò
niente di come sei -.
- tranne i miei abiti -.
- puoi vestirti
come vuoi non mi importa -.
Sango fece uno
sforzo enorme per resistere alla tentazione di doverlo abbracciare. Dovevano
parlare era necessario che lui capisse – voglio farti felice io.. io ti amo -.
Miroku chiuse
gli occhi e la strinse – anch’io. Ti amo da morire -.
- fa un po’
paura no? -.
- no! – rispose
lui deciso – amarti é facile da morire – poi sorrise e le accarezzò la scollatura
– proprio come questo costume -.
- voglio essere
come tu mi vuoi – mormorò lei.
- voglio che tu
sia te stessa e basta – Miroku le nascose il viso
sulla spalla – sei bellissima e speciale. Sii te
stessa, amore, e smettila una volta per tutte di nasconderti -.
Lei rise – Inu
Yasha ti ha detto cosa ho perso qui? – chiese scherzando.
- cosa? -.
- il mio cuore
-.
- non l’hai
perso – la corresse lui – ce l’ho io; e adesso non ho
alcuna intenzione di ridartelo -.
Lei fece per replicare ma Miroku le mise un dito sulle labbra – hai
indossato il costume solo x tormentarmi, oppure realizzare il mio desiderio? -.
- tutte e due
le cose – rise, sfuggendogli.
- vieni qui! – le ordinò il giovane raggiungendola.
Seguì un bacio,
e lei finalmente lo abbracciò. Era tutto stupendo, perfetto. Quando
la strinse a se Miroku sentì il rumore di un foglio che si piegava e, con
un’occhiata sospetta, si tolse dalla tasca il biglietto che gli aveva dato Inu
Yasha.
Anche le donne hanno
fantasie, almeno così sostiene Kagome,
li in un angolo ci
dovrebbe essere un sacchetto,
divertitevi
ragazzi!
Sango glielo porse ridendo – ecco qua! -.
Lui lo
prese al volo – cos’è? –
- il tuo costume da pirata! -.
Miroku sorrise malizioso, slacciandosi la camicia – con me non
si scherza baby! -.
- oh ma davvero? -.
- certo! Sono un pirata per bene io! – ribadì
afferrandola per la vita.
- ehm… ci sarebbe un’altra questione da risolvere… - sussurrò
lei.
- sarebbe? -.
- beh… non è un po’ troppo prestino per
i matrimoni? -.
- no di certo mia cara! – rise lui, poi si fece serio – scusami per quella volta, ma m’avevi fatto arrivare
all’esasperazione -.
- chiedo perdono capitano.. – disse lei.
- prima d’arrivare all’altare ce ne di
tempo… - rispose lui.
- e come avete intenzione di spenderlo quel
tempo, se mi è concesso saperlo? -.
- bellezza ho afferrato il tuo
messaggio – fece lui, con aria di chi la sa lunga.
Sango osservò il costume che il giovane aveva fatto cadere per
terra.. poi le ritornò in mente un vecchio ritornello….
- …. pirati,
corsari e gran bucanieri… - canticchiò,
stringendogli le braccia al collo.
Lui rise, costringendola a piegarsi all’indietro -… yo-ho! Beviamoci su! – finì, baciandola.
Ma chissà da dove l’avrò
presa questa fine eh? Scusa gente ma mi sono fatta
prendere un po’ la mano…. Non ho nient’altro da dire, sperò che la fine di
questa lunga e tormentata saga sia di vostro gradimento
e, non mi resta altro che scrivere la parola fine anche a questa mia.
Arrivederci alla prossima!
YO-HO BEVIAMOCI SU!
Fine….????