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Autore: _helianthus    30/12/2012    2 recensioni
1# - Si spostò di poco a destra, e andò ad accarezzare i capelli all'altro. Morbidi come sempre. Lo udì quasi fare le fusa. [Heat/Nepper]
2# - Anche se, dopotutto, non poteva sapere che il ragazzo del proprio allenatore era il fratello dell'allenatore della Hakuren -le telenovelas americane a confronto erano bazzecole. [Yukimura/Kishibe]
3# - Alzò gli occhi e smise di fissare il proprio riflesso nell'acqua. Incontrò gli occhi blu cielo di Taiyou, che lo osservavano, ridenti. [Taiyou/Yuuichi]
4# - Gli dispiaceva un po', essere morto, ma il pensiero di potersi ricongiungere a lei era più forte di qualsiasi altra cosa. [Asurei/Kinako]
5# - All'ennesimo "Gianlù" striscicato e con tutte le vocali allungate, il ragazzo prese uno dei cuscini dal divano e lo lanciò contro quello disteso in mezzo al corridoio. [Gianluca/Marco]
6# - "Onestamente, stavo pensando ai bengalini che ieri agli allenamenti Taiga e gli altri ragazzi hanno trovato fuori dal nido." [Atsuya/Afuro]
7# - Dodici giorni, o giù di lì, e Masaki Kariya sarebbe diventato padre. [Masaki/Akane]
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Raccoltina scrausa di pseudo-flash. Dedicato a Bloody Alice.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Goodmorning to you~ Titolo: Good morning to you~
Sottotitolo(?): (È una sottospecie di raccoltagfdkjfh)
Rating: Verde.
Genere: Romantico, sentimentale, fluff. FLUFF COME SE PIOVESSE! *piange again* (?)
Avvertimenti: Spoiler!, OOC, Raccolta, What if...?, Missing moments
Note: BWA BWA BWAAAA. Vi avviso subito prima di trovarvi inferociti: fanno. Schifo. Non sono abituata a scrivere fluff--credo che alcuni di voi mi conoscano, ho l'abitudine di uccidere o far soffrire i personaggi su cui scrivo. Io sono per l'angst, sono per i bad ending, sono per la gente che piange e per i figli abbandonati (ogni riferimento a cose o persone è assolutamente casuale (?)).
Per cui vorrei gentilmente chiedervi scusa se queste cose non sono di vostro gradimento. Non ne sono capace, ok? Infatti sto già pensando a una piccola Fei/Saryuu dove Fei uccide suo padre. Mhmh.
In ogni caso, ogni "flash" (non so bene esattamente cosa siano quelle cose (?)) è abbinata a un biscotto della Mulino Bianco (tranne i Bucaneve che sono della Doria). Sono un'esperta in questo campo (in realtà no), e volevo scriverci qualcosa. Ogni biscotto sul pacco ha abbinato una o due frasi--la maggior parte delle volte senza senso. come quelle dei Cuor di Mela. È angst quella frasetta, ve lo dico io (?)
Non tutte le... ... ... ...cose che ho scritto fanno necessariamente riferimento al biscotto o alla frasetta. Onestamente, ripeto, il fluff mi è difficilissimo da scrivere, quindi sono andata un po' a caso: quello che mi veniva da scrivere in quel momento l'ho scritto e buonanotte al secchio (??)
E poi ovviamente: dedico queste cose orrende (?) alla mia Milka, ovvero Amanda, ovvero Alicchan, ovvero la Signora del Girallo (?), ovvero Bloody Alice su EFP.
La mia Milka è un tesoro tesoro, e le voglio tanto bene, anche se non è un gran genio a fare gli origami (culettooo (?)), ma sa fare tante cose--quali scrivere e voler bene alle persone (?) Sopporta con pazienza le persone moleste (ogni riferimento a cose o persone è assolutamente casuale again (?)), e poi  è tanto carina e simpatica <3 Una bella persona, insomma. E tiravo avanti questa sottospecie di raccoltina da........ non so quanto tempo, e oggi mi pare il momento adatto per pubblicare, dato che poi scapperò e non mi rivedrete fino al due di gennaio :'D
Ora penso anche di potermene andare. Ciaaao e non odiatemi vi prego DD:
E ricorda Milka: namo ta Buddha! ♥
- Caty ♥

Ps: Quanti punti di domandaaaa.


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Pan di Stelle - Heat/Nepper - 229 parole, suppongo
[Può un angolo di cielo essere rotondo?]


Heat si era addormentato. Nepper sospirò.
Nessuna musichetta da videogame snervante, nessuna parlantina infinita, nessuna falsa lacrima versata per l'ennesimo Pokémon esausto.
Si coprì il volto, tenendosi la fascia con una mano per non farla volare via a causa dell'ennesima folata di vento. Diede uno sguardo al ragazzo addormentato al suo fianco, pensando che fosse un peccato non aver potuto parlare con lui. Era l'ultima notte che passavano da... Alieni. Il giorno dopo sarebbero arrivati quei pazzi della Raimon, e tutti quanti, tutti tranne i ragazzi della Genesis e loro padre, speravano che riuscissero a vincere.
Persino Burn -persino Nagumo-, inizialmente così convinto della vittoria della Aliea su tutte le altre squadre del mondo, sperava ardentemente nella loro vittoria.
Ma il cielo quella notte era nero. Nero pece, e poche erano le stelle che spuntavano almeno un po' per farsi ammirare. Era inoltre una giornata di luna nuova, per cui nemmeno la sua luce riflessa illuminava un minimo i due ragazzi.
Si spostò di poco a destra, e andò ad accarezzare i capelli all'altro. Morbidi come sempre. Lo udì quasi fare le fusa.
Sorrise e scostò il suo Nintendo Ds, distendendosi al suo fianco. Automaticamente, l'altro gli si avvicinò e appoggiò la testa sul suo petto. Netsuha gli diede un bacio sulla fronte, e ritornò a guardare il cielo.
Poi, le labbra di Atsuishi si incurvarono volontariamente verso l'alto.



Bucaneve - (lievissima) Kishibe Taiga/Yukimura Hyouga - 299 parole, immagino
[Il nome scientifico dei Bucaneve deriva dal greco e significa latte e fiore.]

Una bufera di neve.
Kishibe sospirò: sapeva che andare a festeggiare il Capodanno assieme al proprio allenatore non sarebbe stata una grande idea. Anche se, dopotutto, non poteva sapere che il ragazzo del proprio allenatore era il fratello dell'allenatore della Hakuren -le telenovelas americane a confronto erano bazzecole.
Be'... Forse gliel'aveva detto... Ma non ci aveva fatto troppa attenzione.
In ogni caso, se quello forse avrebbe potuto aspettarselo, di certo non poteva nemmeno minimamente immaginare di ammalarsi di broncopolmonite--forse non avrebbe dovuto scavare una buca nella neve e, per errore, addormentarsi al suo interno.
Sicuramente non avrebbe dimenticato l'infuriato volto di Yukimura, quando lo aveva scoperto a sonnecchiare bellamente in mezzo alla neve, e per giunta con una giacchetta primaverile!
Forse avrebbe dovuto aspettarsi di tutto. Sicuramente, non si aspettava di tornare in Hokkaido a festeggiare anche il prossimo anno. Tossì, mentre guardava il sole sorgere. Forse, se si fosse messo d'impegno, sarebbe riuscito a guarire almeno un pochino e a passare almeno la mezzanotte con gli altri. Aveva tutta una giornata per ingozzarsi di medicine, dopotutto.
Poi sentì la porta bussare. Non aveva proprio voglia di sentire il proprio allenatore che, palesemente preoccupato, lo riempiva di stupide coperte facendolo solo soffocare dal caldo. Taiga era una persona tropicale, ma in ogni caso il troppo caldo gli faceva venire un gran mal di testa.
Capì che non era Afuro ad aver bussato alla sua porta solo quando udì delle imprecazioni che potevano essere solo di una persona: Yukimura Hyouga. Mugolò leggermente, e poi tossì. L'altro capì che era sveglio, ed entrò.
- Ciao. -
- Buongiorno, Hyouga. - rispose con voce roca.
- Ti ho portato la colazione. E un bucaneve. -
Kishibe prese con delicatezza il fiore che Yukimura gli stava porgendo. Poi sorrise, e lo abbracciò.



Spicchi di sole - Amemiya Taiyou/Tsurugi Yuuichi - 401 parole, penso 
[Era un tipo solare e diceva le cose in modo semplice. Per questo piaceva a tutti.]

- Dai Yuuichi! Ancora tre metri e con oggi abbiamo finito! - la pelle di Taiyou brillava al sole, bianca, perlacea, in quel caldo pomeriggio estivo. Probabilmente si sarebbe scottato, perché Yuuichi non lo aveva visto mettersi nemmeno un minuscolo grammo di crema da sole, ma era troppo impegnato ad aiutarlo per preoccuparsi minimamente di se stesso.
Era la quarta vasca che faceva, quel giorno, camminando nell'acqua. Pensava di dover attendere ancora due estati, prima di riuscire a camminare, e invece Taiyou lo aveva spronato e spinto così tanto che era già lì. Era già lì, con un bellissimo costume da bagno -Yuuichi odiava dover mettere in mostra la propria pelle, odiava il vento che gliela seccava, odiava il sole che gliela scottava-, immerso nell'acqua fino al petto, che faceva su e giù in una vasca all'aperto sul retro dell'ospedale.
Erano da soli, lui e Taiyou, perché quello non era l'orario consentito per fare riabilitazione. Ma il più giovane non aveva nulla da fare, e perdere quelle ore di caldo gli sembrava una stupidaggine. Per questo, erano scappati dalle loro stanze appena l'orario delle visite era cominciato--nella confusione del viavai di persone sarebbe stato più difficile trovarli.
- Ci sei quasi, dai! - avanzava a fatica, Yuuichi, immerso nell'acqua. La sensazione delle gambe che si muovevano da sole era, però, spettacolare. Sarebbe rimasto in piscina tutto il giorno solo per muoverle nell'acqua. Alzò gli occhi e smise di fissare il proprio riflesso nell'acqua. Incontrò gli occhi blu cielo di Taiyou, che lo osservavano, ridenti.
- Che c'è? Qualche problema? - Yuuichi sorrise, spostandosi un poco in avanti per coprirsi da sole, sotto di lui. Il più giovane stava in piedi a bordo vasca, baciato dal sole e in attesa che l'altro arrivasse al termine della vasca. Yuuichi aveva ancora gli occhi puntati su di lui, e per un attimo sovrappose l'immagine del sole a quella del ragazzo. Rise, e poi porse entrambe le mani a Taiyou - Tirami su, non ne posso più di stare in ammollo. -
- Be', oggi sei stato davvero insuperabile! Hai fatto una vasca in più di ieri! - ma mentre gli afferrava le braccia, Yuuichi ci ripensò: lo tirò verso di sé, e poi si spostò indietro. I molteplici schizzi che gli arrivarono sul volto quando Taiyou cadde in acqua lo rinfrescarono e gli bagnarono anche i capelli.
Poi rise ancora, vedendosi trascinato sott'acqua.



Rigoli - Asurei Rune/Kinako Nanobana - 436 parole, forse
[C'erano tutti, persino il miele. Come ai bei vecchi tempi, pensò.]

Asurei sospirò e si guardò intorno. Era tutto... Perfetto. Forse un po' strano, ma sempre perfetto. Si sentiva immerso nelle nuvole, che parevano zucchero filato, e dinanzi a lui il cielo sfumava dal blu della notte all'arancione dell'alba.
Inspirò ed espirò, lentamente. Gli dispiaceva un po', essere morto, ma il pensiero di potersi ricongiungere a lei era più forte di qualsiasi altra cosa. Non avrebbe desiderato uan morte violenta come quella -farsi uccidere con un fucile dal proprio figlio, probabilmente, non era la migliore delle ipotesi-, ma a quello ci avrebbe ripensato quando anche Fei li avesse raggiunti.
Udì poi la sua voce, dolce e arzilla allo stesso tempo, e corse ad abbracciarla. Correre sulle nuvole era difficile come correre sulla sabbia, e per questo il momento in cui la toccò fu ancora più bello: la strinse a sé come mai aveva fatto, sorrise e pianse. Era bella, bella come lo era sempre stata. I capelli color del miele ricadevano, lunghissimi, lungo i fianchi e nei grandi occhi di caramello Asurei si sarebbe potuto specchiare.
Profumava di miele, e lui di menta. Un accostamento bizzarro e complesso, ma decisamente speciale. Lo baciò sulle labbra, e ricordò le mattine passate assieme al piccolo Fei.
All'inizio era stato davvero perfetto, per Asurei: il sorriso di Nanobana, gli occhioni contenti di Fei, le risate di entrambi, mentre lui leggeva il giornale, sereno, e inzuppava i biscotti nel caffelatte.
Chiudendo gli occhi ricordava vividamente quei momenti. Fei beveva latte e miele assieme alla propria madre, che il caffé non lo poteva sopportare, e lui si preparava con calma ad andare a lavoro...
Ripensò alla El Dorado con un po' d'odio per essersi fatto portare via il figlio -l'idea di averlo abbandonato ancora non riusciva a tollerarla.
Ma non ce n'era più bisogno. Aveva terminato di vivere.
E ora che era morto, che era in paradiso, circondato da nuvole di zucchero filato e sovrastato da un'alba meravigliosa, in compagnia della moglie, non avrebbe nemmeno voluto pensare alla sua vita.
Kinako gli strinse una mano, e lui riaprì gli occhi. La abbracciò ancora, inebriato dal profumo del miele. Era dolce, dolcissimo, e per un attimo pensò che tutta quella dolcezza lo avrebbe ucciso.
- Asurei. - sussurrò quella, stringendosi a lui - Asurei, lo perdonerai, vero? - si stava riferendo, ovviamente, al figlio. Ma l'uomo lo aveva già perdonato, e anzi, non sapeva se aveva ancora ricevuto il suo perdono.
- Certamente. - rispose soltanto - Dobbiamo solo aspettare che arrivi anche lui. -
Avrebbero dovuto attendere, con calma e senza angosciarsi.
Poi ci sarebbero stati davvero tutti, come ai vecchi tempi.



Abbracci - Marco Maseratti/Gianluca Zanardi - 276 parole, ma è solo una supposizione
[Nessuno seppe mai se fu il cacao ad abbracciare la panna o viceversa.]

A breve, Gianluca lo avrebbe gettato in un canale. Zanardi aveva appena scoperto l'utilità degli allenamenti al lancio del peso fatti a scuola le settimane precedenti, perché stava per lanciare il ragazzo -e fidanzato- dalla finestra. Non importava se c'era più di qualche metro di marciapiede tra il suo appartamento e il canale, e anzi, sarebbe stato meglio se Marco fosse caduto sulla strada e non nell'acqua--magari era il tentativo buono in cui riusciva ad ucciderlo e se lo toglieva dai piedi una volta per tutte. All'ennesimo "Gianlù" striscicato e con tutte le vocali allungate, il ragazzo prese uno dei cuscini dal divano e lo lanciò contro quello disteso in mezzo al corridoio.
Non erano certo affari suoi se il proprio ragazzo si tirava avanti il dopo-sbronza fino al mattino dopo.
- Gianlùùù... -
O forse sì.
Il più giovane alzò gli occhi dal libro che stava leggendo e li portò sull'amico, ubriaco, disteso a terra - Un abbraccio, Gianluca. - aveva detto quelle tre parole con tale serietà da non sembrare nemmeno sbronzo - Aaaabbraciooo. - no, avrebbe dovuto ricredersi ancora.
- Maseratti, stai zitto. - disse solo, e si immerse nuovamente nella lettura. Non si accorse, evidentemente, del compagno che stava avanzando strisciando verso di lui.
Si spaventò a morte, ovviamente, quando sentì due mani afferrargli la caviglia destra. Per lo spavento aveva lasciato improvvisamente il libro, che ora giaceva a terra, aperto su una pagina a caso.
Gianluca sbuffò sonoramente, e si alzò in piedi. Afferrò Marco per le spalle e lo tirò in piedi, gli schiaffeggiò il volto con una mano e poi, impettito, lo abbracciò.
E Marco sorrise, soddisfatto.



Soffi - Atsuya Fubuki/Afuro Terumi - 292 parole, credo
[Di frolla montata con bacche di vaniglia.]


- Questi biscotti fanno schifo. -
- Be', li ho comprati. Quindi ora li mangiamo. -
- Mangiali tu. A me fanno schifo. -
Afuro prese la busta che conteneva gli oggetti del reato -Atsuya mangiava un po' di tutto, quindi gli pareva strano che qualcosa non gli piacesse-, la girò e lesse gli ingredienti - Ho capito. - disse solo, e poi sospirò - Sono fatti con la vaniglia. -
A quella risposta, l'altro ragazzo fissò per un momento il biscotto che teneva in mano. E poi lo scagliò lontano.
- Volevi attentare alla mia vita! Ammettilo! -
Afuro non avrebbe mai e poi mai capito per quale astruso motivo il suo ragazzo non potesse sopportare la vaniglia in nessuna delle sue forme. Alla fine, se non gli veniva detto, in parte la sopportava--Afuro al suo contrario la adorava, e il suo shampoo, il bagnoschiuma, persino il profumo, contenevano in qualche modo aromi alla vaniglia.
E non gli pareva che fosse così tanto dispiaciuto quando, dopo la doccia, il profumo di vaniglia si diffondeva in tutta la loro casa. Forse era distratto da qualcos'altro -ad esempio il suo ragazzo-.
Intanto, Atsuya stava continuando a blaterare e Afuro non lo aveva minimamente ascoltato. Cosa stava dicendo? Ah, probabilmente futili lamentele che mettevano in dubbio la sua enorme magnificenza nei suoi confronti...
- Mi stai ascoltando, biondina? -
- Onestamente, stavo pensando ai bengalini che ieri agli allenamenti Taiga e gli altri ragazzi hanno trovato fuori dal nido. -
Atsuya sbuffò - In ogni caso, questi cosi te li mangi tu, che con la vaniglia ti sposeresti. -
- Non credo proprio. -
- Afuro, la vaniglia mi fa--
- Ho detto: non credo proprio che mi sposerei la vaniglia, imbecille. -




Campagnole - Masaki Kariya/Akane Yamana - 419 parole. Mh.
[Era diventata grande, ma i campi dove era cresciuta le erano rimasti dentro.]

- Masakikun. -
- Nh. -
- Masakikun, svegliati. -
- Nnh. -
- Caro, il bambino ha fame. -
- Oh no, tu hai fame. -
- Ma visto che il bambino è nella mia pancia e mangiando riempirei la mia pancia... Allora il bambino ha fame. -
Kariya Masaki sbuffò e si trascinò a fatica fuori dal letto: suo figlio stava diventando troppo mattiniero per i suoi gusti, era il terzo giorno in cui -non avrebbe saputo dire se per colpa del bambino o di Akane- si svegliava alle cinque e mezza per portare la colazione a letto a sua moglie e il suo non-ancora-nato figlio.
Aprì una scatola di biscotti mentre guardava i campi coltivati intorno alla loro casa: era stato per volere di Yamana, il trasferimento in mezzo alle campagne più sconfinate. A Masaki non era dispiaciuto poi tanto, alla fine, tutto quel verde e quel giallo lo rilassavano, e lo rendevano felice di vivere da solo con la persona che più amava in tutto il mondo in un posto sperduto e dimenticato dagli altri con "altri" ovviamente si escludeva tutti i suoi compagni di squadra che regolarmente venivano a fargli visita nei fine settimana. Avevano smesso solo in queste ultime due settimane, dato che Akane era piuttosto stressata per la gravidanza e il parto.
Il ragazzo -l'uomo- guardò il calendario e contò i giorni che mancavano alla data prefissata dai medici. Dodici giorni. Dodici giorni, o giù di lì, e Masaki Kariya sarebbe diventato padre.
Rimase a fissare con aria vaga il nulla, tanto che l'acqua calda fuoriuscì dal pentolino e gli scottò una mano--si sentì più impedito della moglie, che in cucina era una frana.
- Ti ho portato del tè con i biscotti. Pensi che possa andare bene, oppure a tuo figlio l'abbinamento "Fragola e mango" fa schifo? - il profumo dolciastro della bevanda si stava diffondendo in tutta la casa, e Masaki era consapevole che, generalmente, era una delle cose che di più le piacevano.
Akane rise mentre lo ringraziava. Prese uno dei biscotti e ne mangiò un pezzetto.
- Ah. - disse, e l'altro intanto si sedeva di nuovo nel letto - Sono gli stessi biscotti che mangiavo quando ero bambina. -
- Ti dispiace? -
- Come? -
- Tutto questo, dico. Ti dispiace? -
Akane rise, e diede dello stupido al proprio marito - Come potrebbe dispiacermi? È semplicemente tutto quello che ho sempre desiderato! -
Masaki borbottò qualcosa, prima di ritrovarsi le labbra dell'altra sulle proprie.


   
 
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