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Autore: Hischocolateeyes    30/12/2012    7 recensioni
Ok, non sono per niente brava con le introduzioni, quindi... spero di non fare un colossale fiasco xD. Evelyn, è la protagonista di questa storia. Una ragazza come me e voi, che vive nel 2012, ha i suoi problemi, la sua vita e una colossale ammirazione per Titanic, anzi, un'ossessione per quel film. Questa è lei, con i suoi momenti no, i suoi pianti e le sue gioie. Questa è lei, italiana fino al midollo. Questa è lei che sogna. Questa è lei, che ama. Questa è lei che, a sedici anni suonati, piange ancora per Titanic. Questa è lei, capelli lisci come spaghetti e di un castano chiarissimo, che diventa biondo durante l'estate. Questa è lei, con i suoi occhi nocciola. Questa è lei, nelle sue molteplici imperfezioni. Questa è lei, e credo di aver detto tutto.Oh, dimenticavo: è innamorata di Jack Dawson.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jack Dawson, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'It was only just a dream'
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Capitolo 5: La festa in terza classe


Okay. Ci siamo. Il terribile momento è giunto. Purtroppo.
Respiri profondamente, Eve, prima di uscire dalla cabina e arrivare da Jack che ti sta aspettando lì fuori e ormai da venti minuti bussa alla porta, rischiando di distruggersi la mano.
Quando apri la porta, stretta nello stesso vestito nero che lui ti ha portato, i capelli acconciati alla buona con l’elastico che hai sempre avuto al polso e senza un filo di trucco a nascondere tutti i tuoi difetti sei rossa in faccia dalla vergogna. Tieni lo sguardo basso, per paura di leggere nel suo sguardo cristallino sgomento e delusione per come ti presenti a lui e all’intera terza classe. Lui ti solleva il viso con la mano, facendo incontrare i vostri occhi.
-Tutto bene?- ti chiede dolcemente, frugando tra i tuoi sentimenti semplicemente osservandoti.
Sai che non gli mentirai.
Sai che, se anche ci provassi, lui capirebbe subito che quello che hai appena detto è un’enorme balla.
Quindi perché dovresti anche solo pensarci?
-No… Ho paura, Jack.- Lo hai guardato negli occhi, mostrandogli tutto il panico che ti sta scuotendo dentro e che t’impedisce di godere di quel piccolo momento in cui siete tu e lui.
-Di cosa hai paura, Eve?-
-Di non essere abbastanza, di deludere le tue aspettative, di fare una delle mie solite figuracce. Ho paura che tu, dopo stasera, non mi vorrai più bene.-
Hai tirato fuori tutto, dichiarato le tue paure, e senti un peso che se ne va dallo stomaco, lasciandoti respirare un po’ meglio. Glielo dirai. Hai deciso, lui deve saperlo. La festa di questa sera è l’occasione migliore. Anche perché non ne vedi altre.
Domani la nave affonderà, tu non l’hai ancora avvisato, non gli hai detto da dove vieni, di te ha solo un’idea generale.
Magari non ti crederà, magari ti odierà.
Magari resterà tuo amico, magari continuerà a farti sentire ciò che sta provando ora.
Persa nelle tue riflessioni, ti accorgi solo dopo che un corpo è premuto contro il tuo, che un paio di braccia sono intorno alla tua vita, che il respiro caldo di Jack s’infrange contro il tuo collo. Istintivamente, le tue braccia volano ad intrecciarsi dietro il suo collo, il tuo corpo si preme ancora di più contro il suo, chiudi gli occhi, beandoti di quella piacevole sensazione: staresti così per ore.
-Perché non dovrei volerti più bene? Sei la mia piccola Eve, la ragazzina dai vestiti strani che è diventata la mia migliore amica in poco più di un giorno. Ti vorrò sempre bene. In più, con questo vestito sei perfetta. Quindi, per favore, poche paranoie e vieni con me. E, Evelyn, se farai una figuraccia io ne farò una tre volte più grande subito dopo, in modo che tutti si dimentichino la tua.-
Annuisci contro il suo collo, mentre un lacrima scivola birichina lungo la tua guancia. Decidi che, prima di metterti a piangere davvero per la sua dolcezza, è meglio se la cosa viene buttata sul ridere. Ma quello che dici lo pensi davvero:
-Dio mio, Jack Dawson! Sei da sposare, lo sai?-
Ti stacchi a forza dal suo abbraccio e lo guardi sorridendo, gioiosa, come se le sue parole avessero avuto l’effetto di un tasto ‘reset’ sulle tue emozioni.
Lui ti guarda e prova a trattenere un sorriso, che presto si trasforma in una risata. Iniziate a ridere, appoggiandovi l’una all’altro e lui ti prende in braccio facendoti volteggiare un paio di volte in quel corridoio deserto. Si ferma solo quando prendi troppo slancio e una tua gamba va a sbattere contro la parete del corridoio.
Ti poggia per terra, come se niente fosse, e ti guarda. In due non riuscite a rimanere seri, e ricominciate, tenendovi la pancia e piangendo. Non sai nemmeno perché state ridendo, sai solo che la sua risata è contagiosa e lui è così carino mentre, rosso in viso, tenta di darsi un contegno, che alla fine non t’importa poi molto del perché abbiate iniziato. Quando –finalmente- riuscite a darvi un contegno, lui ti porge il braccio e insieme arrivate fino alla sala dov’è organizzata la festa.

C’è un casino immane, gente che balla e beve, già ubriaca nonostante siano appena le… no, aspetta, tu non hai un orologio e lì non ne hai ancora visto uno. Comunque dev’essere piuttosto presto.
Ben presto il ritmo allegro e trascinante della musica irlandese vi coglie, mentre tu siedi a un tavolo, sorseggiando birra che non è buona come quella che freghi a tua madre ogni tanto, quando la beve insieme alla pizza, ma che comunque è accettabile.
Ti ritrovi a battere le mani a tempo, appoggiando il bicchiere di birra, mentre sorridi, osservando Jack e Cora che ballano: lui che fa piroettare la piccola, sempre sorridendo, sempre felice.
Come niente un’immagine si fa largo nella tua mente: Jack più grande, avrà trent’anni, e una bimba con i capelli lisci color miele, come i tuoi Eve, e gli occhi azzurri di Jack ballano insieme, lui la tiene sui suoi piedi e ridono mentre il padre solleva la figlia facendola girare intorno. Ridi anche tu, dalla porta, mentre Jack prende la bambina in braccio e t’invita a ballare con loro.
Sei riportata alla realtà dalla mano di Jack che batte sulla tua spalla: la canzone è finita, i musicisti hanno cambiato ritmo e note, e lui ti porge la mano, sorridente. Sorridi di rimando, mentre lui ti aiuta ad alzarti e ti stringe a se, mettendoti una mano sulla schiena e prendendoti la mano. Noti Cora che s’impunta, trattenendo uno sbuffo e Jack si china su di lei, lasciandoti per un attimo:
-Sei ancora la mia preferita, Cora!-
L’unica cosa che riesci a vedere è la bambina sorridere, sinceramente rassicurata, poi Jack ti trascina nel vortice della danza. Non sei molto brava a ballare, rischi di pestare i piedi del tuo accompagnatore più volte, ma alla fine, reso il ritmo, inizi anche a divertirti. Ridete mentre girovagate ballando per quella sala abbastanza grande ma strapiena di gente che ancora non conosce il proprio destino, quindi si gode quella serata come faresti anche tu se solo non fossi a conoscenza di come questa bellissima nave concluderà il viaggio. Decidi, sul momento, che non è la serata giusta per riflessioni filosofiche, quindi ti lasci andare e le risate, la musica, e sì, anche le urla ti entrano dentro, riempiendoti di una sincera gioia che non sentivi da un bel po’ di tempo. La canzone finisce, e tu e Jack vi calmate, raggiungendo un tavolino dove vedete Tommy. Fabrizio è ancora impegnato a ballare con Olga, una svedese. Jack ti porge un bicchiere di birra, poi si blocca:
-Evelyn, quanti anni hai?-
-Quindici, perché?-
-No, niente.- Ti osserva bere la birra con un’espressione un poco stupita.
Lo guardi, contenta di averlo impressionato mentre ti scoli la birra. Se i primi due sorsi sembravano andare piuttosto bene, adesso senti il bruciore dell’alcol che scende lungo la gola e fai una faccia schifata che non sfugge a Jack. Senti distintamente la sua risata mentre ti frega il bicchiere dalle mani e lo poggia sul tavolo.
-Non ti piace la birra, eh?-
-Di solito un po’ la bevo ma questo tipo di birra non mi piace per niente.- Se possibile ride ancora più forte, mentre lo osservi truce. Lui ti dà un buffetto sul naso, smettendo di ridere, ma tu ti volti e fai una faccia che dovrebbe essere indignata. Lui stringe le sue braccia alla tua pancia, facendo aderire i vostri corpi.
Senti il suo respiro caldo accarezzare il tuo collo e una serie di brividi ti percorre la spina dorsale. Quando poi la sua bocca perfetta ti lascia un bacio sul collo, senti l’eccitazione iniziare a salire.
-Mi perdoni?- Te lo chiede dolcemente, sempre a un centimetro dal tuo collo, e te non puoi fare a meno di annuire. Però ci tieni a precisare:
-Se fai così e sleale, Jack.-
Lui ridacchia, poi ti prende per mano e abbandonate la festa. È arrivato il momento, la sai, lo senti.Devi dirglielo, non hai altra scelta.
Salite sul ponte di terza classe, e andate a prua, sedendovi sul legno e osservando le stelle. Ormai è una fissa: dovete assolutamente osservarle.
Loro, dall’alto sembrano invogliarti a dirgli tutta la verità, sembrano dirti di non avere paura, che lui ti accetterà. Jack ha steso la sua giacca sul legno e si è sdraiato.
Tu sorridi, sdraiandoti accanto a lui, affondando la testa sul suo petto.
-Jack, sento di doverti delle spiegazioni.- Le sue labbra mi lasciano un bacio tra i capelli, come invogliandomi a continuare.
-Non so come la prenderai, e se dopo non vorrai più vedermi allora capirò.-
Inizio a parlare, buttando fuori tutto quello che provo, tutto ciò che penso. Gli racconto tutta la mia vita, da dove vengo, quello che mi è successo. Lui ascolta sempre in silenzio, sempre attento. Quando gli racconto di Francesco lo sento trattenere il respiro. Gli dico tutto di lui: come ci siamo conosciuti, le stupidate che abbiamo fatto, come siamo diventati amici e anche come mi sono innamorata di lui.
-Sai, Jack, Francesco è quel tipo di ragazzo a cui la bocca è fatta apposta per sorridere. E quando sorride ci sa davvero fare. Francesco è capace di dirti tutto ciò che pensa con uno sguardo.
Francesco ha gli occhi di un azzurro abbastanza strano, era lo stesso colore del ghiaccio che d’inverno ricopre i laghetti e i fiumi, quando lui mi guardava sentivo sempre una stranissima sensazione, mi sentivo felice.
Ero felice perché sapevo di essere al centro della sua attenzione.
Ero felice perché sapevo che lui pensava a me.
Lui… pensavo che fosse quello giusto per me, sai? Lui era praticamente perfetto, ed è stato quasi ovvio, direi, innamorarmi di lui. Pensavo che anche lui mi amasse. L’ho detto alla mia migliore amica, e lei mi ha consigliato di buttarmi, di dirgli tutto.-
Lo guardo, riprendendo fiato. Lui ha le mani strette a pugno, il respiro affannato, il petto fa su e giù irregolarmente. Deglutisco e prendo un respiro profondo prima di andare avanti.
-Non gliel’ho detto. L’ho ignorata, pensando che tanto avrei avuto altre occasioni. Ma non è stato così. Sai, si dice che non bisogna mai innamorarsi di un compagno di classe, perché ovviamente non puoi mai sapere come andrà a finire e se le cose tra voi vanno male allora se davvero nei guai fino al collo. Beh, chiunque abbia detto questa frase ha ragione, e io l’ho capito nel modo più brutto, penso, possibile. Francesco si è innamorato della mia migliore amica e lei di lui. Si sono messi insieme, e io l’ho saputo solo dopo tre mesi. Tre mesi in cui, ho sperato, pregato, che lui mi ricambiasse, che un giorno, all’uscita da scuola mi sorridesse e mi baciasse.- Abbasso lo sguardo, trattenendo una lacrima.
–Abbastanza da idioti, eh? Ma io ci speravo.- Smetto di parlare, abbassando lo sguardo.
Jack non dice una parola, ma il suo respiro è sempre più accelerato, le mani talmente contratte che le nocche sono diventate bianche.
-Se mi odi ti capisco, se non mi vuoi più bene, allora d’accordo.- Inizio a parlare a vanvera, ma lui m’interrompe. La sua voce è bassa, roca, sembra nervoso.
-Lo ami ancora?-



Angolo autrice:
okay, probabilmente adesso mi odiate, ma guardate il lato positivo, su: almeno ho finalmente aggiornato!
Non so se c'è qualcuno che legge questa storia, ma se così fosse vorrei ringraziarvi per le bellissime recensioni che lasciate! che ne dite di dirmi che pensate di questo capitolo?
bacioni,
marty <3
  
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