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Autore: Rinalamisteriosa    30/12/2012    2 recensioni
[REVISIONATA fino al quattordicesimo capitolo! | Titolo leggermente modificato rispetto all'inizio]
Raccolta di momenti NaruHina dedicata ad Ayumi Yoshida e ai fans di questa coppia. Possono essere piccoli o grandi, brevi o lunghi, originali o ispirati, AU o mangaverse. Non escludo accenni ad altre coppie etero, anche su richiesta ^^
Dall'ultimo capitolo:
«Torniamo a casa? Quando Boruto-kun si sveglierà, sarà molto affamato e poi dovrò anche cambiarlo», propose lei, adocchiando il bambino che ancora riposava sulla spalla di suo marito. E a lui non smetteva di fare uno strano effetto il fatto di avere una casa condivisa con una compagna e un figlio, quando un tempo attribuiva quella parola a un luogo solitario, dove tornava e non trovava mai un’accoglienza degna di questo nome, piuttosto gli rispondeva un silenzio triste e innaturale.
Fortunatamente le cose erano cambiate.
«Sì… Torniamo a casa».
| One-shot | Prima classificata al “Naruto Song Contest” indetto da Nede
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sorpresa | Coppie: Hinata/Naruto
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Più contesti
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Di Disegni E Colori

 

 

 

A scuola, una volta finiti i propri compiti per casa, la piccola Hinata disegnava.

Fortunatamente erano pochissimi gli alunni che si fermavano dopo le lezioni per il recupero, perciò lei, ottenuto il permesso della maestra, aveva sparpagliato diversi fogli bianchi sulla cattedra, si era arrampicata sulla sedia e munitasi di matita, gomma e penna stava occupando il proprio tempo in modo creativo.

Tra un'espressione adorabilmente concentrata e una più distesa, era riuscita a raffigurare una finestra aperta su un paesaggio innevato.

Un vaso di fiori variopinti, che immaginava emanassero un buon profumo, proprio come quelli in giardino.

Una grande casa, circondata da alberi e rocce.

Poi aveva provato persino a ricalcare le vignette di un libro illustrato, ma essendo una principiante vi aveva subito rinunciato, accartocciando il foglio in questione.

Un altro conteneva figure geometriche accennate, un altro ancora schizzi indefinibili e scarabocchi, e nell'ultimo, quello su cui stava lavorando, cercava di ritrarre una bambina come lei.

Capelli neri e lisci come spaghetti, un taglio corto di dietro e due ciuffi lunghi davanti.

Visino tondo e delicato.

Occhi chiarissimi.

Se avesse avuto il tratto meno impacciato e incerto, sarebbe uscito sicuramente un bel ritratto e magari suo padre avrebbe finalmente riconosciuto l'impegno che ci metteva.

Una risata da birbante accompagnò l’entrata improvvisa di un bambino biondo, che correva stringendo al petto il suo zainetto arancione.

“Naruto, torna subito qui! Devi svolgere questo esercizio!” si sentì urlare da un’altra aula.

“No, non voglio!” esclamò con decisione Naruto, aggirando svelto la cattedra sulla quale stava disegnando Hinata. E avrebbe continuato a girare in tondo, se spostando il gomito non le fosse scivolato uno dei suoi disegni.

Così si fermò, piegandosi in avanti.

“Ehi, ma… ma sei bravissima!”

Hinata sussultò: non l’aveva fatto apposta, ma il suo stupore era così evidente e la sua schiettezza così disarmante che il suo sguardo non si staccava più dal foglio a terra.

La piccola arrossì di rimando: era infatti la prima volta che riceveva un complimento sincero per qualcosa che aveva fatto da sola.

“Gra…grazie!”

Saltò dalla sedia e gli si affiancò timidamente. “Posso regalartene uno, se... se lo vuoi”.

A Hinata venne lo strano impulso di rigirarsi i pollici delle mani, mentre parlava piano e a testa bassa.

“Veramente? Oh...” Naruto sembrò pensarci su, ma un attimo dopo rispose con un sorriso: “va bene. Accetto, ma a una condizione!”

 

 

E in realtà la condizione pensata dal vispo compagno poteva sembrare una scusa bella e buona per sfuggire al proprio dovere, però vederlo intento a colorare con delle tempere tirate fuori dal suo zaino non solo il disegno scelto ma anche tutti gli altri, non dispiacque affatto alla dolcissima Hinata.

“Dovrebbero pitturare anche i muri di questo posto!” sbottò a un certo punto, guardandola con i suoi occhi celesti, grandi e belli. “Sarebbe meno brutto e triste, secondo me”.

“Hai ragio-”

“Naruto Uzumaki! Piccola peste che non sei altro!”

Trasalirono entrambi.

“Ops… mi ero dimenticato di lei, Iruka-sensei…” mormorò il piccolo.

Il maestro in questione, un uomo solitamente gentile e paziente ma al momento tanto alterato, aveva raggiunto l’aula e lo fissava torvo.

“Cosa stai facendo?”

“Coloro!” replicò Naruto con ovvietà, mentre Hinata non aveva il coraggio di intervenire e si faceva piccola piccola per passare inosservata.

“Non fare il furbo con me”, continuò Iruka, agguantando un foglio qualsiasi. “Tu disegni peggio di così. Lascia che la tua compagna finisca di colorare da sola e torna all’esercizio, o preferisci che lo dica ai tuoi genitori?”

“No a loro no!” si lamentò. “E comunque, Iruka-sensei, quel disegno mi appartiene: Hinata-chan me l’ha regalato, quindi posso colorarlo soltanto io!”

E mise su un broncio ostinato e adorabile che fece sospirare il maestro, che si rivolse alla bambina al suo fianco.

“Dunque è un regalo?” le domandò con calma.

La piccola Hinata giustamente annuì, perché era vero, Naruto non mentiva.

Il bambino sorrise vittorioso, mostrando il pollice alzato a entrambi, sicuro di averla fatta franca.

 

 

Un’ora dopo, alla chiusura della scuola e dei suoi cancelli, il broncio offeso del bambino dimostrava che non era servita a molto, la sua trovata. Iruka-sensei, dopo aver verificato che Hinata avesse terminato i compiti, le aveva detto che poteva andare a casa ed era rimasto a controllare sia che colorasse il disegno, sia che svolgesse quel dannato compito di scienze.

“A proposito… domani devo ricordarmi di ringraziarla!”

Si fermò apposta per tirare fuori dallo zaino un libro, e dal libro un foglio colorato. Raffigurava una bambina che le somigliava molto e non era stato difficile riempirla dei colori essenziali.

Volse un’occhiata all’edificio banale che chiamavano scuola e sorrise con una certa soddisfazione e un’idea folle in testa: serviranno tempere molto più grandi, però.

E quando le avrà trovate, lo farà. Lui lo renderà un posto migliore per tutti i bambini come loro.

“Naruto, cosa fai lì impalato? Non vuoi tornare a casa?”

“Ma-mamma! Hai ragione, scusa, arrivo!”

 

 

[AU - 814 parole]

 

 

 

 

 

*-*-*-*-*

Dedicata a Roby, perche è sempre carinissima con me anche se non me lo merito *___*

Dedicata a Hinata e alla sua “crescita” nel manga *___* perché ho creduto da sempre in lei e non mi ha mai delusa, neanche una volta.

 

Come promesso, dopo una pausa lunghissima, torno ad aggiornare questa raccolta con un nuovo e simpatico capitolo scritto senza troppe pretese (in fondo qui sono dei bambini di 7-8 anni che si conoscono appena ^^), una semplice vicenda scolastica con la partecipazione speciale di Iruka-sensei.

Spero sia degno dei precedenti - anche se sicuramente passerò quasi inosservata (dopo tutto questo tempo, non mi aspetto che tutti si ricordino di me ^^’) - e che ci abbia preso con la caratterizzazione.

 

Alla prossima! *inchino di scuse*

 

Rina

 

 

  
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