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Autore: Mitsuki91    30/12/2012    5 recensioni
Tom Orvoloson Riddle ha trovato l'amore.
Grazie ad un gioco organizzato da alcuni studenti di Hogwarts è riuscito a conoscere una ragazza che, pian piano, ha fatto breccia nel suo cuore di ghiaccio. Assieme a lei ha scoperto le sue origini e la sua parentela con Salazar Serpeverde, sempre con lei ha scoperto e aperto la camera dei segreti sfiorando la tragedia... Fortunatamente Albus Silente è riuscito ad intervenire in tempo ed i due si sono beccati solo un'enorme punizione.
Ora le vacanze estive sono alle porte, ma né Tom né Eva vogliono tornare a casa... Tom desidera rimanere ad Hogwarts e, soprattutto, vuole capire come mai sedici anni prima sua madre è morta in uno squallido orfanotrofio per darlo alla luce, nonostante fosse una strega.
Che ne sarà di Tom ed Eva? Scopriranno cos'è successo realmente a Merope, e capiranno cosa vogliono fare davvero della loro vita d'ora in avanti?
[seguito de 'L'erede di Serpeverde', a sua volta seguito de 'Il gioco degli inafferrabili']
[STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA]
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom O. Riddle
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Non tutto il male viene per nuocere'
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Ed eccomi ui con un nuovo aggiornamento! =)
Questo capitolo l’ho in mente da… Beh, da quando iniziai a scrivere “Il gioco degli inafferrabili”, fate un po’ voi XD
Ringrazio REAwhereverIgo per la recensione dello scorso capitolo, credevo che mi aveste abbandonati tutti! D=
In ogni caso… Beh, non voglio rovinarvi la sorpresa, quindi buona lettura u.u


Lo sapevi?

Camminarono per una mezzoretta buona.
Se prima Tom non vedeva l’ora di sapere qualcosa in più su suo padre e si sentiva fortunato anche solo per il fatto di averlo trovato, ora… Ora aveva il dubbio su come fossero andare realmente le cose.
Già era strano che il figlio del signorotto locale avesse sposato una che viveva – o aveva vissuto – in una casa del genere. Certo, forse era un po’ più pulita e ben tenuta quando vi viveva Merope, però… Non quadrava lo stesso. La famiglia Purosangue era una famiglia misera e decisamente antibabbana, viste le condanne ad Azkaban di Orvoloson e Orfin. Come aveva fatto sua madre anche solo a venir notata dal padre?
Arrivarono di fronte alla villa. Tom era nervoso, anche se cercava di non darlo a vedere. Nonostante la sua espressione impassibile, Eva lo capì e gli si avvicinò. Alzò la testa per dargli un bacio sulla guancia e il ragazzo la fissò stupito per un momento prima di sorridere e carezzarle i capelli.
Era il momento della verità.
Silente, come poco prima, di fermò ad ammirare incantato un albero di limoni e sembrò non prestare attenzione alcuna ai due ragazzi. Continuava a fischiettare l’allegro motivetto che l’aveva accompagnato lungo tutta la strada e pareva perso nel suo mondo.
Tom bussò al grande portone di legno.
Venne ad aprirgli quella che, a prima vista, sembrava una semplice cameriera. Gli occhi della donna si sgranarono dalla sorpresa e questo fece capire ai ragazzi di essere sulla strada giusta.
“Cerco Tom Riddle senior.” disse Tom, con una voce bassa e seria.
“Su-subito.” rispose la cameriera, sparendo oltre l’uscio e lasciando la porta spalancata. Non aveva neppure chiesto i loro nomi: probabilmente lo shock era stato troppo forte.
I due ragazzi si guardarono un momento e poi annuirono: cercando di non far rumore entrarono in casa e si misero in cerca della cameriera scomparsa.
“Natalia, cara, ma chi è?”
Era una voce femminile a parlare. Proveniva da una stanza posta alla destra del corridoio: i due si avvicinarono.
“Ecco, io… Mi son dimenticata di chiedere i loro nomi, signora…”
Si sentì uno sbuffo di disappunto.
“Madre, perché non cerchi una donna competente la prossima volta? E’ evidente che questa non sa fare il suo mestiere.”
“S-signore… Il fatto è che…”
“Con permesso.”
Tom entrò deciso in quello che si scoprì essere un salotto: il camino di marmo bianco era ovviamente spento ma faceva bella mostra di sé, assieme ad alcuni mobili di legno evidentemente pregiati. Il divano color panna era occupato da quello che inequivocabilmente era Tom Riddle senior: la somiglianza era impressionante, se non fosse stata perla differenza d’età si sarebbe potuto dire che padre e figlio fossero gemelli. Un altro uomo – il nonno, ad occhio e croce – stava seduto su una poltrona coordinata al divano e fumava una pipa, mentre una donna – la nonna – era in piedi vicino alla porta e alla cameriera.
L’entrata del ragazzo sconvolse tutti. Tom Riddle senior scattò in piedi così come il nonno, e la nonna spalancò la bocca.
“E’ esattamente questo che volevo dire.” farfugliò la cameriera, per poi uscire in fretta dal salotto.
Eva rimase qualche passo dietro al suo ragazzo, continuando a stringergli la mano. Capiva che per lui era una situazione difficile.
“Quindi. Credo che sia inequivocabile. Qualcuno vuole raccontarmi la versione dei fatti vera?” chiese Tom, marcando sull’ultima parola. L’espressione era dura.
All’improvviso Tom senior scoppiò a ridere, buttando all’indietro la testa e tenendosi la pancia. Tutti gli altri si erano come gelati e osservavano quello spettacolo con espressioni metà inorridite e metà sorprese.
“Ah!” esclamò infine l’uomo “Quella strega! Credevo di essere stato chiaro!”
Tom sbiancò e poi arrossì. Eva gli strinse un po’ di più la mano.
“Tom… Caro… Ma che cosa… Non ci avevi detto…” iniziò a dire la nonna, incespicando sulle parole.
“Non vi avevo detto! E invece sì che l’ho fatto, ma ovviamente nessuno mi ha creduto! Quella era una sporca strega e ha usato una delle sue magie per tenermi legato a sé.”
Il cervello del ragazzo lavorava a pieno ritmo. Assorbiva le informazioni e le elaborava in un battito di ciglia. Possibile che sua madre avesse davvero stregato quest’uomo per costringerlo a stare con lui?
Gli tornarono in mente le parole di Orfin: “Quel Babbano che piaceva a mia sorella, quel Babbano che vive nella grande casa lassù.” … “Già, l’ha lasciata, e le sta bene, sposare quella feccia!” … “Ci ha disonorati, quella sgualdrina!
Improvvisamente tutto divenne chiaro, ai suoi occhi. Sua madre aveva stregato quel Babbano perché ne era innamorata. Poi, forse pentita da quel gesto, aveva deciso di smetterla di usare incantesimi… Così Tom aveva scoperto l’inganno…
“Andiamo, figliolo! Non esiste la magia, non è po…”
Mancava solo una cosa. Una domanda, una sola, quella fondamentale.
Tom sfoderò la bacchetta e si avvicinò al padre, lasciando la mano di Eva. Gliela puntò alla gola e non fece caso alle mani tremanti di rabbia che stringevano la sua unica arma.
Il nonno smise immediatamente di parlare e Tom senior sbiancò, arretrando di qualche passo. Eva cercò di avvicinarsi per far ragionare il fidanzato.
“Tom.” sussurrò piano, ma non venne ascoltata.
“Lo sapevi?” chiese Tom, livido di rabbia.
Il padre arretrò di nuovo di qualche passo e sentì le gambe andare a sbattere contro il bordo del divano. Tremava: era spaventato come non mai. Negli occhi di quel ragazzo leggeva la furia.
“Rispondi: lo sapevi?!”
Il nonno e la nonna si erano immobilizzati, stupefatti, come se non credessero ai loro occhi.
Eva avanzò ancora di qualche passo ma non osò toccare il fidanzato.
Tom senior cercò di arretrare ancora e ottenne il solo risultato di cadere malamente sul divano.
“ALLORA! LO SAPEVI SI’ O NO?!”
Tom senior si puntellò sui gomiti giusto il poco che serviva per tirarsi indietro, cercando di scappare strisciando sulla schiena. La bacchetta del ragazzo era sempre puntata alla sua gola ed era vicina, circa a due centimetri.
“Cosa… Cosa?” chiese, terrorizzato, in un sussurro. Era ancora bianco dalla paura.
“CHE LEI ERA INCINTA! LO SAPEVI?!”
Ci fu ancora un istante di silenzio, in cui Eva fece un’ulteriore passo avanti.
Tom senior sembrò valutare la domanda del ragazzo e poi i suoi occhi si fecero spavaldi.
“Sì.”
Eva scattò in avanti mentre Tom tirava indietro il braccio, pronto a lanciare una maledizione.
“TOM! NO! BASTA!”
La ragazza agganciò il giovane alla vita e lo strattonò verso di sé, mentre con un braccio afferrava quello piegato del ragazzo e tentava di abbassarlo.
Tom emise un gemito strozzato e per un secondo Tom Riddle senior vide tutto il dolore del mondo in quegli occhi scuri così simili ai suoi.
Poi il dolore venne sostituito di nuovo dalla furia.
“LASCIAMI! DEVE PAGARE, DEVE…!”
“TI ESPELLERANNO! SMETTILA! E’ QUESTO CHE VUOI?! RAGIONA! FALLO PER ME!”
A quelle ultime parole Tom si bloccò. Le sue narici erano dilatate, i suoi muscoli erano tesi, la sua furia evidente.
Ma Tom Orvoloson Riddle stava prestando ascolto alle parole della sua ragazza.
Diede un ultimo sguardo di disprezzo al padre e si voltò, deciso, facendo barcollare Eva con il suo brusco movimento. Senza nemmeno chiederle scusa il giovane la prese per mano, marciando verso la porta.
“Ragazzo.” disse una voce dolce alle loro spalle, quella della nonna, quando ormai i due erano sulla porta del salotto.
Tom si fermò senza tuttavia girarsi ed Eva lo assecondò.
“So che per il momento è difficile. Non giudicare mio figlio solo per le sue azioni passate: se non vuoi perdonare lui, almeno permetti a me di conoscerti. Io non ho avuto la possibilità di scegliere… Ma la mia scelta sarebbe stata diversa. In questa casa sei il benvenuto.”
Tom rimase fermo e in silenzio ancora un attimo.
“Come ti chiami, ragazzo?”
C’era qualcosa di diverso, stavolta, nel tono. Non più solo dolcezza, anche… Era come se la voce si fosse incrinata.
“Tom Orvoloson Riddle.” rispose il ragazzo, per poi stringere un po’ di più la mano ad Eva e andarsene definitivamente da quella casa.
Il professor Silente li vide uscire e si avvicinò.
“Bene! Pronti per tornare?”
Tom fece un cenno del capo e il professore, con molto tatto, decise di non chiedergli cosa non andasse. Che non andasse qualcosa, poi, era evidente dalla postura rigida del ragazzo e dal suo colorito pallido.
Eva gli lasciò la mano e lo strinse a sé abbracciandogli la vita. Tom, dopo un primo momento di smarrimento, decise di ricambiare il gesto.
Silente porse loro un braccio ed entrambi vi si attaccarono.
Nessuno si era accorto della donna anziana che sbirciava da dietro le tende del salotto. Aveva una mano sulla bocca e lacrime silenziose le rigavano le guancie, mentre osservava il nipote sparire con la ragazza ed il vecchio signore.
Un nipote.
Aveva un nipote e suo figlio glielo aveva tenuto nascosto per anni. Nonostante le belle parole, anche lei era tremendamente arrabbiata con l’uomo. Comprendeva alla perfezione i sentimenti di Tom, il ragazzo.
Nessuno l’aveva vista mentre li osservava… Ma, poco prima che lo strambo trio sparisse nel nulla, alla donna sembrò di vedere il vecchio che le faceva l’occhiolino.
   
 
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