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Autore: BlackLily    30/12/2012    4 recensioni
[..] -“Ho bisogno che tu sia la mia ragazza per questa sera”- Sgrano gli occhi stupefatta e non riesco neanche a replicare che subito si avvicina una tipa a noi. [..]
Mi allontano e lui urla: -“Dai sul serio, come ti chiami?”- curioso il ragazzo.
Mi volto, alzo le spalle e le mani come a dire ‘Boh, chi lo sa’. Lui ride ed io gli sorrido a mia volta per poi sparire tra la folla e raggiungere i miei compagni. Ma non sapevo che di lì a poco i nostri destini si sarebbero incrociati.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Le foto di quel nostro primo bacio iniziarono a circolare in fretta su tutta la rete e nel giro di una serata tutte le Directioners sapevano della nuova cotta di Niall. Ovunque mi collegassi,vedevo soltanto un'unica foto ripetersi migliaia di volte e ne avevo già fin troppo se includiamo le stupide minacce da parte di queste ragazzine ardenti d’amore per il mio ragazzo, se così lo posso definire. Non so esattamente cosa siamo, non ne abbiamo parlato ancora, in un certo senso, però mi piace l’idea di poterlo definire tale. Inoltre oggi è 8 dicembre, e ciò significa sia che lui tornerà presto, sia che bisogna fare l’albero di Natale!
Non avete assolutamente idea di quanto io possa essere malata di spirito natalizio. E’ una cosa assurda!
Abbiamo avuto  4 giorni di vacanze da scuola e così ognuno di noi ha deciso di tornarsene a casa a far visita alle proprie famiglie. Se vi dico cosa è successo quando sono tornata a casa vi spaventerete; non avevo neanche messo piede nell’abitazione che i miei genitori mi avevano assalita di domande, abbracci e baci. Sembrava fossi tornata dalla guerra, è una cosa non assurda, ma di più. C’è anche da tener conto che ogni sera facevo una telefonata a casa per dichiarare il mio “stato di salute”.

Essendo l’8 dicembre, ogni anno, come è tradizione di famiglia, addobbiamo l’albero e decoriamo casa; così per l’occasione decisi di invitare le mie amiche. Alcune rifiutarono l’offerta, come Ashley e Stacey, che dovevano rimanere a casa per passare una giornata con le proprie famiglie, le altre,Demi,Mercedes e Allison, accettarono volentieri e si presentarono con buste piene di addobbi e qualche piccolo spuntino.
-
«Ehi Angie, dov’è il CD? Non lo trovo..»- chiese Demi intenta a scavare in un cassetto.
-
«E’ proprio sotto il tuo naso! Se solo guardassi in alto forse riusciresti a vederlo!»- risposi cercando di aprire i rametti del nuovo super albero che i miei genitori avevano deciso di comprare.
-
«Ah..l’ho trovato»- disse tentando di nascondere l’imbarazzo. Sfilò il CD dalla custodia e lo infilò nello stereo. Subito partì la canzone di Michael Bublè 'Santa Claus is coming to town' a riempire la casa.
Ecco l’area natalizia che tanto mi era mancata!
-
«Ho finito!»- urlò poi Mercedes fiera di essere riuscita a montare l’ultimo pezzo dell’albero.
-
«Ecco brava, ora però dammi una mano ad aprire questi rami. Sono infiniti!»- le dissi cercando un po’ di pietà. Lei scese dallo scaletto e corse a darmi una mano seguita da Allison che fino a quel momento era rimasta a fare nulla. Finimmo nel giro di 5 minuti poi passammo a montare le luci a led bianche.
-
«Smettila! Restituiscimele!»- urlò mia sorella rivolta a mio fratello più grande che intanto le sventolava davanti al viso un pacchetto di caramelle.
-
«Smettetela entrambi!»- sbottai io infastidita dal loro continuo litigare. Si voltarono entrambi per poi scoppiare a ridere. Hanno sempre adorato farmi arrabbiare.
Anna,mia sorella, approfittando della situazione provò a sfilare la caramelle ma finì soltanto col cadere a terra mentre mio fratello, Marco, le faceva il solletico.
Ero appena tornata e già non ne potevo più.
Fortunatamente a salvare la situazione arrivò mia madre che incazzata come una belva li portò al piano di sopra per farli chiudere nelle proprie stanze.
Non riuscii a fare a meno di trattenere una risata perché in fondo, anche tutte queste stupidaggini, mi erano mancate.
-
«E’ sempre così?»- chiese Mercedes ridendo.
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«Si! Ad ogni ora del giorno!»- risposi.
Poco dopo, quando finalmente avevamo finito di montare le serie di luci, i miei genitori scesero dal piano superiore avvolti nei cappotti e nelle sciarpe.
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«Noi usciamo, andiamo al centro commerciale!»- ci informò mio padre.
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«Dove credi di andare con quel cappello?»- chiesi ridendo. Si era infilato il cappello rosso di Babbo Natale, quello che ha le lucette e le stelline.
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«Al centro commerciale!»- rispose sorridendo. Sempre il solito!
Mio padre è un tipo abbastanza comico e burlone, non si cura di ciò che pensa la gente e quando sente di dover fare una cosa, la fa.
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«Andiamo allora. Ciao ragazze!»- disse mia madre sorridendo per poi chiudersi la porta alle spalle.
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«E’ simpatico tuo padre!»- disse Allison sorridendo.
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«Se è per questo, è simpatica tutta la tua famiglia!»- aggiunsero Mercedes e Demi ridendo.
-
«Oh, beh..grazie»- risposi contenta per ciò che avevano appena detto.
Passammo circa un ora a finire di addobbare l’albero e infine fiere della nostra creazione, prendemmo il pc portatile per mostrare a Stacey attraverso una chiamata Skype, ciò che avevamo creato.
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«E’ stupendo, ragazze! Purtroppo mi è dispiaciuto troppo di non essere riuscita a venire..»- disse malinconicamente.
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«Non fa niente, dai! La prossima volta però devi esserci!»- le dissi sorridente.
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«Sicuramente! Ora ragazze, scusatemi ma i miei genitori chiamano. Ci vediamo a scuola, vi voglio bene!»- concluse staccando la chiamata. Lo dico io che è una ragazza dolcissima.
-
«Giusto per rendervelo noto, ho portato alcuni ingredienti per fare una torta! Che ne dite? Dai, è al cioccolato!»- disse Demi entusiasta.
-
«Approvato! Amo il cioccolato»- risposi sorridendo. Cominciammo a scartare le buste e ci dividemmo i ruoli così da completare prima l’opera.
-
«Rita, mi passi la farina?»- chiese Mercedes con un ghigno stampato sul viso rivolta a Demi.
-
«Oddio! Non osare chiamarmi più in quel modo! Lo sai che odio quel nome..»- sbottò Demi. Mercedes scoppiò in una sonora risata facendo cadere un po’ della farina presente del contenitore in terra.
-
«Informatemi! Perché Rita? Chi è?»- chiesi incuriosita da quel nome.
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«Rita è ..il mio secondo nome. Mia nonna si chiama così»- rispose Demi un po’ stizzita.
-
«Ma è un nome italiano..»- dissi un po’ confusa.
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«Ah già, non te l’avevo detto! Mia nonna è italiana»- disse sorridente. Con lo sguardo le intimai di continuare e di dire qualcos’altro perché ero fin troppo curiosa.
-
«Mia nonna abitava a Roma e un giorno conobbe mio nonno, inglese fino al midollo, alla fontana di Trevi. Ad entrambi scattarono una foto e per caso capitarono l’uno nella foto dell’altro. Così quando si voltarono i loro sguardi s’incontrarono e fu amore a prima vista..»- disse quasi come una cantilena.
-
«Il tipico sogno di tutte le donne!»- affermai sorridendo mentre mescolavo gli ingredienti per la torta.
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«Beh si, lo dimostra il fatto che me lo racconta sempre tutte le volte che vado a farle visita! Ormai conosco la storia come se fosse una filastrocca..»- rispose lei sorridendomi.
-
«Allora, me la passi ora la farina?»- chiese Mercedes che intanto stava ancora aspettando il pacco.
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«Oh si..certo, tieni»- disse porgendole l’ingrediente. In un attimo Demi aveva infilato la mano nella busta e ne aveva cacciato della farina.
-
«La vuoi ancora?»- chiese l'ultima con stampato in faccia un sorriso bastardo.
-
«Non lo faresti mai!»- affermò con convinzione la mora. Ma non sapeva quanto stava sbagliando. In quel momento un pugno di farina le arrivò dritto sul viso facendola rimanere come uno stocca fisso. Demi intanto si rotolava a terra dalle risate ed io un po’ divertita ma allo stesso tempo sconvolta per il disastro non sapevo come agire. Mercedes agguantò del burro pronto a scagliarlo su Demi ma fu interrotta da Allison:
-
«Smettetela voi due, o giuro che..»- disse senza però completare la frase poiché neanche lei sapeva cosa avrebbe fatto.
-
«Cosa? Cosa ci farai Allison?»- diceva Mercedes mentre si avvicinava minacciosa a lei con ancora del burro in pugno.
-
«Non farlo. Ti prego, non farlo!»- urlava la bionda mentre Mercedes se la rideva.
Istintivamente raccolsi della farina e la spiaccicai sul viso della mora che ancora una volta rimase sconvolta.
-
«Sai che sei morta vero?»- sputacchiava mentre con la lingua provava a cacciarsi la farina che le era finita in bocca. Lentamente mi allontanai ridendo ma per mia sfortuna caddi sui piedi di Demi, che intanto era rimasta seduta a terra a guardare la scena ridendo.
Proprio mentre Mercedes stava per spiaccicarmi il burro sul viso, bussarono alla porta e fui salvata in calcio d’angolo. Santo sia fatto l’individuo del campanello!
-
«Sei salva..per ora»- mi minacciò lei. Ridendo mi alzai e scappai letteralmente dalla cucina. Allungando la mano verso la maniglia mi resi conto di averle ancora sporche di farina. Restai ferma per un paio di secondi per pensare cosa fosse meglio fare, ma alla fine me ne fregai ed aprii la porta.
-
«Rob! Che ci fai qui?»- chiesi sorpresa. Si era presentato alla mia porta con in mano due buste stracolme di spesa.
-
«Stavo venendo a farti visita e per strada ho incontrato i tuoi che mi hanno obbligato a portare a casa queste!»- esclamò mostrandomi le buste.
-
«Capisco..»- risposi. Ci fissammo per qualche secondo poi però lui disse:
-
«Non mi fai entrare?»-
-
«O Dio, si certo.. scusa!»- risposi mortificata. Rob varcò la soglia lasciandomi intravedere Dan alle sue spalle col viso abbassato. Il mio migliore amico si fermò al mio fianco e intanto Dan mi fissava. In un attimo scoppiò a ridere e io mi sentii presa in giro.
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«Non solo non saluti, ma mi ridi anche in faccia!»- esclamai. Ero leggermente contrariata e..confusa.
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«Scusa, scusa.. è che sei così buffa conciata in quel modo!»- rispose ridendo ancora più forte, però poi indicò qualcosa sul mio viso così alzai la mano per controllare. Avevo un po’ di cioccolato spiaccicato in faccia e provando a pulirmi peggiorai solo la situazione.
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«Aiutami invece di ridere!»- gli urlai io senza ottenere risposta.
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«Lasciando perdere queste stupidaggini, dove appoggio le buste?»- chiese Rob in modo caritatevole. Le buste dovevano essere davvero pesanti.
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«Appoggiale lì..»- risposi indicandogli il tavolo in direzione delle ragazze che sorridenti lo salutarono. Rob non se lo fece ripetere due volte e filò via in cucina, ma proprio in quell’istante Dan con uno scatto felino prese qualcosa da una busta e la nascose dietro la schiena.
Con la scusa di dover chiudere la porta gli passai alle spalle ma non riuscii a capire cosa nascondesse.
-
«Sai cos’è questo?»- chiese, poi, mostrandomi l’oggetto del mistero. Era un rametto di una pianta ma in quel momento non riuscivo a ricordare quale.
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«Si, è un rametto?»- chiesi retoricamente.
-
«Certo, ma precisamente è vischio..»- rispose mostrandomi uno dei suoi dolci sorrisi. Alzò il braccio e posizionò il rametto proprio sopra la mia testa, ed essendo io distratta dal quel movimento, non notai che si stava avvicinando sempre di più.
-
«C- che vorresti fare, Dan? Non ti azzardare!»- sbraitai rendendomi conto in ritardo della situazione. Lui non mi ascoltò e velocemente annullò le distanze schioccandomi un dolce bacio sulla guancia.
Tirai un sospiro di sollievo e quando lo guardai in viso mi salì una rabbia incredibile.
-
«Stronzo! Non ti azzardare mai più!»- gli urlai tirandogli uno schiaffo che lui agilmente bloccò con una mano. Anche se non l’avevo colpito ebbi la soddisfazione di vederlo sporcarsi di farina.
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«Tu, stai osando sfidarmi?»- chiese ridendo.
-
«Non ti sto sfidando affatto!»- gli urlai. Per la seconda volta non mi diede ascolto e corse in cucina per afferrare il pacco di farina che Mercedes aveva lasciato incustodito.
-
«Dato che non voglio essere sgridata dai miei, io direi..»- provai a dire qualcosa.
-
«Direi?»- mi incitò lui.
-
«Una tregua!»- esclamai.
Lui scoppiò, nuovamente, a ridere e ripose definitivamente il pacco di farina.
Andai a sciacquarmi le mani seguita a ruota da Allison.
-
«Senti Angie.. io devo andare»- mi disse all’improvviso.
-
«Ma come, cioè perché?»- chiesi confusa.
-
«Avevo dimenticato di aver preso già degli impegni, scusami»- concluse asciugandosi le mani. Fino a qualche minuto fa la vedevo felice e sorridente, mentre ora era soltanto fredda e distaccata. Velocemente s’infilo il giubbino, la sciarpa e raccolse la borsa.
-
«Ragazzi è stato un piacere, ci si vede a scuola!»- esclamò definitivamente dirigendosi verso l’uscita.
-
«Dove vai?»- chiese Dan bloccandola per il polso.
-
«Non sono affari tuoi»- rispose mostrando un sorriso falso.
Restammo tutti a fissare la scena fin quando con uno strattone lei sciolse la presa di Dan e sparì dietro la porta. L’ultima cosa che vidi,prima di sentire la porta chiudersi, fu la sua chioma bionda e fluente che contornava un viso fin troppo triste.


Daniel POV

Ancora con indosso il cappotto le corsi dietro e la raggiunsi chiudendomi alle spalle la porta d’ingresso. Cosa le era preso così all’improvviso? Senza un motivo d'altronde!
E’ la mia migliore amica da parecchi anni e raramente l’ho vista comportarsi in quel modo e di certo questa non era una situazione che avrebbe potuto infastidirla.
Urlai il suo nome ma non si voltò e continuò a camminare fino alla cassetta delle lettere. Urlai nuovamente il suo nome e finalmente si fermò, ma non si voltò.
La raggiunsi e tirandola per un braccio la feci voltare verso di me. Il suo viso era colmo di tristezza e a stento tratteneva le lacrime.
-
«Che cosa ti prende così all’improvviso, Aly?»- le chiesi provando a nascondere l’amarezza di quel momento. Odiavo vedere la mia migliore amica stare male..
-
«Che cos’era quella.. buffonata?»- sussurrò trattenendo le lacrime.
-
«A cosa ti riferisci?»- le chiesi sinceramente confuso.
-
«A quella cosa strana che stavi facendo col vischio!»- urlò ma poi subito se ne pentì e si portò una mano sulla bocca.
-
«Niente in particolare..»- risposi nascondendo un lieve sorriso.
-
«Niente? Quello lo chiami niente? Dan non mentirmi, mi avevi detto che non ci avresti mai provato..»- sussurrò mordendosi il labbro inferiore per non piangere.
-
«Ma che importanza ha?»- chiesi-«Perché ti scaldi tanto? Sai che mi piace da morire!»- le sibilai contro tentando di non farmi sentire da nessun altro.
-
«Lo so Dan..»- rispose in un lieve sussurro.
-
«E allora spiegami cosa c’è che non va! Dovresti capirmi sei la mia migliore amica..»-
-
«Lo capisco Dan! E solo che non voglio..»- disse.
-
«Che intendi dire?»- le chiesi.
-
«Non ci arrivi proprio eh?»- disse, poi, improvvisamente.
Calò un silenzio strano e io ancora non riuscivo a comprendere dove fosse il problema. Intanto prese a nevicare e i fiocchi di neve bagnavano il mio viso proprio come quello di Allison.
-
«Da quanto tempo siamo amici,Dan?»- chiese mordendosi il labbro. Intanto le sue guance venivano bagnate dalla neve e si arrossavano per il freddo. Era sempre così in inverno: aveva sempre le guance e il naso rosso e questo la rendeva dolcissima. Così ci conoscemmo, in un giorno di neve.
Una mattina di 5 anni fa, mi scontrai con questa ragazza insolitamente carina e con degli occhi castani dannatamente belli che ti inchiodavano con un solo sguardo. Quella mattina aveva il viso arrossato proprio come ora, solo che quel giorno non aveva alcun cappello o sciarpa a proteggerla dal freddo. Istintivamente le diedi il mio capello di lana bianco che tutt’ora in inverno porta sempre con se. Quella mattina, con quel semplice gesto, iniziò la nostra amicizia. Perché lei era la mia migliore amica, quella dolce e simpatica che io dovevo proteggere proprio come avrei fatto con una sorella.
-
«Da 5 stupendi anni..»- risposi provando a farla sorridere.
-
«Ricordi quando ti parlai della persona che mi piaceva?»- chiese sorridendo malinconicamente.
-
«Certo che lo ricordo, ma dicesti che era tempo perso perché a lui piaceva un’altra e tu..tu..»- le parole mi si bloccarono in gola. Perché solo in quel momento capì che il suo viso non era bagnato dai fiocchi di neve, ma da lacrime, delle brutte e dannatissime lacrime causate dal ragazzo più idiota sulla faccia della terra.
Incrociò le braccia sotto al petto come solitamente faceva per ripararsi dal freddo e col viso chino si sforzò di sorridere per poi voltarsi e sparire dietro i cespugli.
Come ho fatto ad essere così stolto a non capirlo? Quel ragazzo ero io.
Quello che lei ogni sera al telefono definiva stronzo e bastardo, quello per cui tante volte ha pianto ed io ho dovuto consolare.
Ero io quello che la faceva stare male ogni volta, quello che la faceva soffrire perché non si rendeva conto dei suoi sentimenti, quello che anche questa volta, fuori casa di Angie, l’aveva fatta piangere di nuovo.





Note dell'autrice: Eccomi con un altro lunghissimo capitolooooo!! :O Spero vi sia piaciuto! 
La mia parte preferita è il punto di vista di Dan u.u Non so è così..dolce e triste. Piccola Allison, le si è spezzato il cuore che in tanti anni ha provato a curare :'(
Fatemi sapere cosa ne pensate, e giuro che il prossimo capitolo lo posterò prima di una settimana! Dato che è festa sto scrivendo molti capitoli ** 
Adesso voglio ringraziare chi continua a leggere la mia storia, chi la mette tra preferiti, chi la segue, chi la ricorda e chi legge silenzioso.
Principalmente voglio ringraziare chi recensisce, perché come potete notare sono poche le persone che lo fanno e anche quando ne arriva una soltanto mi sento felicissima!
Passate una buona Domenica, e viva Capodanno! <3
Baci, 
BlackLily xx.



   
 
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