Capitolo 10
Marauder
Smile and a new Marauder trouble!
Lily
aprì un occhio.
La
prima cosa che vide davanti a sé fu la poltrona vicino al camino qualche metro
più in là. Era in Sala Comune, lo ricordava bene. Ricordava quello che era
successo la sera precedente: lei e James si erano addormentati insieme sul
divano, e lei era sicura di aver appoggiato la testa sul bracciolo…avrebbe
dovuto vedere la Sala Comune da una prospettiva diversa.
E
gli occhiali di James? Non ricordava di esserseli tolti, nonostante lui le
ripeteva sempre di toglierseli prima di andare a dormire per non rovinarli.
Eppure non li aveva.
Nella
sua mente cercava di schematizzare quanto stava accadendo.
Se
James era miope e quindi portava gli occhiali, e se lei era nel corpo di James
quindi doveva necessariamente adeguarsi alla miopia, perché la messa a fuoco era
perfetta? Non erano necessari gli occhiali, ci vedeva
bene.
E
che dire della mano poggiata delicatamente su qualcosa che si alzava e si
abbassava?
E
di quel braccio che la cingeva?
Sollevò
la testa e quello che vide la lasciò senza fiato.
James
Potter dormiva beato stretto a lei, il viso rilassato. Era di una bellezza
divina, non l’aveva mai visto dormire.
D’istinto
sollevò la mano che era poggiata sul suo petto e l’allungò verso il suo viso,
per sfiorarlo.
“Non
sto dormendo”, disse and un tratto James, tenendo gli occhi
chiusi.
Lily
ebbe un sussulto e lasciò la mano sospesa a mezz’aria.
La
situazione si era complicata per lei. Dove poteva poggiare quella mano? Di
certo, non di nuovo sul suo petto, altrimenti chissà che stani pensieri si
faceva. Ma non c’erano altri spazi liberi, l’unica alternativa sarebbe stata
lasciarla a mezz’aria a cinque centimetri dal viso di lui.
Preferì
poggiarla dov’era prima.
“Gli
occhiali…”, continuò James, “Ieri sera non li hai tolti. Potevano anche
rompersi”.
Lily
lo ascoltava e lo guardava, ancora incapace di comprendere la
situazione.
Lui
teneva ancora gli occhi chiusi, nella sua voce non c’era rimprovero, era
tranquillo.
“James…”.
A
quella chiamata, James aprì gli occhi e la guardò
dolcemente.
“Hai
visto che…siamo ritornati nei nostri corpi?”.
“Già”.
A
quella risposta, Lily si issò aiutandosi con le braccia e sovrastando
James.
“Già???”, esclamò, “Abbiamo passato una
settimana d’inferno a causa della tua irresponsabilità e idiozia e, adesso che
tutto è tornato alla normalità, l’unica sillaba che ti esce dalla bocca è un
misero già???”.
Per
tutta risposta, James si alzò sui gomiti e la baciò senza lasciarle il tempo di
reagire in alcun modo.
“Già!”,
ripeté lui, sorridendole in modo malandrinesco.
Lily
rimase con gli occhi spalancati che esprimevano rabbia e stupore
insieme.
“Potter…che
hai fatto?”.
“Semplice,
Evans, ti ho baciata”.
In
effetti non c’era nulla di complicato da capire.
Era
successo tutto all’improvviso e Lily non sapeva se essere ancora infuriata con
lui per aver preso alla leggera la situazione dello scambio dei corpi, o esserlo
perché l’aveva baciata.
Di
sicuro, l’ultima ipotesi fu bocciata dato che non le era dispiaciuto
affatto.
Ma
il ritorno all’utilizzo del cognome non prospettava nulla di
buono.
Si
mise a sedere sul divano, fissando il pavimento.
James
la imitò e continuò a guardarla sempre con il suo sorriso
malandrinesco.
“Sai
cos’è un sillogismo, Evans?”, le chiese.
“Certo
che so cos’è un sillogismo!!!”, sbottò lei, voltandosi di scatto verso il
ragazzo, senza capire cosa c’entrassero i sillogismi in quel
momento.
“Allora
prova risolvere questo”.
“Sentiamo”.
“Premessa
maggiore: James Potter bacia le ragazze che ama. Premessa minore: James Potter
bacia Lily Evans. Conclusione?”.
“Ehm…”,
Lily fece per pensare, “…James Potter ama Lily Evans?”.
“Esatto”.
“Non
era molto corretto come sillogismo”.
“Non
mi interessa, l’importante è che hai capito il nocciolo della
questione”.
“Certo
che l’ho cap…”.
Lily
si bloccò improvvisamente rendendosi conto che James Potter le aveva detto che
l’amava tramite un sillogismo mal formulato.
Non
era una novità: James Potter sapeva distinguersi sempre, in tutto ciò che
faceva.
Lily
era totalmente incapace di proferir parola e fissava James con sgomento, mentre
lui ricambiava quello sguardo con il suo costantemente
malandrinesco.
Improvvisamente
l’espressione di James mutò in una più triste, i suoi occhi erano quasi lucidi,
e voltò la testa chinandola.
Stava
forse pensando ad un modo dignitoso per porre fine alla sua esistenza, dato che
non poteva avere l’amore di Lily?
Sentiva
le lacrime pendergli dagli occhi.
Avvertì
Lily alzarsi per andare chissà dove…e pensò che per lui sarebbe
finita.
Lily,
però, non aveva alcuna intenzione di andare via. Si inginocchiò davanti a James
tra le sue gambe e gli cinse la vita, poggiando la testa sul suo
petto.
James
rimase senza fiato…avrebbe voluto sempre averla vicina come in quel momento.
L’abbracciò a sua volta e si lasciò scappare un sussulto.
“Stai
piangendo, Potter?”, sussurrò Lily, sorridendo.
James
portò gli occhi al soffitto, nell’invano sforzo di cacciare indietro le lacrime
che pretendevano di uscire.
“Evans,
ti sembro il tipo che piange???”, disse lui, sforzandosi di non alterare la
voce.
Lily
lo strinse ancora di più.
Sentiva
il suo respiro sfiorargli il collo e qualcosa di umido poggiarsi subito
dopo.
Il
suo viso bagnato dalle lacrime…
Era
davvero tanto innamorato di lei da piangere? Lui, James Potter, piangeva perché
l’amava?
“James…”,
sussurrò Lily nel suo petto.
Avvertì
James sollevare di scatto la testa e asciugarsi il viso con la manica della
camicia. Non c’era nulla da fare, rimaneva sempre e comunque l’orgogliosissimo
James Potter.
“Si?”,
disse lui senza alcuna alterazione vocale.
“Perché
ti sei innamorato di me?”.
James
si allontanò dall’abbraccio per guardarla negli occhi.
I
suoi erano ancora lucidi, ma non c’era alcuna traccia di lacrime sul viso.
Quelli di Lily erano di un verde brillante, in attesa della risposta del
ragazzo.
Lily
era fermamente convinta di non essere come le altre ragazze. Lei era ligia alle
regole, studiosa, non si truccava, non portava la divisa di una taglia più
piccola per far vedere tutto e non era bella come le
altre.
Era
semplicemente Lily Evans. E la semplice Lily Evans non era per
lui.
Ma
la risposta che le diede James la lasciò di stucco.
“Non
si chiede il perché dell’amore, Lily Evans”.
Aveva
ragione.
Le
aveva rivolto una domanda stupida. Forse avrebbe dovuto chiedergli il perché
lui, il più bello nonché popolare ragazzo di tutta Hogwarts, avesse posato gli
occhi sulla semplice Lily Evans. Ma pensò subito dopo che la risposta sarebbe
stata la stessa.
James
le sorrise dolcemente e la guardò tanto intensamente da farla
rabbrividire.
Poi
si chinò verso di lei con l’intenzione di strapparle un secondo
bacio.
James
posò dolcemente le sue labbra su quelle di lei, che anche quella volta non
riuscì a ricambiare il bacio tanto era sconvolta e sorpresa da tutto ciò che le
stava accadendo.
James
allontanò di poco il viso dal suo e sorrise per l’ennesima volta nel vederla
ancora con gli occhi chiusi, come se stesse attendendo un altro
bacio.
Quel
bacio non tardò ad arrivare, ma Lily decise finalmente di smettere di fare la
parte della stupida e darsi una mossa. Gli circondò il collo con le braccia e si
avvicinò a lui ulteriormente, approfondendo il bacio.
James
si staccò solo per scendere dal divano e sedersi a terra, permettendo a Lily di
stare tra le sue gambe e continuare quello che avevano
interrotto.
“Per
tutte le stelline disegnate sulle mutande di Merlino!!!”, esclamò una
voce.
James
e Lily si staccarono ma rimasero ancora abbracciati, rossi come peperoni e
leggermente ansimanti.
I
loro sguardi si posarono sulla fonte di quella voce che li aveva bruscamente
interrotti.
Ai
piedi delle scale del dormitorio maschile c’era Sirius con la bocca spalancata
che teneva le mani sugli occhi di Peter e Remus, rispettivamente alla sua destra
e alla sua sinistra.
“Sirius,
saresti così cortese da toglierci le mani dagli occhi?”, domandò Remus,
infastidito.
“I
bambini non possono guardare queste scene osé!”, boccheggiò Sirius, ancora
sbalordito.
Remus
e Peter si tolsero le mani di Sirius dagli occhi che ostruivano loro la visuale
e videro James e Lily abbracciati, anch’essi con la medesima espressione di
Sirius disegnata in faccia, che non tardò a disegnarsi anche sui loro
volti.
“Mi
sono perso qualcosa?”, chiese Remus indicando i due ragazzi per
terra.
Lily
e James scossero entrambi la testa in segno di diniego.
“Ma
siete tornati nei vostri corpi?”.
I
due ragazzi asserirono vigorosamente con la testa.
“Ma
siete capaci di parlare?”.
Negarono
con la testa.
“Dovete
continuare a fare si e no con la testa per tutto il
giorno?”.
“Considerando
il fatto che le loro lingue erano impegnate in altro…”, intervenne Sirius con
nonchalance.
“Te
l’ho mai detto?”, gli chiede Remus.
“Cosa?”.
“Che
sei un porco schifoso????”.
“Mamma
mia quanto se permaloso! Non venirmi a dire che quello che ho detto io non è
vero!!!”.
“Almeno
io non lo spiattello a destra e a manca come se nulla
fosse!”.
“Perché,
che c’è di male? Solo perché tu non sei mai coinvolto in tali maestose prodezze
non significa che gli altri non ne possano parlare!”.
“Parla
delle tue maestose prodezze, non di
quelle degli altri!!!”.
“Ragazzi”,
li riprese Peter, “Come potete litigare in un momento come
questo?”.
“Peter
ha ragione. Qui bisogna festeggiare!”, esclamò Sirius, “Vado a prendere le
bottiglie di Whisky Incendiario che avevo nascosto sotto il
letto!”.
“Tu
non vai a prendere un bel niente!”, Remus lo afferrò da dietro per il colletto
della camicia, quasi soffocandolo.
“Ma
sono le bottiglie che tenevo nascoste per le occasioni
speciali!”.
“Non
mi interessa, non è legale”.
“Siamo
tutti maggiorenni!”.
“Ma
siamo ancora a scuola!”.
“Uffa!!!”.
James
e Lily guardavano i due amici aggredirsi, mentre loro rimanevano ancora
abbracciati, seduti a terra e incapaci di muoversi.
“Ho
deciso: si scende in Sala Grande a mangiare come maiali!”, convenne Sirius, dopo
secoli di battibecchi.
“Ok,
questo si può fare”, asserì Remus, a braccia conserte e annuendo con la
testa.
“Voi
due, lì a terra, vi alzate o no? Badate che se scendo e i pancakes sono finiti,
vi faccio al curry!”.
Lily
e James si alzarono immediatamente e si diressero con gli altri verso il buco
del Ritratto.
Sirius
però rimase indietro.
“Posso
andare a prendere il Whisky?”.
“NO!!!”.
Mai
contraddire Remus Lupin.
*
“’Emus,
m’pass scirop dac’ro?”, fece Sirius, mentre trangugiava a più non posso abnormi
quantità di pancakes.
“Cosa?
Non parlare con la bocca piena che non capisco un tubo!”, gli rispose
Remus.
Sirius
ingoiò tutto il pancake che aveva in bocca per riformulare la domanda in modo
più comprensibile.
“Mi
passi lo sciroppo d’acero?”.
Remus
glielo porse, ma nel modo di poggiarlo sul tavolo ne fece schizzare un po’ sulla
candida camicia di Sirius, i cui occhi diventarono di
fuoco.
“Sirius,
sembra che ti stia uscendo del fumo dalle orecchie!”, disse James
indicandolo.
“REMUS!!!”,
sbraitò Sirius scattando in piedi, “Mi hai imbrattato la camicia costata milioni
di Galeoni!!!”.
“Esagerato!
Solo perché tu puoi permetterti camicie più costose, non credo che costino
milioni di Galeoni!”.
“Non
mene frega niente, adesso me la lavi! Senza magia!!!”.
“D’accordo.
Toglietela”.
“A-adesso?”.
“Certo”.
“Ma
mi manderanno in punizione per atti osceni in luogo
pubblico!”.
“Allora
puntati la bacchetta addosso e dì gratta
e netta!!! Queste cose le dovresti sapere dalla
nascita!”.
Remus
afferrò un pancake e lo divorò in un sol boccone, immaginando che fosse il
braccio di Sirius.
James
mangiava tranquillamente, come sempre, ma qualche sorrisino non sfuggiva
all’occhio vigile e attento di Remus.
“Vedo
che sei al settimo cielo”, commentò il licantropo, ignorando le imprecazioni che
Sirius borbottava al suo indirizzo.
“Mmh?”,
fece James, leccandosi via dalle dita lo sciroppo d’acero.
“Si
vede lontano un miglio che sei felice, ormai che tu e Lily state
insieme…”.
“Io
e Potter non stiamo insieme!”, sbottò Lily, qualche metro più in là, alla povera
Alice che le aveva rivolto quell’assurda domanda.
“Beh,
io pensavo fosse successo qualcosa, visto che non smetti un attimo di girarti
verso di lui”, disse Alice, sorseggiando del succo
d’arancia.
“Io
non mi giro verso di lui!!!”, la contraddisse Lily, ancora più
nervosa.
Ma
mentre le inveiva contro, si voltò impercettibilmente a guardare James, che per
un secondo incrociò il suo sguardo.
Il
calore salì prontamente a colorarle le guance.
“E
allora perché sei arrossita?”, le fece notare Alice.
“Io-non-sono-arrossita!!!”.
“Smettila
di trasformare al negativo ogni mia frase!”.
“Io
non…ok, scusa”.
Lily
abbassò lo sguardo.
Era
tutto tornato alla normalità, lei era finalmente nel suo corpo e non doveva più
preoccuparsi di quell’imbecille…ma allora perché non riusciva ad assumere
un’aria più spensierata? Era verissimo che si voltava a guardarlo, ma lui
sembrava non essere preso da quello che era loro successo quella mattina. Rideva
e scherzava come al solito con i suoi amici.
Che
non gli fosse importato nulla?
O
forse James si era reso conto che in realtà la semplice Lily Evans non era altro
che una studentella qualunque per cui non valeva nemmeno la pena correre
dietro…aveva sprecato anni e anni della sua vita per una come lei, e Lily non
perdeva occasione per respingerlo. Era quello che lei voleva, no? Non voleva
stare con lui…
No?
Allora
per quale ragione si sentiva così profondamente triste?
“Mister
Boccino d’Oro a ore tre”, bisbigliò Alice, alzandosi da
tavola.
“Dove
cavolo vai???”, sbottò Lily, sentendosi abbandonata.
Ma
ormai Alice si era volatilizzata, lasciandola in balìa della
sorte.
Lily
non ebbe il coraggio di voltarsi a guardare Potter che avanzava verso di
lei.
Una
volta giunto alla meta, James si sedette accanto a lei, poggiando la testa su
una mano e osservandola sorridendo.
Lily
era agitata, ma non gli avrebbe mai dato la soddisfazione di essere vista
nervosa. Come sempre, avrebbe voluto urlargli un che cavolo vuoi, Potter? ma preferì non
farlo.
James
continuava ancora a guardarla, con il sorriso malandrino stampato in faccia e
senza dire una parola.
“Ci
sei riuscito, Potter, contento???”, sbottò Lily, quasi
urlando.
“A
fare cosa?”, odiava quando lui faceva finta di non capire.
“A
farti amare da me!!!”.
Lily
si alzò di scatto e si diresse verso il portone della Sala Grande con l’intento
di uscire da quella stanza che sembrava fin troppo piccola per contenere
entrambi.
James
Potter non osò muovere un muscolo e il suo sorriso malandrino si allargò ancora
di più.
*
“Sirius,
la prossima volta che ti sorprendo a copiare il mio tema, te la faccio pagare
cara!”.
Remus,
Sirius e Peter si trovavano in Sala Comune a svolgere i loro doveri sotto la
direzione del licantropo che non perdeva tempo a rimproverare il suo caro
amichetto.
“Remy,
è una noia mortale questo tema…lasciami copiare qualche frase da te!”, lo
supplicò Sirius, credendo di avere una chance.
“Non
se ne parla!”.
“James
è sparito…non è giusto che riservi solo a noi questo diabolico
trattamento!”.
“James
è via per una buona causa!”.
“Se
questa causa non implica l’utilizzo di un letto, non è di certo
buona!”.
Per
tutta risposta, Remus gli tirò un libro in testa procurandogli un bel
bernoccolo.
“Ahi…razza
di…”, cercò di protestare Sirius.
“Così
impari a dire frasi altamente fuori luogo!!!”.
“Adesso
stai davvero esagerando!”.
Sirius
tirò fuori la bacchetta e la puntò verso Remus, che a sua volta aveva uscito la
sua.
Peter
alzò gli occhi dal suo foglio di pergamena per puntarli sui suoi due amici che
avevano le bacchette puntate addosso e sguardi minacciosi in
viso.
“Ragazzi”,
li chiamò, “Non credo sia il caso di…”.
Ma
dalla punta delle bacchette era già partito un raggio
dorato.
*
“Allora?”.
“Allora
cosa?”.
“Stiamo
insieme?”.
Lily
sbuffò pesantemente.
Erano
ore che lei e James discutevano sul da farsi, o meglio, James la supplicava di
mettersi con lui e Lily incrociava le braccia al petto sbuffando o distogliendo
lo sguardo altrove.
“Ma
perché no, Lily???”, James era sul punto di scoppiare in
lacrime.
“Non
ti ho mica detto di no”.
“Ma
non mi hai nemmeno detto di si!”.
“Quanto
la fai tragica…”.
“Sarei
io quello che la fa tragica???”.
James
si avvicinò prepotentemente a Lily, posandole le mani sulle
spalle.
La
ragazza guardò prima le mani di lui, poi i suoi occhi che sembravano dire tipregotipregotiprego in stile bambino
di tre anni.
Lily
gli prese il volto tra le mani e lo tirò verso il suo, coinvolgendolo in un
bacio che di casto aveva ben poco.
James
rimase con gli occhi spalancati per tutta la durata del
bacio.
Quando
Lily decise di terminarlo, James allontanò di scatto il suo viso, rossissimo e
stralunato come se avesse tracannato una buona dose di Whisky
Incendiario.
“Quanto
la fai tragica, Potter!”, ripeté Lily, sorridendo
maliziosamente.
Girò
i tacchi proseguendo per il corridoio, mentre, dietro di lei, James si dipingeva
del suo solito ghigno malandrino, allentandosi il nodo della
cravatta.
*
Come
erano finiti nella stanza di lui poco importava.
Le
loro camicie erano andate ad arricchire il disordine che regnava su quel
pavimento.
Una
mano di James sfiorò il fianco di Lily, facendo si che un gemito di piacere si
disperdesse dalla sua bocca, impegnata a lambirgli la spalla. Lily risalì su per
il collo fino ad incontrare le labbra di lui, che pensò a ribaltare le
posizioni, sovrastandola. Continuarono a baciarsi come se non avessero fatto
altro da sempre.
Niente
e nessuno avrebbe mai potuto interrompere quell’idilliaco
momento.
“JAMES,
E’ SUCCESSO UN CASINO!!!!”.
Quell’idilliaco
momento era davvero troppo idilliaco per non avere una brusca
interruzione.
Lily
ebbe un sussulto e si portò alla svelta il lenzuolo fino al collo, mentre James,
per lo spavento, capitombolò giù dal letto, battendo rovinosamente il
sedere.
“Ahia…porco
bolide…”, borbottò James, cercando di rialzarsi, “Ma che cavolo
succede???”.
Un
Peter piuttosto agitato e nervoso si precipitò davanti a James, cominciando ad
ansimare e gesticolare in un vano tentativo di spiegare a James la
situazione.
“Peter,
calmati! Non sto capendo niente!”.
Il
povero ragazzo dai capelli color topo non riuscì a riprendere il discorso in
quanto fu interrotto da alcune urla isteriche molto
conosciute.
Remus
e Sirius entrarono sparati in camera quasi azzannandosi
addosso.
“TI
RENDI CONTO DI QUELLO CHE HAI FATTO???”.
“FINO
A PROVA CONTRARIA SEI STATO ANCHE TU!!!”.
Remus
sembrava volersi scagliare contro Sirius, ma fortunatamente James riuscì a
bloccargli le braccia. Non aveva mai visto Remus avventarsi contro qualcuno,
almeno non quando non era trasformato in lupo mannaro.
E
poi Sirius sembrava volesse indietreggiare, come se avesse paura di una reazione
negativa di Lunastorta.
Cosa
stava accadendo?
Remus
tentava di divincolarsi dalla ferrea morsa di James, sembrava
posseduto.
“Remus,
per Merlino, calmati!!!”, esclamò James, cercando di impedire a Remus di
agitarsi.
“Ti,
sbagli, non sono Remus! Ma per colpa di questo cretino adesso lo
sono!!!”.
James
spalancò gli occhi e cercò una risposta negli sguardi di Peter, di Lily e
persino di Sirius di fronte a lui.
“Ditemi
che non è vero…”, mormorò James, lasciando andare l’amico.
“Invece
è verissimo e la colpa non è di certo mia!”, sbraitò quello che, ad occhi
estranei, doveva essere Sirius.
James
si sedette sconsolato sul bordo del letto, portandosi le mani ai capelli,
disperato. Quei due si sarebbero uccisi a vicenda.
“Guardate
il lato positivo”, intervenne Lily, “Cercheranno di vivere l’uno nei panni
dell’altro e questa potrebbe essere una soluzione ai loro continui litigi. E
quando capiranno che si vogliono davvero bene ritorneranno nei loro
corpi”.
James
e Peter guardarono Lily come se avesse detto la più grande cavolata del secolo.
Subito dopo spostarono lo sguardo su Remus e Sirius, spalmati a terra e
impegnati a strangolarsi a vicenda con le loro stesse
cravatte.
The
End
Ed
eccoci giunti alla fine di questa storia…
Ovviamente
non poteva mancare un qualche casino made in Remus e Sirius XD
Beh,
so che non è questa ff non è stata tutto questo granché ma sono contenta di
averla portata a termine.
Ringrazio
moltissimo coloro che hanno recensito lo scorso capitolo e che mi hanno
accompagnato durante la stesura della storia.
GRAZIEEEEEEEEEEE!!!!^^
Il
mio tempo a disposizione è finito, quindi vi saluto e vi auguro un buon
proseguimento delle vacanze! Naturalmente mi rifarò viva con un’altra storia,
MUAHAHAHAH!!!!
Ciao
a tutti!!!^^