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Autore: redRon    17/07/2007    13 recensioni
POSTATO ULTIMO CAPITOLO^^
Il mitico James Potter ne combina una delle sue coinvolgendo la povera Lily Evans. I due piccioncini finiranno l'uno nei panni dell'altra...letteralmente! ^_^
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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cap10

Capitolo 10

Marauder Smile and a new Marauder trouble!

Lily aprì un occhio.

La prima cosa che vide davanti a sé fu la poltrona vicino al camino qualche metro più in là. Era in Sala Comune, lo ricordava bene. Ricordava quello che era successo la sera precedente: lei e James si erano addormentati insieme sul divano, e lei era sicura di aver appoggiato la testa sul bracciolo…avrebbe dovuto vedere la Sala Comune da una prospettiva diversa.

E gli occhiali di James? Non ricordava di esserseli tolti, nonostante lui le ripeteva sempre di toglierseli prima di andare a dormire per non rovinarli. Eppure non li aveva.

Nella sua mente cercava di schematizzare quanto stava accadendo.

Se James era miope e quindi portava gli occhiali, e se lei era nel corpo di James quindi doveva necessariamente adeguarsi alla miopia, perché la messa a fuoco era perfetta? Non erano necessari gli occhiali, ci vedeva bene.

E che dire della mano poggiata delicatamente su qualcosa che si alzava e si abbassava?

E di quel braccio che la cingeva?

Sollevò la testa e quello che vide la lasciò senza fiato.

James Potter dormiva beato stretto a lei, il viso rilassato. Era di una bellezza divina, non l’aveva mai visto dormire.

D’istinto sollevò la mano che era poggiata sul suo petto e l’allungò verso il suo viso, per sfiorarlo.

“Non sto dormendo”, disse and un tratto James, tenendo gli occhi chiusi.

Lily ebbe un sussulto e lasciò la mano sospesa a mezz’aria.

La situazione si era complicata per lei. Dove poteva poggiare quella mano? Di certo, non di nuovo sul suo petto, altrimenti chissà che stani pensieri si faceva. Ma non c’erano altri spazi liberi, l’unica alternativa sarebbe stata lasciarla a mezz’aria a cinque centimetri dal viso di lui.

Preferì poggiarla dov’era prima.

“Gli occhiali…”, continuò James, “Ieri sera non li hai tolti. Potevano anche rompersi”.

Lily lo ascoltava e lo guardava, ancora incapace di comprendere la situazione.

Lui teneva ancora gli occhi chiusi, nella sua voce non c’era rimprovero, era tranquillo.

“James…”.

A quella chiamata, James aprì gli occhi e la guardò dolcemente.

“Hai visto che…siamo ritornati nei nostri corpi?”.

“Già”.

A quella risposta, Lily si issò aiutandosi con le braccia e sovrastando James.

Già???”, esclamò, “Abbiamo passato una settimana d’inferno a causa della tua irresponsabilità e idiozia e, adesso che tutto è tornato alla normalità, l’unica sillaba che ti esce dalla bocca è un misero già???”.

Per tutta risposta, James si alzò sui gomiti e la baciò senza lasciarle il tempo di reagire in alcun modo.

“Già!”, ripeté lui, sorridendole in modo malandrinesco.

Lily rimase con gli occhi spalancati che esprimevano rabbia e stupore insieme.

“Potter…che hai fatto?”.

“Semplice, Evans, ti ho baciata”.

In effetti non c’era nulla di complicato da capire.

Era successo tutto all’improvviso e Lily non sapeva se essere ancora infuriata con lui per aver preso alla leggera la situazione dello scambio dei corpi, o esserlo perché l’aveva baciata.

Di sicuro, l’ultima ipotesi fu bocciata dato che non le era dispiaciuto affatto.

Ma il ritorno all’utilizzo del cognome non prospettava nulla di buono.

Si mise a sedere sul divano, fissando il pavimento.

James la imitò e continuò a guardarla sempre con il suo sorriso malandrinesco.

“Sai cos’è un sillogismo, Evans?”, le chiese.

“Certo che so cos’è un sillogismo!!!”, sbottò lei, voltandosi di scatto verso il ragazzo, senza capire cosa c’entrassero i sillogismi in quel momento.

“Allora prova risolvere questo”.

“Sentiamo”.

“Premessa maggiore: James Potter bacia le ragazze che ama. Premessa minore: James Potter bacia Lily Evans. Conclusione?”.

“Ehm…”, Lily fece per pensare, “…James Potter ama Lily Evans?”.

“Esatto”.

“Non era molto corretto come sillogismo”.

“Non mi interessa, l’importante è che hai capito il nocciolo della questione”.

“Certo che l’ho cap…”.

Lily si bloccò improvvisamente rendendosi conto che James Potter le aveva detto che l’amava tramite un sillogismo mal formulato.

Non era una novità: James Potter sapeva distinguersi sempre, in tutto ciò che faceva.

Lily era totalmente incapace di proferir parola e fissava James con sgomento, mentre lui ricambiava quello sguardo con il suo costantemente malandrinesco.

Improvvisamente l’espressione di James mutò in una più triste, i suoi occhi erano quasi lucidi, e voltò la testa chinandola.

Stava forse pensando ad un modo dignitoso per porre fine alla sua esistenza, dato che non poteva avere l’amore di Lily?

Sentiva le lacrime pendergli dagli occhi.

Avvertì Lily alzarsi per andare chissà dove…e pensò che per lui sarebbe finita.

Lily, però, non aveva alcuna intenzione di andare via. Si inginocchiò davanti a James tra le sue gambe e gli cinse la vita, poggiando la testa sul suo petto.

James rimase senza fiato…avrebbe voluto sempre averla vicina come in quel momento. L’abbracciò a sua volta e si lasciò scappare un sussulto.

“Stai piangendo, Potter?”, sussurrò Lily, sorridendo.

James portò gli occhi al soffitto, nell’invano sforzo di cacciare indietro le lacrime che pretendevano di uscire.

“Evans, ti sembro il tipo che piange???”, disse lui, sforzandosi di non alterare la voce.

Lily lo strinse ancora di più.

Sentiva il suo respiro sfiorargli il collo e qualcosa di umido poggiarsi subito dopo.

Il suo viso bagnato dalle lacrime…

Era davvero tanto innamorato di lei da piangere? Lui, James Potter, piangeva perché l’amava?

“James…”, sussurrò Lily nel suo petto.

Avvertì James sollevare di scatto la testa e asciugarsi il viso con la manica della camicia. Non c’era nulla da fare, rimaneva sempre e comunque l’orgogliosissimo James Potter.

“Si?”, disse lui senza alcuna alterazione vocale.

“Perché ti sei innamorato di me?”.

James si allontanò dall’abbraccio per guardarla negli occhi.

I suoi erano ancora lucidi, ma non c’era alcuna traccia di lacrime sul viso. Quelli di Lily erano di un verde brillante, in attesa della risposta del ragazzo.

Lily era fermamente convinta di non essere come le altre ragazze. Lei era ligia alle regole, studiosa, non si truccava, non portava la divisa di una taglia più piccola per far vedere tutto e non era bella come le altre.

Era semplicemente Lily Evans. E la semplice Lily Evans non era per lui.

Ma la risposta che le diede James la lasciò di stucco.

“Non si chiede il perché dell’amore, Lily Evans”.

Aveva ragione.

Le aveva rivolto una domanda stupida. Forse avrebbe dovuto chiedergli il perché lui, il più bello nonché popolare ragazzo di tutta Hogwarts, avesse posato gli occhi sulla semplice Lily Evans. Ma pensò subito dopo che la risposta sarebbe stata la stessa.

James le sorrise dolcemente e la guardò tanto intensamente da farla rabbrividire.

Poi si chinò verso di lei con l’intenzione di strapparle un secondo bacio.

James posò dolcemente le sue labbra su quelle di lei, che anche quella volta non riuscì a ricambiare il bacio tanto era sconvolta e sorpresa da tutto ciò che le stava accadendo.

James allontanò di poco il viso dal suo e sorrise per l’ennesima volta nel vederla ancora con gli occhi chiusi, come se stesse attendendo un altro bacio.

Quel bacio non tardò ad arrivare, ma Lily decise finalmente di smettere di fare la parte della stupida e darsi una mossa. Gli circondò il collo con le braccia e si avvicinò a lui ulteriormente, approfondendo il bacio.

James si staccò solo per scendere dal divano e sedersi a terra, permettendo a Lily di stare tra le sue gambe e continuare quello che avevano interrotto.

“Per tutte le stelline disegnate sulle mutande di Merlino!!!”, esclamò una voce.

James e Lily si staccarono ma rimasero ancora abbracciati, rossi come peperoni e leggermente ansimanti.

I loro sguardi si posarono sulla fonte di quella voce che li aveva bruscamente interrotti.

Ai piedi delle scale del dormitorio maschile c’era Sirius con la bocca spalancata che teneva le mani sugli occhi di Peter e Remus, rispettivamente alla sua destra e alla sua sinistra.

“Sirius, saresti così cortese da toglierci le mani dagli occhi?”, domandò Remus, infastidito.

“I bambini non possono guardare queste scene osé!”, boccheggiò Sirius, ancora sbalordito.

Remus e Peter si tolsero le mani di Sirius dagli occhi che ostruivano loro la visuale e videro James e Lily abbracciati, anch’essi con la medesima espressione di Sirius disegnata in faccia, che non tardò a disegnarsi anche sui loro volti.

“Mi sono perso qualcosa?”, chiese Remus indicando i due ragazzi per terra.

Lily e James scossero entrambi la testa in segno di diniego.

“Ma siete tornati nei vostri corpi?”.

I due ragazzi asserirono vigorosamente con la testa.

“Ma siete capaci di parlare?”.

Negarono con la testa.

“Dovete continuare a fare si e no con la testa per tutto il giorno?”.

“Considerando il fatto che le loro lingue erano impegnate in altro…”, intervenne Sirius con nonchalance.

“Te l’ho mai detto?”, gli chiede Remus.

“Cosa?”.

“Che sei un porco schifoso????”.

“Mamma mia quanto se permaloso! Non venirmi a dire che quello che ho detto io non è vero!!!”.

“Almeno io non lo spiattello a destra e a manca come se nulla fosse!”.

“Perché, che c’è di male? Solo perché tu non sei mai coinvolto in tali maestose prodezze non significa che gli altri non ne possano parlare!”.

“Parla delle tue maestose prodezze, non di quelle degli altri!!!”.

“Ragazzi”, li riprese Peter, “Come potete litigare in un momento come questo?”.

“Peter ha ragione. Qui bisogna festeggiare!”, esclamò Sirius, “Vado a prendere le bottiglie di Whisky Incendiario che avevo nascosto sotto il letto!”.

“Tu non vai a prendere un bel niente!”, Remus lo afferrò da dietro per il colletto della camicia, quasi soffocandolo.

“Ma sono le bottiglie che tenevo nascoste per le occasioni speciali!”.

“Non mi interessa, non è legale”.

“Siamo tutti maggiorenni!”.

“Ma siamo ancora a scuola!”.

“Uffa!!!”.

James e Lily guardavano i due amici aggredirsi, mentre loro rimanevano ancora abbracciati, seduti a terra e incapaci di muoversi.

“Ho deciso: si scende in Sala Grande a mangiare come maiali!”, convenne Sirius, dopo secoli di battibecchi.

“Ok, questo si può fare”, asserì Remus, a braccia conserte e annuendo con la testa.

“Voi due, lì a terra, vi alzate o no? Badate che se scendo e i pancakes sono finiti, vi faccio al curry!”.

Lily e James si alzarono immediatamente e si diressero con gli altri verso il buco del Ritratto.

Sirius però rimase indietro.

“Posso andare a prendere il Whisky?”.

“NO!!!”.

Mai contraddire Remus Lupin.

*

“’Emus, m’pass scirop dac’ro?”, fece Sirius, mentre trangugiava a più non posso abnormi quantità di pancakes.

“Cosa? Non parlare con la bocca piena che non capisco un tubo!”, gli rispose Remus.

Sirius ingoiò tutto il pancake che aveva in bocca per riformulare la domanda in modo più comprensibile.

“Mi passi lo sciroppo d’acero?”.

Remus glielo porse, ma nel modo di poggiarlo sul tavolo ne fece schizzare un po’ sulla candida camicia di Sirius, i cui occhi diventarono di fuoco.

“Sirius, sembra che ti stia uscendo del fumo dalle orecchie!”, disse James indicandolo.

“REMUS!!!”, sbraitò Sirius scattando in piedi, “Mi hai imbrattato la camicia costata milioni di Galeoni!!!”.

“Esagerato! Solo perché tu puoi permetterti camicie più costose, non credo che costino milioni di Galeoni!”.

“Non mene frega niente, adesso me la lavi! Senza magia!!!”.

“D’accordo. Toglietela”.

“A-adesso?”.

“Certo”.

“Ma mi manderanno in punizione per atti osceni in luogo pubblico!”.

“Allora puntati la bacchetta addosso e dì gratta e netta!!! Queste cose le dovresti sapere dalla nascita!”.

Remus afferrò un pancake e lo divorò in un sol boccone, immaginando che fosse il braccio di Sirius.

James mangiava tranquillamente, come sempre, ma qualche sorrisino non sfuggiva all’occhio vigile e attento di Remus.

“Vedo che sei al settimo cielo”, commentò il licantropo, ignorando le imprecazioni che Sirius borbottava al suo indirizzo.

“Mmh?”, fece James, leccandosi via dalle dita lo sciroppo d’acero.

“Si vede lontano un miglio che sei felice, ormai che tu e Lily state insieme…”.

“Io e Potter non stiamo insieme!”, sbottò Lily, qualche metro più in là, alla povera Alice che le aveva rivolto quell’assurda domanda.

“Beh, io pensavo fosse successo qualcosa, visto che non smetti un attimo di girarti verso di lui”, disse Alice, sorseggiando del succo d’arancia.

“Io non mi giro verso di lui!!!”, la contraddisse Lily, ancora più nervosa.

Ma mentre le inveiva contro, si voltò impercettibilmente a guardare James, che per un secondo incrociò il suo sguardo.

Il calore salì prontamente a colorarle le guance.

“E allora perché sei arrossita?”, le fece notare Alice.

“Io-non-sono-arrossita!!!”.

“Smettila di trasformare al negativo ogni mia frase!”.

“Io non…ok, scusa”.

Lily abbassò lo sguardo.

Era tutto tornato alla normalità, lei era finalmente nel suo corpo e non doveva più preoccuparsi di quell’imbecille…ma allora perché non riusciva ad assumere un’aria più spensierata? Era verissimo che si voltava a guardarlo, ma lui sembrava non essere preso da quello che era loro successo quella mattina. Rideva e scherzava come al solito con i suoi amici.

Che non gli fosse importato nulla?

O forse James si era reso conto che in realtà la semplice Lily Evans non era altro che una studentella qualunque per cui non valeva nemmeno la pena correre dietro…aveva sprecato anni e anni della sua vita per una come lei, e Lily non perdeva occasione per respingerlo. Era quello che lei voleva, no? Non voleva stare con lui…

No?

Allora per quale ragione si sentiva così profondamente triste?

“Mister Boccino d’Oro a ore tre”, bisbigliò Alice, alzandosi da tavola.

“Dove cavolo vai???”, sbottò Lily, sentendosi abbandonata.

Ma ormai Alice si era volatilizzata, lasciandola in balìa della sorte.

Lily non ebbe il coraggio di voltarsi a guardare Potter che avanzava verso di lei.

Una volta giunto alla meta, James si sedette accanto a lei, poggiando la testa su una mano e osservandola sorridendo.

Lily era agitata, ma non gli avrebbe mai dato la soddisfazione di essere vista nervosa. Come sempre, avrebbe voluto urlargli un che cavolo vuoi, Potter? ma preferì non farlo.

James continuava ancora a guardarla, con il sorriso malandrino stampato in faccia e senza dire una parola.

“Ci sei riuscito, Potter, contento???”, sbottò Lily, quasi urlando.

“A fare cosa?”, odiava quando lui faceva finta di non capire.

“A farti amare da me!!!”.

Lily si alzò di scatto e si diresse verso il portone della Sala Grande con l’intento di uscire da quella stanza che sembrava fin troppo piccola per contenere entrambi.

James Potter non osò muovere un muscolo e il suo sorriso malandrino si allargò ancora di più.

*

“Sirius, la prossima volta che ti sorprendo a copiare il mio tema, te la faccio pagare cara!”.

Remus, Sirius e Peter si trovavano in Sala Comune a svolgere i loro doveri sotto la direzione del licantropo che non perdeva tempo a rimproverare il suo caro amichetto.

“Remy, è una noia mortale questo tema…lasciami copiare qualche frase da te!”, lo supplicò Sirius, credendo di avere una chance.

“Non se ne parla!”.

“James è sparito…non è giusto che riservi solo a noi questo diabolico trattamento!”.

“James è via per una buona causa!”.

“Se questa causa non implica l’utilizzo di un letto, non è di certo buona!”.

Per tutta risposta, Remus gli tirò un libro in testa procurandogli un bel bernoccolo.

“Ahi…razza di…”, cercò di protestare Sirius.

“Così impari a dire frasi altamente fuori luogo!!!”.

“Adesso stai davvero esagerando!”.

Sirius tirò fuori la bacchetta e la puntò verso Remus, che a sua volta aveva uscito la sua.

Peter alzò gli occhi dal suo foglio di pergamena per puntarli sui suoi due amici che avevano le bacchette puntate addosso e sguardi minacciosi in viso.

“Ragazzi”, li chiamò, “Non credo sia il caso di…”.

Ma dalla punta delle bacchette era già partito un raggio dorato.

*

“Allora?”.

“Allora cosa?”.

“Stiamo insieme?”.

Lily sbuffò pesantemente.

Erano ore che lei e James discutevano sul da farsi, o meglio, James la supplicava di mettersi con lui e Lily incrociava le braccia al petto sbuffando o distogliendo lo sguardo altrove.

“Ma perché no, Lily???”, James era sul punto di scoppiare in lacrime.

“Non ti ho mica detto di no”.

“Ma non mi hai nemmeno detto di si!”.

“Quanto la fai tragica…”.

“Sarei io quello che la fa tragica???”.

James si avvicinò prepotentemente a Lily, posandole le mani sulle spalle.

La ragazza guardò prima le mani di lui, poi i suoi occhi che sembravano dire tipregotipregotiprego in stile bambino di tre anni.

Lily gli prese il volto tra le mani e lo tirò verso il suo, coinvolgendolo in un bacio che di casto aveva ben poco.

James rimase con gli occhi spalancati per tutta la durata del bacio.

Quando Lily decise di terminarlo, James allontanò di scatto il suo viso, rossissimo e stralunato come se avesse tracannato una buona dose di Whisky Incendiario.

“Quanto la fai tragica, Potter!”, ripeté Lily, sorridendo maliziosamente.

Girò i tacchi proseguendo per il corridoio, mentre, dietro di lei, James si dipingeva del suo solito ghigno malandrino, allentandosi il nodo della cravatta.

*

Come erano finiti nella stanza di lui poco importava.

Le loro camicie erano andate ad arricchire il disordine che regnava su quel pavimento.

Una mano di James sfiorò il fianco di Lily, facendo si che un gemito di piacere si disperdesse dalla sua bocca, impegnata a lambirgli la spalla. Lily risalì su per il collo fino ad incontrare le labbra di lui, che pensò a ribaltare le posizioni, sovrastandola. Continuarono a baciarsi come se non avessero fatto altro da sempre.

Niente e nessuno avrebbe mai potuto interrompere quell’idilliaco momento.

“JAMES, E’ SUCCESSO UN CASINO!!!!”.

Quell’idilliaco momento era davvero troppo idilliaco per non avere una brusca interruzione.

Lily ebbe un sussulto e si portò alla svelta il lenzuolo fino al collo, mentre James, per lo spavento, capitombolò giù dal letto, battendo rovinosamente il sedere.

“Ahia…porco bolide…”, borbottò James, cercando di rialzarsi, “Ma che cavolo succede???”.

Un Peter piuttosto agitato e nervoso si precipitò davanti a James, cominciando ad ansimare e gesticolare in un vano tentativo di spiegare a James la situazione.

“Peter, calmati! Non sto capendo niente!”.

Il povero ragazzo dai capelli color topo non riuscì a riprendere il discorso in quanto fu interrotto da alcune urla isteriche molto conosciute.

Remus e Sirius entrarono sparati in camera quasi azzannandosi addosso.

“TI RENDI CONTO DI QUELLO CHE HAI FATTO???”.

“FINO A PROVA CONTRARIA SEI STATO ANCHE TU!!!”.

Remus sembrava volersi scagliare contro Sirius, ma fortunatamente James riuscì a bloccargli le braccia. Non aveva mai visto Remus avventarsi contro qualcuno, almeno non quando non era trasformato in lupo mannaro.

E poi Sirius sembrava volesse indietreggiare, come se avesse paura di una reazione negativa di Lunastorta.

Cosa stava accadendo?

Remus tentava di divincolarsi dalla ferrea morsa di James, sembrava posseduto.

“Remus, per Merlino, calmati!!!”, esclamò James, cercando di impedire a Remus di agitarsi.

“Ti, sbagli, non sono Remus! Ma per colpa di questo cretino adesso lo sono!!!”.

James spalancò gli occhi e cercò una risposta negli sguardi di Peter, di Lily e persino di Sirius di fronte a lui.

“Ditemi che non è vero…”, mormorò James, lasciando andare l’amico.

“Invece è verissimo e la colpa non è di certo mia!”, sbraitò quello che, ad occhi estranei, doveva essere Sirius.

James si sedette sconsolato sul bordo del letto, portandosi le mani ai capelli, disperato. Quei due si sarebbero uccisi a vicenda.

“Guardate il lato positivo”, intervenne Lily, “Cercheranno di vivere l’uno nei panni dell’altro e questa potrebbe essere una soluzione ai loro continui litigi. E quando capiranno che si vogliono davvero bene ritorneranno nei loro corpi”.

James e Peter guardarono Lily come se avesse detto la più grande cavolata del secolo. Subito dopo spostarono lo sguardo su Remus e Sirius, spalmati a terra e impegnati a strangolarsi a vicenda con le loro stesse cravatte.

The End

Ed eccoci giunti alla fine di questa storia…

Ovviamente non poteva mancare un qualche casino made in Remus e Sirius XD

Beh, so che non è questa ff non è stata tutto questo granché ma sono contenta di averla portata a termine.

Ringrazio moltissimo coloro che hanno recensito lo scorso capitolo e che mi hanno accompagnato durante la stesura della storia. GRAZIEEEEEEEEEEE!!!!^^

Il mio tempo a disposizione è finito, quindi vi saluto e vi auguro un buon proseguimento delle vacanze! Naturalmente mi rifarò viva con un’altra storia, MUAHAHAHAH!!!!

Ciao a tutti!!!^^

  
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