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Autore: Zoe43    30/12/2012    5 recensioni
-Ma perchè le mie opinioni, i miei desideri non contano mai?!?- mi ribellai. Cercai di mantenere un tono di voce moderato, non volevo infastidirlo troppo.
 
Paul si massaggiò le tempie con due dita e si strofinò il viso con una mano. Chissà a cosa pensava in quel momento: probabilmente si stava dando dell'idiota per aver deciso di fare da tutore ad uno come me. Non facevo altro che creare problemi. Come non biasimarlo.
 
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ed ecco di già il quindiciesimo capito! Voglio farmi perdonare per quel ritardo di tipo due mesi, scusate ancora.
Buona lettura, baci <3
 
 
 
 
Quella mattina mi svegliai piuttosto di malumore. Un malumore dovuto probabilmente al fatto che Zayn non avesse risposto al mio messaggio ma, d'altronde, cosa potevo aspettarmi? Che si precipitasse tra le mie braccia e che mi baciasse magari? Ero stato io a porre fine a quel qualcosa che c'era stato tra me e lui, quel qualcosa a cui ancora adesso non sarei riuscito a dare un nome specifico.
Afferrai il mio cappotto grigio e, prima di uscire di casa, incontrai lo sguardo triste e spento di mia madre, sguardo che non era cambiato di una virgola dalla sera in cui le avevo confessato la mia omossessualità. La cosa che più mi feriva eri il fatto che non mi avesse accettato per com'ero realmente, era davvero così importante essere un etero? Non si poteva amare serenamente una persona indipendentemente da ciò che avesse in mezzo alle gambe? Probabilmente lei non la pensava così. Dal giorno in cui le avevo confessato di essere gay mi guardava in modo diverso e non si comportava nella stessa maniera di prima: ora i suoi gesti, le sue parole nei miei confronti avevano assunto una sfumatura a dir poco glaciale. Tante volte avevo pensato di entrare in camera sua, la notte e accoccolarmi accanto a lei come facevo da bambino, ma poi ci avevo sempre ripensato.
Sospirai distogliendo lo sguardo e uscii fuori nella fresca aria di marzo: era una splendida giornata. Quasi mi semrò di sentire la voce di Zayn che diceva quanto fosse raro vedere bene il sole a Bradford, la sua città. Le mie labbra furono attraversate da un sorriso veloce e nostalgico che andò via altrettanto rapidamente. Salii in macchina e mi diressi verso la scuola.
Attraversai i corridoi dell'edificio mettendo su il sorriso più sinecero che riuscii ad indossare e salutando di tanto in tanto qualche amico. Come al solito feci scorrere lo sguardo fino ad arrivare all'armadietto di Zayn. Lo trovai lì insieme alla bella ragazza bionda dagli occhi verdi simili a quelli di Harry; chiacchieravano sommessamente e ogni tanto si lasciavano a ndare a risatine spensierate. Non mi accorsi nemmeno di aver camminato fino a lì e di essermi bloccato a pochi passi da loro.
Zayn si voltò e posò le sue iridi ambrate su di me, fissandomi sorpreso e confuso, la ragazza invece mi rivolsi un sorriso timido.
-Ciao, Louis.- balbettò Zayn guardando in basso.
-Ehm..hey, ciao ragazzi.- risposi sorridendo e sventolando una mano da destra verso sinistra.
-Lei è Brianna.- diachiarò Zayn ma subito dopo si morse il labbro come pentito di avermela presentata. Ancora non capivo che cosa ci facessi lì. Perchè non me ne andassi.
La ragazza mi porse la mano candida ed io la strinsi.
-Piacere, dolcezza. Sono Louis.- mi presentai. Le rivolsi uno dei miei sorrisi migliori e feci un leggero e scherzoso inchino. Brianna ridacchiò ed arrossì visibilmente, sotto lo sguardo stralunato di Zayn.
-Bè, ora dobbiamo proprio andare.- sibilò gelido Zayn prendendo la ragazza per mano e cominciando già ad andare via.
-certo, piacere di averti conosciuto, Brianna.- dissi con voce suadente rivolgendole un ultimo sorriso. La ragazza ricambiò il sorriso e mi salutò con la mano, scomparendo tra la miriade di studenti nel corridoio. Mi diressi verso la mia classe mentre la mia mente partoriva una nuova e subdola idea. Mi sentii sopraffatto dalla gelosia e il fatto che avessi posto fine alla mia storia con Zayn non implicava che lui non fosse più mio. Non accettavo il fatto che mi venisse portato via da una bella ragazza qualsiasi, tra noi c'era qualcosa di speciale che neanche lei sarebbe stata in grado di spezzare. Se solo Zayn avesse riprovato a mettere le cose a posto tra noi, probabilmente avrei ceduto e sarebbe tornato tutto come prima. Ma lui era troppo orgoglioso per farlo ed io lo ero troppo per andare a chiedergli un'altra possibilità. Nonostante ciò, ero ancora dell'idea che si meritasse qualcuno di meglio di me, qualcuno che poetesse amarlo senza paura e come meritava di essere amato. Sapevo che avrei compiuto una pazzia ma l'idea che Zayn baciasse le labbra di qualcun'altro all'infuori delle mie mi distruggeva. Volevo che capisse che io continuavo ad adorarlo.
La mattinata passò in fretta e durante la pausa pranzo vidi Brianna nel cortile della scuola. Sorrisi, felice di averla incontrata sola. La raggiunsi e mi sedetti accanto a lei sul muretto.
-Hey.- dissi. Lei sollevò lo sguardo incastrando i suoi occhi verdi nei miei. Appena mi riconobbe arrossì e si aprì in un ampio sorriso.
-Hey, Louis!- esclamò. Sorrisi.
-Come mai qui tutta sola?- domandai.
-Oh, aspettavo Za..- cominciò a dire. Non le lasciai il tempo di terminare la frase e premetti le mie labbra sulle sue affondando una mano nei suoi rici dorati. In un primo momento, la ragazza rimase immobile e potei sentire il suo respiro diventare irregolare, ma poi si lasciò andare e chiuse gli occhi contornandomi il viso con le sue mani profumate.
-Louis.- una voce incredula che conoscevo fin troppo bene interruppe il nostro bacio. Brianna si scostò immediatamente da me coprendosi le labbra rosse con una mano, si alzò in piedi e corse via. Mi dispiaque di averla usata per far riavvicinare un pò a me Zayn ma non ci pensai molto e mi concentrai sugli occhi del moro che mi fissavano con finto odio.
-Louis.- ripetè sbigottito.
-Sì?- chiesi con tono innocente. LUi si coprì il viso con le mani e rimase a lungo in quella posizione.
-Perchè?- chiese poi- -Perchè?- urlò lanciandomi uno sguardo di fuoco. Mi alzai dal muretto e lo raggiunsi, standogli difronte a meno di un metro di distanza.
-Non ti basta avermi fatto soffrire una volta?- domandò con voce tremante che salì di un'ottava. Lo fissai in silenzio, col cuore stretto in una morsa d'acciaio.
-Mi hai detto meritavo una persona migliore di te e ,pur non essendo d'accordo, io ho accettato la tua richiesta e ti ho lasciato andare. E adesso che finalmente penso di aver trovato qualcuno..tu..tu..me la porti via. Perchè, Louis? Qual'è il tuo problema?- la sua voce si abbassò e si fece più triste, più sconsolata.
MI strinsi nelle spalle ricacciando indietro le lacrime.
-S-sono geloso..- sussurrai. Tra noi cadde un silenzio tombale, rotto solo dal canto di qualche uccello nel cielo.
-Come hai detto? Non ho sentito.- disse infuriato. Sospirai e mi stroppicciai gli occhi con le dita.
-Ho detto che sono geloso.- affermai fissandolo negli occhi. Zayn corrucciò le sopracciglia e mi puntò un dito al petto quasi sfiorandolo con il polpastrello.
-Tu mi hai lasciato, Louis!- gridò.
-Senti, lo so..io voglio che tu incontri qualcuno ma è più forte di me..io..- bisbigliai in preda al panico. Ma che cosa stavo facendo? Ero ridicolo. Feci per andarmene ma le mani incandescenti di Zayn mi bloccarono per le spalle a una spanna dal suo viso. Lo guardai dritto in quegli occhi dolci e profondi dalle ciglia lunghe e nere, trattenendomi a stento dal baciarlo.
-Non ce la faccio più.- fu un sussurro flebile e poco udibile e non fui sicuro che fosse rivolto a me o se l'avesse detto più a se stesso. Chiusi gli occhi e gli strinsi una mano ancora poggiata sulla mia spalla.
-Non immagini nemmeno quanto stia male, Louis.- mormorò tirando su col naso. Mi sentii male al sentire quelle parole e ignorai le lacrime che mi solcarono il viso lentamente, ustionandomi la pelle.
-Non sai quante volte ho sperato che ci ripensassi, Louis, che tornassi da me ma non è successo e ho cercato di farmene una ragione.- disse a bassa voce. -E poi arrivi tu e distruggi tutti i miei sforzi. Dici di amarmi ma se mi avessi amato davvero non saresti stato così crudele con me.- mormorò chiudendo gli occhi. La sua mano sotto la mia bolliva, quasi riuscivo a percepire lo sforzo che stava facendo per non scoppiare in lacrime.
-Zayn...ti amo davvero e non so neanch'io perchè mi sto comportando così. Mi manchi tanto ma voglio che tu abbia al tuo fianco una persona degna di te, non codarda come me. Non so perchè ti sto rendendo la vita così difficile, scusa.- piagnucolai asciugandomi le lacrime. Inaspettatamente lui mi abbracciò forte. Percepii il suo cuore battere all'impazzata e il suo petto scosso dai singhiozzi.
-Possiamo riprovarci..-propose con un fil di voce.
-No.- dissi subito e mi ci volle tutta la forza per non dire il contrario. Zayn sospirò e mi aspettai che se ne andasse ma invece rimase incollato a me come un bambino. Lo cullai sul mio petto inspirando con nostalgia il suo profumo.
-Va bene e ti prego cerca di non rendere più difficile la situazione. Se non vuoi stare con me, stai al tuo posto. Provaci, Louis e comunque voglio che tu sappia che sei l'unica persona che probabilmente mi mancherà sempre.- confessò stringendomi più forte a sè -Più del dicibile, più di tutto. E non importa quanto tempo sia passato, non importa come sia andata a finire e come finirà. Non importa.- si fermò un attimo per riprendere fiato e poi riprese a parlare. Io lo ascoltavo senza parole, commosso più che mai. -Perchè tu mi mancheresti comunque, anche se non ci fossimo mai conosciuti.- concluse piangendo.
Restammo così abbracciati per un arco di tempo che mi sembrò infinito e che avrei voluto durasse in eterno ma poi Zayn sciolse il nostro abbraccio e andò via, lasciandomi solo in mezzo al cortile divorato dalla nostalgia e dai sensi di colpa.
 
 
Girai la chiave e la porta di casa mia si aprì cigolando. Entrai nel salotto ancora scosso per le parole di Zayn e mi diressi in cucina per mangiare qualcosa. Lì vi trovai mia madre. Rimasi stupito di vederla lì dato che a quell'ora di solito lavorava, perciò ci fissammo per vari minuti in silenzio senza che nessuno dei due facesse niente.
-Ciao.- dissi poi.
-Ciao.- rispose lei. Ci guardammo, o meglio ci studiammo, nello stesso modo in cui si studiano due estranei che si incontrano per la prima volta. Solo che non era la prima volta che m'imbattevo in mia madre ma, per il fatto che non fosse un'estranea per me, non ci avrei potuto giurare.
-Come stai?- mi chiese timidamente.
-Male.- risposi di getto e poi mi tappai la bocca con la mano. Avrei voluto mentirle come al solito, come ogni volta che mi chiede3va come stessi, dirle che stavo bene ma quel giorno chissà perchè fui sincero.
Lei guardò in basso con un'espressione addolorata in volto.
-Ed è in parte colpa tua.- continuai. Mia madre non mi guardò, rimase in silenzio col capo chino come un cane che viene sgridato dal suo padrone.
-Perchè non mi accetti per come sono? Sono tuo figlio!- sbraitai travolto dall'ira. -Che t'importa se mi piacciono i ragazzi o le ragazze, eh?! E' da quella sera che ti comporti diversamente con me, sono gay e allora?- gridai. Lei sospirò forte e finalmente incastrò i suoi occhi nei miei.
-Non è naturale, Louis.- mormorò. -Dio è stato chiaro, un uomo e una donna..- disse. Quelle parole mi rimbombarono più volte nella testa, dolendomi quasi.
-No, sai cos'è che non è naturale? L'omofobia.- scandii lentamente l'ultima parola, con rabbia. -E il fatto che una madre non accetti suo figlio solo perchè non è come vorrebbe Dio, e il fatto che un ragazzo si senta un estraneo a casa prorpia. Ecco, cos'è innaturale, questo. Non amare.- terminai serrando la mascella.
Mia madre cominciò a piangere tenendosi una mano sul petto.
-Perchè mi devi recare così tanto dolore?- chiese disperata. -Non potrò mai avere la gioia di vedere dei nipootini gironzolare per casa, verrò additata e perchè? Perchè tu dici di essere..- si bloccò facendo una smorfia disgustata. -Senti, tu sei solo confuso, vedrai che è solo un perdiodo. Passerà.- si avvicinò a me e mi posò le mani fresche sulle guance. Le scostai malamente.
-Sei tu che fai soffrire me. Non ti rendi neanche conto di quel che dici ma sai qual'è la cosa peggiore?- chiesi in lacrime. -Il fatto che tu non riesca a volermi bene come prima.- sibilai e abbandonai la stanza a grandi passi.
La solitudine pervase ogni fibra del mio corpo, avrei voluto tanto avere una madre come quella di Harry: che importa se con un uomo o con una donna? Lui comunque era stato felice. E lei lo aveva capito.
Quella non era mia madre. 
  
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