Storie originali > Fantascienza
Segui la storia  |       
Autore: LaHire    30/12/2012    2 recensioni
"E da allora iniziò ad interessarsi del perchè era questo il destino degli uomini. Da tempo in ognuno di loro venivano impiantati chip o registrati dati, non lo sapeva neanche lei, che pure era un medico, ma in un qualche modo la sola vista di una persona compatibile al cento per cento con sè stessi comportava che i due si dovessero in qualche modo rincontrare e che dall'unione dei due dovesse nascere un numero prestabilito di figli. L'amore non aveva spazio in quel sistema. Non si aveva scampo." Cap. 1
Genere: Mistero, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Due uomini e una donna sui vent'anni, tutti pallidi, uno più dell'altro, e armati.
La ragazza aveva una chioma rossa raccolta in una coda alta che le arrivava fino alla vita mentre gli altri due avevano corti capelli neri. Tutti e tre con iridi incredibilmente scure, come buchi neri, che sembravano voler inghiottire l'intero occhio, da quanto grande quel cerchio scuro.

Esperimenti.

Sentii un proiettile partire.
Colpì la mano della rossa, che lasciò cadere una delle due pistole che aveva in mano.

E scorsi solo questo quando i due uomini si voltarono all'unisono e spararono contemporaneamente. Vidi scintille, segno che i proiettili si erano colpiti l'un l'altro in aria e li sentii rimbalzare.
Questo andava oltre l'abilità o il semplice allenamento.

Ed i due corsero via, lasciando sola la rossa, che osservava la sua mano ferita e la pistola riversa a terra.
La prese di nuovo in mano.
Come se non fosse successo niente. E poi si voltò verso di me e con uno scatto quasi disumano mi prese per la gola.

< No... N... > mi stava strangolando lentamente, aumentando la pressione ogni secondo che passava.
Mi mancava il respiro, sentivo di stare per svenire.

Ed allora dai miei occhi "elettrici" partì un bruciore che si ricongiunse ad un dolore, quasi come chiodi che vengono piantati dentro, che partiva dal fondo della spina dorsale.

Non sapevo cosa stesse succedendo, stavo sicuramente impazzendo, nessun altra spiegazione plausibile.

Procedere con la difesa?

Vidi e sentii delle parole nella mia mente. Presi con le mani il braccio che mi serrava la gola e col poco fiato che avevo risposi.

< Sì >

Le mie dita si illuminarono di rosso, lentamente, e all'inizio parve che la donna che tentava di uccidermi non ci facesse nemmeno caso.
Poco dopo lanciò un grido quasi metallico. Vidi sul suo braccio destro, quello che stava usando per strangolarmi, segni di bruciature profonde, molto profonde, e in pochi attimi la sua mano cadeva a terra, staccata a fuoco dal corpo.

Non erano umani, o almeno non lo erano più, e la rossa mi si lanciò contro di nuovo, capendo che era stata causa mia.
Anche se in realtà non lo sapevo neanche io.

Procedere con l'attacco?

Altre parole, altre richieste alle quali non sapevo cosa rispondere. Mimai semplicemente un sì con le labbra, poco prima che lei mi saltasse addosso, facendomi cadere, e restasse infilzata da un lungo corno osseo partito dal mio petto.

Solo allora capii che in realtà io e quel mostro non eravamo molto diversi.
Solo allora capii cosa ero.
Solo allora capii di essere un esperimento anch'io.

Un incubo, ecco cosa doveva essere, nient'altro che un incubo. Da cui speravo di risvegliarmi. Rimasi accasciata passivamente sotto il corpo morto della ragazza che avevo ucciso. Senza neanche sapere cosa stessi facendo.
Sentivo del sangue, che mi gelava dentro e mi toglieva il fiato, macchiarmi lentamente gli abiti, mentre lacrime bollenti mi rigavano il volto.

Avevo ucciso.

Lasciai che il mio capo si posasse a terra e vidi anche i due uomini cadere sotto colpi di pistola, con un foro in fronte, quello letale, l'unico che riuscissi a notare in quel momento.

Altri morti.

Avevo assistito a così tante scene raccapriccianti, molto più raccapriccianti dello stato di quei due, ma la consapevolezza che fosse tutto causa mia aveva cambiato tutto repentinamente.

Mi facevo schifo da sola. Uno schifoso esperimento, proprio come il trio ormai morto.

Non aveva senso. Doveva essere un incubo. Chiusi gli occhi in cerca del riparo del buio, cercando di svegliarmi.
Ma la luce aumentò e mi sentii sollevare.
Non volevo più aprire gli occhi. Mai più. Volevo solo svegliarmi da quell'incubo indelebile.
In cui io ero un esperimento e avevo ucciso.
Solo svegliarmi.

Mi sentii appoggiare su una superficie morbida, probabilmente il mio letto.

< Era vero? > la mia voce era incrinata, lo sentivo più che bene.

< Sì. Non è un incubo. Non è un sogno. Sei tu l'esperimento.
Non so come sia stato possibile, ma siamo anime gemelle. Non so come sia possibile, ma non sei morta. Non so come ma sopravvivi.
Tua madre è dura a morire, eh? >

Pugnali, ecco come sentivo le sue parole. Non capivo, ero un esperimento? Di cosa?
Ad ognuno cambia il colore delle iridi alla vista dell'anima gemella, la persona con cui si è compatibili al 100%. Ognuno ha un destino quasi completamente prestabilito. E ognuno dava la colpa alla società o alla natura.
Ma era davvero così?

< Project Gemini > sentii forte e chiara la risposta di Will.

Se ne andò lasciandomi sola, in preda a deliri e alla mia stessa natura...
Mi portarono i pasti di tanto in tanto, ma lasciavo la mia mente vuota, senza toccare cibo.
Come avevo potuto? Come avevo fatto? Perchè io...
Mi girai più volte in quel letto che sentivo vuoto, osservando la stanza senza vederla in realtà...

Morti. Uccisi. Per colpa mia.

Tutta colpa mia... Solo colpa mia...
Come avevo fatto? Come mai proprio allora? Perchè? Perchè...

Sentii Will tornare più volte nella mia stanza. Non diceva mai niente e neanche io lo facevo. Lo odiavo sul serio, senza ormai alcun limite. Un egoista. E se io pensavo lo facesse per me... Quanto stupida ero, che grande idiota.
E altre lacrime colavano incontrollate.

Non riuscivo a fermarmi, ma non volevo alzarmi, non volevo mangiare anche se sentivo che le mie energie calavano rapidamente. Non volevo rendere quell'incubo reale.



Eccoci di nuovo in questa Nota d'Autore!
Inizio subito ringraziando chi mi fa compagnia, sia qui che nella vita vera, chi mi recensisce e chi legge solo! Vi adoro tutti! :3
Ma passiamo a cose importanti.
Non amo, anzi, odio letteralmente questo capitolo. Sento di aver deluso tutti e per primo me stesso con questo continuo. Non so se il capitolo sarà definitivo, anche perchè deciderò solo dai pareri che riceverò e quindi non so...
Spero solo di non aver deluso nessuno, smentitemi! ;n;

Se notate ho cambiato nickname, spero vi piaccia almeno quello! Ok, continuo a dire che sono davvero perplesso. Spero di far tornare tutto a posto nella mia storia,
~LaHire / Robby
  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantascienza / Vai alla pagina dell'autore: LaHire