Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Moiraine    31/12/2012    1 recensioni
Salve a tutti :)
La protagonista, Estel, è una ragazza dal passato oscuro e misterioso del quale apparentemente non ricorda nulla. Vive una vita difficile o, almeno, vive una vita difficile fino all'incontro con un ragazzo speciale.
Questa è la prima storia che pubblico; quindi non fatevi scrupoli e commentatemi o criticatemi.
Buona lettura :) Spera che la storia vi piaccia :)
Genere: Fantasy, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il pacco

 
Estel suonò il campanello e, quasi istantaneamente, il portone di casa si aprì. Davanti ai tre comparve Shaza, il viso arrossato dalle lacrime e gli occhi spalancati dalla paura.
«Sei qui..» sussurrò, correndo tra le braccia dell’amica, che iniziò a carezzarle i capelli per cercare di tranquillizzarla.
«Adesso è tutto apposto; ci siamo noi» le disse con un sorriso. Lei annuì e, tirando su col naso, sciolse l’abbraccio e si asciugò gli occhi.
«Possiamo vederlo?» le chiese Anar, gentilmente. Lei rabbrividì solo al pensiero, ma annuì e li fece entrare dentro casa chiudendosi la porta alle spalle.
«I tuoi genitori non ci sono?» le chiese Mahtar stupito. Lei scosse la testa.
«Lavorano..» sussurrò.
«Che lavoro fanno?».
«Lavorano nella polizia.. questa sera hanno ricevuto una telefonata che li obbligava a raggiungere la centrale immediatamente, così mi hanno avvertita e se ne sono andati».
«Nella polizia..» sussurrò Mahtar, un po’ confuso. Se anche i genitori di quella ragazza erano stati chiamati per il suo stesso motivo, sarebbero dovuti tornare da un pezzo ormai; ma allora perché non erano ancora arrivati?
Preoccupato, iniziò a guardarsi intorno con circospetto in attesa che i due arrivassero. Rimase comunque in silenzio; non era il caso di spaventare quella ragazza più del dovuto, e poi non era neanche sicuro che i due poliziotti fossero stati chiamati per il suo stesso motivo. Ma se non da quello, da quale caso urgente erano stati obbligati a lasciare la propria casa nel mezzo della notte?
Scosse la testa e scambiò uno sguardo con Anar; anche lui aveva un brutto presentimento e sembrava condividere ciò che l'uomo stava pensando. Si scambiarono un secondo sguardo e, con un sospiro, si voltarono verso Estel che, camminava in silenzio a fianco dell’amica.
Shaza si fermò di botto davanti alla porta della sua camera. Si mise da parte e lasciò passare i suoi ospiti che, senza timore, si diressero verso il pacco azzurro che era poggiato sulle coperte.
Estel, Anar e Mahtar si sporsero e storsero il viso in una smorfia disgustata. Nella confezione c’era un coniglio bianco di pezza con la testa e le zampe sporche di sangue. Anar ed Estel si tapparono il naso sofferenti; lui aveva uno sguardo nauseato, lei confuso. Mahtar li guardò comprensivo.
«A quanto pare, avete entrambi un olfatto sensibile; è normale che l’odore eccessivo del sangue vi disgusti e vi causi sofferenza» disse alla ragazza, stupita.
«Ma questo è sangue.. fresco?» chiese. L’uomo annuì.
«Dobbiamo farlo analizzare..» disse Anar alzandosi per allontanarsi da quell’odore.
«Lo faremo.. secondo me qui troveremo tracce del DNA di entrambe le ragazze» disse il rosso.
«Ne sono convinto anche io..» disse il rosato. Le ragazze li guardarono incredule.
«Fatemi capire bene.. questo dovrebbe essere Vortha?!» urlò Estel. Mahtar la trafisse con uno sguardo di rimprovero.
«È probabile..» le rispose.
«Ma.. ma.. è impossibile!».
«Non tanto quanto pensi..».
«Ma allora.. uccidiamolo!». L’uomo e il ragazzo si fissarono con uno sguardo serio; il rosso scosse la testa e il rosato sospirò.
«Non possiamo..» le disse Anar poggiandole una mano sulla spalla destra.
«Perché no?» gli chiese lei, confusa.
«Dobbiamo prima trovare la sua padrona».
«Intendi Ainur?».
«Esatto» le disse Mahtar.
«E perché?».
«Non sappiamo che effetti potrebbe avere su di lei la morte del conigli
o». Estel lo guardò confusa e accigliata.
«Che..
?». Anar sospirò.
«Non sappiamo fino a che punto i due siano legati insieme; quindi uccidendo lui, potremmo uccidere anche lei..» le disse, paziente.
«E allora?» gli chiese perplessa. Lui la guardò sconvolto.
«Allora? Vuoi uccidere un’altra ragazza innocente?! Ainur non è cattiva!».
La ragazza incrociò le braccia e sbuffò.
«Non è neanche detto che sia veramente il coniglio della favola» sussurrò, senza guardarlo negli occhi. Il ragazzo prese un lungo respiro per non urlarle addosso e cercò di calmarsi.
«Molto probabilmente lo è».
«Ma non avete risposte certe?! Solo probabilità! Non si aiuta nessuno senza risolvere i dubbi!» urlò sbattendo i piedi per terra.
«La vuoi smettere di lamentarti e di comportarti come una bambina?! Se sapessimo le risposte, le avremmo già date, non credi?! Credi sia bello avere la testa piena di dubbi che sai di non poter risolvere?» le urlò lui, ormai preda della rabbia.
«Non mi sto lamentando! Sto solo cercando di aiutare una mia amica che probabilmente ha ricevuto una proposta di morte! Credi che le basti un semplice “è probabile” per aiutarla?!».
«Mi sto impegnando al massimo per aiutare la tua amica, ma se non sono sicuro della risposta, non dico di saperla! A cosa servirebbe dirle che è al sicuro quando invece è tutto il contrario?! Le mentirei soltanto!».
Estel sbuffò. I due continuarono a guardarsi digrignando i denti; entrambi con gli occhi accesi e scintillanti di rabbia.
Fu proprio durante quella pausa che Shaza urlò. Estel ed Anar si voltarono verso la ragazza e spalancarono gli occhi. Il coniglio, che fino a qualche secondo prima era rimasto disteso nella scatola, le era saltato addosso e stava cercando di perforarla con una siringa.
Anar si mosse velocemente. Si avvicinò a Shaza e con un calcio allontanò il coniglio, facendolo sbattere contro una parete. Estel lo raggiunse e lo schiacciò a terra con un piede, cercando di immobilizzarlo. Quello le conficcò la siringa nella caviglia ma, prima che riuscisse a iniettarle dentro le vene tutto il liquido che conteneva, fu schiacciato da qualcosa di pesante.
Confusa Estel alzò lo sguardo e vide Anar che, girato di spalle, si era piombato sul coniglio. Lo sentì sbuffare e sospirare. Poi si voltò verso di lei e la guardò con uno sguardo serio.
«Come stai?» le chiese preoccupato come se si aspettasse di vederla cadere distesa sul pavimento.
«Bene» gli rispose. Lui annuì e si voltò a guardare Shaza che, appiattita contro il pavimento, piangeva in silenzio, terrorizzata.

 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Moiraine