Salve gente!
Questo è l’ultimo capitolo di “Doppia personalità”.
Buona lettura!
Notte.
- Pronta? Chiese una voce
maschile in un sussurro.
- Andiamo. E’ ora. Rispose
una voce femminile, decisa.
Due
ninja si misero a correre passando veloce il centro di Suna.
Si
stavano dirigendo verso il luogo della resa dei conti: Konoha.
Correvano
vicini. Due belle figure nella notte illuminata da splendenti stelle e una
padrona Luna.
-
Che bella notte…sussurrò la lei guardando in alto, ammirata.
-
Stupenda compagna unica.
-
Già…
La
notte era stata la segreta e fidata compagna dei due. Dovevano molto alla
notte.
La
ninja, Hinata Hyuuga sospirò.
-
Tutto a posto?
-
Non so…
-
Sei preoccupata?
-
Un po’…
-
Ci sono io con te, andrà tutto bene. Sarà dura ma ce la faremo.
-
Grazie…
Sabaku
No Gaara prese delicatamente la mano della ragazza, la
strinse affettuosamente. Corsero mano nella mano. Stettero in silenzio per un po’,
pensando, riflettendo, ipotizzando cose di un futuro molto prossimo…
Fu
il rosso a rompere quel denso silenzio sussurrando parole:
-
Ho una lettera per te, disse lasciando la mano di lei e frugando nelle tasche
del suo completo blu.
-
Per me?
Hinata
si fermò. Il suo sguardo intenso si posò prima su Gaara e poi sul foglio
spiegazzato che questi teneva in mano.
-
E’ arrivata oggi.
-
Chi la manda?
- Jenko Komyama e Fuji.
Il
cuore della Hyuuga saltò un battito: quei nomi erano dei suoi amici, coloro che
non vedeva da settimane, che aveva perso di vista quella sera della lotta cieca
contro Shizune, quando Gaara ancora non esisteva per lei.
- Jenko, Fuji…
Gaara
le porse la lettera, aveva aspettato apposta la notte per dargliela.
Lui
non si era permesso di leggerla, era una cosa per Hinata e di Hinata. Non sua,
e poi quando aveva letto i mandanti della lettera aveva intuito tutto. In cuor
suo sapeva cosa conteneva quella testimonianza scritta venuta dalla pacifica
Konoha.
Lei
indugiò, gli occhi puntati al di là della lettera, verso un punto indefinito,
sguardo che pareva perso per un attimo.
Le
ci volle un po’ prima che coraggiosamente aprisse il foglio e i suoi occhi scorressero le prime parole di quella lettera. Aveva paura
delle brutte notizie. Aveva timore che fosse successo qualcosa.
Tremante
nella notte prese fiato e lesse ad alta voce.
Cara nostra Hinata,
siamo Genko e Fuji, tuoi amici per
sempre, finalmente abbiamo trovato il vero coraggio per scriverti. E’ stata
dura, qui a Konoha, non mentiamo a te, Hinata. Abbiamo passato giorni
difficili…
Hinata
rabbrividì a quelle parole.
Non ti allarmare inutilmente, però,
Hinata, abbiamo passato ardui momenti, ma ora va tutto meglio, credici. Le
difficoltà sono state superate, per la maggior parte.
Hinata
fu un po’ rincuorata. Ma era piena di dubbi.
“Cosa è successo?” si chiese spaventata.
Ti starai sicuramente chiedendo cosa sia
successo, ebbene sì, te lo vogliamo raccontare, prima che tu raggiunga Konoha, di
modo che sai già un po’ come stanno le cose…
Hinata
si fece un po’ più sicura nella lettura e la sua voce dapprima incerta divenne
chiara e decisa. Lesse ancora…Assetata di sapere…
Quando il combattimento tuo contro
Shizune finì ci portarono via, lontano da te. Eravamo disperati e distrutti, ci
maltrattavano, eravamo come cani…dietro a noi c’era Shizune, sai? Pareva
avvilita…ci seguiva a capo chino. Ecco, arrivammo a Konoha in pieno giorno e ci
mandarono al Quartiere della Gondaime. Lì, iniziò tutto. Hinata. Eravamo
malfidanti e arrabbiati: l’Hokage ci guardava così intensamente… Sapessi che
ansia,Hinata,pensavamo il peggio, aspettavamo una
punizione per la nostra fuga a Suna. Haki parlò di te, voleva sapere…lacrime di
rabbia sui suoi occhi e non solo sui suoi, Hinata. Ma la reazione della quinta
Hokage fu completamente diversa da quello che un poco ci aspettavamo. Ci
sorprese tutti, noi disperati. Gridò che aveva un
piano, disse che lei non sopportava la gente che ci maltrattava, ti rendi
conto? Come potevamo crederle, Hinata? Ci chiese di aiutarla a rendere Konoha
migliore, ci disse sul serio che voleva aiutarci, voleva donarci la vera
libertà. Ci disse che stavi al sicuro, che avrebbe fatto qualcosa di concreto
per te, per noi, per la banda della notte. E noi? Noi dovevamo soltanto dire di
sì o di no al suo piano. Fu duro, Hinata. Cosa potevamo fare? Ci diede tempo
per pensare, un’attesa snervante per lei, e una scelta di vita per noi. Però
decidemmo, Hinata. Decidemmo come disperati, come chi non ha niente , decidemmo da poveri, sai? Pensando unicamente che la
nostra situazione non
sarebbe potuta peggiorare ulteriormente e perciò avrai capito che demmo
l’opportunità all’Hokage di provare ad aiutarci. La banda della notte aveva
eliminato l’orgoglio, Hinata. Dopo ci portarono in una stanza, Shizune ci
controllava, aveva paura che avremmo commesso atti contro il piano. Noi la
prendemmo un po’ in giro, per far qualcosa, eravamo stufi, sulle nostre. Haki
se ne andò con l’Hokage, sai dove? Ti parrà strano, cara Hinata, ma Haki andò
da tuo padre…
Hinata
si fermò per un istante. “Mio padre?”
Sì, tuo padre, secondo
Le
mani di Hinata cominciarono istintivamente a tremare, ma continuò a leggere,
con voce strozzata da un pianto che cercava di reprimere.
Se la voleva togliere perché si era reso
conto che non era stato un buon uomo, che non era stato un buon padre. Haki lo
salvò, Hinata. Tuo padre ha capito. Tuo
padre è un altro uomo, adesso, davvero. Haki ed Hiashi
hanno passato giorni e giorni assieme e davvero si sono aiutati. Haki è
cambiata. Hiashi è cambiato. Credici…è tutto a posto,
Hinata. Fidati…
“Tutto
a posto…mio padre è cambiato…” Hinata stentava a credere a quello che stava
leggendo.
La madre di Haki venne al quartiere per
cercare ipocritamente sua nipote. La sistemammo per bene. Io, Fuji la cambiai.
Lo feci per lei e soprattutto per la nostra Haki. Poi la signora andò a casa Hyuuga e li si confrontò
con Haki. Ci hanno detto che non appena la nostra amica Haki vide sua zia, si
mise ad urlarle contro, poi piansero assieme, la zia si mise in ginocchio e
credici, pregò Haki. Le due si abbracciarono…per la prima vera volta…E’ andato tutto
per il meglio. Un nuovo rapporto è nato fra le due…credici.
Te la facciamo breve, ora Hinata, ma è
così, quando arriverai vedrai coi tuoi occhi…capirai… Komyama
, mio padre, fu convinto dall’Hokage a collaborare al piano e in poco
arrivò da me e Fuji. Fui felice di rivederlo. Pure lui aveva acquistato fiducia
nell’Hokage.
Oramai
crediamo tutti nel forte piano della Gondaime che sta per giungere a
conclusione. E Konoha? Ci potresti chiedere, beh, qualcosa è già cambiato, sai?
Esatto quando si è sparsa la notizia che la quinta Hokage teneva al suo
quartiere la banda della notte più mio padre e che Haki era a casa Hyuuga da Hiashi che parlava solo di te, Hinata, gli abitanti di
Konoha si fecero le loro analisi di coscienza. Pensarono alle cose cattive e
alle parole infettate che dissero contro di noi… tutti gli abitanti di Konoha vennero radunati e chiamati in centro villaggio dove
dovettero assistere a un lungo discorso fatto da Tsunade accompagnata Hiashi, il signor Komyama e noi con Haki sul palco. Cosa si
disse? In quel giorno ci furono critiche pesanti sulla gente di Konoha che ci
aveva ignorato, maltrattato. Ricordiamo con emozione quando
tuo padre prese parola.
“Mio
padre…”
Tuo padre parlò chiaro, si
auto criticò, si maledisse, parlò di come eri vissuta nella prigione di
sofferenza da lui causata…silenzio teso tra le persone. Qualcuno pianse, anzi,
la maggior parte della gente aveva le lacrime agli occhi. Un momento intenso, sapessi, Hinata. Io e gli altri parlammo della vera Hinata,
di come eri bella te stessa, mentre tuo padre parlò della finta Hinata, e disse
testuali parole, a conclusione del discorso: “
Credici,
Hinata, quello che ti stiamo dicendo è tutto vero, troppo vero.
E
adesso, che succede? Sicuramente ti stai chiedendo, nostra Hinata, beh,
tutt’ora Konoha sta riflettendo su se stessa. Konoha aspetta l’atto finale del
piano, aspetta il tuo arrivo: tu sei il frammento più evidente, la
testimonianza vivente delle crudeltà chela gente ha compiuto su di te. Konoha
si vergogna, Hinata. Manchi solo tu per dare il colpo
di grazia alle persone ignoranti e cattive. Manchi tu per finire il piano.
Quando arriverai tu siamo certi che tutto finalmente farà il cambiamento
finale…
Ti
abbiamo scosso, vero, Hinata? Scusaci, ma era necessario, ora sai, puoi
arrivare a Konoha non impreparata… Hinata non essere arrabbiata…
Ora
ti lasciamo, Hinata,sicuri di rivederti tra poco.
Haki
ti saluta, noi ti salutiamo, Hinata.
A
presto.
Jenko,
Fuji.
P.S.
(da Fuji)
Ti
sarai chiesta di me cosa ne è stato in tutto questo, vero? I miei mi hanno
chiesto scusa. Hanno capito pure loro che un figlio non si sfrutta. Adesso ci
sono due persone che si sono offerte di aiutarci in casa e con i fratelli,
indovina un po’ chi sono? Komyama, il padre di Jenko
e la zia di Haki! Strana coincidenza, eh? Ciao, amica mia!A dopo!
Hinata
non riuscì più a trattenere le lacrime.
Pianse,
mentre le parole di quella lettera improvvisa le risuonavano nella testa con le
voci di quei suoi due amici, Jenko e Fuji.
Era
confusa.
Gaara
le si avvicinò piano, l’abbracciò da dietro, donandole
conforto. Bagnandosi con le calde e amare lacrime di lei.
-
Credi alle loro parole, Hinata… le sussurrò all’orecchio.
-
Mio padre…mio padre…mio padre…ripeteva lei, mentre le immagini di quel padre
severo le riaffioravano in ricordi sempre più chiari.
-
Mio padre è sempre stato così severo…così diverso dagli altri padri…e adesso?
-
E’ cambiato. Il gesto estremo l’ha cambiato.
-
Come è possibile? Chiese con voce strozzata dal pianto.
-
Ogni persona ha la capacità di cambiare, se lo vuole. Hashi
ha capito di volerlo con tutto se stesso.
Seguì
silenzio. Lei si lasciò andare tra le braccia confortanti di lui, che
dolcemente la cingeva.
-
Manchi tu, Hinata…
-
Manco io…Gaara, ho paura che in realtà non sia così, che in realtà Konoha sia
rimasta la stessa…che mio padre…non so…è tutto così surreale…mormorò lei.
-
…E’ così, Hinata. Fra poco vedrai…vedremo.
La
vera Hinata venne pervasa per un attimo da una breve
sensazione di felicità.
Felicità?
Sì, quella lettera le parve stupenda.
Parole
rivelatrici.
Poi
la vera Hinata venne pervasa da voglia di conferme, voglia di confermare le parole
della lettera.
-
Andiamo a vedere. Disse, staccandosi dall’abbraccio e ricominciando a correre.
Lui
sorrise, era forte la sua Hinata. La seguì…
L’alba
di un nuovo giorno.
Gaara
ed Hinata erano giunti nei pressi di Konoha.
La
notte era finita e con essa il loro viaggio.
-
Ci siamo…sussurrò lui.
Lei
lo guardò intensamente. Gli voleva bene. Gli era grata.
-
Grazie.
-
Tutto per te.
-
Stammi sempre vicino, Gaara, chiese lei, quasi implorante.
-
Sicuro.
Lei
lo baciò. Un bacio breve. Un bacio dato con affetto.
Lui
ricambiò il bacio. Un bacio però sulla guancia, ancor più tenero.
Arrivarono
alle porte di Konoha, c’era confusione. Più si avvicinavano al centro e più
intravedevano una marea di persone e di voci.
- Cosa
succede? Chiese lei, un po’ allarmata.
Arrivarono
dietro alla folla che non appena li vide si girò, facendosi silenziosa.
Decine
di occhi puntati su di loro.
Hinata
posò lo sguardo un po’ su tutti, confusa, e poi…
Poi
li vide.
Vide
l’Hokage che annuiva soddisfatta, vicino a Tsunade e
il signor Komyama.
Vide
Jenko che salutava con la mano alzata.
Vide
Fuji che batteva le mani. in mezzo alla sua numerosa
famiglia.
Vide
Haki che le sorrideva vicino a sua zia.
A
vederli si sentì a casa.
Poi
lo vide…
Vide
suo padre che le stava venendo incontro.
Il
suo cuore cominciò a battere veloce.
Gli
occhi dell’uomo brillavano.
Occhi
di padre.
Hinata
non aveva mai visto suo padre così…così umano…
Erano
uno di fronte all’altro, in mezzo a tutta Konoha emozionata.
-
Padre…
-
Hinata…
Lei
era un po’ diffidente.
Lui
desiderava solo abbracciarla.
E
lo fece.
Per
la prima volta la strinse a sé.
Lei
all’inizio non riuscì a ricambiare tanto le sembrava strano: suo padre che
l’abbracciava…
Ripensò
alla lettera.
Nuove
lacrime sgorgarono dai suoi occhi.
-
Papà…
Ricambiò
all’abbraccio stringendo forte a sé quel padre che aveva rischiato di perdere.
Tutta
Konoha pianse.
Il
pianto di felicità accomunò tutti.
Konoha
si mise in ginocchio davanti a quella ragazza che avevano devastato.
Misero
definitivamente via l’orgoglio per porre fine al passato d’ingiustizia e
scusarsi con la banda della notte.
Hiashi
accarezzò i capelli della figlia e sussurrò definitive e ripetute.
-
La finta Hinata è morta. Il vecchio Hiashi è morto.
-
Papà…
-
La vera Hinata può finalmente vivere…
Ci
furono applausi.
Hinata
venne abbracciata un po’ da tutti.
Intanto
che la vera Hinata veniva accolta al suo villaggio Hiashi Hyuuga si era avvicinato a Sabaku No Gaara.
-
Grazie Kazekage, stava dicendo.
-
Io amo Hinata.
Hiashi
guardò quel ragazzo di Suna dai capelli rossi.
-
La porterai con te, vero?
In
cuor suo l’uomo sapeva già la risposta.
Strinse
la mano al ragazzo. Lo guardò ancora una volta come per stampare nella sua testa
l’immagine e ritornò da sua figlia, a godersela un po’…
Konoha
era un’altra. Il vero pacifico villaggio della foglia.
Sette anni dopo…
Hiashi Hyuuga, fuori di casa, stava
leggendo una lettera appena arrivata. Era di sua figlia che gli scriveva da
Suna.
La lettera era affettuosa, rimembrava quel giorno in cui “
Conteneva belle parole.
L’uomo sorrise.
Lesse ad alta voce le ultime righe:
…papà, fra due
giorni, nell’anniversario della morte della finta Hinata io, Gaara e il nostro
piccolo Izumi verremo a trovarti, nella pacifica Konoha. Sai, Izumi freme dalla
voglia di vederti. Parla sempre di te…
Ti voglio bene.
La tua Vera Hinata.
Fine.
Ho pensato a lungo su come potevo
concludere questa fan fic e alla fine ho decido di lasciare le cose un po’ in
sospeso...penso che se avessi caricato la fine e
descritto più approfonditamente il capitolo avrebbe perso significato.
Ringrazio di cuore coloro che hanno
recensito questa ff nel corso del suo svoglimento: gals, Isatachi, Fin Fish, Ilychan, Tifalockart, Ynie, Yukiko87, ma anche coloro delle volte come Mizukaze, babaneko, Mizar89. Yuna90,
Hinata,chan 6, Nightmares, Sweet Dark,
Hermione93, Serena 2007, Kagchan, darkari
Rika, sessho, Kiarachan.
Vi adoro!!
Fatemi sapere ultimi pareri!
Grazie anche a chi ha letto!
Grazie anche a coloro che hanno deciso di mettere
la mia ff sui preferiti.
Tanti saluti,
terrastoria