I CAVALIERI DEI DRAGHI
Capitolo 0 - Prologo
- Koragg’! Okmai è quazi
ora, - gridò una voce afona e stridula - è quazi ora di parktire!
Preparaktevi!
A queste parole decine di figure incappucciate gridarono - A zuoi ordini,
Kapo - e cominciarono a seguire colui che aveva gridato; tutte osservavano il
cielo, come se fossero in attesa di qualcosa. Il bosco aveva qualcosa di
innaturale: tutti gli alberi erano secchi, ma davano l’impressione di essere
morti in un modo violento; tutti i rami erano contorti come se qualcosa o
qualcuno avesse risucchiato loro via la vita improvvisamente. Molto
probabilmente il bosco era morto da più tempo ma da cento anni non vi cresceva
più nulla; il terreno era celato da una fitta nebbia, che alla vista pareva
essere particolarmente “pesante”, come se non fosse nebbia d’acqua ma di
qualcosa di più denso. Al passaggio delle figure, la nebbia rimaneva immobile e
non subiva nessun tipo di deformazione, sembrava che una forza oscura la
costringesse a rimanere bloccata in una posizione. Dopo aver camminato non poco
nel bosco, gli “incappucciati” arrivarono al cospetto di una losca figura,
avvolta dall’oscurità e seduta su un trono d’ossa. A questo punto colui che
veniva chiamato “Kapo” urlò:
- Inkinatevi a cozpekto del
noztro potente padrone e abazkatevi i capputtci in zegno di
zotkomizzione!
In un orrido scricchiolio
d’ossa tutte le figure si inginocchiarono e abbassarono i cappucci rivelandosi
per quello che erano: scheletri.
Nelle loro orbite vuote
bruciavano due puntini rosso fuoco; sui loro corpi non erano rimasti che pochi
brandelli di carne in putrefazione e qualche straccio di vestiario di quando
erano ancora in vita. Il mantello che indossavano era la pelliccia di qualche
animale ucciso moltissimo tempo prima: aveva perso tutta la sua lucentezza ed
era diventato opaco, come se, essendo indossati da degli scheletri, avessero
risentito di influssi negativi provenienti dalle malvagie creature. Quasi tutti
erano scheletri di orchi ma ve ne erano anche di umani e troll. Dopo qualche
istante la figura seduta sul trono disse, con una voce rauca e
profonda:
- Alzatevi miei servitori,
non è il momento di convenevoli - dopo una pausa, in cui tutti gli scheletri si
alzarono, riprese - Domani… il nostro destino si compirà e regione di Aconbot
cadrà ai nostri piedi, come questo bosco cadde, sotto il mio sortilegio, molti
anni or sono - a queste parole, tutti i suoi servitori alzarono al cielo, quelle
che un tempo erano braccia, esultando come se avessero vinto una
guerra.
A questo punto colui che
era seduto sul trono riprese a parlare quando improvvisamente si interruppe
cominciando a ridere; dopo qualche istante esclamò in tono
sarcastico:
- Voi laggiù, nella
boscaglia, venite fuori e mostratevi, non abbiate timore, non vi faremo
nulla…
A queste parole vicino al
gruppo di scheletri si sentì qualcuno fuggire sulle foglie secche, in tutta
fretta; quando il Capo degli scheletri stava per dare l’ordine di seguirli,
stanarli e ucciderli, il “Padrone” disse:
- Fermo! Lasciali andare
tanto ormai, nessuno ci può più fermare! - Dopo una pausa riprese - Ti nomino
mio diretto subordinato ed esecutore, d’ora in poi sarai chiamato
Spank…
A questo punto Spank,
chiese: - P…Pa…Padrone, noi umiliki zerviktori come poktere
kiamarala?
- Chiamatemi semplicemente…
Demolich.
A questo punto si alzò
rivelando la sua vera natura: un cadavere camminante di un uomo la cui carne era
in putrefazione; occhi, di un rosso cremisi, occupavano le orbite di una testa,
che ormai aveva ben poco di umano. Indosso aveva i brandelli di quelli un tempo
erano abiti sfarzosi ed alcuni gioielli rovinati dal tempo. Probabilmente quando
era in vita, il Demolich, era un mago amato e rispettato da molta gente e
proprio per questo, forse, dopo la morte si trasformò in un lich: a causa del
suo attaccamento alla vita non accettava la morte e questo desiderio lo spinto
ad usare i suo poteri magici per rimanere in vita sotto le sembianze di un lich.
Molto probabilmente, poi, volendo ottenere sempre più potere, fece un patto con
una divinità malvagia che lo trasformò in un Demolich: un lich la cui potenza
magica si avvicinava a quella di una semi-divinità e la cui malvagità, non
conosceva limiti.
Nel frattempo in un vicino
accampamento umano, un soldato porta brutte notizie al suo
comandante:
- Signore, alcuni
osservatori riferiscono di un gruppo di scheletri a nord, si pensa si stiano
preparando ad attaccarci alle spalle!
- Chi li
comandava?
- Per il tempo in cui gli
osservatori sono rimasti a spiare è sempre rimasto in ombra e non si sa chi o
cosa sia!
- Capisco. Organizzate due
plotoni pesanti armati di armi contundenti, come mazze o bastoni ferrati, niente
spade sono molto meno efficaci contro delle ossa che camminano, e metteteli a
difendere il fronte a nord.
-
Sissignore!
- Non possiamo farci sconfiggere da scheletri, dobbiamo difendere questa
postazione ad ogni costo non deve passare nessuno, né da nord né da qualunque
altra parte!
- Arrivanooo… - urlò un soldato in preda al panico - arrivano dei mostri
da nord!
- Sono scheletri? - chiese il comandante
- Si, e non solo, ci sono delle specie di cadavere ed un mostro rosso al
comando!
- Un cadavere?!? Quello è un lich! Idiota! E’ quel che rimane di un mago
morto chissà quanto tempo fa! Mentre l’altro… No! Non può essere… com’è potuto…
dimmi, l’altro al comando degli scheletri, ha delle armi che sembrano in
fiamme?
- Si comandante!
- Oddio! Quello è un demone! Che Hidron ci aiuti! Sbarrate tutti i
cancelli non devono riuscire a passare o sarebbe la fine per noi e per tutti!
Forza! Muoversi, muoversi!
- Sissignore, agl’ordini - risposero i soldati
all’unisono
Tutto l’accampamento cominciò ad andare in fibrillazione, dopo aver
sbarrato le porte i soldati si disposero in ranghi serrati in attesa del nemico,
che non tardò ad arrivare. In pochi secondi le colline circostanti erano
diventate bianche: gli scheletri erano talmente tanti da ricoprire ogni spazio
verde. Erano capeggiati dai lich e da un demone: quest’ultimo impugnava due
armi, una frusta e una spada, entrambe avvolte dalle fiamme; possedeva inoltre
due ali che si aprivano sulla schiena, simili a quelle di un pipistrello, di un
colore rosso sangue. Dopo pochi minuti che, per l’esercito umano, sembrarono
un’eternità, i lich si lanciarono alla carica seguiti dall’orda di scheletri. A
quella vista, le balliste, posizionate sulle torri, e i trabocchi, all’interno
dell’accampamento, cominciarono a lanciare dardi proiettili infuocati, nel
tentativo di mietere più vittime possibile nello schieramento nemico. I dardi
furono meno efficaci dei proiettili, in quanto una volta raggiunta la terra si
conficcavano nel terreno; i proiettili invece arrivati a terra, continuavano a
rotolare per qualche metro, schiacciando parecchi scheletri. Si decise allora di
caricare le baliste, con dei proiettili esplosivi: creati dall’alchimista, erano
stati riempiti di una strana polvere, che prendeva fuoco facilmente; se invece
veniva compressa, in poco spazio, una grande quantità di polvere, questa, al
contatto con una fiamma, esplodeva violentemente. La polvere era stata
soprannominata dall’alchimista, polvere nera, per il colore che aveva. Grazie a
queste capacità della polvere, l’alchimista, aveva creato dei dardi esplosivi:
dopo aver creato una cavità all’interno dei dardi per ballista, essa veniva
riempita da questa polvere, dopodichè veniva accesa la punta del dardo; quando
esso veniva lanciato, poco prima di raggiunge terra, il fuoco raggiungeva la
polvere all’interno, causando, così, una forte esplosione. Tutte le balliste
furono caricate e proiettili esplosivi e in poche decine di secondi furono
pronte a fare fuoco; al segnale de comandante, una ventina di proiettili
infiammati partirono, in volo, dall’accampamento; i soldati osservavano la
traiettoria dei proiettili, con uno sguardo colmo di speranza, perdendo la
cognizione del luogo in cui si trovavano; soltanto il grido del comandante
richiamò la loro attenzione:
- Mi
spiegate che state facendo?!? Non addormentatevi! Ricaricate le balliste!
Dobbiamo uccidere quei mostri! …se si possono uccidere…
Mentre i soldati stavano
ricaricando le armi, i proiettili arrivarono a terra: tremende esplosioni,
stavano ora devastando le linee nemiche; in quei pochi secondi, furono distrutti
più scheletri di quanti se ne erano eliminati dall’inizio dello scontro. I
soldati avevano ora ricaricato le armi e si prepararono a lanciare i proiettili
al segnale del comandante; questo non si fece attendere e per la seconda volte
delle traiettorie infuocate, solcarono il cielo in direzione dei nemici, ma
qualcosa andò storto: alcuni proiettili, circa cinque o sei, esplosero in aria,
altri invece, arrivano a terra senza esplodere. I soldati si resero conto, che i
lich avevano messo la loro magia a difesa delle truppe scheletriche. Questo,
però, non fece perdere loro d’animo e in pochi istanti erano nuovamente pronti
per lanciare altri proiettili. Pochi secondi dopo, il comandante diede il
segnale e il cielo fu nuovamente solcato da proiettili infuocati. Questo attacco
sembrò segnare la sconfitta degli umani: la magia difensiva dei lich era, ora,
alla massima potenza. Le traiettorie dei proiettili, improvvisamente, cambiarono
direzione e si diressero verso l’accampamento; in un solo istante, tutti gli
sforzi degli umani risultarono vani: i colpi, che avrebbero dovuto aiutare
l’esercito umano, si ripercossero contro di loro e le porte dell’accampamento
vennero distrutte dalle esplosioni lanciando in aria, frammenti e polvere.
Quando dopo alcuni minuti, la polvere si era finalmente posata e gli umani si
resero conto della gravità della situazione: davanti a loro ora si parava uno
spettacolo terrificante: tra loro e l’esercito di scheletri non vi era più
nulla: le porte erano totalmente distrutte. Lentamente, i nemici avanzavano
sempre più determinati, diffondendo il panico tra i soldati. Dopo poco, il
demone e alcuni reggimenti di scheletri, si lanciarono verso gli umani.
Quest’ultimi, sotto gli ordini del comandante, organizzarono un fronte, con
alcuni reggimenti di fanteria pesante per tentare di bloccare l’avanzata dei
nemici. In pochi secondi, però, il demone, con un incredibile facilità, aveva
sfondato il presidio degli umani ed in poco tempo l’accampamento era pieno di
scheletri. I soldati, rimasti, gridando in un impeto di coraggio, si lanciarono
alla carica, e causarono molte perdite tra le linee nemiche ma questo non fermò
l’avanzata nemica; i lich, ora, erano entrati con il resto dell’esercito, e
insieme al demone, cominciarono a mietere vittime con una facilità sorprendente:
il demone sembrava invulnerabile, qualunque cosa lo toccava, andava in fiamme.
In meno di dieci minuti, l’esercito di umani era stato dimezzato mentre quello
nemico, non aveva subito molte perdite, grazie alla abilità sopranaturale dei
lich di poter ricomporre gli scheletri se venivano distrutti. Il comandante
vedendo, ormai, la situazione sfuggirgli di mano, ordinò la ritirata sussurrando
una supplica al suo dio, Hidron. I minuti passavano e l’esercito umano
continuava ad indietreggiare; per parecchio tempo il demone e i lich non si
fermarono uccidendo e distruggendo qualsiasi cosa fosse lungo la loro strada;
poi, improvvisamente, il demone guardò verso sud, poi alzò gli occhi al cielo ed
un ruggito scaturì dalle sue fauci. Da sud, stavo arrivando sette draghi, ma
questi non erano soli: in sella ad essi c’erano delle persone. Quando i sette
draghi atterrarono, i pochi soldati si rincuorarono vedendo quello spettacolo:
il drago centrale brillava di una luce calda e morbida che alleviava il dolore;
il “Salvatore”, così chiamato in seguito colui che era in sella al drago
centrale, impugnava una spada splendente. Anche gli altri draghi brillavano di
una fievole luce ma i loro “cavalieri” non impugnavano una spada splendente. Il
“Salvatore” avanzò verso il demone e i lich in sella al suo drago, li fissò per
qualche minuto, che sembrarono interminabili, e poi tornò dai suoi compagni, lì
guardò e diedero, insieme, un colpetto al loro drago. Immediatamente questi si
scagliarono verso gli avversari e cominciò una battaglia, senza esclusione di
colpi, che durò per due giorni e due notti, senza che nessuno dei due
schieramenti mostrasse segni di affaticamento o sconfitta. Molto scheletri non
riuscirono a resistere alla forza dirompente dei sette draghi, e furono spazzati
via in modo davvero sorprendente: quando la spada splendente mandava a segno un
colpo su uno di essi, questi evaporava in un fumo bianco, come se la spada fosse
in grado di purificare ciò che era malvagio. Alla vista di quella forza
dirompente i soldati riamasti si lanciarono alla carica contro l’esercito
nemico. I lich e il demone erano impegnati nel combattimento contro i sette
cavalieri e non badavano al loro seguito; questo giocò a favore degli umani in
quanto gli scheletri senza l’incantesimo dei lich non potevano ricomporsi, e
quest’ultimi erano troppo impegnati nel combattimento per prestare attenzione a
cosa capitava all’esercito. All’alba dei terzo giorno il “Salvatore”, gridò al
comandante di andarsi a nascondersi e lasciare perdere i pochi scheletri
rimasti. Questi non se lo fece ripetere due volte e portò i suoi soldati in un
luogo sicuro da dove però potevano osservare lo scontro. Quando il “Salvatore”
vide che tutti i soldati erano al riparo, alzò la sua spada splendente verso il
sole e sussurrò delle parole magiche: la spada cominciò a vibrare ed ad
illuminarsi fino a che il suono divenne insopportabile e la luce accecante; in
un lampo di luce tutti gli scheletri riamasti e il loro capi erano scomparsi. I
sette eroi, che avevano salvato moltissime persone da una morte certa,
scomparirono all’orizzonte: la sola cosa che rimase di loro fu lo spadone
impugnato dal “Salvatore” che però aveva perso la sua capacità di brillare;
l’unica cosa particolare rimasta erano delle parole incise lungo la lama che non
furono mai decifrate. Con il passare del tempo, anche se tutti promisero di
tramandare questa storia di padre in figlio, i sette eroi finirono per diventare
una leggenda e la loro spada venne dimenticata in qualche luogo
sconosciuto.
Ecco... questo è il prologo della mia storia... non so se vi è piaciuto ma spero di si... ho già pronti altri capitoli dove inizierà la vera storia con il protagonista ecc... ho deciso di pubblicare un capitolo a settimana... spero arrivino molte recensioni... magari dite cosa secondo voi c'è che non va bene o che va bene... così posso migliorare i prossimi capitoli...