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Autore: anteros    01/01/2013    1 recensioni
Due ragazze, Skipper e Skyler, stanno per iniziare il viaggio della loro vita.
Il solito "American Road Trip", partendo da Boston.
Solo che non sarà " il solito viaggio" dando un passaggio a due ragazzi fino a Los Angeles.
Genere: Avventura, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"We lost track, it doesn’t matter. 'Cause we are on this road together."

2 Luglio 2012, New Jersey. 
Ore 9.13 p.m 
 
Ryan e Justin, dopo averci offerto la pizza nel ristorante dove lavoravano, andarono a prendere la loro roba e la caricarono in macchina. C'era anche una custodia di una chitarra, ma non feci domande a riguardo. 
Mentre imboccavo la I-95S c'era come sottofondo "This is love" di Will.i.am, insomma, musica tunz tunz, ma era orecchiabile.
-Okay, mettiamo in chiaro una cosa.- Iniziò col dire Sky. -Se siete dei killer pervertiti, uccidete Skipper mentre a me fate tutto quello che volete, okay?- Finì lei, facendomi sbandare per colpa della stronzata che disse. 
-Skyler Rebecca Marie Connor, ma che minchiate spari?!- Dissi dandogli un pugno leggero sulla spalla. 
-Che c'è?! Son due figoni assurdi, io ne approfitto.- Concluse intrecciando le braccia e sbattendo la schiena sul dorso del sediolino. La mia povera Caroline.
-Scusatela, il padre non le ha dato nessun permesso per nessuna cosa da adolescente. Ora che ci penso, anche ora non le lascia far niente. Mbah.- 
I due ci guardarono scioccati e con occhi sgranati per tutta la discussione, i bellocci si sarebbero dovuti abituare. 
La canzone finì e la speaker disse: qui a Los Angeles sono le ore 6.20 p.m. e,mentre da voi saranno le otto o le nove, o è iniziato addirittura un nuovo giorno, noi vi proponiamo il nuovo singolo di Of monsters and men, Little talks.
Alzai leggermente ed iniziai a canticchiare.
 
There's an old voice in my head,
that's hold me back .
Well, tell her that I miss our little talks.
 
Questa canzone forse è stata scritta per un fidanzamento finito da poco, ma io lo dedico a mia mamma.
Si chiamava Margaret, insieme a suo marito Finn mi adottarono quando avevo poco più di un anno. 
Mi hanno insegnato ad amare, a rispettare, ad avere una mente aperta e la bocca chiusa quando non sei certo di cosa dire. 
Mi hanno cresciuta con dei principi: amare, sorridere ed essere gentile col prossimo.
'Il mondo finirà per colpa dell'egoismo', mamma lo diceva sempre. Ed aveva ragione, l'egoismo rovina il mondo. 
Ma lei, Margaret, mi ha insegnato a sognare. A sognare in grande, a sognare l'impossibile. 
Diceva di dover sognare, perché è l'unica cosa che non potranno mai portarti via. 
Mi chiesi perché il cancro attacca sempre le persone più buone su questo Mondo. 
Ci sono persone che non meritano di vivere, perché proprio la mia mamma, la donna più buona su questo Mondo?
'Tu continua a sognare. Realizza quel progetto con Skyler e mi raccomando, sorridi. Sempre.'
Sì, dì a quella voce che mi mancano le nostre chiacchiere. 
Quelle in cui io ti raccontavo di come il ragazzo che mi piaceva mi guardò negli occhi. 
Quelle in cui io ti raccontavo di come fosse simpatica la mia nuova compagna di banco. 
Quelle in cui io ti raccontavo qualsiasi cosa, e tu eri sempre lì, ad ascoltarmi. 
-Skipper, ti avevo detto di prendere quella a sinistra! Uffa, torna indietro!- Esclamò Sky, leggermente irata.
-Scusa, è che sono stanca.- Sospirai imboccando l'uscita. -Qualcuno che vuole guidare?- Continuai io. 
Guardai nello specchietto retrovisore e vidi Justin e Ryan con la mano destra alzata,mentre si scambiavano sguardi di sfida. Io scoppiai a ridere mentre cercavo un posto dove poter accostare. 
Alla fine vinse Ryan. 
-Ti dispiace se mi corico un po'?- Dissi io con Justin.
-Certo che no!- Mi stesi sui sediolini e poggia le gambe sulle sue cosce. 
-Allora, Justin, parlami di te.- 
-Cosa vuoi sapere?- Mi chiese sorridendo. Diamine, e che sorriso!
-Da dove vieni, la tua famiglia, i tuoi hobby... i tuoi sogni.- 
-Allora, vengo dal Canada, sono nato e cresciuto a Stratford. I miei genitori sono separati, in pratica sono cresciuto solo con mia mamma. Figlio unico. I miei hobby sono i miei sogni, suono la chitarra e canticchio un po'. Ora dimmi di te.-
-Sono nata a Boston, ma mia mamma morì quando mi partorì. Mio padre, avendo solo vent'anni, mi mise in adozione. Due fantastiche persone mi presero con loro, ma purtroppo, il cancro mi ha portato via mia mamma. Mio padre Finn si è trasferito a Miami, quasi sotto mia costrizione, per andare a rilassarsi un po'. Sono laureata in lingue e non so ancora che fare nella vita. Il mio sogno si sta avverando in questo momento.-
-Stare in una macchina con un figone assurdo?- Chiese lui, con sorriso malizioso.
-Anche!- Scoppiamo a ridere e poi il silenzio ci circonda. 
Partì un'altra canzone mentre io ero estremamente concentrata a fare la radiografia al ragazzo che mi stava accanto. 
Aveva un viso conosciuto, per diamine. I suoi lineamenti me li ricordavo, quella bocca a cuoricino e quegli occhi color nocciola li avevo già visti da qualche parte, ne ero sicura al 100%. 
-Scusa, puoi ripetermi il tuo cognome?- Chiesi a Justin, il quale mi guardò un po' preoccupato.
-Bieber.- Sussurrò, con una nota di nervosismo che dipingeva la sua voce.
Justin Bieber... Bieber... E'un cognome che ho già sentito da qualche parte.
-Sky, ma te ti ricordi qualche nostro compagno di studi che faceva Bieber di cognome?- 
-No, almeno credo.- Dice lei grattandosi in testa. 
Bieber.
-Dio Justin, tu mi ricordi qualcuno, sai?!- 
-Oh, ma davvero? Ma non penso noi ci siamo già incontrati, perché se no me lo ricorderei un viso carino come il tuo!- 
-Il cascamorto lo fai dopo, ora devo pensare a dove ti ho già visto.- Incrociai le braccia e fissai lo sguardo sul suo viso.
-Le possibilità sono tante.- Subentra Skyler. -Forse è un ricercato, e l'hai visto ai TG. Oppure è un modello di biancheria intima, ma in quel caso sarei io che me ne ricorderei. Quindi scartiamo la seconda opzione...-La bloccai,prima che potesse dire altre cose.
-Sky, pensa a mangiare. Quando hai la bocca chiusa sei più carina.- Le feci un occhiolino quando all'improvviso nella mia menta si accese una lampadina che cantava: "I know you love me, I know you care. Just shout whenever and I'll be there". 
Non è possibile. 
-Ahahah, un'idea folle mi è balzata in mente. Ma è veramente folle, ridicola.- Dissi mentre mi ravvivavo i capelli.
-Cioè?- Chiese Sky, infilandosi due patatine in bocca. 
-Justin Bieber, il cantante.Quello che faceva: "I know you love me, I know you care... baby baby baby"- Canticchiai mentre Justin si passava le mani fra i capelli.Quando facevo psicologia, alle superiori,studiai che quel movimento è un tic dovuto al nervosismo.
-Mh, no che dici...- Sussurrò lui. 
-Dai Justin, e diglielo.- Esclamò Ryan, tornando poi nel suo Mondo. 
-Va bene, okay. Forse son io, no che forse. Sì, sono io.- 
-Ma si diceva che tu eri scomparso! Hanno detto che sei scappato in Messico con una biondona.- Scoppiamo tutti a ridere, non si sa se per il Messico o la biondona. 
-E invece eccomi qui, nella tua ThunderBird verde acqua!-Scrollò le spalline e sorrise,come per dire "guarda com'è strana la vita". 
-Già... Justin Bieber nella mia ThunderBird del '57.- Mi accoccolai sul sediolino in pelle e chiusi gli occhi. 
L'ultima cosa che sentì fu: "Ragazzi, ho perso la strada". 
Non ci diedi peso, perché eravamo su quella strada insieme.
  
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