Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Roxar    01/01/2013    9 recensioni
Lui sa che lei non sa.
«Orsù, compari, dovrete convenire con me che gli scrittori avevano un certo culo nelle faccende amorose».
Lei non sa che lui sa.
«Chi mai potrebbe mandarti questi telegrafici post-it anonimi, Lily? Sicura che non sia una trovata di “Vanity Witch”?»
Lui sa e non ci sta.
«Violeresti la legge numero 15: Uso improprio dei gufi».
Lui sa ma non ce la fa.
«Compare, tu stai cercando di dirmi che tenterai di conquistare la Bertuccia con biglietti anonimi? Ti prego, ti prego, lasciami qui a morire dal ridere fino a che non mi si torceranno le budella in gola».
---
Dal capitolo 2: PS: La tua fantasia è come te: imbarazzante.
Dal capitolo 4: «Il prezzo. Ho scordato di staccare il cartellino col prezzo dal regalo per Evans».
Dal capitolo 5: Da quel giorno, la sessualità di Sirius Black venne ampiamente messa in discussione.
Dal capitolo 8: «Puoi evitare di svenire? Ho bisogno di conforto».
Dal capitolo 9: «Vuoi complimentarti per la mia ragazza-procione?»
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Un po' tutti | Coppie: James/Lily, Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Wolfstar'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nuova pagina 1

 

4. Capitolo III

Le menzogne di Remus e l’ingenuità di Lily si sposano incredibilmente bene.

 

 

 

 

Se non sei James Potter (che è solito ad escamotage come questi), allora chi sei? Qual è il tuo nome? A quale Casa appartieni?

 

 

James Potter si fregò la mascella con fare distratto, ignorando le occhiate bieche della professoressa McGranitt.

Era già stato redarguito due volte e ben sapeva che quando la donna sarebbe arrivata alla terza non ci sarebbe stata altro che l’ennesima punizione.

Poco importava, comunque: James Potter aveva altri problemi a cui pensare, ben più importanti, come ad esempio convincere Lily Evans della sua estraneità ala corrispondenza anonima.

 

Perciò, dopo essersi debitamente guardato attorno e aver rivolto un sorriso serafico alla docente, scarabocchiò qualche frase che ricontrollò almeno quindici volte (la calligrafia contraffatta era difficile da riprodurre, di biglietto in biglietto).

 

«Signor Potter», esordì Minerva McGranitt, «le spiacerebbe mettere da parte la corrispondenza amorosa e dedicarmi un poco della sua attenzione?»

 

Lily Evans, a tre banchi di distanza, drizzò le antenne.

 

«Ma, professoressa», intervenne prontamente, «stavo solo prendendo appunti. Ecco, guardi» scartabellò diversi fogli – diversivo necessario per arraffare non visto gli appunti di Remus – fino a trovare ciò che cercava.

 

«Vedo, vedo», convenne, «ottimo lavoro come sempre, signor Lupin».

 

La classe ridacchiò sotto i baffi, Potter incluso.

 

«Signor Potter, non c’è bisogno che le dica che dieci punti verranno sottratti a Grifondoro per la sua ripetuta, costante distrazione, vero?»

 

Potter mise su una smorfia da ahh-che-bella-cosa.

 

«Direi di no» convenne galantemente, armandosi di pennino e foglio pulito, pronto a prendere appunti.

 

 

 

 

 

°          °          °

 

 

 

 

Il gufo giunse all’ora di pranzo, svolazzando sulle molte teste degli studenti affamati.

L’animale atterrò nel suo piatto di insalata, incurante della lattuga su cui poggiava le zampe.

Lily non poté trattenersi dal riservargli un’occhiata astiosa.

 

Slegò rapidamente il biglietto accuratamente arrotolato e il rapace sbatté le ali, spruzzando olio e pomodorini nel raggio di un metro.

I presenti si lamentarono e Lily dovette lasciar andare di malavoglia il coltello che ancora stringeva tra le dita.

 

Odiava i gufi: era un dato di fatto che mai, mai, sarebbe cambiato.

 

«Ancora il tuo spasimante senza nome?» bisbigliò Mary distrattamente e abbozzò un sorriso da lo-immagivavo quando l’altra scosse la testa di assenso.

 

Istintivamente, scoccò un’occhiata a Potter.

Potter che era stato con lei per l’intera mattinata, che non si era mai allontanato. Che avesse ordinato a qualcuno di spedire il biglietto per lui? Improbabile.

Potter si fidava solo dei suoi amici, i Malandrini, e tutti loro non lo avevano mai abbandonato durante le ore di lezioni.

Con la fronte aggrottata, srotolò il messaggio.

 

 

Mi chiedi qualcosa che va contro il nostro patto iniziale, tuttavia risponderò (se questo servirà a rassicurarti circa la serietà delle mie intenzioni), purché anche tu, infine, risponda ad una mia domanda.

Tutto quel che posso dirti è che io sono Nicholas di Corvonero.

E tu, invece? Sei una ragazza o un ragazzo?

 

Anonymous.

 

 

 

Le sopracciglia di Lily erano talmente sollevate da sfiorare l’attaccatura dei capelli.

Nicholas di Corvonero?

Scoccò una nuova occhiata a Potter, che la ignorava come soleva fare dall’inizio di quell’anno, da prima che quella corrispondenza prendesse il via.

 

Il mistero si infittiva.

 

 

 

 

°          °          °

 

 

«Sei un coglione. Così, giusto perché tu lo sappia».

 

«I coglioni sono sempre in coppia, sai? E comunque, cosa ho fatto per meritarmi cotale complimento?»

 

«Nicholas di Corvonero. Nicholas. Perché Nicholas?»

 

«Be’, è... è un nome carino».

 

«È un nome insolito!» e a quel punto Sirius lo schiaffeggiò forte sui capelli.

 

«Eh?»

 

«Ma non poteva essere, che ne so, Mark, o Jack, o John?» Hai una vaga idea di quanti John ci siano a Corvonero?!» gli fece notare le potenzialità di un’occasione sprecata, come al suo solito.

 

James fissò il vuoto (lo faceva sempre quando si rendeva conto d’aver commesso un fallo) e si schiarì la gola.

 

«Forse potresti aver ragione. Quindi?»

 

«Quindi adesso spera solo che la Bertuccia non vada a ficcanasare in giro e interrogare ogni Nicholas di Corvonero che, ti assicuro, sono ben pochi».

 

«Che palle» fu la sua brillante conclusione e prima che Sirius potesse fermarlo, gli restituì lo schiaffo sui capelli.

 

 

 

 

°          °          °

 

 

 

 

Occorreva ragionare.

Occorreva riflettere accuratamente su tutti gli elementi a sua disposizione e giungere ad una valida, ragionevole conclusione.

Ma per riflettere accuratamente Lily aveva bisogno di una persona con la sua stessa mente schematica, analitica, precisa.

 

Trovò Remus Lupin chinò su un grosso tomo prelevato dalla sezione proibita della Biblioteca, che borbottava qualcosa come “roba da non crederci”.

 

«Remus, ho bisogno di te» esordì senza preamboli e Lupin avvampò.

 

«Oh, io... io, ecco, Lily credo che dovremmo parlarne e riflettere sui reciproci sentimenti e—»

 

«Remus», lo interruppe, «di cosa stai parlando?»

 

«Ahem...»

 

«Senti, mi stanno capitando delle cose strane e sento la necessità di parlarne con qualcuno che non abbia l’intelligenza di un budino».

 

Remus sospirò, rincuorato.

 

«Sono a disposizione» assicurò, invitandola poi a seguirlo nella Sala dei Prefetti, la piccola stanza situa al terzo piano usata esclusivamente da Prefetti e Caposcuola.

Invero, Remus fu parecchio titubante.

Sospettava che le preoccupazioni di Lily fossero tutte per quei biglietti anonimi (e imbecilli) inviati clandestinamente da Potter.

 

Giunsero in Sala qualche piano e scalinata dopo, dove due Tassorosso (Jerry Parrish e Adrianne Kluntz) amoreggiavano in maniera molto poco discreta. Lily ordinò bruscamente loro di abbandonare la stanza e di mostrare un poco di pudore, prima che venti punti venissero sottratti alla loro Casa.

 

Poi, sprofondata in una bella poltrona di velluto blu, Lily vuotò il sacco.

Remus ascoltò attentamente, sforzandosi di controllare la propria faccia e le emozioni che la piegavano.

A fine ragguaglio, avrebbe voluto inventare una scusa del tipo “oh, che sbadato, ho dimenticato di dar da mangiare al gatto” e scappare via.

Poi ricordò che non aveva un gatto dai tempi in cui aveva sette anni e la magia inconscia lo aveva fatto avvampare per diventare non più di una manciata di pelo.

Era un ricordo molto poco carino.

 

«Remus, dimmi la verità: c’è Potter dietro tutto questo?»

 

Ecco, era giunto il momento di usufruire di quella cosa riprovevole chiamata menzogna.

Si concesse un profondo respiro e gli occhi si umettarono nel tentativo di non battere ciglio.

«Lily, ti posso assicurare che James è totalmente estraneo alla faccenda. Lui ha altri pensieri adesso. Sai, i suoi genitori...»

 

Remus prese mentalmente nota di far recapitare ai due coniugi Potter dieci scatole del più pregevole cioccolato di Mielandia, al prossimo Natale, per lenire il morso di una coscienza troppo... coscienziosa.

 

«Oh. Mio. Dio» sillabò inorridita.

«Quindi c’è davvero qualcuno che è così disperatamente asociale da voler stringere amicizia con un perfetto sconosciuto? Oh, Remus, che cosa devo fare?»

 

«Forse questo qualcuno ha davvero bisogno di parlare, di stabilire un legame con te. Continuate a scrivervi, lo farai solo felice» e quella volta, per fortuna, Remus non ebbe bisogno di mentire. Si tratto solo di un’omissione. La sua coscienza poteva tollerarlo.

 

Lily annuì lentamente.

 

«Sì», scattò in piedi, «seguirò il tuo consiglio. Come al solito, mi sei stato di grande aiuto, Remus. Sei un amico prezioso» aggiunse, sfiorandogli distrattamente l’avambraccio.

Poi si congedò senza neppure salutarlo.

 

Remus si attardò ancora per qualche minuto, indeciso se avviare una zuffa con James (pericoloso, pericoloso: James lo superava di una spanna ed era più robusto di lui, esile fuscello) o propinargli uno dei suoi soliti predicozzi.

 

Sorrise.

 

Nessuna delle due. James Potter era appena entrato in debito con lui.

 

 

 

 

°          °          °

 

 

 

 

Lily Evans, per la prima volta in tutta la sua vita accademica, non prestò attenzione alla lezione di Aritmanzia.

Aritmanzia, infatti, era una delle due materie cui partecipavano anche i Corvonero, il che era una tentazione sufficientemente forte da distrarla dallo studio.

Si domandava se tra quei Corvonero del settimo anno ci fosse un qualche Nicholas, dal momento che aveva avuto la definitiva conferma che Potter, in quello scambio di biglietti, non c’entrasse alcunché.

 

Si rese conto, improvvisamente, di non esserne così contenta e sbuffò di frustrazione.

La sua mente funzionava in maniera ambigua, talvolta.

 

La zazzera di capelli biondi di Emily Joyce attirò la sua attenzione.

Emily era una ragazza assai ambiziosa e assai intelligente ma molto poco propensa al dialogo e a qualsiasi scambio interpersonale.

Cara ragazza, per carità, ma Lily pensava che fosse eccessiva.

L’aveva conosciuta l’anno prima, a Rune Antiche, e ci aveva parlato giusto un paio di volte, decidendo che era una brava persona ma troppo poco propensa ad avere degli amici.

 

Ciò non la distolse, tuttavia, dall’aspettarla sull’uscio della porta a fine lezione.

 

«Emily», la chiamò, «permetti una parola?»

Emily annuì di buon grado (o era particolarmente di buon umore o aveva acquisito fiducia nel genere umano o era cambiata nel corso di un anno).

 

«C’è un qualche Nicholas nel tuo anno?»

 

La domanda dovette sembrarle strana, perché le sue sottilissime sopracciglia bionde si curvarono graziosamente in una smorfia perplessa.

 

«Sì, certo. C’è Nicholas Bellamy, ad esempio» e con il mento accennò ad un ragazzo basso e magro, dai capelli biondo paglia tagliati lunghi sul collo.

 

Lily annuì (dopo aver avuto un eccitato batticuore) ed Emily si congedò, continuando tuttavia a voltarsi più volte mentre percorreva il corridoio.

 

Lily fissò il ragazzo. Non che fosse brutto, anzi, era parecchio grazioso, ma era così ilare e circondato da amici che non le pareva proprio il tipo.

Eppure ne dubitò fortemente quando Nicholas la guardò interessato e con un vago sorriso di vaga consapevolezza.

 

Lily voltò le spalle al manipolo di Corvonero e tornò al proprio dormitorio.

Aveva bisogno di ottenere altre informazioni.

 

 

 

 

°          °          °

 

 

 

 

Sirius aveva l’aria di un cane che aveva appena acchiappato il gatto.

Nel mentre, Remus e James litigavano su qualcosa come un favore da ricambiare.

 

«Remus, smettila di fare la ragazza bizzosa e fatti da parte, mi necessita l’attenzione di James».

 

«Uno di questi giorni io e te taglieremo ogni ponte» lo avvertì Remus, sventolando l’indice.

 

«So che mi ami» replicò l’altro, senza notare l’improvviso rossore dell’amico, che si affrettò a raggiungere il bagno, sbattendosi opportunamente la porta alle spalle.

 

«Sai», iniziò James con fare da vicina-di-casa-pettegola, «credo che Remus potrebbe avere una cotta per te».


Sirius sorrise suadentemente.

 

«Chi non ha una cotta per me, Potter?» e sfoggiò una posa da vecchio dandy. Inutile precisare che quel ribelle ragazzo trasudasse nobiltà da ogni poro, quella stessa nobiltà che tanto disprezzava e che tanto era inevitabilmente radicata in lui.

 

«Molte persone, te lo garantisco. Cosa volevi dirmi, a proposito?»

 

Sirius si riscosse.

 

«Giusto. Marylin, di Corvonero, mi ha detto che un amico di un amico del fratello del suo ragazzo le ha riferito che Evans sta ficcanasando in giro, domandando se ci sia qualche Nicholas a Corvonero».

 

James mise su il suo più ben fatto ghigno da il-piano-fila-che-è-una-meraviglia.

 

«Mi piace questo fatto che tu porti sempre buone notizie, Sirius».

 

 

 

 

°          °          °

 

 

 

 

Sono una ragazza. Bene, Nicholas, ho sufficienti prove per decidere che, effettivamente, tu non hai nulla a che vedere con Potter. E sai, questo tuo bisogno di stringere amicizia mi dà da pensare, mi fa pensare a te come ad un tipo introverso. Sbaglio?

 

 

 

Nel dormitorio maschile dei Grifondoro del settimo anno, James Potter esultò come se avesse appena vinto la Coppa delle Case.

 

 

 

 

 


 

 

NdA: Anno nuovo, capitolo nuovo, già.

Dunque, non ho particolari note su questo capitolo, se non che probabilmente apparirà più moscio degli altri.

Ma non preoccupatevi di ciò: saprò rifarmi nei prossimi capitoli. Questo, ad onor del vero, è un capitolo sostanzialmente inutile, che serve solo a dimostrare che sì, Lily alla fine ci casca con tutte le sue scarpette da strega.

Poi, bene, sono assolutamente lusingata e stupefatta nonché contentissima del seguito che sta avendo questa storia (31 seguiti, wow, mi imbarazzate, così!). Vi amo tutti e vi ringrazio, siete bellissimi. 8)

Come sempre, il mio invito a prendere parola è sempre valido.

Infine, un saluto speciale a Frency, che aspettava particolarmente l'aggiornamento di oggi. :3

 

 

Passo e chiudo.

   
 
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Roxar