6.
«Colore
preferito?»
«Verde».
«Libro
preferito?»
«È un
libro babbano, giusto?»
«Sì»
«Era
per caso “Romilda e Giulio?”»
«No,
Malfoy, il titolo è “Romeo e Giulietta”»
Mi sedetti
sulla poltrona di fronte alla sua, sconsolata.
Era
impossibile riuscire ad imparare tutte quelle cose entro quella sera, sia per
lui che per me, anche perché, sembrava quasi che l’avesse fatto apposta, ma a
lui piacevano solo le cose complicate. Per esempio, il suo colore preferito non
era azzurro, ma turchese, il suo libro preferito invece era innominabile, le
vacanze gli piaceva passarle in una piccola cittadina magica in Italia con
Blaise per le prime due settimane, poi per un mese nella villetta nello
Yorkshire che possedeva la sua famiglia e infine per il resto dell’estate in
una città a scelta tra New York, Roma, Parigi, Bruxelles, Amsterdam, Berlino,
Los Angeles, San Francisco, Boston o Madrid, dove aveva degli appartamenti che,
da come li aveva descritti lui, erano più degli attici di lusso. Per non
parlare dei suoi piatti preferiti o i suoi hobby.
«Già
stanca, Granger?», chiese, rileggendo per l’ennesima volta il foglio che gli
avevo dato io qualche giorno prima, con un’espressione seria in volto.
«Ho
deciso. Basta. Io sta sera mi presento da sola dicendo che ho rotto con il mio
ragazzo, di cui non dirò il nome. Fine della faccenda. Ti ringrazio per il tuo
aiuto Malfoy, ma non può funzionare»
Tornai
in piedi andando a raccogliere la mia borsa, che avevo posato su un divanetto,
il bello della Stanza delle Necessità era soprattutto la comodità, ma anche il
fatto che ci permetteva di passare del tempo insieme inosservati, prima di
dirigermi verso la porta.
Sentii
la sua mano afferrarmi il braccio e d’istinto mi voltai verso di lui.
«Abbiamo
faticato tanto e siamo migliorati molto come coppia, non ha senso mollare tre
ore prima della festa. Non ti devi preoccupare, andrà tutto bene. Fidati di me».
Abbassai
lo sguardo, insicura, prima di tornare a guardarlo.
Sembrava
così sicuro di sé, così... coraggioso.
«Va
bene, ma ora devo andare a prepararmi», sussurrai.
Lo vidi
sorridere e poi aggrottare appena le sopracciglia: «Solo una cosa».
Stavo
per chiedergli cosa volesse ancora dirmi, quando lo vidi avvicinarsi titubante
e, dentro di me, mi chiesi se stesse per fare davvero quello che temevo.
Spostò
dietro al mio orecchio una ciocca riccioluta di capelli e poi appoggiò piano le
sue labbra sulle mie.
Il
contatto non durò troppo, ma mi fece arrossire come un pomodoro e sentire le
gambe molli come se fosse stato uno di quei baci travolgenti che mi aveva
raccontato Ginny quando stava con Dean.
Si
allontanò di pochi centimetri, sorridendo, per poi tornare ad accarezzare la
sua bocca sulla mia, cercando di trovare un modo per poter intrufolare la sua
lingua dentro di me, ma io non riuscivo a reagire in nessun modo, ero
concentrata sulle sue mani che mi accarezzavano i capelli e la schiena con una
dolcezza che da lui non mi sarei mai aspettata.
Alla
fine quando ci allontanammo mi sembrava di non aver consistenza.
«Sarò
davanti alla torre Grifondoro per le sette in punto. A dopo, Granger».
Mi
diede un altro piccolo bacio a stampo e poi scomparve oltre la porta.
Inutile mentire, non riuscii a muovermi per due minuti buoni, mentre continuavo a premere la mano contro le labbra che mi sembrava di sentire bruciare.
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Ciao a tutti! :)
Come avete passato l'ultima serata del 2012? Spero che questo nuovo anno sia iniziato bene per tutti come per me; sta mattina mi sono svegliata a mezzogiorno e mezzo! :D
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, anche se è piuttosto corto... -.-"
Come al solito vi chiedo di recensiore, dicendomi che ne pensate della mia storia, please! xD
Ringrazio infinitamente tutte le persone che mi seguono, che mi hanno inserito tra le ricordate e tra le preferite!
Thank you! ;)
Un abbraccio!
Lazysoul