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Autore: lotus_core    01/01/2013    3 recensioni
Erano stati costretti a fuggire. Ivel e la sua prole si erano dati alla clandestinità dopo la scomparsa di Carl, l’uomo di famiglia, morto in circostanze misteriose -molto probabilmente ucciso da Mangiamorte che cercavano scuse per mettere all'angolo sua moglie, NataBabbana-. Il sostegno del marito, impiegato del Ministero, era l'unica cosa che le garantiva la salvezza, seppur precaria. Ritrovatasi da sola, non le rimase altro da fare che scappare, per sfuggire alla ripulita messa in atto dal nuovo regime. Si era decisa a mettere da parte lo sconforto per la perdita di Carl e a levare le tende il prima possibile. Tutto pur di salvare la vita di Sam, Craig ed Ulfila, i suoi tre figli: il primo aveva 18 anni, abile nelle arti magiche e appena uscito da Hogwarts; il secondo 13, da poco avviato all'apprendimento della magia; la terza, invece, aveva solo un anno e mezzo.
Il destino della famiglia Stabbon, dunque, era nelle mani della fortuna, rinchiuso in una tenda da campeggio.
Genere: Avventura, Guerra, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Il vento risaliva la valle, schiaffeggiando le fronde e portando via con sé le prime foglie cadute, che volteggiavano e si disperdevano mentre raggiungevano un blocco di collinette coronate da alberi e cespugli selvatici, dietro cui si celavano un paio di occhi arrossati che si lanciavano nella discesa verso la pianura, perdendosi.
«Andiamo, mamma.»
Ridestata dalla voce del figlio maggiore, Sam, la padrona di quello sguardo ferito lasciò andare i suoi pensieri e si voltò.
«Andiamo» asserì, chinandosi per afferrare uno zaino e metterlo sulle spalle.
Si riunì, quindi, accanto ai suoi due figli e prese tra le braccia il fagotto che le porgeva il più piccolo dei due, sorreggendolo con dolcezza, mentre l’altro, preso per mano il resto della famiglia, ruotava su sé stesso per Smaterializzarsi. Un arpione invisibile li agganciò all’altezza dell’ombelico, strattonandoli.
Non appena uscirono da quello stato di oblio, Sam si affrettò a installare gli incantesimi di protezione -primo fra tutti, il Muffliato, per rendere inudibili i pianti della sorella, che aveva cominciato a gridare e a rigurgitare-, girando in tondo e delimitando un confine invisibile entro cui sistemarsi.
Ivel, nel frattempo, lasciò la piccola Ulfila tra le braccia di Craig, per potersi occupare della tenda da erigere.
«Bene, siamo apposto» sospirò Sam, entrando nella piccola abitazione in cui si era già sistemato il resto della famiglia. «Come sta Ulfila?»
«Bene, ora» rispose Ivel, con una voce sottile, mentre accarezzava la guancia della piccola figlia. «Si  è calmata, per fortuna.»
«Un po’ di tè, Sam?» fu Craig a parlare, ora.
«Sì, grazie.» disse l’altro in risposta, mentre si buttava sul suo letto.
Il pomeriggio scivolò nel silenzio, tra sorsi di tè e respiri profondi. Era sempre così dopo ogni spostamento. C’era qualcosa di estremamente traumatico nel levare la tenda, rifare gli zaini, cambiare luogo e quindi riadoperarsi in fretta e furia per creare un nuovo spazio protetto in cui vivere. Evidentemente, ogni volta che si stringevano per Smaterializzarsi insieme, tutti e tre avevano la stessa immagine impressa nella testa: la vecchia casa che si dissolveva e diveniva nient’altro che un ricordo, vicino e pungente, dimora di memorie felici che includevano tutti loro, compreso Carl, il defunto marito di Ivel e padre di Sam, Craig ed Ulfila.
Per riprendersi da quello stato di nostalgia opprimente, ci volle una notte di sonno. Infatti, il mattino seguente gli umori erano cambiati. La tristezza e lo sconforto continuavano a serpeggiare inesorabili nella tenda, ma perlomeno si era ristabilito un certo dialogo -che, tuttavia, si limitava a brevi conversazioni riguardanti questioni pratiche, come il pranzo, la raccolta della legna e affari del genere-.
Le giornate passavano nella monotonia più assoluta, tra le faccende quotidiane e le cure da dare alla piccola Ulfila, finché non giungeva il momento di ripartire alla volta di un nuovo posto.
«Mamma, perché dobbiamo già ripartire?» chiese Craig circa una settimana dopo, mentre il fratello e la madre erano in procinto di smontare la tenda e lui si occupava della sorellina.
«Te l’ho già detto, marmocchio.» la risposta di Sam precedette quella della madre. «Non chiamare così tuo fratello, Samuel!» lo ammonì Ivel, seppur non del tutto convinta di ciò che stava dicendo. Lo riprendeva più per abitudine che per reale disapprovazione verso quel linguaggio.
«Scusami, mamma. Craig,» riprese, marcando il nome dell’altro. «non è prudente restare nello stesso posto troppo a lungo.»
«Ma non c’è nessuno, qui, siamo al sicuro!» protestò il fratellino.
«Non fare storie, Craig.» intervenne la madre. «Dobbiamo muoverci in questo modo se vogliamo evitare problemi. Non si è mai troppo al sicuro, con i Mangiamorte in giro. Lo diceva anche Carl.»
Il suono di quel nome pose fine alla conversazione, che fu inghiottita da un silenzio asfissiante. Nessuno dei tre era ancora pronto a ricordare ad alta voce Carl senza sprofondare in situazioni del genere. Erano riusciti ad anticipare il momento di vuoto che li avrebbe fatti prigionieri dopo la Smaterializzazione.
Sistemato tutto negli zaini e disattivati gli incantesimi di protezione, dunque, tutti riuniti attorno a Sam, partirono alla volta di un nuovo luogo da abitare per un po’ di tempo.

Era ottobre, le foglie cadevano, le speranze anche. 







NOTA DELL'AUTORE: 
questa è la mia prima long. Prima d'ora ho pubblicato solo una piccola flash, ma spero di aver fatto un lavoro accettabile e di riscontrare almeno qualche piccolo consenso. La storia nasce da una riflessione: quanto era dura la vita dei perseguitati in quel periodo? Quando si giungeva alla difficile decisione di prendere la via della clandestinità? Quali erano le complicazioni cui andava incontro una famiglia recisa del membro presumibilmente più forte? È un po' il monumento a una donna rimasta sola, costretta a rimanere a galla e a nuotare nelle rovine della sua vita per salvaguardare la vita dei suoi figli. 
Grazie a chi leggerà! :3 

Lotus. 
  
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