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Autore: BellinianSwan    01/01/2013    3 recensioni
Mi sono sempre chiesta: "E se Leopardi avesse incontrato la donna giusta per lui? Cosa sarebbe successo? Lui come avrebbe reagito? Ma soprattutto, dove e quando avrebbe potuto incontrarla?" Eccovi una storia d' amore all' infuori da tutte le altre, dove l' amore fisico non conta, dove non esistono atti sessuali, l' amore più puro che esista. Spero vi piaccia! Buona lettura!
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: L'Ottocento
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CAPITOLO II

 

 

 

 

 

Giacomo Leopardi si trovava lì a Roma con lo zio materno, Carlo Antici, a parlare di poesia e filosofia con altri letterati del tempo. Elizabeth era in Italia ormai da alcuni mesi, e la trepida attesa che le aveva impedito di pensare ad altro se non alla poesia, e alle parole di quel poeta che tanto da lontano aveva amato, stava giungendo al termine. Quello stesso pomeriggio in uno dei migliori salotti di Roma, avrebbe finalmente conosciuto il sommo Giacomo Leopardi, di cui il caro amico Pietro Giordani aveva lungamente tessuto le lodi. Come lei anche Leopardi, si trovava in una città estranea, da troppo poco tempo per poter apprezzare il grande cuore pulsante della città eterna. Elizabeth e giordani, si recarono insieme presso la casa del nobile Colonna, dove avrebbe avuto sede l'incontro. Giacomo si trovava lì con lo zio materno, che per un intero anno aveva insistito perché suo padre, Monaldo, lo mandasse a studiare lì e finalmente lo aveva convinto. Era una delle prime volte che discuteva di filosofia e letteratura in un salotto con altri letterati, anche se, essendo abbastanza timido cercava di rimanere vicino allo zio. La ragazza sapeva che Giordani non si sarebbe lasciato intimidire dalla presenza di Carlo Antici. Rimase dapprima in disparte, l'ultima intenzione che aveva era quella di apparire una squallida amante portata lì solo per essere di bella presenza. Iniziò a conversare, lanciando ogni qual volta le era possibile un'occhiata all'amico e al giovane Contino che stava accanto allo zio, conversando tranquillamente e cominciando a sentirsi più a suo agio. Giacomo si voltò e vide una donna di straordinaria bellezza... Non capiva se fosse reale o solamente un' apparizione: un angelo venuto sulla terra per consolare la sua vista. Aspettò che Carlo finisse di parlare e gli indicò la donna con un cenno del capo non staccando gli occhi cerulei dalla figura folgorante di lei.

- Zio... Sapete chi è quella donna..?

Carlo non aveva la più pallida idea di chi la giovane, di effettiva e straordinaria bellezza potesse essere. Fu Giordani a quel punto a prendere la palla al balzo.

- Oh Giacomo, avete notato la deliziosa Contessina inglese, è una mia cara amica, e non sapete quanto desidererebbe fare la vostra conoscenza.

Elizabeth si accorse dello sguardo del giovane Leopardi posato su di lei, ma fece finta di nulla continuando la conversazione intrapresa.

- Davvero, Giordani? - Chiese guardandolo - e come mai?

- Ha letto le tue traduzioni, e non appena è giunta in Italia, mi sono prodigato nel farle avere qualche tuo componimento.. Sì, so cosa stai pensando, è raro che una donna si interessi alla poesia, ma questa è una di quelle. Vieni, te la presento.

Giordani lo invitò a seguirlo, senza nemmeno pensare che il suo amico Leopardi potesse sentirsi in imbarazzo.

Il poeta seguì lentamente l' amico, l' imbarazzo lo rodeva vivo. Lui un essere ripugnante davanti a una creatura a dir poco divina... Se l' avesse visto, sicuramente avrebbe cambiato idea... Si fece avanti e appena l' ebbe raggiunta, alla presentazione di Giordani, porse un galante baciamano.

- I miei omaggi, signorina.

Disse Giacomo con la sua voce fioca.

Il cuore di Elizabeth batteva forte, quel baciamano le fece sentire un brivido lungo la schiena.

- Oh caro Conte, non immaginate quanta gioia susciti in me potervi finalmente conoscere!

Era sincera, glielo si leggeva negli occhi e nel tono tremante della voce. Un sorriso gli fu spontaneo, aveva un sorriso molto dolce, quasi celeste e ineffabile, come lo descrisse Ranieri.

- L' onore è tutto mio, nel poter conoscere una dama sì bella come Voi, Contessina..

Elizabeth arrossì.

- Siete troppo buono, Conte.. I vostri scritti mi deliziano, la loro profondità mi stordisce, la vostra limpidezza mi disarma...

Erano le parole più sincere che Elizabeth potesse dire, le venivano dal cuore.

- Mi lusingate, Contessina...

Rispose Giacomo sorridendole.

- Vi prego, chiamatemi Elizabeth.

Lo interruppe sorridendogli a sua volta, con aria di vera e propria venerazione.

- Oh, non credo proprio che potrei...

- Non trovate che dover sempre ripetere un titolo, ad ogni affermazione sia un po' irritante?

Lo interruppe ancora.

- Si chiama principio, Contessina.

- Vi ritenete un uomo di principio, mentre giudicate me sconveniente.. non è così?

Chiese lei incuriosata ed irritata.

Giacomo si stupì di quell' affermazione e non ci pensò due volte a metter le mani avanti.

- Sconveniente..? Assolutamente no, Contessina... il contrario...

- Vi prego, non ripetete "Contessina", almeno provateci... non sarò di certo io a considerare voi sconveniente..

- Allora come desiderate che io vi chiami?

- Come vi ho detto, mi chiamo Elizabeth, potete chiamarmi con il mio nome.

Lei al contrario non si sarebbe mai azzardata a chiamarlo per nome.

Giacomo sospirò appena sorridendo, rassegnato.

- Come desiderate, Elizabeth...

- Le donne sanno essere cocciute e convincenti...

Disse Elizabeth ridendo coprendosi le labbra con la mano inguantata di seta bianca.

- L' ho notato. - Rispose il poeta accennando un sorriso.

- Come vi trovate a Roma? - Domandò lei cambiando discorso ed invitandolo a sedersi al suo fianco. - Finalmente siete riuscito a lasciare la vostra Recanati...

- Finalmente, sì.. Sono riuscito ad uscirne...

- Sono davvero felice per voi.. ora avrete una nuova vita..

Disse lei sinceramente rallegrata.

- È quello che spero anch' io..

Rispose Giacomo accennando un sorriso, Elizabeth era a dir poco rapita dal suo sorriso, dai suoi modi, dalla sua timidezza. Era terribilmente affascinata da Leopardi. Egli abbassò lo sguardo rigirando la falda della tuba tra le dita scarne e affusolate, poi risollevò lo sguardo:

- E invece per voi Roma è gradevole?

- La trovo molto gradevole, immortale, baciata dal sole, colta.. altro che Londra affollata solo di signorine petulanti in cerca di marito...

Disse incrociando il suo sguardo. La giovane donna non staccava gli occhi dai suoi, il che lo imbarazzava di più ma da un lato gli faceva piacere in un certo senso.

- Potrà essere una bella città... Ma mi sembra abbastanza fredda...

- Cosa cercate in una città, Conte? Cosa deve suscitare in voi?

Avrebbe voluto fargli tante domande, ma doveva apparire discreta.

- Non lo so ancora.. Roma è la prima città che visito all' infuori di Recanati..

- Per me la prima all'infuori di Londra, vi auguro di trovare la città che fa per voi.

E lei avrebbe mai trovato qualcuno o qualcosa che fosse adatto a sé stessa?

- Vi ringrazio, Contessina... Oh, scusate.. Elizabeth...

Giacomo sorrise correggendosi.

Elisabeth scoppiò in una risatina divertita.

- Siete un'ottima compagnia Conte, mi duole aver fatto solo ora la vostra conoscenza.

- Dite davvero..?

Quella donna gli faceva uno strano effetto, lo stesso che gli aveva fatto Teresa, a suo tempo.

- Mai stata più seria in vita mia, vi do la mia parola.

- Mi fa piacere, signorina...

- Il piacere è tutto mio... sapeste solo quanto ho atteso questo giorno..

Si lasciò andare alla sincerità più pura.

- Sono onorato dalle vostre parole...

- Vi andrebbe di fare due passi? Qui dentro si soffoca.

Disse mettendo le mani avanti e sperando in una risposta affermativa.

- Volentieri..

Elizabeth si alzò, lanciò un'occhiata a Giordani prima di dirigersi al fianco di Leopardi verso l' uscita, lui le porse gentilmente il braccio tenendo la tuba per la falda nella mano libera. Lei accettò il braccio e con eleganza si diressero verso il giardino della villa. Appena usciti cominciarono a passeggiare, Giacomo camminava in un modo strano, sembrava zoppicasse, ma non era un vero e proprio zoppicare il suo, era simile ad un ondeggiare da sinistra a destra in seguito al passaggio del peso ora sull' una, ora sull' altra gamba. Elizabeth cercava di nascondere l'emozione che provava. Non le importava nulla del suo aspetto goffo, esteticamente poco nobile, era innamorata delle sue parole, della sua mente, dei suoi modi impacciati e della timidezza che aveva dimostrato nel parlare con lei. Era attratta dai suoi occhi cerulei e dalle sua candide mani affusolate. Si guardava intorno, ma era troppo in imbarazzo per incrociare ancora di sua spontaneità gli occhi della donna, così belli e pieni di dolcezza...

- Vi ho messo in imbarazzo Conte? Ne sono desolata..

Disse rompendo il silenzio creatosi attorno a loro. 
Giacomo si voltò di scatto verso di lei.

- Oh no, assolutamente, signorina... è che... non saprei di cosa discorrere con una donna di così... se posso permettermi... straordinaria bellezza... temo di annoiarvi... sicché preferisco il silenzio, ma se volete che io vi parli, allora ditemi... ditemi di grazia di cosa vorreste parlare...

- Mi lusingate con simili coplimenti, ma allo stesso tempo mi date prova di non credere a ciò che vi ho detto fino ad ora.. Parlatemi delle vostre idee..del vostro concetto di vita.. delle letture che vi hanno particolarmente toccato.. di ciò che desiderate.. Io vi ascolterò con piacere...

Parlarono per diverse ore e si fece pomeriggio. Elizabeth fu deliziata dalle sue parole...non smise di osservarlo e di seguire il filo dei suoi ragionamenti, fino a quando poi, Carlo Antici li venne a cercare.

- Ah Giacomo, siete qui... Dovremmo tornare, vi aspetto davanti al cancello.

Detto questo, l' uomo si congedò e Giacomo spostò lo sguardo su Elizabeth.

- Purtroppo devo dileguarmi... mi farebbe piacere rincontrarvi un giorno...

Disse Giacomo sfiorando il dorso della mano di lei con le labbra, non staccando gli occhi dai suoi.

- Anche a me farebbe molto piacere.

Disse. Lo vide allontanarsi, ma prima che potesse scomparire dietro l'angolo del giardino lo richiamò.

- Giacomo!

L'aveva chiamato per nome, quale stupido errore, ormai non poteva più tornare indietro.

- Se vi invitassi per un té, domani pomeriggio... accettereste?

Appena si sentì chiamare, lui si voltò verso di lei. - Vi farò avere presto una risposta! - tentò di alzare la voce quanto gli fosse possibile e poi continuò a camminare verso l' uscita.

Lei rimase sola, senza nessuna certezza, desiderava rivederlo, continuare la loro conversazione, magari diventare amici intimi...ma non era certa che il giovane Leopardi avesse visto qualcosa in lei, qualcosa oltre dei capelli biondi, ed un bel visino.

   
 
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