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Autore: BellinianSwan    02/01/2013    4 recensioni
Mi sono sempre chiesta: "E se Leopardi avesse incontrato la donna giusta per lui? Cosa sarebbe successo? Lui come avrebbe reagito? Ma soprattutto, dove e quando avrebbe potuto incontrarla?" Eccovi una storia d' amore all' infuori da tutte le altre, dove l' amore fisico non conta, dove non esistono atti sessuali, l' amore più puro che esista. Spero vi piaccia! Buona lettura!
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: L'Ottocento
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CAPITOLO III

 

 

 

 

 

Quella sera le fece recapitare un messaggio, la sua bella calligrafia spiccava sul foglio, accettava l' invito, per le cinque sarebbe stato da lei. Elizabeth non stava nella pelle, aveva accettato, da lì a poche ore sarebbe stato ospite nel suo salotto. Fece preparare tutto dai domestici, nulla doveva essere lasciato al caso se nonla loro conversazione.

La carrozza si fermò davanti al cancello e Giacomo proseguì a piedi fino alla porta della villa, bussò alla porta di legno battendo con un anello dei battenti sulla superficie, sistemandosi poi la sciarpa intorno al collo. Una domestica gli aprì sorridendogli e lo faccompagnò fino al salotto in cui Elizabeth aveva preparato tutto:

- Conte, sono lieta che abbiate accettato il mio invito!

Disse Elizabeth raggiante, appena se lo vide spuntare, perfettamente a proprio agio in uno splendido abito lungo color cielo, come gli occhi dell' uomo che amava tanto e che ora si ritrovava davanti.

Giacomo sorrise alla giovane donna togliendosi la tuba e guardandosi intorno. Non gli erano mai piaciute le bionde, col loro volto pallido da verginelle, decisamente odiose. Aveva accettato solo per uscire per un po' dal palazzo. - Avete una bella tenuta.. - affermò.

- Non mi lamento..

Disse lei invitandolo ad accomodarsi, con il cuore che le batteva forte in petto.

Il poeta si avvicinò al divano e si sedette tenendo le gambe unite e poggiò le mani su di esse continuando a guardarsi intorno.

- C'è qualcosa che vi piace particolarmente?

Chiese sedendosi accanto a lui e versando il té nelle tazzine.

- È... Molto luminosa... Al contrario delle severe mura del mio palazzo ove regna sovrana la cultura...

- Amo la luce, non potrei sopportore il buio, ma se vi disturba possiamo tirare le tende..

Disse disponibile, avendo appreso molto sui suoi disturbi da Giordani.

- No, no, sto bene così... Vi ringrazio.

Giacomo accennò un sorriso, la guardò e poi spostò lo sguardo sulle tazzine, Elizabeth gliene porse una:

- Direttamente da Londra....

Giacomo la ringraziò con uno dei suoi dolci sorrisi, poi aggiunse quattro cucchiaini di zucchero e mescolò. La scena la fece sorridere, ma non disse nulla.. Ebbe la netta sensazione che qualcosa fosse cambiato rispetto al giorno precdente e non seppe resistere al porgli la domanda.

- Qualcosa non va?

- No... Assolutamente..

Bevve un sorso di té.

Lei annuì, riprendendo a sorseggiare il suo té. Non ce la faceva più, doveva parlare, non poteva più nascondere i suoi sentimenti, così posò la tazzina, contò fino a tre e poi disse:

- Monsieur, non potrò nascondere ancora a lungo i sentimenti che provo per voi!

Giacomo, a quelle parole, sputò il tè che aveva in bocca di lato, per poi prendere a tossire bruscamente mentre poggiava velocemente la tazzina sul tavolino e si coprì le labbra con un fazzoletto mentre continuava a tossire, un po' di tè gli era andato di traverso. Elizabeth si aspettava una reazione simile, attese che l'attenzione di lui tornasse su di lei, una volta placata la tosse. Giacomo tamponò con cura le labbra deglutendo, poi posò il fazzoletto guardando la donna.

- Contessina, io..... Signorina... Voi... Siete davvero sicura di quello che avete appena detto?

- Ne sono sicura, l'avervi incontrato ne è stata la prova decisiva... io... credo di essere innamorata di voi.

Nessun rossore apparve sulle guance di Elizabeth, era certa di ciò che aveva detto. Giacomo la guardò negli occhi e dolcemente le prese le mani nelle proprie:

- Elizabeth... Vedete... - Sospirò lievemente togliendo un momento lo sguardo. - Io... Non é che non vi voglia... Vi vorrei tanto... Siete una bella donna... Ma... Io non posso avervi.. Mi dispiace... Se vorrete potremo rimanere amici... - disse lui amareggiato, ma lei insisteva: - Datemi una valida motivazione, una sola per cui non possiate... è forse il mio essere inglese? O l' essere troppo alta... o l' essere bionda?
Pronunciò le ultime parole con una nota di disprezzo. Non si aspettava un rifiuto, mai nessun uomo avrebbe rifiutato il suo amore. Aveva schiere di pretendenti che avrebbero voluto poter occupare il posto di Leopardi in quel preciso istante.

- No... Non é nulla di tutto ciò... Voi non c' entrate... Sono io... Voi non potrete mai essere felice con me... Siete giovane e bella... Sicuramente ci saranno molti uomini che spasimano per voi...

Ma la ragazza non mollava, provava in tutti i modi di convincerlo a non lasciarla in quel modo, gli fece pena e infine disse:

- Ci frequenteremo... Ma non pretendo il matrimonio..

Non era un sì, ma non era neppure un no, gli avrebbe fatto cambiare idea in poco tempo, ne era sicura. Se lui desiderava metterla alla prova, lei non si sarebe di certo lasciata intimidire, l'avrebbe affrontata. Lui non avrebbe mai potuto dire il vero motivo, che era molto grave e scoveniente per un uomo.

- Mi auguro solo che dopo tutto ciò non inizierete ad odiarmi...

- Non potrei mai odiarvi... Anch' io sono innamorato di voi.. Purtroppo io ho dei limiti... Che mi affliggono maledettamente...

- Se voi siete innamorato come dite, allora ogni sorta di limite perde significato..

Disse lei guardandolo negli occhi e prendendo una mano di Giacomo fra le sue.

- No... Sono proprio questi limiti che mi... impediscono... in un certo senso, di amarvi...

- Se solo provaste a parlarmene..

Disse lei dolcemente carezzando la sua mano. Non voleva obbligarlo a parlare, ma doveva capirci qualcosa di più.

- È... Alquanto sconveniente...

- Non vi obbligherei mai a parlarne, ma sappiate che a me potrete dire qualunque cosa..non dovete avere timore.  

Era ancora una volta sincera, nessun secondo fine, desiderava solamente poter far in modo che lui si fidasse di lei.

- No, è troppo sconveniente... Non posso dirvelo... Vorrei ma me ne vergogno terribilmente...

- Come desiderate, sappiate solo che con me non dovvrete vergognarvi di nulla...

- Giuratemi sulla vostra vita che non lo direte a nessuno...

- Lo giuro sulla mia vita * si portò una mano sul cuore* Che possa essere fulminata all'istante se non manterrò la parola data.

Si avvicinò al suo orecchio e le sussurrò il vero motivo: non poteva aver figli e questo lo affliggeva più di tutti gli altri mali. Una minima esitazione da parte di Beth sarebbe stata sgarbata, così lo guardò teneramente, dritto negli occhi.

- Se mi vorrete come compagna, amica e soprattutto come moglie, per me non sarà importante. Vi amerò nella medesima maniera in cui vi amo in questo istante.

- No.. Moglie no... Sarebbe una perenne sofferenza per voi... ma anche per me... Capisco che siete innamorata di me... Ma voi meritate un uomo migliore di me...

- Credete che esistano uomini migliori? guardatevi attorno e poi ditemi... Desidero un uomo con il vostro intelletto, la vostra dolcezza, la vostra sensibilità..credete che potrei trovarlo se escludessi voi?

La domanda era retorica, non si aspettava nessuna risposta.

- Ma io... Io non potrei mai darvi tutto quello che una donna desidera... Solo qualcosa... Ma nell' amore le cose che bruciano a me fanno male...

- L'amore non è solo fatto di cose che bruciano... Il vostro timore non ha motivo - portò una mano al suo viso e teneramente lo accarezzò - l'amore è fatto di gesti, di parole, di emozioni...

- Il mio amore è tormentato... Poiché il mio desiderio non potrà mai esser soddisfatto..

- Non credete che impedendovi di amare sareste doppiamente tormentato?

Un uomo che scriveva cose tanto grandi, non aveva un minimo di fiducia in sé stesso, le pareva assurdo.

- Ma amando sarei triplamente tormentato... Non potrò mai esser felice... E nemmeno voi..

- Non potete dirlo se non tentate neppure.. Arrendervi è la peggior scelta che possiate fare.

Le faceva rabbia, avrebbe voluto prenderlo per il bavero della giacca e scrollarlo sperando che rinsavisse.

- Il mio cuore è debole e il mio respiro altrettanto... Non posso amare fisicamente... Solo spiritualmente... Ed è quello che è peggiore di qualsiasi altro tormento..

- Questo è ciò che credete, ciò che vi è stato a forza impartito come insegnamento..

Non le restava altra scelta, affondò le sue labbra in quelle di Giacomo e diede inizio ad un lungo e passionale bacio. Lui rimase sorpreso, spalancò gli occhi e piano li chiuse lasciandosi trasportare da quelle emozioni, morendo su quelle labbra. Elizabeth prese il viso di Giacomo fra le sue mani mentre continuò a baciarlo, a Giacomo il cuore martellava in petto, poggiò una mano sulla sua guancia e piano la distaccò da sè per paura che gli venisse un infarto, prese una mano di lei e gliela fece poggiare sul suo petto, sotto la giacca, sopra il panciotto per farle sentire i battiti del suo cuore, evidentemente accellerati.

- Saprò prendermene cura...non sono una sciocca.

Gli disse dolcemente.

Lui le prese il volto nelle mani. - La mia vita è nelle vostre mani.. Non dimenticatelo.. - aveva un leggero affanno.

- Non ve ne pentirete.

Disse lei abbracciandolo, con le lacrime agli occhi per la gioia Giacomo si tamponò le labbra con un fazzoletto, mentre col braccio libero la stringeva a sé. Elizabeth si chiedeva che cosa lui provasse per lei, e soprattutto cosa avessero mosso in lui la sua dichiarazione ed il suo gesto improvviso. Il poeta cominciò a sentirsi male, non capiva neanche lui cosa avesse, in quel momento, era stordito, ma non aveva particolari dolori. Lei lo strinse a se cercando di tranquillizzarlo e di placare quell'irrequietezza che lo pervadeva.

- Mi sento mancare...

Sussurrò lui con voce strozzata.

- Tranquillizatevi e respirate a fondo....

- Ho bisogno d' aria..

L' affanno aumentò e poggiò una mano sul petto distaccandosi appena da lei.

- Desiderate uscire all'aperto? O volete che chiami un medico?

Non si lasciò spaventare dalla situazione. Lui si alzò a stento, aprì la porta e uscì fuori sedendosi su una panchina, prese aria e si sistemò la sciarpa sul collo, tossendo. Elizabeth aveva forse sbagliato? Troppo impulsiva? Le era venuto spontaneo per dimostrargli cosa poteva l'amore... e aveva ottenuto l'effetto contrario.

- Elizabeth... So cosa starete pensando, so che mi amate e anch' io vi amo... Ma i miei mali non dipendono dal mio stato emotivo.. Non sempre...

Lei lo raggiunse e gli si sedette nuovamente accanto. - Vi prometto che saprò prendermi cura di voi.. - ribadì il concetto - Non dovete temere.. imparo in fretta. - disse sorridendogli.

- Voi scegliete di stare con un vecchio...

Disse lui sorridendole ironicamente

- Io scelgo di stare con chi amo...

Lo corresse.

- Ma voi amate un vecchio.. Non esiste altro uomo sulla Terra che a venti uno anni sia gobbo e pieno d' acciacchi..

Come devo dirvelo che non m' importa... Giacomo, saremo felici... ve lo prometto... datemi solo la prova d' amarmi... e per noi si aprirà un lungo cammino fianco a fianco...

- Vi condannate con le vostre stesse mani..

- Non pensateci.. per me non è una condanna..

La baciò dolcemente sulla guancia.

Ora è meglio che torni a casa...

- Scrivetemi, fatemi sapere quando potremo vederci.. e non dimenticate le mie parole.

- Non lo farò...

Le carezzò una guancia con la mano candida, affusolata e scarna, accennando un dolce sorriso, lei gli ricambiò il sorriso con gli occhi che brillavano di gioia. Giacomo si alzò indossando la tuba e incrociò le mani dietro la schiena camminando lentamente stando curvo, seppur la gibbosità non fosse ancora molto evidente. Elizabeth lo guardò allontanarsi, e una volta rimasta sola, si gettò sull'erba e sorrise al cielo blu con quel suo candido viso ancora infantile. Era ancora una bambina. Con lui avrebbe perso la giovinezza. Lui la sua l' aveva persa da tempo. Voleva lasciarla libera per un po' di anni. Ma chissà se il poeta avrebbe mai cambiato idea, infondo, poteva avere l'aspetto di una bambina, ma la mente di Elizabeth era matura, e si era visto, sapeva a cosa stava andando incontro e ne era fiera, non desiderava null'altro se non stare per tutta la vita accanto al sommo poeta, che tanto amava.

(PICCOLO AVVISO: l' espressione "venti uno anni", presente nel testo, non è da considerarsi un errore, bensì richiama l' italiano ottocentesco.)
   
 
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