«Volevo solo saperlo. Ti voglio bene anche io.»
Avevo paura, quindi non continuai il discorso e mi limitai a sorridergli.

Squillò il suo cellulare.
«Pronto?»
«Justin, io e papà dobbiamo assentarci da casa per due giorni. Cioè, oggi e domani.»
«Chi mi prepara il pranzo?»
«Ahahah. Puoi farlo da solo ormai. Ciao amore, cerca di autocontrollarti.»
«Ma mamma..»
«Ti voglio bene.»
«Anche io mamma.»

«Jade..» Disse Justin con aria un po' preoccupata.
«Dimmi. Sembri preoccupato.»
«Mamma e papà si assenteranno oggi e domani da casa, e io non voglio rimanere solo.»
«Hai paura?» Ridacchiai.
«No, è solo che non mi va di mangiare tutto solo.
E neanche di dormire da solo. Perchè non vieni a farmi compagnia?
Dai, dai, dai, sono solo due giorni.»
Ridemmo insieme.
«Io non lo so, Justin. Dobbiamo chiederlo a mia madre.»
«Ti accompagno.»
«Va bene.»
E così fece. Mi accompagnò a casa, e mia madre disse di sì.
Mamma si fidava di questa situazione semplicemente perchè conosceva Justin,
e conosceva il nostro rapporto.
Era imbarazzante l'idea di dormire con Justin.

Tornammo a casa sua per pranzare.
«Facciamo un gioco.»
«Sei stupido. Che gioco vuoi fare?»
«Tu fai la moglie che cucina e io faccio il marito affamato. Ti va?»
«Prima dovremo sposarci, non credi?»
Si avvicinò a me, mi prese la mano, e disse guardandomi negli occhi
«Io, Justin Drew Bieber, prendo te, Jade Leight Davis, come mia sposa.
Prometto di esserti fedele sempre,
nella gioia e nel dolore,
nella salute e nella malattia,
e di amarti e onorarti
tutti i giorni della mia vita.»
Risi imbarazzata.
«Io, Jade Leight Devis, accolgo te, Justin Drew Bieber, come mio sposo.
Prometto di esserti fedele sempre,
nella gioia e nel dolore,
nella salute e nella malattia,
e di amarti e onorarti
tutti i giorni della mia vita.»
Rimasi immobile a guardarlo negli occhi.
«Allora, lo sposo può baciare la sua sposa?»
Appoggiai la testa sulla sua spalla ridendo.
«Perchè ridi? Non ti va di baciare lo sposo? Non sono carino?»
Fece il labbruccio.
«Certo che sei carino.»
Mi mise le mani sui fianchi, e poi le intrecciò alla mia schiena,
mi spinse verso di lui, e mi gurdò.
Avvicinò il suo viso al mio, e mi diede un delicato bacio sulle labbra.
Arrossii.
Lo guardai negli occhi, poi gli sorrisi.
Ricambiò il sorriso.
«Ora sei mia moglie. Puoi prepararmi il pranzo?»
«Stupido.»
«Anche io ti amo.»
Gli sorrisi.