CAPITOLO 29
Un compleanno movimentato...
I
giorni passavano con inesorabile velocità e il Natale che sembrava appena
trascorso era già lontano due mesi, infatti, era sopraggiunto Febbraio.
"E
psps bla bla..." si stavano dicendo le gemelle sottovoce appostate davanti
al fuoco della loro Sala Comune.
"Che
diavolo state confabulando voi due?!" ruggì la sorella mancante, ma le due
non batterono ciglio, solo sfoderarono un disarmante sorriso che andava da un
orecchio all'altro.
"Nieeeeeeente!
Cosa vai a pensare, sciocchina!!" risposero in coro.
“Uhm…”
fece pensierosa l’altra studiandole con occhio critico “Lo scoprirò!” minacciò
prima di sparire diretta chissà dove.
In
realtà la due gemelle stavano organizzando un mega festone per il sedicesimo
compleanno della sorella che sarebbe stato l’otto febbraio. Inutile dire che le
menti criminali, e soprattutto quelle Serpeverdesche, stavano architettando
tutto.
“Capito?
Draco e Potter si occuperanno del cibo e delle bevande, Hermione e Judy degli
addobbi, Ginny degli inviti da sparpagliare alle persone selezionate, Ron della
musica, il signor Malfoy e la mamma degli effetti speciali compresa la torta da
cui usciranno i ballerini e noi dei regali… anzi, tu dei regali, io
supervisiono tutto!” spiegò Antares una volta che il pericolo Dior fu
scongiurato.
“Cavolo,
hai fatto tutto in grande! Se al nostro compleanno non ci ripagano con
altrettanta roba mi altero!!”
“Già!
Ma tutto deve essere perfetto per i sedici anni di Didi!!” le due si sorrisero
felici.
Dior,
come ogni anno, ricevette gli auguri e i regali da parte della madre, delle
sorelle e della nonna; tuttavia rimase alquanto perplessa quando notò che per
tutti sembrava un giorno normalissimo: Santissimo!! Era il suo sedicesimo
compleanno!!!
Trascorse
quindi tutto il giorno con un’aria truce e quasi mangiò Harry quando questo,
scusandosi per non averle fatto il regalo dal momento che non era a conoscenza
della festività, la invitò ad una romantica passeggiata nel parco.
Quando
fu il momento di tornare ai loro dormitori li accolse un frastuono allucinante:
mille e più fuochi d’artificio scoppiarono insieme riempiendo la sala comune di
colori e scintille. Inutile dire che la ragazza rimase a dir poco allibita di
vedere così tanta gente; i compleanni passati li aveva trascorsi sempre e solo
con la sua famiglia dal momento che non avevano mai socializzato più di tanto…
ad eccezione del Giappone, ma non reggeva comunque il confronto con quella
festa.
“Allora…
piaciuta la sorpresa?” le sussurrò Harry ad un orecchio dandole poi un tenero
bacio sulla guancia.
“Indovina
chi c’è dietro a tutto questo?” fece la voce della sorella Serpeverde che la
scrutava gongolante dai suoi quindici centimetri di tacchi. In un momento si
trovarono tutte e tre sorelle strette in un abbraccio soffocante.
Dior,
una volta sgusciata fuori dall’abbraccio stritolante, mormorò un accorato
‘grazie’ appena prima di essere nuovamente stritolata dalle braccia della madre
che non tratteneva le lacrime.
“Anche
la mia piccola Dior sta crescendo! Ormai è una donna fatta! Piccola mia!”
Lucius, le baciò una guancia poi ebbe pietà di lei e la liberò dalla madre che
però non smise di piangere.
Il
seguito della festa fu un susseguirsi di balli sfrenati, risate, fuochi
d’artificio, regali e molto altro. Dior era a dir poco raggiante, salutava e
ringraziava tutti, ballava e cantava a tutto spiano e anche Harry sembrava
disteso e felice come non mai, sempre per mano alla sua adorata ragazza;
Legolas e Niniel parlavano amabilmente, Hermione e Ron ballavano stretti decisi
più che mai a manifestare la loro storia senza paura di essere presi in giro,
Ginny stava facendo la conoscenza di un bel Serpeverde, Blaise Zabini, molto
amico di Draco e per niente antipatico come i Grifondoro invece credevano.
I
due infatti si erano scontrati poco prima e Blaise era rimasto a dir poco
sconvolto riconoscendo sotto un bel vestitino nero aderente ed un trucco fatto
ad arte il bel visino di Ginny Weasley. Ovviamente non si era lasciato perdere
l'occasione e si era subito premunito di catalizzare l'attenzione della rossina
che, dopo un primo attimo di diffidenza, si era lasciata trasportare dalle
battutte del moretto.
"Ehi!"
disse un ben noto biondino sedendosi accanto alla sua ragazza "Credi che
potremmo stare un po' da soli?" le chiese sommessamente all'orecchio.
"Certo
bimbo! Chi vuoi che si potrebbe accorgere della nostra assenza?" così
dicendo lo prese per mano e lo condusse, facendosi largo a gomitate tra la
folla, verso la propria stanza "Tanto credo che le mie sorelle non
torneranno qui che per dormire e questo temo che avverrà tra molto, moltissimo
tempo!!"
"Speriamo...
avevo una voglia matta di stare un po' solo con te... è dalle vacanze di
Natale, senza esagerare, che non riusciamo a stare un po' soli soletti..."
fece lui con aria da cagnolino bastonato.
"Cucciolo!!
Lo sai che non riesco a resisterti quando fai questo faccino!!" gli prese
il viso tra le mani accarezzandolo dolcemente, dopodiché lo abbracciò e per
parecchi minuti non si dissero nulla, godendo solo di quel contatto "Beh?
Che facciamo bel tatino?"
"Pensavo...
perché non mi coccoli un po'? Mi sento tanto solo!"
"Ahahahah!!
Sei ridicolo quando usi questa vocina ma anche così tenero!!"
I
due si sistemarono sul letto ed Antares si accoccolò tra le gambe del biondino
appoggiando la testa sulla sua spalla.
“Dior
era proprio su di giri, pensa che mi ha abbracciato e mi ha detto ‘Grazie di
tutto, fratellone!’… mi ha fatto… piacere…”
“Preparati,
hai appena conosciuto la vera Dior, quella pazza e spontanea!” rivelò
sorridendo. A quel punto il biondino non resistette più e coprì la bocca della
sua ragazza con la propria, saltò ogni freno inibitore, le mani dei due presero
a stringersi, accarezzarsi, toccarsi mentre respirare sembrava una cosa priva
di importanza ormai. Solo quando la ragazza sentì le mani di Draco alzarle la
maglietta e accarezzarle il seno, prese coscienza di ciò che stava per accadere
e si scostò bruscamente.
“No!”
disse ansimando ed alzandosi dal letto e da quelle braccia che erano in grado
di trasmetterle sensazioni mai provate. Si girò verso la porta sistemandosi i
capelli e riprendendo fiato poi fece per aprire la porta ma una mano decisa la
fece sbattere.
“Eccola
che scappa, di nuovo!” sibilò glaciale il ragazzo come mai era stato.
“Scusami,
Draco…” fu la flebile risposta della ragazza che si sentì afferrare con forza
ad un braccio e sbattere di schiena contro la porta. Draco era veramente
minaccioso, la sovrastava con la sua notevole altezza, una sua mano la
stringeva al punto da farle informicolire il braccio e l’altra mano era posta a
palmo aperto contro la porta impedendole la via di fuga, ma cosa più spaventosa
erano i suoi occhi: pupille dilatate e infuriate al punto da ricoprire l’intera
iride chiara, come se fosse indemoniato… e forse lo era davvero.
“’Scusami
Draco’? Sai dirmi solo questo? Non voglio le tue scuse, voglio una
spiegazione!”
“…”
“Cosa
c’è che non va? Cosa diavolo ho che non va? È così strano che io voglia baciare
e forse fare anche l’amore con la mia ragazza?!”
“Tu…
tu non hai nulla che non va… sono io…” Antares teneva ostinatamente gli occhi
bassi e le braccia, ormai come prive di forza, erano abbandonate lungo il
corpo.
“Dimmi
cos’hai, dimmi cosa diavolo pensi una volta per tutte! Mettimene a parte, non
possiamo andare avanti così!!”
Antares
era combattuta: da una parte la voglia di abbracciarlo stretto e dirgli tutto
una volta per tutte, dall’altra la voglia di scappare lontano e nascondersi da
qualche parte dimenticata da tutti. Era tremendamente confusa; Draco,
giustamente, voleva una risposta, un cenno, ma questo non facilitava certo le
cose per lei.
“Io…
io non dovevo… di nuovo, lo sapevo… sono… sono una stupida… io… non so come
scusarmi Draco… io non volevo… ferirti è che sono io… rovinerò tutto, lo so…
perdonami…” la frase incoerente era stata pronunciata con voce flebile e rotta
al punto che Draco pensò che stesse male. Subito allentò la presa su di
lei.
“Perché
ti faccio tanta paura?”
“Non
voglio… perderti…”
“Perché?”
“…”
“Dillo!
Dicendolo a me forse servirà ad ammetterlo a te stessa!”
“Io…
non… non ci riesco!”
“Bene!
Ho capito!” sibilò prima di aprire la porta e tornare alla festa. La ragazza lo
seguì immediatamente: non voleva che finisse così anche perché Draco aveva
frainteso tutto.
“No,
Draco, aspetta… è che…”
Il
rumore assordante della musica rubò le sue parole e la figura del ragazzo che
sparì tra la folla.
Ormai
si era fatto tardi ed erano rimasti solo gli occupanti della torre.
“Anty!”
la chiamò la gemella avendo notato l’espressione di Draco “Cosa è successo?”
“Oh…
niente… non ti preoccupare… niente davvero…”
“Senti,
non devi… e quello che diavolo è?!?!!!” Antares si voltò verso ciò che la
sorella stava indicando: un enorme buco nero si stava aprendo ai piedi di
Harry, Dior, Ginny, Blaise, Hermione e Ron, al centro della pista. Judy nel
tentativo di afferrare Hermione fu trascinata anche lei, poi il buco inghiottì
proprio tutti.
“Che
botta!” si lamentò Niniel cercando di mettere a fuoco l’ambiente in cui si
trovava: inutile perché era buio pesto “C’è qualcuno?” chiese con voce
leggermente tremante.
“Se
levi il tuo fondoschiena dalle mie costole, sì!”
“Antares!”
“Ehi!
Dove siamo finiti?” chiese Harry cercando a terra i suoi occhiali.
“Ho
capito!! È tutto uno scherzo!! Ma guardate che la festa bastava!” gioì Dior
pensandola tutta una trovata per il suo compleanno, ma non appena tutti si
zittirono capì che forse non era proprio come avesse pensato “Ok… voi non ne
sapete nulla! Andiamo bene…”
“L’importante
è mantenere la calma e stare tutti insieme!”
“Legolas!!
Ci sei anche tu!!” trillò felice Niniel usando come scusante il fatto di avere
con loro una persona ‘adulta e competente’.
“E
fu così che col favore delle tenebre… divenni zia!”
“ANTARES!!”
urlarono indignati i due interessati.
“Non
vedo assolutamente nulla ma dobbiamo capire dove siamo…” cominciò Hermione con
voce concentrata “…potremmo essere finiti in una stanza segreta sotterranea, in
fondo Hogwarts ne è piena…”
“Niente
di più sbagliato!” disse una voce che non apparteneva a nessuno dei ragazzi.
Improvvisamente si accese una luce talmente accecante da stordire un po’ tutti
ma Legolas, grazie alle sue doti elfiche, mise subito a fuoco l’ambiente in cui
si trovavano.
Si
trattava di una stanza di mattoni grigi, quasi cubica, il pavimento era
anch’esso di pietra mentre una delle pareti era ricoperta di vetri oscurati:
era chiaro che chi avesse parlato li stesse osservando proprio al di là di
questi.
“Chi
ha parlato?” chiese coraggiosamente Harry, che in situazioni simili si trovava
da quando era nato.
“Non
sei nella condizione di fare domande, Harry Potter!”
“Che
hai intenzione di fare?”
“Forse
non ti è chiara la cosa, Malfoy, sarò io a farvi delle domande!”
“Lei
è Phazon!” dissero in coro le gemelle ed il silenzio dall’altra parte fu una
risposta affermativa.
“Io
non sono Phazon, non esiste nessun Phazon… io sono Saruman, e noi tre ci siamo
già incontrati, vero?”
A
quelle parole le gemelle si presero per mano mentre tutti gli rivolgevano
sguardi interrogativi.
“E
allora che diavolo vuoi?” chiese Antares con voce dura.
“Mi
sembra ovvio, voglio voi!”
“AHHHHHH!!”
l’urlo di Judy fece sobbalzare violentemente tutti e scattare Draco “Draco, aiuto,
non mi sento più le gambe, e le braccia io… ah… aiu…ta…mi…” gemette prima di
pietrificarsi sul posto.
“JUDY!!
JUDY!! Razza di bastardo, è solo una bambina, prenditela con me!!” urlò Draco
fuori di sé.
“Tranquillo
Malfoy per te ho in serbo qualcosa di più eccitante!! Ora però devo disfarmi
anche degli altri!!” detto questo anche Hermione, Ron, Blaise e Ginny presero a
pietrificarsi ed inutili furono i tentativi di Harry di fermare la cosa.
“Attento
Potter, se li tocchi… si rompono! Ahahahah!!”
“Nooo!!
Sei solo un vigliacco! Se è me che vuoi vieni a prendermi!! È Voldemort che ti
manda, no? Bene, digli che lo aspetto qui!!”
“Mi
dispiace ma non è Voldemort che mi ha ordinato questo… è Sauron!”
Le
tre Anglachel rabbrividirono, cosa che non passò inosservata a nessuno, ma solo
Legolas sembrava averci capito qualcosa.
“Sauron
è morto, l’Anello del potere è stato distrutto inghiottito dal Monte Fato!
Tutta Mordor è scomparsa!!” gridò l’elfo “E anche tu, dovresti essere morto,
Saruman!!”
“Vedo
che cominci a comprendere, caro Legolas! Ma Sauron è tornato, aiutato da
un’altra entità simile alla sua: Voldemort!! Entrambi domineranno il mondo!
Schiacceremo voi insulsi esseri elfici e Mezzosangue!! L’esercito di Sauron e
quello di Voldemort si sono uniti e voi, che siete gli unici ostacoli, verrete
spazzati via!!”
“Mai!!
Noi combatteremo! Dopo tutto quello che Sauron e Voldemort hanno fatto noi
continueremo a lottare!!” l’aggredì Antares subito imitata dalla gemella:
“Troppe
persone hanno sofferto, troppe famiglie sono state distrutte! Non ci
sconfiggerete facilmente!!”
"Davvero?
Ne sei così sicura, Niniel Nienor?" la ragazza si guardò attorno
leggermente spiazzata da quella domanda che nascondeva, neanche troppo
velatamente, una minaccia "Anche se succedesse... questo?" i ragazzi
si guardarono tra loro senza capire quando improvvisamente Legolas si accasciò
su di sé premendosi il torace con le mani.
"LEGOLAS!!"
la Grifondoro si lanciò accanto al professore amato e vide con orrore che dalla
sua bocca sgorgava del sangue "BASTARDO!! cosa gli hai fatto??!"
"Nulla
di che! Sono un incantesimo che farà pian piano degenerare il suo sistema
respiratorio conducendolo a morte certa se non gli si dà l'antidoto entro
un'ora!"
"Dammi
subito quell'antidoto!!"
"Magari
fosse così facile!!"
"Verrò
a prenderlo io!" si offrì Antares vedendo che la sorella era sull'orlo
della disperazione mentre i suoi occhi guardavano sbarrati l'elfo.
"No,
mia cara! Tu sarai impegnata a fare altro!" dichiarò scoppiando poi a
ridere leggermente.
"Se
ti azzardi a fare del male a Draco o a Dior per colpa mia io ti ammazzo, lo
giuro!!" la ragazza guardava al di là di un vetro a caso, le mani serrate
a pugno tremanti di rabbia, gli occhi decisi e il fespiro affannoso.
"Vieni
a prendermi, allora!! Ahahah!!" la ragazza non fece in tempo a girarsi che
vide Draco essere scagliato con forza contro un muro mentre dei fili sottili
andavano a bloccarlo contro la parete. I fili presero a stringere tagliando i
vestiti del biondino e la sua pelle bianca. Antares gli corse appresso cercando
di liberarlo con le sue mani ma la voce dell'uomo la bloccò.
"Ops...
ho dimenticato di dirti che quei fili sono avvelenati... perdona la mia sottile
dimenticanza!"
"Dimmi
cosa vuoi stronzo! Cose devo fare per avere gli antidoti?"
"Tu
ti occuperai solo dell'antidoto di Malfoy, agli altri ci penseranno la tua
gemella e Potter! Dior credo tocchi a te!"
Harry
che, capita l'antifona, si era avvicinato a Dior stringendola la vide
improvvisamente riempirsi di macchie, quasi come ustioni.
"Cosa-le-stai-facendo?"
domandò nero più che mai mentre picchiava un pugno contro il vetro oscurato.
"La
sua pelle e la sua carne verranno corrose tra atroci dolori... sai anche tu
cosa devi fare per salvarla! Dietro di voi!" su una parete apparvero tre
porte "Come avrete ormai capito, al termine dei corridoi celati dietro di
esse, troverete l'antidoto per i vostri cari..."
"E
immagino ci sarà un comitato di benvenuto con tanto di coriandoli, vero?"
ironizzò Antares.
"...oh,
beh, questo dipende dal fatto se... tornerete vivi! Ahahah!! Buona fortuna,
ragazzi!"
"Draco,
non ti preoccupare, tornerò con il tuo antidoto, fosse l'ultima cosa che
faccio!" gli disse piano accarezzandogli il volto sofferente e notando che
quei maledetti fili si stringevano sempre di più causando tagli sempre più
profondi... se non avesse fatto in fretta avrebbero finito per amputarlo.
Guardando il suo sangue scorrere lungo il muro, fino ai suoi piedi, prese la
decisione di imboccare la prima porta a sinistra "Non sono sicura del fatto
che in fondo ci sia l'antidoto, ma non rimarrò qui senza far nulla!"
"Sì,
hai ragione!" disse Niniel stranamente risoluta mettendosi davanti alla
porta centrale pronta per imboccarla.
"Già,
questa storia deve finire! Sono stufo di vedere persone che amo morire a causa
mia! Salverò Dior!"
I
tre ragazzi ancora più risoluti di prima imboccarono le tre porte pronti a
superare qualsiasi prova, certo non sapevano che ognuno dei tre ragazzi che
volevano salvare avrebbe assistito da spettatori esterni alle loro imprese.
"Godetevi
lo spettacolo perché lo pregusto molto interessante! Ahahahah!" risuonò
ancora la voce di Saruman prima che ognuno si perdesse nella visione del
proprio salvatore.
Antares,
imboccata la porta a sinistra, si ritrovò in uno strano corridoio, come scavato
nella terrra.
Si
guardò attentamente attorno maledicendo il fatto di non avere con sè la propria
bacchetta e ricordando improvvisamente di averla lasciata in camera quando era
uscita per fermare Draco.
Draco...
Il
suo volto sofferente sembrava impresso a fuoco sulla propria retina, infatti,
lo rivedeva ogni volta che serrava gli occhi.
Proseguì
per il tunnel, passo dopo passo ben decisa a non farsi sorprendere da qualcosa.
Incredibilmente
proseguì per un bel tratto senza che niente o nessuno l'avesse fermata.
La
faccenda non le piaceva! Si tolse i capelli dal viso, poche ore prima erano
belli raccolti sulla testa ma ormai erano in uno stato pietoso e cadevano da
tutte le forcine applicate per tenerli fermi. Non che fosse quello il suo
problema più grande in quel momento. Altri passi e sbucò in una palude.
"Una
palude?" si chiese guardando l'acqua putrida e stagnante che si estendeva
sotto i suoi occhi per un bel tratto. Meccanicamente si guardò attorno per
cercare qualcosa che le permettesse di attraversarla e notò che nell'acqua
erano disposte delle pietre; avrebbe dovuto saltare su di esse per arrivare
dall'altra parte.
Volevano
forse testare la sua forza fisica?
Senza
pensarci troppo saltò sulla pietra più vicina a sè e fece per saltare sulla
seconda quando qualcosa nell'acqua la paralizzò: Dior.
Era
proprio Dior quella sagoma che sfiorava la superficie: gli occhi dilatati di
paura, mani che chiedevano aiuto. Antares immediatamente tuffò le proprie mani
in cerca di quelle della sorella ma non andò esattamente come aveva sperato: la
bocca della sorellina si spalancò in un ghigno feroce che le deformava il bel
viso.
La
biondina ritrasse le braccia appena in tempo per schivare un fendente di quella
creatura che le avrebbe senza troppa difficoltà tranciato un braccio. Lo
slancio che compì per scappare le fece perdere l'equilibrio e cadde nell'acqua
dalla parte opposta.
La
falsa Dior avanzava verso di lei con lo stesso ghigno e Antares cercò di
indietreggiare quando si sentì afferrare da dietro ma in una presa gentile.
"Niniel!"
esclamò riconoscendo la gemella che la teneva a galla.
"Oddio,
Anty, quella chi è?" domandò la Grifondora guardando Dior con occhi
sbarrati.
"Evidentemente
non è la nostra Dior!" esclamò avanzando a fatica nella palude cercando di
distanziarsi il più possibile da quella falsa Dior "Vieni Niniel!"
continuò, tirando il braccio della sorella senza risultato.
"Dai,
Nini, quella non è Dior! Andiamocene!" ma vedendo che la sorella non si
muoveva si voltò verso di lei: Nieniel la guardava tranquilla ma,
improvvisamente, anche sul suo volto si dipinse lo stesso ghigno di Dior.
Antares
capì che nemmeno quella era Niniel ma questa volta non fu così veloce e la
falsa gemella la colpì con forza tra la spalla ed il collo con una spada corta
causandole un dolore terrificante.
Riuscì
in qualche modo a sfuggire alla presa di quell'essere e, disperata continuò a
muoversi il più velocemente possibile in quell'acquitrino ma Niniel era troppo
veloce.
La
Serpeverde capì che se voleva salvarsi doveva salire sulla pietra più vicina.
Peccato che quella più vicina fosse lontana un decina di metri. Continuò a
muoversi velocemente ma improvvisamente sentì un sibilo sopra di sè e vide che
la spada corta di Niniel l'aveva mancata di pochissimo alla testa.
"Merda!"
imprecò.
Era
quasi arrivata alla pietra quando un'altra figura prese forma dall'acquitrino:
Dania.
"Eh,
no adesso non mi freghi!" si disse la ragazza mollando un destro
fortissimo alla sagoma che incassò il colpo ma non vacillò più di tanto: il
tempo comunque necessario alla ragazza per salire sulla pietra.
Si
voltò un poco indietro e vide i bei visi della sua famiglia deturpati da quel
ghigno demoniaco, guardò dritta davanti a sé intercettando la pietra successiva
e vi balzò sopra.
Continuò
a saltellare senza mai voltarsi indietro ma, quando stava per saltare
sull'ultima un mano l'afferrò in volo facendole picchiare la spalla ferita
sulla pietra.
Non
voleva vedere chi fosse quel nuovo ospite!
Sicuramente
si trattava di Draco, Lucius o qualcun altro dei loro amici ma mai si sarebbe
aspettata di scontrarsi con un paio di occhi color verde acqua ed un sorriso
dolcissimo su un volto che non vedeva da tantissimo tempo.
"Papà..."
sapeva benissimo che quello non era suo padre, lui era morto quando erano
piccole, non poteva essere lui!
Eppure
l'emozione che provò nel trovarselo davanti fu comunque fortissima; avrebbe
voluto tendere le mani ed abbracciarlo, avrebbe voluto stringersi sulla sua
spalla e piangere fino a stare male, avrebbe voluto dirgli milioni di cose
ma... quello non era lui!
Si
impose di togliere gli occhi da quelli dell'impostore e cercò di arrampicarsi
sulla pietra ma la spalla le faceva davvero troppo male: il sangue ormai le
aveva macchiato tutta la parte sinistra del vestito. Il finto padre si
avvicinava minaccioso ma lei non voleva guardarlo: non voleva vedere il ghigno
che gli deturpava il viso, non voleva ricordare una cosa del genere!! Diede un
calcio all'indietro colpendolo e con un ultimo sforzo si issò sulla sponda
dell'acquitrino. Rotolò sulla schina e si fermò, ansimante a guardare quel
cielo buio che la sovrastava ma che non aveva nulla di reale.
Dopo
alcuni secondi si tirò in piedi, bagnata dalla vita in giù, e riprese a
camminare nel corridoio che si aprì davanti a lei, certo non si aspettava che
dopo il primo passo avrebbe cominciato a precipitare nel vuoto.
“Bene!
E adesso che faccio?” si chiese Niniel guardandosi attorno sperduta: sembrava
confinata in una grotta, però non sembrava una grotta naturale...
"Una
miniera?" si domandò guardando sopra di sè e notando che si estendevano
stradine e piccole grotte all'infinito, come in un labirinto costriuto da
formiche.
"Dio,
dove sono? Al centro della terra?" camminò per un po' ben attenta a dove
mettesse i piedi e a cosa poteva saltarle fuori da un momento all'altro, perché
era certa che qualcosa sarebbe uscito per ucciderla.
Continuò
a camminare non troppo tranquilla: saltava ad ogni rumore e fruscio e ne aveva
tutte le ragioni perché improvvisamente da dietro di lei arrivò una banda di
circa una decina di orchetti.
"Ohmmerda!!"
esclamò cominciando a correre come una forsennata ma le piccole creature
malefiche, armate fino ai denti la seguivano a poca distanza.
Gli
stivali con il tacco non la stavano certo aiutando, così, saltellando su un
piede riuscì a sfilarne uno per poi lanciarlo dritto in testa all'orchetto più
vicino: si trovavano infatti in un piccolo corridoio dove si poteva passare
solo in fila indiana. Steso il primo orchetto si sfilò anche l'altra calzatura
brandendola come un'arma.
L'orchetto
la studiò e poi l'attaccò colpendola alla gamba destra e facendole perdere
l'equilibrio e cadere a terra malamente; l'orchetto ghignò facendola
rabbrividire e lei lo lasciò avvicinarsi salvo poi mollargli un potente calcio
che lo fece volare contro il muro e cadere tramortito.
Niniel,
si asciugò il sangue che le fuoriusciva dal labbro coinvolto nella caduta.
"Bene,
venite avanti!" affrontò gli altri orchetti rimanti grazie alla corta
spada persa dal primo orchetto e, anche se un po' malconcia riuscì a tirarsene
fuori.
Recuperò
le proprie scarpe per evitare di ferirsi i piedi sulla terra appuntita e
proseguì.
Poco
dopo spuntò in una specie di stanza circolare: al centro, proveniente da
svariati mertri sottoterra si innalzava una violentissima fiamma che lanciava
vampe insopportabili di calore ma la ragazza non vi badò più di tanto e si
affrettò a correre sulla passerella che passava lateralmente alla fornace.
Però
era troppo facile per essere vero, infatti la passerella cominciò a tremare e a
creparsi costringendola a correre come una forsennata, peccato che la gamba
ferita e l'aria ad una temperatura elevatissima le impedivano di respirare e
correre decentemente: ogni respiro sembrava un coltellata nei polmoni ed
avanzare, con quel calore disumano, stava diventando davvero troppo.
Tuttavia,
il pensiero al suo amato Legolas, steso in terra con le mani impotenti a
strappare un respiro, le impedì di lasciarsi andare a quel torpore che la
stavano facendo sprofondare nell'oblio e, con un ultimo disperato salto riuscì
a portarsi fuori dalla terribile fornace.
Legolas...
“Vediamo
che cosa hanno preparato…” disse risoluto Harry ritrovandosi in un corridoio
illuminato da luci al neon “Strano… sembra un sotterraneo babbano…” commentò
portandosi automaticamente la mano alla bacchetta ma ricordandosi subito che
questa gli era stata ‘sequestrata’.
Percorse
il lungo corridoio quando si trovò all’aperto ed esattamente in un enorme campo
da Quidditch.
Le
misure sembravano amplificate infatti riusciva a mala pena a scorgere le tre
porte tra le nuvole, tanto erano in alto.
Con
un piede calpestò la bella erba verde tagliata corta e sentì uno strano strappo
alle gambe, infatti, appena prese coscienza di ciò che fu accaduto si ritrovò
in groppa ad una scopa ed accanto a lui apparvero altre scope montate però da
creature mostruose ed enormi.
“Adesso
capisco perché il campo è così grande!” pensò “E immagino che dovrò trovare il
boccino, eh? Benissimo, vi farò vedere ciò che so fare!” commentò ben
determinato a non farsi sconfiggere da quelle creature! Dior lo stava
aspettando!
Troppe
persone erano morte a causa sua, questa volta non l'avrebbero sconfitto!
Dior...
Il
suo sorriso dolce, quando voleva essere dolce...
Il
suo ghigno, quando ne stava architettando una delle sue...
La
malinconia ed il dolore, quando pensava che lui non la stesse guardando...
La
sua, piccola e tremenda Dior...
Cominciò
una gara serratissima con bolidi enormi ed affilati che gli procurarono non
poche botte e tagli, uno particolarmente forte poi quasì lo disarcionò
rischiandogli un volo di svariate decine di metri.
Aveva
avvistato il boccino ma uno dei battiori gli piombò addosso tirandogli la mazza
a livello dello stomaco: il dolore atroce lo fece boccheggiare e vedere
completamente nero per interi minuti, minuti in cui poteva avvertire le ferite
che i mostri gli facevano.
Cercò
di respirare profondamente e, piano piano, la vista tornò e riuscì a issarsi
meglio sulla scopa.
La
sua piccola e tremenda Dior...
Uno
scintillio poco lontano attirò la sua attenzione ed infatti, pochi secondi dopo
la pallina dorata era stretta nel suo palmo, ma non si aspettava certo ciò che
successe poco dopo: la pallina esplose!
Ma
ciao, qui è Anty che vi parla!!
Avete
visto che brava?? Ho aggiornato prestissimo!! Ho appena finito gli esami e ho
due giorni di ferie prima di tornarmene in Sala Parto (stendiamo un velo
pietoso...) e ho deciso di sistemare tutti i capitoli già scritti e postarli,
nella speranza di vederne la fine...
Comunque
molte cose cominciano a sistemarsi e i conti a tornare... a presto!!
Un
ringraziamento a Peppe che ci ha lasciato un bella recensione:
grazie mille!! Ti siamo davvero grate per le belle cose che ci hai scritto, mi
hai fatto venire i lucciconi!! Spero che anche questo capitolo sia di tuo
gradimento e a prestissimo!! Un bacione!!!