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Autore: VallyBeffy    20/07/2007    3 recensioni
HP6 spoiler - "Non sono un assassino". Allora come poteva spiegare la morte di Silente, le sue mani sporche di sangue innocente. Da che era stato costretto a scappare, non riusciva a pensare ad altro. E come se non bastasse doveva trascinarsi dietro il rampollo di casa Malfoy, troppo spaventato per potersela cavare da solo. E poi il Voto Infrangibile gli aveva legato le mani. Mentre Severus Snape si nasconde da tutti coloro che lo vogliono morto, scoprirà che essere babbani non significa necessariamente essere deboli. ---->CAPITOLO 26<----- Severus si voltò e guardò Eve dubbioso per qualche istante. Una sola persona aveva il permesso di chiamarlo Sev e non rispondeva certo al nome di “Eveleen Vane”. Lei sorrise ampiamente ed allungando la mano verso la sua maschera d’argento sussurrò alcune parole. -Questa non ti serve più.-
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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VallyBeffy risponde:

X PICCOLA VERO: da come vedrai dall'incipit del capitolo non credo proprio che Eve starà zitta XD
X SNAPPINA: per sapere cos'è il "lui-sa-cosa" ci vorrà ancora un po'... ma ormai mi conosci e sai benissimo che non si può trattare di niente di diverso se non di qualcosa che farà sclerare i lettori mentre io seduta davanti allo schermo del mio pc riderò sadica e malvagia XD
X MIXKY: .tenterò di essere sempre così rapida =)
X PACCY: mi mancavano le tue recensioni chilometriche

Prima che esca HP7...
Non sono qui per fare spoiler, anche se mi sono arrivate le scansioni dell'ultimo capitolo in inglese (la Rowling ha confermato che si tratta del libro originale) e le ho lette. Sì capisce veramente poco di quello che accade nel libro, perchè si tratta di un epilogo. Non ho capito chi muore, ma ho potuto constatare che alcuni personaggi non sono morti.
Per quel poco che ho letto posso ritenermi soddisfatta :)

Ad ogni modo non era del settimo libro che volevo parlare. Volevo solo dire che, non appena uscirà, cercherò di averlo tra le mani il prima possibile per poter amalgamare almeno in piccola parte il finale di questa fanfiction con il finale originale del settimo libro. Perchè? Perchè quel che ho letto nell'epilogo mi dà molti spunti per un sequel di "non sono un assassino" e da come ho intenzione di far finire la fancition, sono convinta che anche voi vorrete sapere.
Posso solo promettervi molte, molte, molte, molte, molte risate e soprattutto ancora guai per il nostro mangiamorte pentito preferito XD


Fatture orcovolanti in arrivo per tutti coloro che non commentano! =)

VallyBeffy

Non sono un assassino

Chapter 22 – The one who murder friends

-Mi faccia il favore di moderare il tono quando parla di Severus ed eviti, di grazia, di affibbiargli epiteti che non merita!- sbottò Eve portando le mani ai fianchi ed alzandosi in piedi.
-Vane cerchi di controllare di più sua figlia, non ho tempo di stare qui a discutere con una ragazzina: devo andare a Diagon Alley.- replicò Freeman avvicinandosi alla porta –Jhonson, seguimi. Questa volta lo prenderemo, ne sono certo!-

-Lei è matto!- gli urlò dietro Eveleen, ma l’auror la ignorò ed accompagnato dall’assistente uscì di scena sbattendo la porta –Qui l’infame bastardo non è Severus, è lei!-

-Eveleen, modera immediatamente i termini! Sei impazzita, lo sai con chi stavi parlando?- esclamò Theodore Vane alzandosi dalla propria poltroncina ed avvicinandosi alla figlia.
-Sì, con un perfetto idiota!-
-Eveleen, per farvore, cerca di calmarti e ti prego di rispondere alla mia domanda: tu conosci Piton?-

-Se lo conosco? Se non fosse stato per lui adesso... adesso io...-
Eve si prese la testa fra le mani e si lasciò cadere nuovamente sulla poltroncina color lavanda. Se non fosse stato per Severus a quell’ora sarebbe stata già marchiata o in fin di vita, ancora sotto effetto del veleno. Se Severus non fosse intervenuto in tempo probabilmente Lucius Malfoy sarebbe andato fino in fondo e lei sarebbe ancora tra le mani dei mangiamorte.

Il signor Vane si inginocchiò a fianco della figlia e vedendola con lo sguardo fisso per terra le domandò: -Eveleen cara, ti senti bene?-

-No papà, non mi sento per niente bene. Severus mi ha salvato la vita, capisci? È stato lui a portarmi via dalla mia prigione. Per aiutarmi ha rischiato la vita e tuttora è in pericolo: ha tradito lord Voldemort, tutti i suoi mangiamorte gli staranno alle costole fino a quando non lo avranno eliminato. Poteva non aiutarmi, ma l’ha fatto. Io ero là, stavo morendo avvelenata dalla pozione che Voldemort mi aveva costretta a bere con l’inganno, ma poi è arrivato lui in mio soccorso. È stato lui ha portarmi di fronte a casa Weasley!-
-Ora mi spiego come mai ti abbiamo trovata a pochi metri da casa, ma non posso credere a quello che dici. Deve esserci qualcosa sotto, quell’uomo è un assassino. Deve pagare per quello che ha fatto.- replicò con basso, ma deciso tono di voce il signor Weasley.
-Severus non è un assassino! I suoi occhi sono buoni, mi ha aiutata, non può essere un assassino!-
-Eve, tesoro, - le parole calme del padre raggiunsero la figlia –ha ucciso Albus...-
-Cosa?-
Eveleen si voltò verso il padre, ma l’espressione del suo viso era cupa e seria. Portò gli occhi su Arthur Weasley, il quale annuì lievemente con il capo. No, non era possibile. Doveva esserci un errore.
-Deve trattarsi di un caso di omonimia. Sì, deve essere così.- disse confusa.

-Quante persone esistono al mondo di nome Severus? Senza contare che Piton non è un cognome comune tra le famiglie di maghi.-

Il ragionamento del signor Weasley era impeccabile, ma comunque Eveleen non voleva crederci.

-Severus Piton non è un assassino. Pensatela come vi pare, ma non è un assassino. Non ha ucciso Albus Silente, no, non può essere stato lui. Non ci sono le prove.-

-Ci sono eccome. Harry Potter era presente.-

-Oh, sì, il grande e famoso Harry Potter!- Eve scattò nuovamente in piedi, urlando in preda alla rabbia più pura –Qualsiasi idiozia esca dalla bocca di quel ragazzino è oro colato, non è così? No, io non credo alle parole di un bambinetto con la sindrome dell’eroe. Severus Piton non è un assassino!-

Uno schiaffo. Il primo che Eveleen avesse mai ricevuto in vita sua suo padre. Immediatamente lacrime amare iniziarono a rigarle il volto, ma non per il dolore fisico: il suo era un male interiore. Eve lo guardò: era decisamente in collera, lo poteva capire dalle sopracciglia aggrottate.

-No Eveleen, non infangare la memoria di un grande uomo come Albus Silente parlando in questo modo. Anche lui si fidava di Piton e guarda com’è finita: è stato ucciso da colui che reputava un amico.- disse guardandola torvo –Non so perchè ti abbia aiutata, ma non potrò mai perdonarlo per quello che ha fatto. Albus era molto più di un amico per me, lo sai bene. Ci ha aiutato nei momenti di maggiore difficoltà ed ora tu lo tradisci così?-

-Anche io gli volevo bene e non l’ho tradito mai. Tu invece sì: a causa di una tua decisione Hogwarts chiuderà. Chi è il migliore tra di noi?-
Vi fu qualche istante di silenzio, poi Theodore Vane si abbandonò ad un sospiro. In effetti Eve aveva ragione: lui per primo aveva tradito la fiducia di Silente accettando le condizioni dei mangiamorte, ma non se la sentiva di far rischiare ancora una volta la vita ai suoi cari.
-Tutto mi sarei aspettata da te, meno che questo. Credevo che mio padre fosse coraggioso, invece non è così. Non c’è nulla che tu possa fare per tenere al sicuro la tua famiglia al momento, aprire o chiudere Hogwarts non fa differenza.- aggiunse Eveleen avvicinandosi all’uscita.

-Non uscire da quella porta. Ti impedisco di fare qualsiasi movimento senza la dovuta scorta!-

-Calmati Theodore, forse dovreste...- cercò di calmare la situazione Arthur Weasley, ma fu subito interrotto da Eve.
-Non si preoccupi signor Weasley, davvero, non è necessario. Sono abbastanza grande per decidere da sola cosa è giusto per me, quindi credo che non tornerò a casa. Almeno, non oggi.-
Eveleen Vane uscì dalla stanza con passo spedito: non poteva ancora tornare a casa. Farlo avrebbe significato denunciare sua sorella Sophie alle autorità, ma non era ancora il momento. Voleva prima capire il perchè delle sue azioni e cercare di trovare una soluzione migliore della carcerazione. Nel frattempo era necessario trovare un posto in cui nascondersi dai mangiamorte. Ve ne era uno solo abbastanza sicuro e per arrivarci, avrebbe avuto bisogno di una mano.

*

-No, decisamente questo non è stato un piano geniale.- mormorò tra sé e sé Severus Piton schivando per un pelo un potente incantesimo di attacco. Doveva pensare in fretta ad una via di fuga o ben presto le cose si sarebbero fatte di più difficili con l’arrivo di nuove squadre di auror. Apparentemente l’unica via era attraverso il Paiolo Magico: peccato che fosse zeppo di auror e maghi del ministero in quel momento.
Severus fece saltare la vetrina di un negozio di calderoni con un bombarda ben piazzato e si avventurò all’interno dello stabile, almeno per tentare di trovare un campo di battaglia a lui più congeniale: in fondo se proprio doveva essere arrestato o peggio morire, almeno doveva farlo con stile. Cercando di ignorare il dolore al ginocchio, salì velocemente i gradini che lo separavano dal piano superiore del negozio. Si ritrovò in quello che pareva il magazzino. Si guardò attorno: niente finestre, maledizione. A questo punto doveva per forza...
-Stupeficium!-

-Che diamine...?-

Severus si voltò di scatto e con un abile colpo di bacchetta si protesse dallo schiantesimo con un ottimo protego non verbale.

-Oh, Potter, dovevo immaginare fossi tu. Ancora non ce la caviamo bene con gli incantesimi non verbali eh?- ghignò l’exprofessore di pozioni –Granger, potresti almeno tentare di insegnargli qualcosa, o forse preferisci pretare le tue attenzioni al qui presente signor Weasley?-

-Sta zitto Piton, non è certo per ascoltare tuoi monologhi che siamo qui.- replicò freddo il giovane ragazzo sopravvisuto, tenendo sotto tiro il mangiamorte –Ora pagherai per quello che hai fatto a Silente!-

-Lui si fidava di lei, era suo amico! Come ha potuto tradirlo così!?- intervenne Hermione.
-Non è mia intenzione discutere di questo con lei signorina Granger. Anzi, cerchiamo di concludere entro breve, fatti sotto Potter: prima ti mando al tappeto te ed i tuoi amici, prima posso andarmene da qui... leviocorpus!-
-Maledizione!- gemette Ron, mentre una forza invisibile lo afferrava per una caviglia e lo sollevava da terra facendolo levitare.

-Liberacorpus!- ribatté Hermione e Ron capitombolò dolorosamente a terra –A che gioco sta giocando? La smetta di prenderci in giro perchè se ne pentirà!-

-Reducto!- pronuncio Harry ed un calderone alla destra di Piton esplose, rivelandosi un nulla di fatto in quanto ancora una volta l’exprofessore sfoggiò la sua abilità negli incasimi non verbali e neutralizzò il colpo. Con due brevi cenni di bacchetta, Severus lanciò contro Hermione un ben assestato pietrificus totalus e contro Harry un semplice incantesimo gambe molli. Non era sua intenzione far loro troppo male ed anche se l’idea di giocare un po’ con Potter lo allettava, non poteva permettersi di altro tempo prezioso. Stava giusto puntando la bacchetta contro Ron quando...

-Almeno dimmi se ti ha fatto piacere!-

Mantenendo Ronald Weasley sotto tiro, Piton volse lo sguardo verso il giovane Potter, il quale ancora a terra lo fissava con occhi pieni di rabbia.
-Prego?-

-Hai capito benissimo: ti sto chiedendo se ti ha fatto piacere uccidere Silente!-

-Non sono affari che ti riguardano, Potter.-

-Lui si fidava di te!-

-Silencio!- urlò Piton e la voce del giovane Potter svanì in un soffio –Spavaldo, stupido Potter, mi sembrava di averti avvertito: non potrai mai vincere contro l’Oscuro Signore se è possibile renderti innocuo con due semplici incantesimi da primo anno!-

-Sectumsempra!- la voce del giovane Weasley lo raggiunse alle spalle.

-Protego!- riuscì a pronunciare Severus risolvendo il tentato attacco con un nulla di fatto. –Expelliarmus! Weasley, pensavo che tu ed i tuoi amici lo aveste capito da un pezzo: non mi batterete mai utilizzando i miei stessi incantesimi! Leviocorpus!-

-No, maledizione, non di nuovo!- esclamò Ron mentre ancora una volta veniva sollevato magicamente da terra per una caviglia.

Quello per Piton era certamente il momento migliore per darsi alla fuga, ma come sarebbe potuto uscire da Diagon Alley? Fu osservando il giovane Weasley appeso a testa in giù, che gli venne un’idea. L’ex professore sorrise compiaciuto, poi si voltò con l’intenzione di dirigersi verso le scale che lo avrebbero portato al piano inferiore. Un Potter decisamente fuori di sé dalla rabbia lo fissava torvo con i suoi profondi occhi verdi.

-Non guardarmi.- disse con fermezza, ma ovviamente quel testone di Potter non ubbidì. Severus odiava quegli occhi, glieli avrebbe volentieri strappati di dosso se avesse potuto.
-Non ti ucciderò Potter, o almeno non oggi. Immagino ti starai domandando il perchè di questa mia decisione. La risposta è molto semplice. Non hai sentito prima la Granger? Silente era mio amico.- continuò superandolo ed avvicinandosi alle scale –...e tu non sei mio amico, per questo ti risparmio la vita, Potter.-
I due si scambiarono un ultimo intenso, rabbioso sguardo, poi Severus si affrettò a raggiungere l’uscita.

  
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