VallyBeffy risponde:
X PICCOLA VERO: da come vedrai dall'incipit
del capitolo non credo proprio che Eve starà zitta XD
X SNAPPINA: per sapere cos'è il "lui-sa-cosa" ci vorrà ancora un po'... ma ormai
mi conosci e sai benissimo che non si può trattare di niente di diverso se non
di qualcosa che farà sclerare i lettori mentre io seduta davanti allo schermo
del mio pc riderò sadica e malvagia XD
X MIXKY: .tenterò di essere sempre così rapida =)
X PACCY: mi mancavano le tue recensioni
chilometriche
Prima che esca HP7...
Non sono qui per fare spoiler, anche se mi sono arrivate le scansioni
dell'ultimo capitolo in inglese (la Rowling ha confermato che si tratta del
libro originale) e le ho lette. Sì capisce veramente poco di quello che accade
nel libro, perchè si tratta di un epilogo. Non ho capito chi muore, ma ho potuto
constatare che alcuni personaggi non sono morti.
Per quel poco che ho letto posso ritenermi soddisfatta :)
Ad ogni modo non era del settimo libro che volevo parlare. Volevo solo dire che,
non appena uscirà, cercherò di averlo tra le mani il prima possibile per poter
amalgamare almeno in piccola parte il finale di questa fanfiction con il finale
originale del settimo libro. Perchè? Perchè quel che ho letto nell'epilogo mi dà
molti spunti per un sequel di "non sono un assassino" e da come ho intenzione di
far finire la fancition, sono convinta che anche voi vorrete sapere.
Posso solo promettervi molte, molte, molte, molte, molte risate e soprattutto
ancora guai per il nostro mangiamorte pentito preferito XD
Fatture orcovolanti in arrivo per tutti coloro che non commentano! =)
VallyBeffy
Non sono un assassino
Chapter 22 – The one who murder friends
-Mi faccia il favore di moderare il tono quando parla di Severus ed
eviti, di grazia, di affibbiargli epiteti che non merita!- sbottò Eve portando
le mani ai fianchi ed alzandosi in piedi.
-Vane cerchi di controllare di più sua figlia, non ho tempo di stare qui a
discutere con una ragazzina: devo andare a Diagon Alley.- replicò Freeman
avvicinandosi alla porta –Jhonson, seguimi. Questa volta lo prenderemo, ne sono
certo!-
-Lei è matto!- gli urlò dietro Eveleen, ma l’auror la ignorò ed accompagnato dall’assistente uscì di scena sbattendo la porta –Qui l’infame bastardo non è Severus, è lei!-
-Eveleen, modera immediatamente i termini! Sei impazzita, lo sai
con chi stavi parlando?- esclamò Theodore Vane alzandosi dalla propria
poltroncina ed avvicinandosi alla figlia.
-Sì, con un perfetto idiota!-
-Eveleen, per farvore, cerca di calmarti e ti prego di rispondere alla mia
domanda: tu conosci Piton?-
-Se lo conosco? Se non fosse stato per lui adesso... adesso io...-
Eve si prese la testa fra le mani e si lasciò cadere nuovamente sulla
poltroncina color lavanda. Se non fosse stato per Severus a quell’ora sarebbe
stata già marchiata o in fin di vita, ancora sotto effetto del veleno. Se
Severus non fosse intervenuto in tempo probabilmente Lucius Malfoy sarebbe
andato fino in fondo e lei sarebbe ancora tra le mani dei mangiamorte.
Il signor Vane si inginocchiò a fianco della figlia e vedendola con lo sguardo fisso per terra le domandò: -Eveleen cara, ti senti bene?-
-No papà, non mi sento per niente bene. Severus mi ha salvato la
vita, capisci? È stato lui a portarmi via dalla mia prigione. Per aiutarmi ha
rischiato la vita e tuttora è in pericolo: ha tradito lord Voldemort, tutti i
suoi mangiamorte gli staranno alle costole fino a quando non lo avranno
eliminato. Poteva non aiutarmi, ma l’ha fatto. Io ero là, stavo morendo
avvelenata dalla pozione che Voldemort mi aveva costretta a bere con l’inganno,
ma poi è arrivato lui in mio soccorso. È stato lui ha portarmi di fronte a casa
Weasley!-
-Ora mi spiego come mai ti abbiamo trovata a pochi metri da casa, ma non posso
credere a quello che dici. Deve esserci qualcosa sotto, quell’uomo è un
assassino. Deve pagare per quello che ha fatto.- replicò con basso, ma deciso
tono di voce il signor Weasley.
-Severus non è un assassino! I suoi occhi sono buoni, mi ha aiutata, non può
essere un assassino!-
-Eve, tesoro, - le parole calme del padre raggiunsero la figlia –ha ucciso
Albus...-
-Cosa?-
Eveleen si voltò verso il padre, ma l’espressione del suo viso era cupa e seria.
Portò gli occhi su Arthur Weasley, il quale annuì lievemente con il capo. No,
non era possibile. Doveva esserci un errore.
-Deve trattarsi di un caso di omonimia. Sì, deve essere così.- disse confusa.
-Quante persone esistono al mondo di nome Severus? Senza contare che Piton non è un cognome comune tra le famiglie di maghi.-
Il ragionamento del signor Weasley era impeccabile, ma comunque Eveleen non voleva crederci.
-Severus Piton non è un assassino. Pensatela come vi pare, ma non è un assassino. Non ha ucciso Albus Silente, no, non può essere stato lui. Non ci sono le prove.-
-Ci sono eccome. Harry Potter era presente.-
-Oh, sì, il grande e famoso Harry Potter!- Eve scattò nuovamente in piedi, urlando in preda alla rabbia più pura –Qualsiasi idiozia esca dalla bocca di quel ragazzino è oro colato, non è così? No, io non credo alle parole di un bambinetto con la sindrome dell’eroe. Severus Piton non è un assassino!-
Uno schiaffo. Il primo che Eveleen avesse mai ricevuto in vita sua suo padre. Immediatamente lacrime amare iniziarono a rigarle il volto, ma non per il dolore fisico: il suo era un male interiore. Eve lo guardò: era decisamente in collera, lo poteva capire dalle sopracciglia aggrottate.
-No Eveleen, non infangare la memoria di un grande uomo come Albus Silente parlando in questo modo. Anche lui si fidava di Piton e guarda com’è finita: è stato ucciso da colui che reputava un amico.- disse guardandola torvo –Non so perchè ti abbia aiutata, ma non potrò mai perdonarlo per quello che ha fatto. Albus era molto più di un amico per me, lo sai bene. Ci ha aiutato nei momenti di maggiore difficoltà ed ora tu lo tradisci così?-
-Anche io gli volevo bene e non l’ho tradito mai. Tu invece sì: a
causa di una tua decisione Hogwarts chiuderà. Chi è il migliore tra di noi?-
Vi fu qualche istante di silenzio, poi Theodore Vane si abbandonò ad un sospiro.
In effetti Eve aveva ragione: lui per primo aveva tradito la fiducia di Silente
accettando le condizioni dei mangiamorte, ma non se la sentiva di far rischiare
ancora una volta la vita ai suoi cari.
-Tutto mi sarei aspettata da te, meno che questo. Credevo che mio padre fosse
coraggioso, invece non è così. Non c’è nulla che tu possa fare per tenere al
sicuro la tua famiglia al momento, aprire o chiudere Hogwarts non fa
differenza.- aggiunse Eveleen avvicinandosi all’uscita.
-Non uscire da quella porta. Ti impedisco di fare qualsiasi movimento senza la dovuta scorta!-
-Calmati Theodore, forse dovreste...- cercò di calmare la
situazione Arthur Weasley, ma fu subito interrotto da Eve.
-Non si preoccupi signor Weasley, davvero, non è necessario. Sono abbastanza
grande per decidere da sola cosa è giusto per me, quindi credo che non tornerò a
casa. Almeno, non oggi.-
Eveleen Vane uscì dalla stanza con passo spedito: non poteva ancora tornare a
casa. Farlo avrebbe significato denunciare sua sorella Sophie alle autorità, ma
non era ancora il momento. Voleva prima capire il perchè delle sue azioni e
cercare di trovare una soluzione migliore della carcerazione. Nel frattempo era
necessario trovare un posto in cui nascondersi dai mangiamorte. Ve ne era uno
solo abbastanza sicuro e per arrivarci, avrebbe avuto bisogno di una mano.
*
-No, decisamente questo non è stato un piano geniale.- mormorò tra
sé e sé Severus Piton schivando per un pelo un potente incantesimo di attacco.
Doveva pensare in fretta ad una via di fuga o ben presto le cose si sarebbero
fatte di più difficili con l’arrivo di nuove squadre di auror. Apparentemente
l’unica via era attraverso il Paiolo Magico: peccato che fosse zeppo di auror e
maghi del ministero in quel momento.
Severus fece saltare la vetrina di un negozio di calderoni con un bombarda ben
piazzato e si avventurò all’interno dello stabile, almeno per tentare di trovare
un campo di battaglia a lui più congeniale: in fondo se proprio doveva essere
arrestato o peggio morire, almeno doveva farlo con stile. Cercando di ignorare
il dolore al ginocchio, salì velocemente i gradini che lo separavano dal piano
superiore del negozio. Si ritrovò in quello che pareva il magazzino. Si guardò
attorno: niente finestre, maledizione. A questo punto doveva per forza...
-Stupeficium!-
-Che diamine...?-
Severus si voltò di scatto e con un abile colpo di bacchetta si protesse dallo schiantesimo con un ottimo protego non verbale.
-Oh, Potter, dovevo immaginare fossi tu. Ancora non ce la caviamo bene con gli incantesimi non verbali eh?- ghignò l’exprofessore di pozioni –Granger, potresti almeno tentare di insegnargli qualcosa, o forse preferisci pretare le tue attenzioni al qui presente signor Weasley?-
-Sta zitto Piton, non è certo per ascoltare tuoi monologhi che siamo qui.- replicò freddo il giovane ragazzo sopravvisuto, tenendo sotto tiro il mangiamorte –Ora pagherai per quello che hai fatto a Silente!-
-Lui si fidava di lei, era suo amico! Come ha potuto tradirlo
così!?- intervenne Hermione.
-Non è mia intenzione discutere di questo con lei signorina Granger. Anzi,
cerchiamo di concludere entro breve, fatti sotto Potter: prima ti mando al
tappeto te ed i tuoi amici, prima posso andarmene da qui... leviocorpus!-
-Maledizione!- gemette Ron, mentre una forza invisibile lo afferrava per una
caviglia e lo sollevava da terra facendolo levitare.
-Liberacorpus!- ribatté Hermione e Ron capitombolò dolorosamente a terra –A che gioco sta giocando? La smetta di prenderci in giro perchè se ne pentirà!-
-Reducto!- pronuncio Harry ed un calderone alla destra di Piton esplose, rivelandosi un nulla di fatto in quanto ancora una volta l’exprofessore sfoggiò la sua abilità negli incasimi non verbali e neutralizzò il colpo. Con due brevi cenni di bacchetta, Severus lanciò contro Hermione un ben assestato pietrificus totalus e contro Harry un semplice incantesimo gambe molli. Non era sua intenzione far loro troppo male ed anche se l’idea di giocare un po’ con Potter lo allettava, non poteva permettersi di altro tempo prezioso. Stava giusto puntando la bacchetta contro Ron quando...
-Almeno dimmi se ti ha fatto piacere!-
Mantenendo Ronald Weasley sotto tiro, Piton volse lo sguardo verso
il giovane Potter, il quale ancora a terra lo fissava con occhi pieni di rabbia.
-Prego?-
-Hai capito benissimo: ti sto chiedendo se ti ha fatto piacere uccidere Silente!-
-Non sono affari che ti riguardano, Potter.-
-Lui si fidava di te!-
-Silencio!- urlò Piton e la voce del giovane Potter svanì in un soffio –Spavaldo, stupido Potter, mi sembrava di averti avvertito: non potrai mai vincere contro l’Oscuro Signore se è possibile renderti innocuo con due semplici incantesimi da primo anno!-
-Sectumsempra!- la voce del giovane Weasley lo raggiunse alle spalle.
-Protego!- riuscì a pronunciare Severus risolvendo il tentato attacco con un nulla di fatto. –Expelliarmus! Weasley, pensavo che tu ed i tuoi amici lo aveste capito da un pezzo: non mi batterete mai utilizzando i miei stessi incantesimi! Leviocorpus!-
-No, maledizione, non di nuovo!- esclamò Ron mentre ancora una volta veniva sollevato magicamente da terra per una caviglia.
Quello per Piton era certamente il momento migliore per darsi alla fuga, ma come sarebbe potuto uscire da Diagon Alley? Fu osservando il giovane Weasley appeso a testa in giù, che gli venne un’idea. L’ex professore sorrise compiaciuto, poi si voltò con l’intenzione di dirigersi verso le scale che lo avrebbero portato al piano inferiore. Un Potter decisamente fuori di sé dalla rabbia lo fissava torvo con i suoi profondi occhi verdi.
-Non guardarmi.- disse con fermezza, ma ovviamente quel testone di
Potter non ubbidì. Severus odiava quegli occhi, glieli avrebbe volentieri
strappati di dosso se avesse potuto.
-Non ti ucciderò Potter, o almeno non oggi. Immagino ti starai domandando il
perchè di questa mia decisione. La risposta è molto semplice. Non hai sentito
prima la Granger? Silente era mio amico.- continuò superandolo ed avvicinandosi
alle scale –...e tu non sei mio amico, per questo ti risparmio la vita, Potter.-
I due si scambiarono un ultimo intenso, rabbioso sguardo, poi Severus si
affrettò a raggiungere l’uscita.