Granelli di sabbia
Grimmauld Place, 31 agosto 1971
Le pigre giornate di fine
estate si erano susseguite più lentamente del solito quell’anno, e Sirius si
annoiava a morte. Si annoiava così tanto che, quel giorno, l’unico
intrattenimento che aveva trovato era guardare l’elfo domestico preparargli il
baule per la scuola.
« Detesto quel mantello »
borbottò alzandosi dalla poltrona su cui era mollemente seduto. « È inutile
portarlo… »
« Kreacher prepara il baule
secondo le disposizioni della Padrona, Signorino Sirius » rispose quello con
voce untuosa.
Sirius sbuffò e avanzò verso
l’elfo, le mani sprofondate nelle tasche dei pantaloni.
« Ma ha i colori di Serpeverde…
Non sanno neanche in che casa finirò— »
« Finirai nella Casa di
Serpeverde, è il minimo che ci si possa aspettare. Tutti i Black sono stati lì.
»
Sirius sussultò lievemente; a
parlare era stato suo padre, apparso improvvisamente sull’uscio della porta.
« E se io invece— »
« Non dire sciocchezze » tagliò
corto Orion, « non c’è nulla di cui preoccuparsi. »
Sirius avrebbe voluto dire che
non era affatto preoccupato del fatto di non
finire in Serpeverde, piuttosto era infastidito all’idea di finirci, ma si trattenne. Orion avanzò
verso il figlio.
« Sirius, questi ultimi mesi
sono stati piuttosto turbolenti »
iniziò. « Adesso però cambia tutto. Domani partirai per Hogwarts e io mi auguro
che tu possa mutare il tuo atteggiamento. »
C’era una sottile, sottilissima
vena di dolcezza nel tono fermo e severo del padre, e Sirius se ne stupì.
« Vorrei solo che tu iniziassi
a comportarti bene, intesi? »
Sirius sostenne per un secondo
gli occhi del padre, poi distolse lo sguardo e annuì mestamente.
« Bene » concluse Orion piano.
Intanto la sua mano andava a scompigliare in maniera un po’ burbera i capelli
corvini del figlio.
Casa Potter, 31 agosto 1971
« Mamma! » urlò James dalla sua
camera da letto, « Dov’è il maglione blu?! »
« Al solito posto, » urlò di
rimando la madre dal piano di sotto, « nell’ultimo cassetto dell’armadio! »
« Oh, giusto… » mormorò il
ragazzino dai capelli esageratamente aggrovigliati. Aprì il cassetto, prese il
maglione, e lo buttò senza troppe cerimonie nel baule, assieme al manuale di
“Storia della magia” e al telescopio pieghevole in ottone. Per James quello di
ordine era un concetto estraneo e misterioso.
« Bene, ho finito! » concluse
soddisfatto.
« Santo cielo, Jamie! Che cosa hai combinato?! »
James si voltò e si accorse che
la madre, appena entrata nella stanza, guardava in direzione del baule con la
fronte corrugata e con la mano alla bocca.
« Ho fatto i bagagli, no?! »
rispose innocentemente quello.
« Hai buttato qualsiasi cosa ti
capitasse a tiro dentro il baule, vorrai dire… » disse la madre trattenendo un
sorriso. Agitò la bacchetta e in un attimo ogni cosa, all’interno del baule,
prese una disposizione sensata.
« Hai appena distrutto il
lavoro di ore— » tentò di dire James, prima che la madre lo stringesse in un
abbraccio soffocante.
« Oooooh, il mio piccolino
va ad Hogwarts! »
Casa Lupin, 31 agosto 1971
Remus, nonostante i suoi undici
anni, aveva un buon metodo quasi per ogni cosa. Quindi i suoi genitori non si
stupirono più di tanto quando, dopo essere entrati nella camera da letto del
figlio, lo videro intento ad appallottolare i calzini e a riporli con cura
all’interno del vecchio baule di famiglia. Aveva persino separato i bianchi dai
colorati.
Sua madre gli appoggiò una mano
sulla spalla. « Tesoro, » disse dolcemente, « avresti dovuto lasciare fare a
me, avrei fatto tutto con un colpo di bacchetta. »
« Be’, tu ti confondi sempre
coi miei maglioni preferiti, » disse Remus con un sorrisino triste. « E poi
volevo tenermi occupato… »
I genitori si scambiarono
un’occhiata nervosa, poi il padre disse: « Lo sai che non devi preoccuparti… il
Preside ci ha garantito la massima sicurezza… »
« E se qualcuno dovesse
scoprire qualcosa? Se io riuscissi
comunque a ferire qualcuno? » chiese Remus diventando pallido. Le
preoccupazioni che si era tenuto dentro per tutta l’estate si erano finalmente
fatte largo, proprio adesso che ogni cosa era stata decisa e che tutto era
pronto per la partenza. « Secondo me andare ad Hogwarts non è una buona idea. E
poi sono sicuro che non mi farei nessun amico— »
« Non dire sciocchezze » lo
interruppe il padre, gli occhi fissi sul figlio. « Remus Lupin, tu andrai a quella
scuola e ti farai un sacco di amici. Ti è stato concesso nonostante tutto di
ricevere un’istruzione a Hogwarts; è un’opportunità preziosa che non deve
essere buttata via. »
Quelle parole non intendevano
essere dure, volevano anzi essere di incoraggiamento, ma finirono per far
sentire Remus ancora peggio. Era come se nessuno volesse capire il suo punto di
vista. Era come se i suoi genitori cercassero ad ogni costo di procurargli una
normalità che non sarebbe mai stata possibile. Remus era terrorizzato; fino a
quel momento era stato tenuto al sicuro, protetto all’interno delle mura
domestiche, e adesso, ad un giorno dalla partenza, si sentiva come se stesse
andando allo sbaraglio. Ma ciò che temeva di più era la solitudine.
« Ma voi sapete cosa sono! » cercò di dire mentre,
contro ogni volontà, gli occhi gli si riempivano di lacrime. « E se io— »
Le parole furono sopraffatte
dai singhiozzi. Remus odiava piangere, lo faceva sentire terribilmente stupido.
Ma non riusciva comunque a far cessare quei maledetti singhiozzi, anzi, quelli
diventavano più prepotenti ad ogni tentativo di zittirli. Sua madre lo cinse
fra le braccia e, alla fine, Remus si arrese.
Casa Pettigrew, 31 agosto 1971
Peter si chiedeva per quale
motivo sua madre fosse sempre così agitata quando si trattava di fare i
bagagli. La vedeva andare da una parte all’altra della casa come un furetto
impazzito, sempre con diverse pile di qualcosa
fra le braccia. Era comunque piacevole starsene comodamente seduti in poltrona
mentre lei dava di matto. Le madri che danno di matto non fanno caso ai figli
che perdono briciole biscottose sul
tappeto del soggiorno.
Questa sì che è vita, pensò ficcandosi in bocca un
altro biscotto.
Note dell’autrice:
Il prossimo capitolo sarà intitolato Iniziare nel peggiore dei modi.
Che dire, in pochissimi hanno letto il primo capitolo di questa
fan fiction! D: Spero che andando avanti questa raccolta riesca a farsi notare
un pochino di più *//*.
Se vi va lasciate un commentino, sarebbe veramente molto, molto
gradito *-*.
Un bacio,
Claire