Capitolo 21
Mentre Louis era sotto la doccia, Juliet dovette indossare i
vestiti che Jade le aveva lasciato la sera prima, nel suo ufficio, dato che non
si era portata niente da casa sua. Naturalmente si trattava di una tuta per
fare la quotidiana ginnastica mattutina in palestra. Il problema è che lasciava
scoperta un po’ troppa pelle. Non che fosse un problema, se Louis non avesse
smesso un attimo di fissarla, da quando era uscito dal bagno fresco di doccia.
Juliet si stava allacciando un laccio di una scarpa, e si sentiva
gli occhi malandrini di Louis puntati sul suo fondoschiena.
<< Dacci. Un. Taglio. Tomlinson >> borbottò lanciandogli
un’occhiataccia da dietro la spalla.
Lo sentì sogghignare. << Mmh fai sempre palestra vestita
così, quindi? >> indicò con il dito i pantaloncini grigio scuro, e il top
di un celestino chiaro abbinato.
<< Problemi? >> Juliet alzò un sopracciglio,
squadrandolo di sbieco. Accidenti a lui, che era irresistibile con i capelli
sbarazzini, e probabilmente umidi e morbidi al tocco. Sentì le dita formicolare
per il desiderio di toccarglieli. Era incredibile quanto solo la vista di
Louis, la facesse mandare su di giri. Si chiese se questo fosse un male o un
bene per lei.
Le si fece più vicino, circondandole i fianchi da dietro, e chinandosi
per lasciarle un bacio sulla spalla. << Nessuno, sei bellissima. Solo, non sono sicuro
che riuscirò a varcare quella soglia per lasciarti >>.
Juliet ghignò, intimamente compiaciuta del potere che poteva avere
su di lui.
Si girò per guardarlo negli occhi. Indossava gli stessi vestiti,
sebbene un po’ sgualciti, e la mancanza dei pantaloni che lasciavano
intravedere qualcosa di familiare sotto i boxer non l’aiutava a ragionare. Un ciuffo
sbarazzino si ondulava ricadendogli sull’occhio destro, e le sue braccia la
tenevano salda al suo corpo.
Com’era bello stare tra le sue braccia, e pensare a cos’era
successo tra loro, le scaldò il sangue, che cominciò a formicolare. Juliet era un po’ impacciata per come
comportarsi, dopotutto non aveva mai condiviso tanto con un uomo, ma non lo
avrebbe mai dato a vedere. Il dio del sesso Louis meritava un dieci indiscusso
per come la vedeva lei, ma come si sarebbe dovuta comportare adesso?
Dannazione, doveva trovare una soluzione al suo problema. Ovvero
che amava Louis.
Al solo pensiero, sgranò gli occhi. Era successo, sapeva fin
dall’inizio che sarebbe accaduto. Non aveva mai amato così un uomo con cui era
stata. Forse non aveva mai amato un uomo e basta. Sentiva la novità di quel sentimento sgorgare in lei come un’onda
tumultuosa, bellissima quanto spaventosa.
Era spaventata, sì, follemente spaventata dell’enormità del suo
amore per lui, che cresceva un gradino alla volta, man mano che gli stava
vicina passandoci del tempo insieme.
Non poteva dimostrarsi vulnerabile, né tantomeno dichiararlo così
apertamente, dopo che avevano condiviso una passione così meravigliosa come
quella. L’ultima cosa che voleva fare era rovinare il delicato equilibrio che
erano riusciti ad instaurare.
Juliet aveva paura che se glielo avesse detto, lui non avrebbe
corrisposto il suo amore. Non potevano definirsi certo amici di letto,
ma nemmeno due anime gemelle pronte a unirsi per "un per sempre felici
e contenti".
Imprecò mentalmente, come diavolo sarebbe riuscita a tenerselo per
sé? Invidiò Nat, per la fortuna che aveva avuto con Zayn. Era stata lei a
dichiarare apertamente il suo amore, e il ragazzo ne era rimasto sbalordito e
felice, tanto che la rossa aveva accennato che il moro si era emozionato. Non
era in cerca dell’amore, almeno fino a quando non aveva conosciuto Zayn, e da
lì era nato qualcosa di incredibilmente bello. Il matrimonio tra i due era alle
porte, e Juls era così felice per la sua migliore amica.
Pensò che avrebbe dovuto fare una chiacchierata con lei, per
trovare qualche consiglio a tal proposito.
<< Come vorrei sapere a cosa stai pensando in questo momento
>> mormorò Louis, inclinando il capo nel penetrarla con i suoi
incantevoli occhi azzurri.
Juliet deglutì, distraendolo disse: << Sono certa che Jade
ed Harry siano già svegli e che mi stiano aspettando di sotto per la
colazione. Dovremmo dirgli di mettere un posto in più a tavola >>.
<< Sarà una bella sorpresa, ma prima avevo in mente
qualcos’altro >> mormorò Louis. Chinò il volto, scendendo con le labbra
per sfiorare le sue.
<< E sarebbe? >>, ma Juliet ne aveva già una mezza
idea, a giudicare dalla presa sui fianchi che si era fatta più tenace.
<< Sarei felice di darle una dimostrazione, signorina
>> sussurrò Louis con un sorriso furbetto spalmato sulle labbra sexy,
morbide e sottili, e facendola indietreggiare verso il letto ancora disfatto.
<< Louis, non possiamo…Jade si chiederà dove…oh! >>
Juliet si bloccò quando in una sola mossa, lui la prese in braccio e la distese
sul letto, sovrastandola con il suo corpo più duro e maledettamente sensuale.
Le accarezzò una coscia nuda con una mano, mentre l’altra la
teneva dietro la nuca di Juliet, per baciarla con vigore, facendo guizzare la
lingua nella sua bocca.
La maratona di sesso non era finita?
Juliet stava diventando un’ingorda di lui.
Non va bene, si rimproverava,
mentre sentiva Louis staccarsi per lasciarle un’umida scia di baci sul collo.
Non va bene per
niente….oh sì! Per favore non smettere!
<< Ti piace >> le fece notare lui roco,
mordicchiandole il lobo dell’orecchio.
<< Oh…>> Juliet non poté trattenere un gemito per il
fremito provocatole da quella bocca esperta e seducente.
<< Cribbio! Signora G non guardi! >> esclamò qualcuno,
probabilmente dalla porta d’entrata. Dalla voce, Juliet ne capì immediatamente
l’identità.
Scattò allarmata in avanti, spingendo Louis, e facendolo ruzzolare su un
lato del letto.
<< Cazzo! >> grugnì lui quando il materasso finì, e il suo corpo
ruzzolò dritto per terra.
<< Nat! >> tuonò Juliet, scuotendo la testa per
aggiustarsi i capelli arruffati.
La rossa teneva una mano sugli occhi della signora G, che
prontamente gliela scostò. << Ho visto molte più cose di te nella vita,
Rossa. Leva quella mano >>.
Natasha fischiò. << Ma guarda un po’, sembra che qualcuno
abbia dormito molto molto bene stanotte. Che sorpresa! >>.
<< Non si bussa?! >> domandò Juls, indignata.
Louis si stava rialzando, emettendo un grugnito si passò una mano
sui capelli. << Già, mi avreste risparmiato la botta che mi sono preso
>> borbottò.
<< Lo abbiamo fatto, ma evidentemente con tutti i gemiti di
Juliet, non avete sentito un accidenti >> sogghignò Nat.
<< Signora G, ecco vede…>> Juliet ignorò Nat, tentando
di spiegare la presenza di Louis.
Ma l’anziana governante le fece cenno di lasciar stare gesticolando con la mano. <<
Ho visto la mia mazza da baseball sul tavolo in cucina, e mi sono chiesta cosa
ci facesse lì, ma adesso facendo due più due, posso dedurre che ieri notte hai
ricevuto una visitina, ragazza >> ammiccò. << Fuori di qui,
giovanotti, ho una stanza da pulire. Spero che non mi abbiate lasciato un
macello >>.
Juliet si grattò dietro al capo, sollevata che la signora G
sapesse sempre cosa dire anche nelle più imbarazzanti questioni.
<< Sempre che super Edward non abbia fatto a pezzi il letto,
mentre la smaniosa Bella era sotto di lui >> aggiunse Nat, lanciandole
uno sguardo civettuolo.
<< Natasha! >> ringhiò Juliet sconvolta, mentre Louis
era intento a trovare i pantaloni.
La rossa sghignazzò, poi di sbieco, lanciò un’occhiata a Louis.
<< Oh ragazzo, devo dire che sei rimasto in ottima forma, dall’ultima
volta che ti ho visto in boxer >> osservò lasciando ricadere lo sguardo,
troppo in basso per i gusti di Juliet.
Louis guardò Juls, curioso di sapere che effetto avesse avuto su
di lei il commento sfacciato di Nat.
Rise sommessamente, quando la ragazza lanciò alla rossa una saetta
con un solo sguardo.
<< Okay, ragazza ora basta. Cammina. Muoviti. Fuori di qui.
Sparisci! >> fece Juliet socchiudendo gli occhi, sul punto di perdere la
pazienza, spintonando Nat fuori dalla stanza, e chiudendosi la porta alle
spalle.
Louis si ritrovò da solo con la signora G, la quale era intenta a
sistemare il letto.
<< Posso aiutarla? >> disse lui, facendo per prendere il lenzuolo.
Quando scorse una macchia di sangue rappreso sul bianco del
lenzuolo, si fermò, desiderando di prendersi a calci per non
essersi ricordato di metterlo subito nella cesta dei panni sporchi,
perché sapeva che non era stato il solo a
notarla.
Infatti, la signora G alzò lo sguardo, incontrando i suoi occhi,
ma poi lo distolse accennando un sorriso. Un sorriso felice e compiaciuto.
<< Corri dietro alla mia ragazza, Louis Tomlinson? >>
gli chiese l’anziana governante mettendosi le mani sui fianchi, stavolta con espressione neutra.
<< Sì signora >> rispose lui automaticamente,
annuendo.
Grace annuì a sua volta. << Vedi di non rovinare tutto
>>.
<< No signora >> l’espressione di Louis si fece
solenne. Non aveva la minima intenzione di ferire Juliet se è questo che Grace
intendeva.
Come per risposta la signora G si sedette sullo spigolo del letto.
Guardando un punto imprecisato di fronte a sé, dove la luce del mattino
filtrava dai vetri della grande finestra, disse: << Juliet è una ragazza
forte, ma nasconde in sé un passato doloroso. L’ho vista crescere, insieme alla
mia Jade. Hanno perso tanto lungo il loro cammino, e sono fiera di loro, per
come sono diventate oggi. Sono due donne indipendenti, e una di loro si
sposerà, ma è dell’altra che sono preoccupata >>.
Un cipiglio si disegnò sulla fronte di lui. << Teme che io non sia giusto per
lei >>.
La signora G si volse per guardarlo, imperturbabile. << Io
non so cosa sia giusto e cosa sia sbagliato, ragazzo. Questa vecchia ha conosciuto
una bambina che è stata abbandonata dalla propria madre, adottata da persone di
buon cuore, per poi essere lasciata dal padre per volontà del destino, e
chiudersi per non lasciar entrare il sentimento dell’amore nel suo cuore
timoroso. Quel timore nato dall’incapacità di credere di poter essere amata
>>.
Louis tacque, momentaneamente assorto dall’elaborazione delle
parole della donna.
<< Non sono un’indovina, e non so dirvi dove vi porterà
entrambi questa storia, ma ho visto qualcosa brillare per la prima volta negli
occhi di quella ragazza. Qualcosa che hai provocato tu, perciò non fare
cazzate, ragazzo. Sarebbe un peccato essere costretta a farti del male >>. Detto
questo la signora G si alzò dal letto, riprendendo con il lavoro da dove aveva
iniziato.
<< Sono innamorato di quella ragazza, signora G. Juliet è
molto importante per me. Sarei il primo a prendermi a calci nel sedere da solo,
se dovessi fare qualcosa di stupido. Questa cosa…questo sentimento è nuovo
anche per me, ma so che non ho mai provato la voglia di viverlo con una donna
finché non ho incontrato lei. E posso dirle chiaramente che sono spaventato
anch’io per questo. Non ho mai pensato che potesse succedere a me, che potessi
innamorarmi, e anche adesso non so come gestire il trambusto che mi si è creato
dentro, ma se c’è una cosa di cui sono sicuro, è che sono pronto a provarci per
Juliet. Lo vivremo insieme, io e lei >>. Non aspettò una risposta, e si
diresse verso l’uscita facendo un cenno di saluto col capo alla signora G.
Quando se ne fu andato, l’anziana donna increspò le labbra in un
dolce sorriso. << Bravo ragazzo. Era quello che volevo sentire >>
mormorò.
<< Come no >> borbottò Juls passandole quello che
cercava.
<< Oh grazie! >> Nat si versò due cucchiaini di
zucchero nel denso cappuccino nella sua tazza. << Ad ogni modo
non mi hai
ancora detto com’è stato…voglio i dettagli
>>. Era così tra loro due, non litigavano nel vero senso
della parola, da adolescenti erano venute spesso anche alle mani, ma si
erano sempre volute un gran bene.
<< Juliet. Nat. Potete darci un taglio per un secondo, sono
ancora sconvolta perché non mi avete detto che c’era Louis in casa, e che a
quanto pare ha dormito nello stesso letto con Juliet >> disse Jade,
fingendo di essere arrabbiata, quando in realtà era semplicemente curiosa di
sapere come si era svolta l’intera faccenda.
<< Ed io mi chiedo per quale motivo non posso finire la mia
colazione in pace, perché sono costretto ad ascoltare le vicende sconce su
Juliet e sul mio migliore amico >> soffiò fuori Harry alzando gli occhi al cielo.
<< Vicende sconce? Juliet e Louis? Oh santi numi cosa mi
sono persa? >> esordì Allie, entrando in cucina con la sua tenuta da
jogging. << Opto per una corsetta mattutina, e mi perdo una storiella
sexy. È inconcepibile! >> sbuffò sedendosi a tavola. << Avanti Juls
ricomincia dall’inizio. E tu, Harold, non dovresti essere a lavoro? >> chiese
dando di gomito al riccio.
<< Sono solo le sette. E voi non dovreste allenarvi e
lasciare questo povero martire a bere il suo caffè in santa pace? >>
obiettò esasperato.
<< Buongiorno a tutte >> Louis fece il suo ingresso,
<< Sono solo passato a salutare Juliet, sarà meglio che me ne vada, non
vorrei…>>.
<< No! >> Harry si alzò scuotendo la testa. <<
Ti prego amico, non lasciarmi solo con il Quartetto. Un uomo non può
sopravvivere a tanto! >>, lo afferrò per un braccio facendolo sedere
bruscamente sulla prima sedia libera.
Guarda caso, Louis finì al fianco di Juliet, la quale continuò a
bere dalla sua tazza, indisturbata.
Ma a lui non sfuggì l’occhiatina divertita che lei gli riservò.
<< Ci hai messo tanto. Pensavo non scendessi più, o che te ne fossi
andato senza salutare >> osservò sottovoce, mentre le ragazze si
accingevano a difendersi ai commenti di Harry sul fatto che le donne non
riuscissero a non tenersi per loro le proprie avventure sessuali.
Louis si piegò, per mormorarle all’orecchio: << Se lo avessi
fatto, mi avresti appeso per le palle da qualche parte. Non sono stupido
>>.
<< Felice di sentirtelo dire >> ghignò lei.
<< Hai un buonissimo profumo. >> le lasciò un
silenzioso bacio sul collo. << Sai di fiori selvatici e sesso >>.
<< Louis? Amico, puoi venire in mia difesa per un secondo e
staccarti dalla tua donna? >>
lo chiamò Harry.
Tua.
La mente di Juliet corse nuovamente al ricordo della notte tra lei
e Louis.
Sì, sono sua, e anche
il mio cuore è suo, constatò. E voleva gridargli che non solo era sua, ma che lo
amava.
S’impose di non guardare Louis negli occhi, altrimenti avrebbe
capito che c’era qualcosa che non andava, e avrebbe voluto sapere il motivo per il
quale si era irrigidita.
Devo andarmene da qui,
accidenti.
Si alzò dal tavolo. << Bene, io ho un sacco di lavoro da
sbrigare. Ragazze, con voi ci vediamo dopo. Louis, allora, ehm…ci sentiamo dopo
>> lo salutò velocemente con un cenno del capo, senza nemmeno sfiorarlo.
Jade, Nat ed Allie si lanciarono un’occhiata dubbiosa ed
eloquente.
<< Anche noi abbiamo da lavorare >> disse Jade,
mimando con un movimento flebile delle labbra alle altre due: <<
Seguiamola >>. Salutò Harry con un bacio sulle labbra:
<< A più
tardi, architetto. >>, alzò lo sguardo, << Louis
è stato un piacere averti come ospite >>, gli
ammiccò.
<< Grazie Jade…>> buttò lì Louis distrattamente, sbattendo le
palpebre, lievemente confuso dal comportamento di Juliet. Quando i due uomini
furono soli, Harry alzò le mani, come per estraniarsi dalla tacita domanda di
Louis. << Non chiedermelo, si conoscono ognuna come le proprie tasche.
Noi siamo solo maschi. Facciamo parte del loro mondo esclusivamente in certe
circostanze >>.
<< Giovanotti, invece di chiacchierare come pettegole
donnicciole, datemi una mano a sparecchiare la tavola >> La signora G
entrò, lanciando loro un’occhiata di rimprovero.
Harry e Louis annuirono prontamente, aiutandola a pulire la
cucina, obbedendo alle indicazioni dell’anziana donna, che dava loro ordini a
destra e a manca.
Asciugando i piatti e le tazze che Harry gli passava, Louis
cominciò a riflettere, pensando a come fossero vere le parole che aveva detto
alla signora G.
Sorridendo beota, ripensò a lui e a Juliet nella vasca da bagno, a
quanto si era sentito spiazzato dall’espressione dolce e premurosa di lei
mentre lo insaponava.
Analizzò il suo comportamento, quando Harry si era rivolta a
Juliet dicendo: la tua donna.
La mia donna.
Sì, lei era sua, e il cuore di Louis esultò per la gioia. Il
corpo in tensione, follemente eccitato perché aveva fatto l’amore con lei, e
ricordare il corpo di Juliet, nuda, vogliosa, sopra e sotto di lui, glielo fece
venire di nuovo duro.
Si promise che la prossima volta, sarebbe riuscito a farla urlare.
Voleva sentire il dolce suono della sua voce, velata di passione ad un passo
dal venire, mentre lui le leccava ogni centimetro di pelle.
Non si accorse della vibrazione proveniente dalla tasca dei suoi
pantaloni, fino a quando Harry non gli sventolò la mano davanti alla faccia per
destarlo dai suoi pensieri poco casti.
<< Non ti chiederò a cosa stavi pensando, posso immaginarlo,
ma Tommo, pulisciti la bava alla bocca e rispondi a quel maledetto telefono. È
mezz’ora che suona! >> rise di gusto il riccio.
Louis gli diede un pugno scherzoso sul braccio, con una finta espressione minacciosa. << Idiota
>>, prese il telefono notando che la chiamata proveniva da sua madre.
<< Ehi mamma >>.
<< Louis, caro. Puoi venire in negozio, per favore? Oggi non
mi sento tanto bene >> disse Joannah con un tono di voce palesemente
stanco.
<< Certo, non ci sono problemi, sarò lì in un attimo. Ti
serve qualcosa? Vuoi andare in ospedale? >> domandò lui, preoccupato.
Sentì sua madre sospirare. << Non essere esagerato William.
Starò covando una semplice influenza. Non fare il melodrammatico, ho semplicemente
mal di testa. Ho chiamato Mike, e mi accompagnerà a casa, così potrò riposare
>>.
<< Bene, sto arrivando. >> concluse lui, chiudendo la
chiamata.
<< Tutto bene? >> gli domandò Harry.
<< Era mia madre. Si sente poco bene, e devo sostituirla al
negozio >> spiegò teso.
<< Va pure. Finisco io qui >>.
<< Grazie Hazza >> rispose Louis, poggiandogli una
mano sul braccio con fare riconoscente.
<< Louis? Volevo chiederti una cosa prima. >> lo fermò
il riccio.
<< Certo. Qualcosa non va? >>.
<< Sì solo…Va tutto bene con l’appartamento? Voglio dire con
le bollette e tutto il resto? Non voglio essere inopportuno, ma sai che mi
preoccupo per te >>.
Louis si fermò a riflettere per un secondo. Era da tempo che non
lo chiamavano a cantare nei locali, e in quegli ultimi giorni il lavoro al
negozio lo aveva tenuto impegnato, ma adesso, si domandò se sua madre riuscisse
a gestirlo da sola, quando lui non c’era.
Vedere quanto Juliet lavorasse con impegno tutti i giorni, lo
metteva un po’ a disagio. Una parte di Louis si chiese cosa ci facesse lei con
uno come lui, che faticava per guadagnarsi il pane per vivere a volte, quando lei
avrebbe potuto avere una relazione con un medico, che avrebbe potuto viziarla e
coccolarla, come avrebbe voluto fare lui.
Notando che nella stanza non c’era nessun altro, all’infuori di
loro due, Louis si sedette un attimo, sentendo il bisogno di confidarsi con il
suo migliore amico. << A volte mi capita di pensare che avrei potuto fare
molto di più nella mia vita. Quando vivevamo insieme, mi ripetevo che senza di
te non sarei riuscito a mandare avanti la baracca. Guardati, sei un neo-architetto
che si guadagna da vivere, mentre io mi sono laureato e non ho mai voluto
intraprendere qualcosa seriamente >>. Il suo tono suonò amaro e
sprezzante nei confronti di se stesso.
Harry alzò un sopracciglio, stando in silenzio, e sedendosi di
fronte a lui, in procinto di ascoltarlo.
Louis sospirò. << Quando mio padre se n’è andato, ho
promesso a me stesso che mi sarei preso cura di mia madre, e che non sarei
stato un vigliacco come lui, ma adesso penso che lo sono. Non non sono riuscito
a mettere la testa a posto. Evidentemente non sono poi così migliore di lui se
lascio mia madre, che diciamocelo, non ce la fa a lavorare da sola, e il mio
aiuto temporaneo non le è tanto utile, se poi si ammala. >> digrignò i
denti per la rabbia.
<< Ehi capita a tutti di buscarsi un malanno. Non puoi
prenderti la colpa di ogni cosa. Può capitare, Louis. E sentirti parlare in
questo modo mi fa capire quanto tu sia cambiato. Mesi fa l’unica cosa di cui ti
saresti preoccupato sarebbe stato il prossimo posto dove andare a fare
conquiste. >> lo canzonò amichevolmente Harry, dandogli una pacca sulla
spalla. << Evidentemente Juliet ha fatto un miracolo >>.
Al solo sentir pronunciare il suo nome, Louis sorrise in maniera
smagliante, e il cuore si gonfiò di tenerezza e affetto. << Già. Sento
che voglio dimostrarle di essere degno di lei >>.
<< Juliet non ha bisogno che tu le dimostri niente. Lei ha
fiducia in te. Non è un idiota. Ti avrebbe già mandato a quel paese già da un
pezzo se ti fossi rivelato un imbecille >>.
<< Hai ragione. >> Louis si alzò in piedi. << Ho
bisogno di vedere delle carte e di parlare con mia madre >>.
Harry corrugò la fronte, confuso. << Perché? >>.
<< Vedrai >> gli strizzò l’occhio Louis, poi lo
salutò.
<< Ragazze? >> Juls alzò un sopracciglio interrogativo,
distogliendo parzialmente l’attenzione dal computer, nel vedere le sue tre
amiche entrare nell'atelier.
<< Sei scappata. >> l’ammonì dolcemente Allie,
avvicinandosi alla scrivania di Juls per sedervisi.
<< Lasciando il povero Louis con un’espressione interdetta
>> continuò Jade.
<< E lasciando noi, preoccupate per te >> terminò Nat
mettendosi le mani sui fianchi con fare rimproverante.
Mossa sbagliata,
Anderson, convenne la sua vocina, facendo imprecare Juliet.
<< Dirvi che sto bene non ve ne farà andare tanto i fretta, vero? >>
borbottò, cupa.
<< No, perché é una menzogna >> la riprese Allie,
accigliandosi.
<< Ve ne do atto. Okay, cosa volete che vi dica? >>.
<< Lo sai >> disse Jade.
<< Bene. Sono scappata, perché sono una schifosa vigliacca
>>.
<< Come, scusa? >> fu Nat a parlare. << Tu, una
schifosa vigliacca? E perché mai, di grazia? >>.
Juls ispirò profondamente. << Perché amo Louis, ma non sono
sicura che lui sia pronto a sentirselo dire >>.
<< Lo ami >> ripeté Allie, sbattendo le lunghe ciglia nere,
gli incredibili occhi blu che s’illuminarono gioiosi.
<< Juls, ma è fantastico! Lo dici come se fosse una
condanna. >> Jade le rivolse uno sguardo incredulo.
Juliet fissò Nat. La rossa a sua volta, la guardò con occhi di chi
sapeva cosa stava provando in quel momento.
<< Più o meno è la stessa cosa che è successa a me a Zayn,
quando mi accorsi di amarlo. Essendo stata
come Louis, so che l’amore può stenderti, e quando arriva non sai cosa fare. Tu
hai paura di soffrire, ma non puoi farti dominare dal timore che quello che
stai provando ti si rivolti contro, perché credi che il tuo momento di felicità
avrà fine. Se non ci credi tu, non riuscirà a farlo nemmeno lui >> Nat si
mise in braccio a Juliet, allacciandole le braccia dietro al collo. << Deve
sapere cosa provi per lui, come tu hai il diritto di sapere cosa rappresenti
per lui >> sorrise nel modo giocoso che solo lei sapeva fare. <<
Lasciati andare Catwoman. Non opporre resistenza a ciò che senti >>.
<< Come fai ad esserne tanto convinta? >> Juls invidiò
la grinta della sua amica nel mostrare tanta fiducia in qualcosa che per lei,
era tremendamente difficile da esporre.
<< Perché soltanto con l’amore e la fiducia che nutri per
Louis, riuscirai a combattere i tuoi demoni >>.
Allie e Jade annuirono, andando a rinchiuderla in un abbraccio
affettuoso.
Juliet pensò che avere amiche del genere, fosse una delle poche
fortune che aveva avuto nella sua vita.
Tutto ciò che avevano detto era vero, e l’orgoglio di Juls venne
meno, quando pensò che aver fatto l’amore con Louis, l’aveva cambiata
intensamente. Era stato un passo avanti nella loro relazione, e ce ne sarebbero
stati tanti altri, n’era sicura.
Non era abituata a tutto ciò, ma si sentì un’egoista a pensare che
questo momento di confusione lo stesse attraversando solo lei.
Quando le ragazze, se n’andarono, più tranquille e serene adesso
che le avevano fatto il terzo grado, Juls si lasciò ricadere sulla poltrona, e
prendendo il cellulare digitò un messaggio.
Da: Juliet
A: Louis
Oggetto: Scuse
Se ti va, mi piacerebbe che ci vedessimo dopo il lavoro.
Intanto, passa una buona giornata.
Juliet xxx
Sei minuti dopo Juls sussultò lievemente, quando sentì la
vibrazione del telefono far tremare la scrivania. Lo prese al volo, leggendo la
risposta.
A: Juliet
Oggetto: Le accetto soltanto se accetti le mie
Va tutto bene, piccola. Siamo due incasinati è vero, ma insieme
possiamo superare tutto, ne sono convinto.
Piacerebbe tanto anche a me, ma mia madre è a casa che sta poco
bene, perciò devo stare al negozio tutto il giorno, e non so quando finirò. In
più c’è una cosa che devo fare, ma te ne parlerò dopo.
Non c’è niente che vorrei di più che stare con te, credimi. Mi
farò perdonare.
A prestissimo, tigrotta.
Juliet lesse il messaggio parzialmente sollevata che Louis non
fosse arrabbiato con lei, e dall’altra incuriosita dalla questione che doveva
sbrigare. Poi preoccupata, si domandò cos’avesse Joannah.
Chiamò Jade sulla linea lavorativa.
<< Juls? >> La riccia rispose al secondo squillo.
<< Ehi, ho bisogno di chiederti una cosa. L’evento
Crow-Stuart è fissato per le cinque di stasera. >> constatò. <<
Posso andarmene via un po’ prima della sua terminazione? >>.
Un silenzio di cinque secondi prima che Jade rispose: <<
Certo, stai poco bene? >>.
<< Non sono io. È la madre di Louis. Vorrei passare a
trovarla se non ci sono problemi qui >>.
<< Se ce ne sono ti chiamerò. Va pure. E manda gli auguri di
pronta guarigione a Joannah. Informerò la signora G che sta poco bene >>.
<< Grazie Jade, sei la migliore >>.
<< Lo so >>, la voce scherzosa della riccia la fece ridere.
Più tardi, al declinare del crepuscolo, Louis tamburellava le dita
di una mano sul bancone del negozio, in maniera nervosa.
Ci aveva pensato e ripensato più volte, giungendo sempre alla
medesima conclusione. Più ci ripensava, più si rendeva conto che fosse una
scelta importante, magari una delle poche che avesse preso nella vita
riguardante la sua carriera lavorativa.
Grazie a Dio, sua madre lo aveva telefonato, dicendogli che con le
premure del suo compagno, stava già meglio. Anche con la febbre, era
sicuro che Joannah sarebbe piombata al negozio entro domani, per ritornare a
lavorare.
La sagoma massiccia e alta di un uomo offuscò la luce che filtrava
dalla porta d’entrata, e Louis vi si precipitò per far entrare la persona che aveva
atteso fino a quel momento.
<< Kyle >> Louis salutò il fratello di Juliet,
tendendogli la mano.
L’espressione seria, accentuata dalle linee virili e scolpite
della mascella, il completo scuro da avvocato, gli occhi ghiaccio freddi e
calcolatori, lo rendevano in tutto e per tutto un tipo rispettabile e
carismatico.
Con andatura sicura, Kyle lo oltrepassò, rispondendo al saluto con
tono imperturbabile. << Tomlinson. Mi ha incuriosito la tua chiamata. Dal
tono che avevi al telefono ho dedotto che si trattasse di una faccenda
importante. Non ha niente a che fare con mia sorella, vero? >>.
<< No, non c’entra niente Juliet. >> affermò Louis.
<< Quindi state insieme? >>.
Alla domanda di Kyle, Louis non ebbe alcuna esitazione nel
rispondergli. << Esattamente >>.
Kyle annuì, facendo un segno d’assenso, senza nessun sorriso ad
increspargli i lineamenti del viso.
<< Come vanno le cose con Phoebe? >>.
Miracolosamente, la mascella di Kyle ebbe un guizzo, facendo
incurvare un angolo della bocca in quello che doveva essere una specie di
sorriso. In un attimo riassunse la sua postura professionale. << Per cosa
ti serve il mio aiuto? >>.
La speranza di allacciare un rapporto con il fratello della sua
ragazza, era ancora lontana. << Tu sei un avvocato >>.
<< Tipo sveglio >> lo canzonò Kyle, ghignando.
Louis s’incupì seccato. << Quello che volevo dire, è che mi
serve che tu apporti delle modifiche al contratto del negozio di mia madre
>>.
<< Continua >>.
<< Voglio prendermi parte della responsabilità degli affari,
della contabilità, delle spese…>>, Louis fu interrotto dalla voce
inquisitoria di Kyle: << Sai che c’è bisogno di una laurea per gestire
un’attività d’imprenditoria? >>.
Louis rispose con tono atono: << Sono andato all’università
anch’io. Sono laureato in economia e commercio >>.
Kyle non si scompose, ma fece un’espressione sghemba a quella
notizia. << Ed io che pensavo che avessi lasciato l’università per
cantare occasionalmente in qualche pub di poco conto >>.
<< E, infatti, è così. Ma questo non ha importanza, adesso. Mi
aiuterai? >> Il tono di voce di Louis assunse una nota infastidita.
<< È il mio lavoro. Andiamo da tua madre, il contratto deve
essere concordato da entrambe le parti >>.
<< Ciao Joannah. Scusa se ti disturbo >> Juliet alzò
il pacchetto che aveva tra le mani. << Ho saputo che stavi poco bene, e
ho pensato di passare, per portarti la famosa zuppa della signora G >>.
La madre di Louis sorrise: << Oh tu e Grace siete state
molto premurose. Su vieni, accomodati >>.
Era già stata a casa di Joannah, quando lei e le ragazze avevano dato
vita alla società, avevano sentito parlare di un’eccellente fiorista nei pressi
di Londra, così Jade aveva contattato Joannah per avere conferma di quello che
si diceva in giro.
Juls rimase nuovamente colpita dal calore emanato da quella casa. Lo
stile era rustico, con assi di legno scuro a sostenere le mura portanti, i vasi
di fiori che creavano un aroma fresco e ricco di varie sfumature di colore.
<< Non avrei voluto che tu facessi tutta questa strada per
un banale aumento della temperatura corporea. William ti ha fatto
preoccupare inutilmente. Quel
ragazzo mi tratta come se fossi di vetro soffiato >>
sbuffò Joannah, ma
il suo tono era velato d’amore materno verso il proprio figlio. I
capelli ondulati erano un tantino arruffati, segno che doveva essere
stata a letto fino a quel momento.
Juliet depose la zuppa in cucina, notando il mazzo di rose rosse e
bianche raccolte in un vaso alto e trasparente. Ne ispirò il delizioso profumo.
<< Sono certa che William non ha nulla a che fare con queste. Sono
bellissime. Mike ha veramente buon gusto in fatto di fiori, e non lo dico
perché ha una relazione con una fiorista esperta >> ammiccò.
Joannah sorrise raggiante, il leggero pallore del volto venne
rimpiazzato da un velo di rossore. << Sì, ci sa fare >> convenne e
le due donne risero, accomodandosi sul lungo divano in salotto.
<< Juliet? >>.
Lei inclinò la testa curiosa. << Sì? >>.
<< Sono felice che mio figlio stia con te. So che ti ho
detto delle cose in passato, ma non mi aspettavo che tu riuscissi a cambiarlo.
Mi dispiace che non abbia avuto fiducia in una vostra possibile relazione
>> Joannah abbassò leggermente il capo con aria colpevole.
Non sono sicura che io possa averlo cambiato, avrebbe voluto dirle. << Non preoccuparti, non c’è l’ho mai avuta con te, è tutto
a posto sul serio! >> si affrettò a rassicurarla Juls.
<< Lo ami? >>.
Lei dischiuse lievemente la bocca, colta alla sprovvista.
Buon dio, sì. Sì, amo
tuo figlio Joannah.
Nel momento in cui aprì la bocca per dar voce alle sue emozioni,
suonarono alla porta.
Joannah si affrettò ad andare ad aprire, declinando gentilmente l’offerta
di Juliet di andare lei per non farla sforzare.
Salvata dal
campanello. Questo sì che è un clichè che non perde mai la sua efficacia.
Si alzò automaticamente, sgranando gli occhi, nel vedere Louis e
Kyle entrare insieme in salotto.
<< Star >>. Suo fratello si avvicinò scoccandole un
bacio sulla sommità del capo. << Anche tu qui? >>.
Juls annuì, alzando lo sguardo dalla spalla di Kyle, per
incontrare
Louis, che la scrutava con occhi azzurri di uno scintillio caldo
e abbagliante. E di qualcos'altro che scatenò lo sguardo
curioso di lei.
<< Ciao >>.
Con un sorriso sfacciato, Louis oltrepassò Kyle con eleganza e
disinvoltura.<< Ciao a te. Sono contento di vederti >>.
<< Ti chiederai cosa ci fai assieme a mio fratello, ma a
giudicare dalla valigetta, è in fase lavorativa. Perciò toglierei il disturbo,
sono di troppo >> fece per voltarsi, ma Louis fece scivolare la mano
nella sua, intrecciandone le dita.
Un formicolio eccitante, le risalì fin sopra la nuca, quando il
respiro caldo di Louis le arrivò nell’orecchio. << Non mi scappi questa
volta, signorina. Tu rimani qui, con me. Volevo farti una sorpresa, ma sono
felice che tu sia qui. Siediti per favore. >> le ordinò con voce
sensualmente imperiosa.
Kyle si schiarì la voce, lanciando un’occhiata divertita alla
sorella, che si finse stizzita, ma i suoi occhi brillavano di curiosità e
contentezza.
Juliet sentì la stretta di Louis farsi più salda, quando cominciò
a parlare raccontando perché avesse portato Kyle a casa di sua madre.
Quando ebbe finito, Juls restò in silenzio,
inarcando lentamente un sorriso e stringendo la presa di lui con fermezza,
facendogli capire quanto lo sostenesse.
Joannah aggrottò la fronte per un lungo momento, puntellandosi le
dita sul mento, pensierosa. << Mi stai dicendo che vuoi diventare
co-proprietario del negozio? >>.
C’era una luce di determinazione negli occhi di Louis, ecco
cos’aveva visto Juliet. Intimamente, era così orgogliosa
di lui. Non che
trovasse qualcosa di sbagliato quando si esibiva nei pub, anzi Juls lo
trovava bravissimo ed eccitante con la sua voce talentuosa, e sapeva
che a lui piaceva cantare, ma percepiva la tensione di Louis che
emanava sotto
i suoi muscoli, e non era dovuta alla coercizione di porsi a qualche
sforzo.
Dal modo in cui aveva parlato, c’era la consapevolezza che Louis
voleva
impegnarsi in qualcosa che per lui significasse molto. La bocca
contratta in una
linea seria e sottile, che Juls sperò che Joannah ponesse fine a
quella
tortura.
<< Da quello che ho visto dalle carte che mi ha portato, il
ragazzo si è veramente laureato >> disse Kyle, stirando le labbra per non
ridere all’occhiata truce che gli lanciò Juliet.
<< D’accordo >> fu Joannah a parlare.
<< Cosa? Vuoi dire che...? >> i muscoli di Louis si
tesero ancora più di prima, alzandosi
lentamente.
<< Sono anni che aspetto che tu ti decida, William. >>
sospirò la madre, scoprendo i denti ben curati in un largo sorriso, <<
Certo che voglio darti una parte della proprietà, e quando andrò in pensione,
ma non sperare che accada subito, sarà completamente tua >>.
<< Non ti deluderò. >> Louis abbracciò sua madre,
<< Grazie per la tua fiducia mamma >>.
<< Ho sempre avuto fiducia in te, ragazzo. E cresce di
giorno in giorno. Sono orgogliosa di te, figlio mio >> disse Joannah con
gli occhi lucidi di soddisfazione.
Juliet si morse il labbro, buttando fuori l’aria dai polmoni,
entusiasta, mentre Louis poneva la sua firma sul foglio bianco
preparato da
Kyle, che lo rendeva a tutti gli effetti co-proprietario del negozio di
fiori. Sapeva per esperienza, che quella era soltanto una delle
numerose pratiche che dovevano firmare e rivedere, ma era già
l'inizio di qualcosa, pensò Juls.
<< Devi averlo proprio stregato, sorellina. >> Kyle si
mise al suo fianco, bisbigliando con fare cospiratorio. << Stare con te
gli fa proprio bene >> disse palesemente sincero.
Juls guardò suo fratello. << Non è merito mio. Ha fatto
tutto da solo >> contestò.
<< L’amore rende migliori >> Kyle le ammiccò.
<<
Almeno così ho sentito dire >> fece un gesto di
nonchalance. Juls si annotò mentalmente che doveva fare
una chiacchierata con suo fratello. Voleva sapere come andavano le cose
con Phoebe e se facesse veramente sul serio con lei.
<< Vieni a casa con me? >> propose Juls a suo
fratello, che la guardò scettico. << Dal modo in cui ti guarda Tomlinson,
penso che tu abbia altri programmi >>. Le baciò la guancia. << Il
mio lavoro per il momento è concluso. A più tardi Star >>.
Juls aggrottò la fronte, soffocando un sussulto, quando due mani
forti le strinsero i fianchi, sollevandola di peso.
<< È ancora valido il tuo invito? >> Louis la fece
volteggiare sul posto, facendola ridere di gusto.
<< Soltanto ad una condizione >>.
<< Sentiamo >> Louis non si preoccupò di avere un
minimo di pudore di fronte a sua madre, quando strofinò provocante il naso sul
collo di Juliet.
Lei gli diede un colpo abbastanza forte sul petto con la mano, da fargli
fare una smorfia mista a dolore e divertimento.
<< Che tu mi faccia vedere il tuo attestato di laurea
>>.
Louis roteò gli occhi al cielo, stizzito, e Joannah si mise a
ridere quando gli disse: << Che credulone che sei, Louis >>.
Anche Juls rise dandogli un buffetto sulla guancia. << La
condizione è che sia io ad offrirti la cena. Dobbiamo festeggiare >>.
<< Scordatelo, la cena la pago io. >> si chinò su di
lei, baciandole lievemente le labbra. << E poi festeggeremo nel modo che
piace a me, tigrotta >> sorrise malizioso.
<< Non sono ancora sorda, ragazzi. >> s’intromise
divertita Joannah. << Tra un po’ verrà Mike, quindi vedete di sparire
>>.
La salutarono sorridenti, mentre lungo la strada, Juls indugiò nel
fissare Louis.
Il mio ragazzo. Suonava così bello.
<< Cosa c’è? Hai freddo? >> Louis si fermò,
sospettoso.
<< Abbracciami >> mormorò lei, e lui acconsentì
all’istante circondandola con le sue forti braccia, dove Juliet s’immerse nel tepore e
nel buonissimo odore di lui.
Stringendo la stoffa del morbido cappotto di Louis, Juls respirò
forte, alzando lo sguardo per incontrare quello di lui.
Deglutì, e Louis la strinse a sé infondendole quella tenerezza e
protezione che le scaldò il cuore, mentre con una mano le infilava le dita nei
capelli accarezzandoli. << Parlami, tigrotta >>.
<< Ti…>> Juls esitò, poi scelse qualcosa che poteva
fargli capire almeno in parte cosa provava per lui. << Ti voglio bene,
Louis >>.
Louis sbatté le palpebre stupito, mentre un lento sorriso rendeva le sue
labbra fortemente desiderabili da baciare. << Anch’io, Juliet. >>
mormorò, chinandosi per coprirle la bocca con la sua. << Moltissimo
>> e la cullò in un bacio dolce e rovente.
Note dell’autrice
Buonasera piccole mie!!! :D
Ebbene sì, sono viva, scusate l’attesa di due settimane per la
pubblicazione di questo capitolo, ma non ho passato le feste a casa, e soltanto
ieri sera sono tornata da Venezia. Piuttosto è stato una gioia indescrivibile
trovare le vostre recensioni e messaggi quando sono rientrata nel sito!!
Con ritardo, auguro un buon anno a tutte :3
Grazie per gli auguri del mio compleanno *w*
E soprattutto stringo in un forte e caloroso abbraccio le 26
ragazze che hanno recensito il capitolo 20, le 15 ragazze che hanno recensito
il primo missing moment a rating rosso, le ragazze che hanno soltanto letto
entrambi o almeno uno dei due, coloro che mi hanno inserito tra i loro autori
preferiti, a chi ha aggiunto The dress of seduction e The red dress of
seduction nelle storie preferitericordate seguite.
Mi avete come dire stesa, ma
neanche, perché è dire poco ragazze, avete lasciato me
senza parole…siete state dolcissime e sapere che non ho
fallito nella descrizione delle scene passionali mi ha fatto tirare un
sospirone di sollievo e di felicità, regalandomi uno strepitoso
regalo di
compleanno, e di Natale. E per questo vi abbraccio forte
:’’3
Alcune di voi mi avevano parlato della possibilità di segnalare
questa storia nelle scelte. Ovviamente io ne sono rimasta molto lusingata e
imbarazzata, perché è una cosa molto forte da dire per come la vedo io. Poi
cosa vedo? Una mia lettrice che segnala questa storia all’amministrazione
proprio per inserirla lì!!!
Ringrazio infinitamente weronika per ciò che ha fatto,
commuovendomi :'3 Io non mi sogno alcuna cosa concreta, non mi aspetto di certo
che tra migliaia e migliaia di storie segnalate la mia venga presa in considerazione, ma
ciò che mi ha colpito è stato l’atto in sé…grazie dolcezza :’’)
Troppi monologhi, magari vi avrò già annoiato a morte con i miei
soliti elogi nei vostri confronti u.u’ Vi voglio bene<3<3
Riguardo al capitolo, la relazione tra Juls e Louis sta crescendo non trovate?
Louis ha un nuovo lavoro diciamo così XD E stavolta per lui è
qualcosa di molto serio, soprattutto perché da quello che si comprende, vuole
prendersi maggiori responsabilità, iniziando ad assumersela con il negozio.
Louis non sarà tecnicamente un fioraio come prima alle dipendenze della madre,
ma un co-proprietario serio e capace. Facciamogli gli auguri di buona fortuna
;D
Credo non ci sia bisogno di riassumere i sentimenti che provano
Juls e Louis l’uno per l’altra, perché sono palesi. Juls si è spinta a
confessargli parte del suo amore cominciando con un ti voglio bene, e Louis ha
risposto alla stessa maniera. Ho voluto scrivere un finale piacevole per questo
capitolo, ma sapete che con me non si può mai sapere, no? ;)
Piccolo anticipo per il prossimo capitolo? Ci sarà il matrimonio
tra Nat e Zayn!! *applausi*.
Concludo ringraziando ancora coloro che hanno letto questo
capitolo, se vorranno farmi sapere cosa ne pensano, ovviamente se me lo merito
U.U
Con tanto amore, Ella.