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Autore: Clawdia    03/01/2013    1 recensioni
"Moriva.
Tra quegli alberi, in quella foresta immersa nel silenzio.
Emmett moriva e non poteva far nulla per salvarsi."
La storia di un giovane che è stato salvato e la cui vita è cambiata drasticamente.
Emmett non sa ancora a cosa andrà incontro ma chi lo sa?
I Cullen lo hanno adottato, ma nessuno sa cosa sarà capace di fare!
Questa è la storia di Emmett, dalla sua nascita come Vampiro, la sua storia si snoderà attraverso le vicende della famiglia Cullen. Sicuri che l'amore per Rose sia giunto prima di tutto il resto?
Alice. Jasper. Edward. Carlisle. Esme. ROSE.
Quello che Twilight non ha mostrato nella sua storia, sarà invece narrato in questa!
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Carlisle/Esme, Emmett/Rosalie
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Precedente alla saga
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Un giorno. Un solo giorno.
Quanto poteva quell'incontro con quelle persone cambiare qualcosa?
Emmett vide i loro visi distendersi e avvertì il loro tocco farsi meno imbarazzato.
«Perfetto! Potremmo farti vedere il posto, conosciamo la Finlandia meglio di chiunque altro.» esordì la bionda prima di esser bloccata da David.
«Cosa ti piacerebbe vedere?»
«Cosa tutto possiamo vedere in un giorno?»
L'uomo si illuminò e così Meghan mentre se lo stringeva al petto.
Oh, tante cose!
 
3 Mesi Dopo
 
«Non capisco! Qualcosa è cambiato, secondo le mie visioni avrebbe dovuto tornare già da più di un mese. Proprio non capisco.»
«Io l'avevo detto! Qualcuno doveva seguirlo!»
Jasper sbuffò ed Edward si alzò dalla sedia dove era posato.
«Perché non ci sei andata tu Rose? Eh?»
La ragazza sospirò senza però abbassare lo sguardo. Non avrebbe dato una vittoria a suo fratello, non così per lo meno.
Carlisle ed Esme ormai vagavano per i boschi da più di un giorno e di Emmett non c'era ancora traccia. Avevano atteso per ben tre mesi, non sarebbero rimasti ancora con le mani in tasca.
«Perché mai avrei dovuto seguire quell'idiota? Voi siete i suoi amici, avreste dovuto farlo!»
«Oh davvero? Pensi di prenderci tutti in giro Rose?» Edward sorrise malevole mentre avanzava ancora verso di lei, il dito puntato contro.
«Sappiamo bene da cosa è scappato Emmett. Te!»
«Io? Cosa?»
«Io ti leggo nei pensieri Rose. Ho letto nei pensieri di Emmett prima che si allontanasse eccessivamente. Tutti sappiamo del vostro bacio.»
Rose si voltò istintivamente verso un incolpevole Alice che si limitò semplicemente a scuoter la testa e surrussare dolcemente.
«Non sono stata io!»
«Non ce n'era bisogno! Bastava fare due più due Rose!»
«Non signifca nulla!» sbraitò lei cominciando a ringhiare e ad arrabbiarsi.
Edward non aveva alcun diritto di parlarle in quel modo, soprattutto difronte ai suoi fratelli.
Jasper osservava la scena senza muovere un dito o pronunciarsi sull'argomento, lui sentiva e sapeva che suo fratello stava bene e che prima o poi sarebbe tornato.
«Buoni ragazzi! Non vorrete per caso distruggere qualcosa?!»
«No.» dissero entrambi stringendo i denti.
«Bene, perché l'assenza di Emmett ha proprio preservato la casa intatta! Secondo voi davvero Esme attente il suo ritorno? Se fossi in lei io esulterei.»
Jasper rise divertito alla battuta della sua fidanzata ma che gli altri non parvero capire.
Il giovane le depositò un lieve bacio sulle labbra e le sfregò la mano sulla spalla per rincuorarla, anche se non lo dava a vedere sapeva quanto fosse preoccupata anche Alice.
«Parlare con te è una perdita di tempo!» concluse il biondo tornando a sedersi.
Rose lo imitò, andando però a trovar posto sul divano.
«Anzi, penso che andrò in camera.»
Alice la seguì con lo sguardo prima di farlo realmente. Non avrebbe lasciato ancora la sorella in balia di se stessa, non di nuovo quanto meno. Così quando spalancò la porta e la ritrovò con le mani strette sul viso, nel tentativo di nascondersi ulteriormente non poté far a meno di sorridere triste.
«Rose...»
«Edward è un idiota! Un idiota! Lo odio! Non è certo mia la colpa e lui che continua a mettermi in mezzo come se ne fossi la causa. Non lo sopporto, lo odio!»
«Rose...»
«Lui è l'ultimo che dovrebbe parlare. Ha lasciato lui solo Emmett la notte che ha ucciso quelle due persone, lui dovrebbe prendersene la colpa, non io. Lui.»
«Rose...» continuò Alice facendosi sempre più vicina sino ad affiancarla e sedersi sul letto.
«Io non so cosa fare Alice. Mi sento così...strana. Non mi son mai sentita così!»
«Non devi negare quello che provi.»
«Ma io non provo nulla per Emmett. Non sento nulla per lui.»
Alice le passò una mano sui capelli lentamente.
«Rose, a me puoi dir la verità!»
«Ma è questa la verità! Io...non lo so. Mi sento terribilmente attratta, quando penso al mio bacio, a quanto ero eccitata, a quanto lo desiderassi. Non so, mi sento persa!»
«Se tornasse cosa faresti?»
«Probabilmente gli parlerei, discuteremmo tranquillamente e risolveremmo la cosa.»
«Io son più propensa a pensare che gli salteresti addosso.» rise lei.
«Cosa?»
«Lui ti piace. Quel bacio ti è piaciuto e il tuo corpo tenta di farlo capire anche alla tua testa. Vedrai, quando arriverà ti sentirai ancora più confusa e sarà il tuo istinto a parlare.»
«Forse hai ragione. Forse se...» ma non riuscì a finire la frase.
E quando Rose stava per aprirsi, quando finalmente la verità sarebbe potuta saltare fuori la porta si spalancò e Jasper comparve con un espressione "allegra".
«Emmett è tornato!»
Alice tentò di tenere Rose ferma ma questa si precipitò giù in salotto come tutti gli altri.
Si lisciò la gonna e il ciuffo.
«Tempismo perfetto.» disse sospirando e accorrendo anche lei al piano di sotto.
 
Emmett sorrideva. Un sorriso che nessuno là dentro aveva ancora visto.
Era molto simile ai suoi primi e innocenti ma allo stesso tempo possedeva una consapevolezza differente. I capelli castani erano ancora sulla sua nuca pur apparendo diversi e mutati. I lineamenti dolci e debolmente marcati sembravano essersi distesi ulteriormente.
Il suo petto appariva più largo, così come le sue spalle. 
Ma era la sua espressione e i suoi occhi quelli che parlavano più di qualsiasi altra cosa.
Era raggiante, solare. 
Sembrava che avesse finalmente fuso la sua entità umana con quella Vampira.
Anzi, l'aveva fatto.
«Questo sarebbe un saluto? Manco tre mesi da casa e tutto quello che sapete fare e fissarmi impalati a qualche metro di distanza? Mi aspettavo di più ragazzi!»
Alice fu la prima a smuoversi dal gruppo e gli allacciò le braccia al petto affondandovi la testa.
«Io avevo proposto di far una festa...» sussurrò in modo che solo lui potesse udirla, anche se difficilmente sarebbero sfuggite delle parole ai suoi fratellini. «Ma questi vecchi non mi hanno voluto assecondare.»
Emmett ricambiò la stretta sorridendo e inspirando il suo odore.
«Oh Alice. Quanto mi sei mancata.»
Edward fu il secondo ad avvicinarsi, strinse la mano al giovane prima di esser catturato in uno dei suoi abbracci da orso. Stessa sorte toccò a Jasper, anche se il biondo tentò di smorzare il suo affetto con il suo potere.
Rose fu l'unica a ricevere meno attenzioni. Avvertì la sua gelida stretta e si sorprese di come quell'atteggiamento di contorno la infastidisse terribilmente. Dopo quel bacio, dopo quei secondi di passione e desiderio come poteva aver voglia di stringerle solamente una mano?
La bionda sbiancò ulteriormente mentre si accigliava e lasciava che il suo fratellino discorresse animatamente con gli altri.
«Ma dove sei stato per tutto questo tempo?»
«Oh. In giro!» ammise lui facendo spallucce e ridendo a più non posso.
«Solo?» chiese Alice accavallando le gambe.
«Solo!» confermò lui. 
La sua espressione era così tenera e convincente e i suoi pensieri così fluidi che Edward non notò nulla che non andasse. Dunque non mentiva. Solo? Ma quei tre al lago? Forse dopotutto era stato davvero solo un giorno.
«Riaverti tra noi è fantastico. Finalmente ravviveremo questo mortorio!»
Le battute di Alice anche se apparivano un tantino fuori luogo erano sempre spettacolari.
Emmett rise ancora di gusto dandole una pacca sulla spalla. 
Carlisle ed Esme raggiunsero poche ore dopo monopolizzando totalmente il loro figliol prodigo tra sorrisi e carezze. Si, Emmett era finalmente tornato a casa.
Diverso, nuovo, sereno. 
  
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