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Autore: bethfuckoff    03/01/2013    2 recensioni
Here we are again.
Fan fiction basata su Harry Potter, George degli union J e Francisco.
Titolo della storia è inspirato al libro the perks of being a wallflower.
Le attrici che prendono il volto di charlie&beth sono kaya scodelario & kristen stewart.
I ragazzi sono George Shelley e Francisco Lachowski.
enjoy :)
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Albus Severus Potter, Albus Silente
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Nuova generazione
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«Eppure non sapeva decidersi a lasciarlo. Ormai dipendeva da quel luogo, ci si era attaccata con l’ostinazione con cui ci si attacca soltanto alle cose che fanno male.»















La memoria giocava brutti scherzi, ogni tanto io, George e Charlie prendevamo a ricordare il primo incontro e il nostro smistamento, proprio come ora. Chiusi il diario nostalgica e sorrisi ad entrambi. Le nostre disavventure nell’arco di questi sei anni erano state pazzesche, avevamo rischiato di essere puniti svariate volte. Eravamo il magico trio, eppure per stare con loro soffrivo le pene dell’inferno. Gli occhi vigili di mia zia, in qualsiasi momento. Né era al corrente solo la preside che si era accorta dei miei lividi e tagli su tutto il corpo. Ma tutti gli altri erano all’oscuro del mio segreto, avevo creato attorno a loro una sorta di bolla di protezione, passavo le intere notti a pensare come proteggere i miei cari. Ma io non potevo essere salvata, da niente e da nessuno. C’era però, quel Francisco, che in qualche modo mi capiva e ogni tanto quando tornavo in sala comune con tutti i vestiti stracciati e carica di dolore, senza un perché o altro mi aiutava e mi deponeva sul divano bendandomi, forse era anche per questo che io e lui non ci parlavamo. Le nostre conversazioni erano formate da silenzi eterni. Non lo sapeva nessuno, e sarebbe rimasto così in eterno. Non eravamo amici, non eravamo niente. A risvegliarmi dai sogni, dai pensieri oscuri fu proprio lui, George. Mi sfiorò delicatamente il braccio e gli sorrisi, ero sempre così con lui, mi lasciavo andare anche se non dovevo. Non potevo, era contro le regole nella mia famiglia. Eppure io avevo una cotta per lui da ormai tre o quattro anni, sarà stato il suo mangiare gelatine in modo rumoroso, oppure il semplice fatto che profumava di torta margherita. Ricordammo con un sorriso quando George era sull’orlo del collasso quando dovevamo smistarlo, io ricordavo benissimo quella sera. Quando mi sedetti al tavolo e tutti i ragazzi più grandi cominciarono a chiedermi della mia famiglia, o almeno quella che rimaneva. Provavo a raccontare qualcosa, ogni cosa che dicevo sulla famiglia Black era qualcosa di eclatante. Non capivo che cosa ci trovassero di bello nell’ammazzare tutti quei babbani e quei maghi. Cominciammo a parlare dei G.U.F.O che si erano tenuti quest’estate, eravamo andati piuttosto bene, eccetto un po’ per George che era calato per colpa di Connie. Sentì la porta dello scompartimento e mi sembrò un de ja vu, Francisco avanzava verso di noi silenzioso. George, che ovviamente non sapeva tenersi un cazzo sbottò quell’affermazione sui G.U.F.O. okay, era divertente, gli strattonai un braccio mentre Charlie l’ammoniva. Una voce, alquanto stridula e fastidiosa avanzava per il corridoio dando uno strano appellativo a Francisco, Chico. Che cazzo di nome, soprannome, nomignolo era? Chico sembrava un nome adatto ad un cagnolino di piccola taglia, dopo averlo canzonato un po’ uscì fuori con la sua amichetta. George aveva uno sguardo spento, così mi avvicinai al suo volto, più o meno all’altezza occhi e gli tirai su il volto. «I serpeverde, soprattutto se bionde, non ti meritano Shelley.» Fu più un richiamo a me stessa che a lui, ma sembrò funzionare, mi avvolse in uno di quei suoi abbracci affondando tra i miei capelli. Sorrisi a Charlie che sapeva della mia grande cotta per George.

***

Una volta arrivati al castello, dopo tutta la storia dello smistamento ognuno di noi andò a sedersi al tavolo della propria casata. Mentre mangiavo tranquillamente la mia coscia di pollo sentì una presenza fissarmi. Malfoy, il nostro vicepreside aveva lo sguardo puntato su di me e sentivo una certa ansia. Accanto a lui sedeva mia zia, in tutta la sua maestosità. Non so quanto passò ma sentivo le cicatrici bruciare di una maniera incredibile. «Black, stai bene?» La voce del giovane Francisco mi riportò alla realtà, annuì distrattamente. «Non mi sembri tanto in forma, sai?» Alzai lo sguardo verso di lui, i miei occhi verde chiaro incontrarono i suoi color notte. «E tu, Chico come stai?» Alzai un sopracciglio e risi. Stranamente rise anche lui. «Non la sopporto più quella biondina, potrei cederla al tuo amico George.» Esclamò pensieroso. Mi si gelò il sangue nelle vene e lasciai che la forchetta tintinnasse nel piatto ormai vuoto. «Anche io potrei cedere la mia migliore amica Charlie al tuo amichetto Greg, lo vedo molto interessato.» Inarcai un sopracciglio e osservai la sua reazione. Strinse i pugni e serrò le mascelle. « lachowski, lo so che ti piace.» Alzò lo sguardo verso di me senza rispondere, intanto io mi ero già alzata e mi stavo dirigendo verso l’uscita. Mi sistemai meglio la divisa ed ad un certo punto venni attirata nell’ombra. Per un momento pensavo fosse mia zia, poi mi sorpresi nel vedere Shelley. «Perché stavi parlando con quel tipo prima?» Alla sua domanda mi venne spontaneo ridere. «Perché è un mio compagno di casata, il quale vorrebbe tanto cederti Connie.» Abbassi il tono di voce quando sentì dei passi arrivare. Tappai la bocca a George e notai che erano solo dei primini curiosi. «Davvero?» Mi chiese tra lo stupido e lo sconvolto. «Già, davvero.» Mi divincolai dalla sua presa e lo sorpassai di poco. «Che ti prende Black?» Odiavo quando usava il mio cognome, perché non poteva semplicemente chiamarmi Beth o Sam? «Che prende a me? Chi è che mi ha appena attirato nell’ombra per chiedermi perché stessi parlando con Lachowski?» Calò per un po’ il silenzio, poi decisi che era semplicemente meglio non continuare. «Beh allora vado a provarci con Connie.» Spalancai gradualmente la bocca, per poi sentire gli occhi inumidirsi. «Non capisci proprio un cazzo Shelley, sei così cieco che non capisci cos’hai intorno.» Mi girai lentamente verso lui, cercando di non far traboccare le lacrime. «Così cieco da non capire che ho una cotta per te da cinque anni.» Sospirai allontanandomi, destinata alla solitudine, con il cuore metaforicamente parlando spezzato, il mio nuovo anno scolastico sembrava il peggiore della mia vita. Lo lasciai sospeso tra l’ombra e i risentimenti, preferivo andarmene ed ignorarlo piuttosto che stare ancora lì. Ma le sorprese non finiscono mai, appena voltai l’angolo c’era mia zia che mi osserva con la sua solita aria da ‘so tutto io.’ Camminai avanti, con passo svelto ma non servì a molto, mi trascinò nella sua stanza delle torture. «Che cosa ti ha sempre detto zia Astrid?» Sorrisi beffarda mentre tirava fuori la sua bacchetta, socchiusi gli occhi e sentì già il dolore invadermi. «Che gli stronzi vanno abbattuti.» La guardai come per sfidarla, ma tutto quello che ricevetti fu uno schiaffo in pieno volto. «..che non devo vedere persone di sangue sporco.» bofonchiai mentre prendevo fiato, non ne potevo più. «Cruciatus.» sentì dolore in tutto il corpo, incominciai a sudare freddo, questa volta le mie ferite non avrebbero retto. Urlai con tutta l’aria che avevo nei polmoni, finché non sentì la porta aprirsi. «La smetta, la smetta subito signorina Lestrange.» Sentì il respiro accorciarsi e la stanza prese a girare. Non so quanto tempo impiegai per toccare il pavimento. Ma fu ancora più doloroso. Le mie braccia distese colme di sangue e tutto quello che percepiva il mio udito era ovattato. Due braccia possenti mi raccolsero e mi portarono davanti alla mia sala comune. Aprì delicatamente gli occhi e vidi che il mio salvatore non era né charlie, né george, né francisco. Era il nostro vicepreside. «Stia attenta Black, non posso esserci sempre io.» Mi mise giù e lentamente mi aprì la porta dei sotterranei, annuì lentamente ed entrai. La sala mi sembrò vuota, misi il piede sinistro sul primo gradino e una voce mi fece sobbalzare. «Ancora Sam?» Mi girai lentamente e dalla penombra uscì Francisco, il colpo di grazia. Charlie mi avrebbe ammazzato se solo avesse saputo. «Ancora Francisco.» Salì il secondo gradino e mi ressi al muro. «Non credi che sia ora di fare qualcosa? » Sospirò il ragazzo avvicinandosi e aiutandomi a salire. «È come lottare per una causa inutile, lei non smetterà, mai. » Un altro gradino, un altro ancora. «Tu lo sai che non puoi entrare nei nostri dormitori, lo sai?» Ci guardammo e ridemmo, forse non era così male come pensava George, in fondo era turbato quasi quanto me e Charlie messe assieme. «Ti ringrazio, però Francisco..» Lo guardai con occhi imploranti mentre scendeva le scale. «Non lo dirò a nessuno, promesso Sam.» esordì scendendo gli ultimi gradini.





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br Spero di avere qualche recensione, bby ç_ç
su twitter siamo @fourtysunsets @bethfuckoff bye :)

   
 
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