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Autore: exitwounds    03/01/2013    4 recensioni
[bike (più o meno)]
«O te ne vai tu o me ne vado io, decidi.»
Nessuno di noi due fiata.
Ci scambiamo qualche sguardo, e riesco a cogliere i suoi occhi verdi lucidi.
Scuote la testa, rassegnato.
«Ho capito.» dice prendendo le chiavi della sua macchina ed aprendo la portiera. «Vai a farti fottere, Mike.»
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Billie J. Armstrong, Mike Dirnt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(2)

Christie Road.
 

Billie Joe.
Fermo la macchina davanti ad un bar, per l’ennesima volta, nel buio e nella tristezza di questa serata.
Ordino l’ennesima birra e mi sorprendo del fatto che riesca a stare in piedi, che non mi tremi il braccio mentre bevo e che non sia piegato sulla tazza di un lurido cesso a vomitare anche l’anima.
Appoggio il boccale e ne ordino un altro, più grande.
«Affoghi i problemi nell’alcol anche tu, Billie Joe?» mi sento chiamare da una voce che non conosco.
Mi volto di scatto, ma non c’è nessuno. Torno con lo sguardo rivolto al bancone, ad impugnare un’altra birra.
«Sono qui, seduto accanto a te.» continua la voce. Mi volto a destra, ma non c’è nessuno.
«Sinistra, Billie Joe.»
Mi volto a sinistra e finalmente posso dare un volto a quella voce. Un ragazzino che avrà vent’anni sì e no, con una birra in mano ed uno spinello nell’altra. Mi ricorda me da adolescente.
«Il gatto ti ha mangiato la lingua, Billie Joe?» mi chiede dando un tiro allo spinello.
«Come cazzo fai a sapere il mio nome?» esclamo preoccupato.
«Sei il frontman dei Green Day, la band che reputo più figa al mondo, come cazzo farei a non conoscerti?» mi risponde tranquillamente.
Rimango in silenzio.
«Allora, cosa ti porta qui a Rodeo, in uno squallido bar dell’estrema periferia?»
Rodeo? Sono a Rodeo? Che porca puttana ci faccio qui?
«Non lo so.» rispondo ordinando un’altra birra.
Mi scolo con pochi sorsi la birra, mi alzo e chiedo al barista il prezzo delle mie tre birre, ma lo sconosciuto mi spinge di peso sulla sedia.
«Rimani ancora un po’, dai, la prossima birra te la offro io.» si rivolge al barista. «Amico, altre due birre qua!» butta lo spinello ormai finito per terra.
«Non so neanche chi sei e mi offri una birra. Senti, sono quasi le due, torna a casa dalla mamma, è tardi.» gli dico continuando a bere.
Il ragazzino mi offre una risata sarcastica, poi torna serio. «Ho ventitré fottuti anni, mia madre è morta e faccio quello che cazzo mi pare.»
Silenzio.
Entrambi finiamo le birre, senza neanche guardarci negli occhi.
Faccio per tirare fuori il portafogli per pagare e finalmente andarmene, me di nuovo il ragazzino mi ferma.
«Jake, metti la mia birra e le sue sul mio conto!»
«Hai finito di offrirmi delle fottute birre?» esclamo mentre mi trascina a forza fuori dal locale.
«Sei la prima persona che conosco che si lamenta di qualcuno che gli offra una birra.» mi risponde secco.
Non ha tutti i torti.
«Dove stiamo andando?» gli chiedo barcollando. Non ho più l’età per reggere tanto alcol, i miei quaranta anni si cominciano a far sentire.
«In un posto che penso conoscerai molto meglio di me...»


Qualche minuto dopo mi dice che siamo arrivati.
Anche al buio, so benissimo dove ci troviamo.
Riconoscerei ogni dettaglio anche fra mille anni.
«Christie Road.» sussurro.
«Eh già, Armstrong. Non è cambiato nulla dai tempi in cui c’eri tu con i tuoi amici a bazzicare per questa via. Ti va di fare un tuffo nel passato?»
Come in trance, i miei piedi si muovono da soli, su una strada che hanno calpestato un’infinità di volte, lungo un percorso che conoscono a memoria, e finalmente giungiamo dove volevano.
«Questo era il nostro posto preferito. Qui ci fumavamo spinelli a più non posso e nascondevamo casse e casse di birra.» ricordo ad alta voce.
«Allora non è proprio cambiato nulla.» continua lo sconosciuto. «Questo è il punto di ritrovo del mio gruppo. Anche noi abbiamo nascosto casse e casse di birra, proprio là.» mi indica con un sorriso lo stesso nascondiglio che usavamo noi.
Ci sediamo per terra, mentre lui prepara due spinelli e me ne offre uno.
Lo accendo e comincio a fumare.
«Sembra di essere tornato a vent’anni fa.» sussurro tra il fumo che ci circonda.
«Amico, ma non so neanche come ti chiami.» aggiungo poi.
«Micheal.»
Comincio a ricordare il motivo per cui avevamo scritto “Christie Road”. Perché possono passare decenni senza andarci, ma ogni volta che torni lì essa ti accoglie come prima, ti nasconde dal mondo, come avevi sempre voluto.
So I go to Christie Road, it’s home.




ehilà!
sono tornata :)
beh, questo capitolo è piccolo, lo so...
ma il prossimo sarà l'ultimo.
dio, che strano che mi fa dirlo çç
vabbè. una vostra recensione mi farebbe piacere, non mordo mica c:
ps: so benissimo che da Rodeo ci vuole un casino di tempo per arrivare a Christie Road a piedi, ma faceva effetto in questa situazione e l'ho messo, lol.

howyouremindme.

  
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