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Autore: _LoveStory_    03/01/2013    1 recensioni
"-サド(Sado), Sadismo è il mio nome. Ricordate ciò che dico, fate il mio volere-
E detto ciò svanì lasciandosi dietro solo silenzio.
Quella notte ci fu una grande mareggiata.
E l’equipaggio si divise irrimediabilmente."
Se la ciurma, una notte tempestosa, fosse divisa irrimediabilmente? Come faranno i nostri innamorati a vivere lontani gli uni dagli altri?
Complotti, intrighi, sfide e amori raccontati direttamente dai protagonisti, per salvare ancora una volta un regno logorato dall'avidità e l'intero mondo.
PS: dedicata alla mia migliore amica, la mia Sado
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Kaya, Mugiwara, Usop, Zoro\Robin | Coppie: Sanji/Nami
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo
  

Chi osa interrompere il sonno di Pdor, il grande Pdor, figlio di Kmer, della tribù di Ishtar, della terra desolata dei Kfnir, uno degli ultimi sette saggi: Pfulur, Galér, Astaparigna, Sùsar, Param, Fusus e Tarìm, eh?
Pdor, colui che era, colui che è stato e colui che sempre sarà, ciuccia chi e ciuccia la! Eh?
Pdor, colui il quale ha inseguito e sconfitto i demoni Sem, che ora vagano per il mondo, domandandosi: «ma nü, chi sëm?»
Avvicinati, tu, o uomo dalla forma gnomica, e ricordati che sei al cospetto di Pdor, colui il quale è sceso nelle sacre acque del lago Pfsignur, tra le ninfe Psnigherals, e lì ha assaggiato il mitico cibo degli dèi, la piadina!
Avvicinati tu, o uomo della terra dei fichi d'india, e ricordati che sei al cospetto di Pdor, colui il quale ha amato le mille dèe, tra cui la dèa Berta, la dèa dalla gamba aperta!
Pdor, il grande Pdor, che ha visto i mille draghi alati Casir, Srar, Parim e Falem.
Avvicinatevi, o uomini!

 
(Aldo, Giovanni e Giacomo)

 
Salve a tutti.
Mi presento, sono la voce fuori campo, l’onnisciente autore di tutto ciò che sto per narrarvi. Come le Moire filo la trama di quest’entusiasmante avventura che vado raccontando e modificando per mio diletto ardire. È così che iniziò il tutto, in un dì che oramai volgeva al termine. Il sole splendente, si accingeva a scomparire dietro l’orizzonte e il mare calmo dondolava una gigantesca nave pirata. In cima, di vedetta, stava un marinaio con un fisico scolpito da sforzi quotidiani a cui lui stesso si sottoponeva per aumentare la sua forza. Era uno spadaccino particolare: Roronoa Zoro utilizzava infatti tre spade, tre enormi e luccicanti katane con cui si destreggiava in battaglia. Guardò attraverso gli enormi lucernai e scorse un’altra figura, questa volta femminile, che stava seduta sull’erba del ponte con un libro poggiato sulle gambe. I lunghi capelli neri le ricadevano morbidi sulle spalle e gli occhi scorrevano veloci dall’alto in basso, e ancora su e poi giù.
-Nico Robin- disse poi un ragazzo biondo e di bell’aspetto uscendo dalla cucina - Mia cara archeologa, qui fuori ti prenderai un malanno, entra dentro. Ci sono che gli altri-
-Grazie Sanji- rispose la giovane alzandosi.
Il cuoco le aprì la porta e la fece accomodare nella cucina. La stanza era ampia e ospitava al centro un grande tavolo. Attorno ad esso erano raggruppati tutti i componenti della ciurma: in fronte, a capotavola, il capitano Monkey D Rufy, detto Rubber cappello di paglia, su cui pende una taglia da 300 milioni di danari. Alla sua sinistra una prosperosa ragazza dai capelli arancioni, Nami. Prima di unirsi al capitano era una ladra professionista con il sogno di disegnare mappe, ora è una rispettata navigatrice. In seguito stava uno strano essere -non più strano di Brook, uno scheletro canterino, con capigliatura afro, che ballava e vocalizzava per la stanza- :era una piccola renna con il naso blu e un buffo cappello rosa che aveva mangiato il frutto homo homo. Tony Tony Chopper, dice di chiamarsi, ed è un grande medico del mare. Nell’angolo poi, stravaccato sul divanetto ad angolo, stava il rispettabile cecchino Usop. Non era un uomo dal grande coraggio, ma possedeva l’ingegno e la scaltrezza di una volpe. Nonostante ci fosse un forte chiasso, c’era ancora una persona che mancava all’appello. Catty Flam era il suo vero nome, ma si faceva chiamare da tutti Franky. Un cyborg di altissima manifattura ingegneristica e un brillante carpentiere navale. Lui stesso aveva apportato le modifiche al suo corpo e aveva costruito la Thousand Sunny, l’imbarcazione su cui stava viaggiando in quel momento.
-Yohohoh Yohohohoh Porto il liquore a Binks- cantava Brook - veleggiando sovra il mar, vento in poppa arriverò e glielo consegnerò...-
La nave si zittì per un istante.
Rubber smise di reclamare il cibo, Nami alzò la testa dalle sue carte, Chopper smise di studiare, Sanji smise di girare la pasta, Franky interruppe la manutenzione del motore, Zoro smise di allenarsi e Robin si andò a sedere in religioso silenzio.
Le note del violino danzavano armoniose per le stanze e all’esterno, invocando un canto melodioso al cielo.
Un canto che un Dio come me non può non ascoltare.
Una lode che non può non riconoscere.
Loro malgrado, avevo già deciso come sarebbe andata avanti questa storia.
Il fato è segnato e solo un amore più forte del destino lo più contrastare.
Nel mentre la canzone giungeva al suo culmine, un grande tonfo distrasse la ciurma.
I marinai uscirono precipitandosi con una gran fretta sul ponte di comando.
-Ma.. cos’è successo?- si chiesero notando che nulla era fuori posto.
Né un buco, né una falla avevano deturpato quella maestosa nave.
Allora: cos’era stato quell’enorme frastuono?
L’archeologa notò uno strano volume sotto l’albero.
-Possibile?- si chiese Nico Robin avvicinandosi al libro. Passò una mano sulla copertina: era rilegato in pelle dorata, non sembrava tinto. Che fosse stato ricavato da un animale d’oro? “Impossibile” pensò fra se... ma non era poi così improbabile.
Le scritte, quelle si erano preziose e rifinite. La lingua, quella era incomprensibile.
-Cosa c’è sorellona?- chiese Nami avvicinandosi alla ragazza.
-Dimmi, Robin-chwan, non è tuo quel librone?- chiese Sanji avvicinandosi allegro.
Rubber aveva preso a saltellare gridando “Mistero! Mistero! Abbiamo trovato un mistero! Mistero!”.
L’archeologa impassibile aprì il volume che aveva fra le mani.
Le pagine erano vuote, ma appena la nuvola di polvere si alzò causa il movimento delle pagine, comparve davanti a loro una ragazza.
La giovane donna stava seduta sull’altalena e si dondolava piano.
Non sembrava inconsistente, anzi, era di carne come un qualsiasi essere umano, ma emanava una strana aurea evanescente.
Dei lunghi capelli bruni le cadevano sulle spalle e il leggero vestito di seta le poggiava sui fianchi sottolineando le forme in un leggero panneggio. I modi e l’abbigliamento ricordavano una dea greca, ma la sua potenza era infinitamente maggiore.
Io lo so perché sono il vento e quel giorno ero là, c’ero per caso o chissà. Tre giorni e tre notti d'estate restai sogni di suono guidai. [Pooh]
Il grande Capitan Usop saltò in aria dalla paura.
-Ahh!!- gridò insieme al dottore e corsero a nascondersi dietro l’impassibile spadaccino.
-Chi sei?- domandò un po’ sconcertata la navigatrice.
Rubber saltellava di gioia.
-Vuoi entrare a far parte della nostra ciurma?- chiese senza nemmeno presentarsi.
-Non puoi chiederglielo! Non la conosci nemmeno!- gridò Franky stizzito.
-Perché no, Yohohoh?! Signorina, vorrei chiederle un favore.. posso vedere le sue mutandine?-
-Bellissima fanciulla- esordì Sanji inchinandosi al suo cospetto - è il cielo che ci ha fatti incontrare, oh mia perla di maestà, mio fiore candido a primavera, oh mio..-
La ragazza non li ascoltò e, con sguardo fermo e viso truce, si alzò in piedi.
-Hai detto bene, cuoco- la voce era così soave e ferma allo stesso tempo che avrebbe potuto convincere con una sola parola un intero esercito di fedelissimi a muoversi contro il proprio re. -È il cielo che ha voluto ciò, perché io sono il cielo.-
La ciurma si zittì e ascoltò seria. Anche il capitano smise di danzare.
Tutto tacque.
-Ciò che vi sto per dire è il preludio a una grande prova che dovrete affrontare. Ascoltatemi dunque.-
Si sedettero tutti in cerchio e lei, in piedi, cominciò a parlare.
-Fate sì che ognuno di voi abbia un piccolo fiocco legato al collo. Non slegatelo. Non tagliatelo. Sarà l’unico modo per sfuggire al mare e alla tempesta che vi sto per mandare.-
-Non ha senso- commentò Franky - Perché ci dici come sopravvivere e un qualcosa che stai per provocare? E poi, chi sei tu per poter far ribollire i mari?-
La donna lo fulminò con lo sguardo e il sangue del cyborg gelò all’istante.
-Non slegate il fiocco e non ostacolate il mio volere. Allorché io vi ricompenserò. Credetemi: c’è un losco piano che va sventato. Il libro che vi ho lasciato è il libro dei miei pensieri. Scriveteci il vostro vissuto e pagina per pagina la storia continuerà-
La giovane dea spiccò un salto e fluttuando raggiunse il sole.
-Non ci hai ancora detto come ti chiami..- aggiunse poco convinta Nico Robin
-サド(Sado), Sadismo è il mio nome. Ricordate ciò che dico, fate il mio volere-
E detto ciò svanì lasciandosi dietro solo silenzio.
Quella notte ci fu una grande mareggiata.
E l’equipaggio si divise irrimediabilmente.
   
 
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