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Autore: SmartieMiz    03/01/2013    0 recensioni
Kurt Hummel, chiamato Porcellana per la sua pelle candida, è un giovane ragazzo orfano di genitori. Abita in una grande villa con il perfido e vanitoso fratellastro Sebastian e il servitore Karofsky.
Kurt, sentendosi minacciato e in pericolo, scapperà e si imbatterà in sette bizzarri Warblers che diventeranno gli amici che non aveva mai avuto.
Qualcosa, o meglio, qualcuno, cambierà la vita di Kurt.
Rivisitazione di "Biancaneve e i Sette Nani" ambientata ai tempi di oggi con i personaggi di Glee!
«Specchio, servo delle mie brame, chi è il più figo del reame?», domandò Sebastian gelido ad uno specchio.
Era quella la fatidica domanda che il giovane Sebastian Smythe poneva allo specchio ogni giorno.
Genere: Comico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Dave Karofsky, Kurt Hummel, Sebastian Smythe, Warblers/Usignoli | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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The Seven Warblers

Il giorno dopo, Kurt era andato a fare la spesa. Sebastian aveva mandato Karofsky con lui: aveva un piano formidabile per sbarazzarsi una volta e per tutte di lui senza ricorrere a rimedi estremi e avrebbe funzionato, ne era certo.
«Che ne dici? Compriamo questi biscotti?», domandò Kurt interessato a Dave leggendo la scadenza di un pacco di biscotti.
«Sì, Porcellana, va bene», rispose Karofsky meccanicamente, assorto nei suoi pensieri.
Non se la sentiva di fare quello che gli aveva ordinato Sebastian.
Usciti dal supermercato, Karofsky avrebbe dovuto convincere Kurt a fare una passeggiata in un bosco; l’avrebbe dovuto accompagnare in auto fin lì e poi l’avrebbe lasciato, in compagnia soltanto della sua sorte.
«Porcellana, io volevo chiederti se ti andava di…», le parole gli morirono in gola.
Kurt, incuriosito, si voltò verso Dave: «… se mi andava di…?».
Stava quasi per rispondergli, ma non glielo disse.
«Oh, Kurt, mi dispiace tantissimo!», asserì il ragazzo con le lacrime agli occhi inginocchiandosi a lui; per poco non si soffiava il naso con la stoffa dei suoi pantaloni: «Scusa, scusa, scusa…».
Kurt lo guardò confuso; erano in mezzo alla città e tutti li stavano osservando straniti.
«Dave, perché ti scusi? Cosa ti dispiace?», gli chiese il ragazzo perplesso.
«Mi dispiace non averti detto mai niente…», singhiozzò lui, poi asciugò le proprie lacrime e parlò: «Sebastian è pazzo… il tuo fratellastro è semplicemente un folle! È pericoloso, lui ti detesta! Mi aveva ordinato di portarti in un bosco lontano e di lasciarti lì, solo al tuo destino!».
Kurt sgranò gli occhi, sorpreso; sapeva che Sebastian lo odiasse, ma non credeva fosse capace di un gesto così perfido.
«Ha pensato anche di ucciderti!», continuò Karofsky: «Scappa finché sei in tempo… quello ti farà del male, prima o poi!».
Kurt lo guardò scandalizzato. Annuì leggermente e si allontanò da David.
«Grazie per avermelo detto, Dave. Addio», lo salutò cordialmente il ragazzo cercando di nascondere invano la preoccupazione.
«Non c’è tempo per i saluti! Devi scappare, ora!», lo incitò Karofsky allarmato.
Kurt, terrorizzato, corse per le strade della città. Attraversò rapidamente la strada e un’auto per poco non lo tranciò.
«Hey, quando attraversi la strada non devi guardare le nuvole!», lo ammonì un guidatore infuriato.
«Mi scusi!», si scusò Kurt mortificato, dopodiché continuò nel suo cammino.
Cadde a terra diverse volte; inciampava per la paura e l’angoscia che attanagliavano il suo cuore.
Alla fine, esausto, si fermò di fronte a quello che sembrava un appartamento isolato e malridotto; era l’unica abitazione di quel viale e Kurt, disperato, bussò alla porta. Nessuno venne ad aprirla, ma il ragazzo si accorse che stranamente era già aperta.
Entrò in casa, premette l’interruttore della luce e chiuse la porta alle sue spalle; poté notare una casa non molto grande e assai disordinata e mal conciata: crepe sui muri, polvere a terra, ragnatele, piatti sporchi nel lavello, altri ancora a tavola.
«Una casetta abbandonata», mormorò Kurt pensieroso. Il ragazzo si diresse in quella che doveva essere la camera da letto e vide la bellezza di sette letti, con le lenzuola tutte sgualcite e fuori posto: «Sette persone vi abitavano. Chissà perché non vivono più qui».
Kurt si avvicinò alla finestra e notò degli uccellini; sorrise loro e aprì la finestra per farli entrare dentro.
«Oh, teneri uccellini, entrate pure!», li salutò il ragazzo con un sorriso soave: «Ora metto un po’ a posto questa casa… chi vuole aiutarmi?».
Gli uccellini risposero sbattendo le loro piccole ali.
Kurt incominciò a fischiettare e a cantare un’allegra melodia; prese la scopa e incominciò a spazzare a terra. Gli uccellini prendevano delle pezze e aiutavano il ragazzo a spolverare i mobili.
Kurt lavò i piatti, eliminò le ragnatele, riordinò i letti… era ormai sera quando la casa aveva un aspetto accettabile.
«Grazie, uccellini, mi siete stati molto d’aiuto», li salutò Kurt con un sorriso aprendo loro la finestra per farli uscire.
Il ragazzo, stanco morto, si buttò sul primo letto che trovò e cadde in un sonno profondo.
 
«Ho sonno», mormorò un bel ragazzo alto e paffuto.
«Oh, Trent, ma hai sempre sonno!», brontolò un altro ragazzo con capelli castani e un naso pronunciato.
«Tu invece brontoli sempre, Nick!», lo ammonì un ragazzo alto e massiccio.
«E tu, Richard, invece…».
«Basta, ragazzi!», li fermò un ragazzo con tratti asiatici: «Siete proprio dei bambini!».
«Wes ha ragione: basta litigare!», asserì un ragazzo di colore emettendo uno starnuto.
«Salute, David», gli augurò un ragazzo basso dai capelli scuri, gli occhi nocciola e i tratti ispanici.
«Grazie, Thad».
«Ci muoviamo? Voglio andare a casa», sbuffò Nick.
«Sì, ora andiamo!», gli rispose dolcemente un ragazzo biondo baciandogli teneramente una guancia.
I ragazzi si avvicinarono all’appartamento e dalla finestra poterono notare che in camera da letto la luce era accesa.
«Ladri!», esclamò Thad impaurito.
«Che mammone che sei», biascicò Nick accigliato.
«Jeff, ti abbiamo detto tante volte che quando andiamo a scuola non devi lasciare le luci accese!», lo rimproverò Wes severo.
«Ma non sono stato io!», esclamò il biondo: «Perché pensate sempre che sia io?».
«Perché sei stupido», ridacchiò Richard.
«Ah-ah, squallida!», rispose Nick inorridito.
«Vogliamo entrare?! Ho sonno!», si lamentò Trent.
«E va bene», asserì David.
I ragazzi si avvicinarono furtivamente alla porta e, come per magia, la trovarono già aperta.
«Forse la porta aperta l’ho lasciata io…», mormorò Jeff.
«Ora è colpa tua se è entrato un ladro!», lo informò Thad allarmato.
«Entriamo e facciamola finita», tagliò corto Nick bruscamente.
I ragazzi entrarono e trovarono la casa miracolosamente ordinata e pulita: i bicchieri e i piatti, lindi e splendenti, nella credenza; nemmeno un granello di polvere sul pavimento; nessuna ragnatela sul soffitto.
«Okay, questa di sicuro non è opera mia», disse Jeff deciso.
«E neanche mia», concordò Richard.
«A dir la verità, credo proprio non sia opera di nessuno di noi», parlò Wes razionale.
Tutti annuirono; salirono le scale con passo felpato e si bloccarono all’ultimo gradino.
«Jeff, visto che sei tanto coraggioso, vai tu a vedere se c’è qualcuno in camera», lo incitò Richard.
«Ma io… ma io ho paura quanto voi!», rispose Jeff spaventato.
«Ma vai tu, Richard!», si intromise Thad.
«No, Jeff ci va: è lui quello ingenuo e smemorato», spiegò Richard quasi con razionalità.
Nick, furibondo, lo fulminò con lo sguardo: «Sai che ti dico? Se deve morire Jeff, morirò anche io. Andremo insieme, amore mio!».
Jeff sorrise lievemente alle parole del suo ragazzo, ma era ugualmente spaventato.
Nick gli diede la mano e gli diede un po’ di forza: insieme entrarono nella stanza e, come sospettato, notarono un ragazzo sul letto.
«UN LADRO! UN ASSASSINOOOOOO!», urlò Jeff spaventato.
Wes scese velocemente le scale e ritornò subito dopo con dei coltelli da cucina tra le mani: «Ragazzi, non si sa mai, ma potrebbero servirci per difenderci!».
I ragazzi annuirono ed entrarono in camera da letto.
Le urla di Nick e Jeff avevano già interrotto il sonno del dolce fanciullo; questi si svegliò di scatto e tutti rimasero senza parole quando lo videro sveglio: lo sconosciuto era un ragazzo bellissimo, alto, snello, dalla pelle diafana, dai capelli biondo scuro e dagli occhi di una splendida tonalità di azzurro.
«Scusate, questa è la vostra casa?», chiese il ragazzo ancora spaventato per il brusco risveglio.
«Ma no! Smamma, se non ti dispiace, e tra tutti i letti dovevi addormentarti proprio sul mio!», asserì Nick furibondo.
«Piantala, Nick, non vedi che il ragazzo è spaventato?», lo ammonì Thad: «Un po’ di sensibilità…».
«Io… io non ho più una casa», rispose il ragazzo con le lacrime agli occhi: «Il mio fratellastro voleva farmi del male, voleva uccidermi, e io, terrorizzato dalle sue perverse intenzioni, sono fuggito… e ora eccomi qui, senza nessuno, completamente da solo».
La storia del ragazzo sconosciuto intenerì tutti e sette i ragazzi.
«Come ti chiami?», gli chiese Jeff curioso.
«Kurt, Kurt Hummel, ma tutti mi chiamano Porcellana», rispose pronto il ragazzo.
«Io sono Wes Montgomery, piacere di conoscerti, Kurt Hummel», si presentò il ragazzo con i tratti asiatici tendendogli la mano: «Noi siamo un gruppo di amici che frequenta lo stesso college. Ci piace essere chiamati con il nome di Warblers».
«Warblers? Perché vi fate chiamare così?», chiese Kurt curioso.
«Era il nome del nostro Glee Club del liceo», rispose semplicemente Thad, poi con un sorriso disse: «Thad Harwood, piacere».
«Trent Nixon».
«David Thompson».
«Richard James».
«Jeff Sterling!».
«Nick Duval», rispose acidamente il moro che l’aveva rimproverato per essersi addormentato sul suo letto: «Fai qualcosa di sbagliato e ti spacco la faccia».
A quelle parole Kurt sobbalzò.
«Nick, ma come manchi di tatto!», lo ammonì Thad accigliato: «Il ragazzo è terrorizzato, non ha niente e nessuno… vuoi sforzarti di essere un po’ più gentile?!».
«Okay, ci provo, ma sarà difficile», concluse il moro con uno sbuffo.

 

Angolo Autrice

Buona serata a tutti! :D
Vi ricordate di questa ff? c: Ve lo chiedo perché non aggiorno dall'11 novembre! O_O D: Scusatemi per il ritardo imperdonabile!
In questo capitolo incontriamo finalmente i sette Warblers! :D Se non vi è stato chiaro, ecco a voi il nome di ogni Warbler con il nano corrispondente! ;)

Wes = Dotto
David = Eolo
Nick = Brontolo
Jeff = Cucciolo
Thad = Mammolo
Trent = Pisolo
Richard = Gongolo

Ringrazio tutti coloro che leggono e recensiscono, al prossimo capitolo! :D (sperando di essere un po' più precisa con i tempi xD :33).

   
 
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