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Autore: lotus_core    04/01/2013    2 recensioni
I Carrow continuano ad imperversare su Hogwarts e a farsi beffe della dignità della scuola e della vita degli studenti. Le loro punizioni senza pietà mettono a rischio la pelle di una ragazza, che si ritrova sola e impotente nel cuore nero della Foresta Proibita. Solo la luce potrà salvarla.
Genere: Drammatico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Ginny Weasley, Minerva McGranitt, Neville Paciock
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Come un diamante nella notte, una goccia d’ambra su una foglia, un fenicottero inconsistente e avvolto da flutti argentati volteggiava in un buio e stretto sentiero della Foresta Proibita. Dietro l’animale, una bacchetta alzata si faceva strada tra gli alberi.
Samyr correva e scansava i rami che si intrecciavano e creavano ostacoli lungo il passaggio; la luce corporea prendeva vita dall’appendice del braccio della ragazza e in cambio le illuminava il cammino verso il castello. Le lacrime che avevano bagnato le guance della ragazza fino a poco tempo prima brillavano sotto lo scintillio argentato del Patronus e i singhiozzi accompagnavano il rumore dei suoi passi veloci e nervosi. La speranza di rivedere le torri di Hogwarts manteneva viva la forza del suo incantesimo.
Cercava di orientarsi nell’oscurità densa di quel luogo e l’umidità pungeva sulle sue ferite più recenti, ma, d’un tratto, inciampò nella radice di un albero che spuntava dal terreno, rovinando a terra. Il fenicottero si dissolse nell’aria, lasciandosi dietro solo piccole luminescenze argentate che in un attimo si diradarono.
Le lacrime ripresero a sgorgare dai suoi occhi, mentre una nebbia fitta cominciò a insinuarsi nella sua divisa e a gelare l’aria tutt’intorno. La ragazza si accasciò a terra, stanca e distrutta da un senso di impotenza e infelicità, mentre figure nere e incappucciate scivolavano verso di lei. Non fece in tempo a scorgerne un paio provenire dalla direzione del castello che già si sentì svenire. Gli occhi si socchiusero, piano, mentre abbassava la testa dietro il braccio piegato davanti a sé.
Non riusciva a distinguere i Dissennatori dal buio, ma poco importava. Stava per morire. Vide una luce bianca penetrare tra le palpebre abbassate e cristallizzarsi nelle lacrime aggrappate alle ciglia. Ecco, era morta.

L’alto portone in quercia di Hogwarts fu aperto in piena notte. La professoressa McGranitt varcò la soglia dell’entrata e si diresse verso il limitare della Foresta Proibita, seguita da due studenti.
«Gli altri dovrebbero già essere nella Foresta, professoressa» disse uno dei due.
«Merlino, spero non gli sia successo nulla. Una decisione da incoscienti!»
«Ma, professoressa, Samyr era in grave pericolo! I Carrow l’hanno spedita lì dentro per punizione e noi...» ribatté l’altro ragazzo, subito interrotto dalla docente.
«Ne sono perfettamente a conoscenza, Williamson, ma avreste dovuto venire prima da me. Sarebbe stato molto più saggio» sentenziò e nella sua voce era udibile tutta la preoccupazione che quella situazione le suscitava.
«Ci scusi, professoressa.»
«Ad ogni modo, dobbiamo correre e sperare che non sia troppo tardi.»
«Lei crede che..?»
Williamson non fece in tempo a terminare la domanda che tra gli alberi si fece spazio una luce abbagliante. Dei Patroni precedettero l’arrivo dei salvatori di Samyr, che si dirigevano verso il castello il più velocemente possibile.
«Sia ringraziato il cielo, state bene? Avete trovato la ragazza?» la McGranitt si avvicinò di corsa agli studenti che ora abbandonavano la stretta via che li aveva condotti fuori dalla Foresta Proibita.
«Sì, per fortuna era  lungo il sentiero, non è stato difficile trovarla» rispose Ginny, mentre abbassava la bacchetta e il suo cavallo argentato si dissolse nell'aria.
Quasi in contemporanea, scomparvero anche gli altri Patroni.
«Ma non sta bene. È in brutte condizioni» aggiunse Neville, che portava in braccio la ragazza.
I suoi lunghi capelli castani fluttuavano nel vuoto e il suo corpo se ne stava inerme tra le braccia possenti del ragazzo. Sembrava un cadavere, immobile e flagellato da diverse ferite –che, del resto, caratterizzavano anche il resto degli studenti presenti, altre vittime delle Maledizioni Cruciatus dei Carrow-.
«Presto, presto, portiamola da Madama Chips!» esortò la professoressa, esaminando con sguardo afflitto il corpo di Samyr. «Williamson, tu va a chiamare la sua Capocasata, la professoressa Sprite.»
«D’accordo, professoressa.»
Nelle vene dell’insegnante di Trasfigurazione il sangue ribolliva. Mai più avrebbe permesso a quei maledetti Mangiamorte di fare del male ai suoi studenti, li avrebbe protetti anche a costo della sua vita. Non riusciva più a sopportare simili angherie. La vista di quei poveri ragazzi le colpiva direttamente il cuore. Si sentiva quasi in colpa per ciò che accadeva nel castello; avrebbe volentieri sopportato le torture di quegli avvoltoi sulla sua pelle, piuttosto che guardare in silenzio quel martirio di innocenti. 
  
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