Inspirò profondamente, imponendo al proprio cuore di calmarsi
e al sangue nelle sue vene di smettere di affluire verso le sue guance. Pregando
che lo stesso Godric Grifondoro
le infondesse un po’ di coraggio, si inumidì le labbra,
quasi sul punto di iniziare un discorso.
Inaspettatamente sollevò lo sguardo puntandolo fieramente
negli occhi di lui, in quelle pozze d’argento fuso che
per lei avevano assunto ormai un fascino magnetico.
E perle salate le sgorgarono dagli
occhi. Senza motivo.
Era la seconda volta che si mostrava debole di fronte a lui.
Queste non son più
lacrime, che fuore
stillo dagli occhi con sì larga vena.
Non suppliron le lacrime al dolore:
finir, ch'a mezzo era il dolore a pena.
Dal fuoco spinto ora il vitale umore
fugge per quella via ch'agli occhi mena;
ed è quel che si versa, e trarrà insieme
e 'l dolore e la vita all'ore estreme.
Questi ch'indizio fan del mio tormento,
sospir non sono, né i sospir
sono tali.
Quelli han triegua talora;
io mai non sento
che 'l petto mio men la sua
pena esali.
Amor che m'arde il cor, fa questo vento,
mentre dibatte intorno al fuoco l'ali.
Amor, con che miracolo lo fai,
che 'n fuoco il tenghi, e nol
consumi mai?
Ma queste parole ne valevano la pena. Solo
così era riuscita a far capire ciò che provava, ciò che ogni notte la
tormentava.
Lui restò immobile.
Forse stupito da quel passo dell’Ariosto
pronunciato con tale trasporto ed emozione. O forse
solo colpito per aver appurato che Hermione Granger provava davvero qualcosa per lui.
Il crepitio delle fiaccole risuonava sinistro per tutto il
corridoio, unico rumore ad infrangere quella fitta cappa di silenzio.
I secondi scorrevano via insieme alle sue speranze di
ricevere una risposta, un sussurro, un solo cenno a quel tentativo di aprirgli
il suo cuore.
Poi, proprio quando era sul punto di
voltargli le spalle, lasciandosi indietro quell’umiliazione
appena subita, lui parlò. Con voce calma e profonda. Prendendosi tutto il tempo del mondo.
“Amor,
c'ha nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che,
come vedi, ancor non m'abbandona.”
E subito l’umiliazione
non fu più tale. Le lacrime smisero di solcarle le guancee
la bocca le si schiuse involontariamente in un’espressione
di sorpresa.
Attimi di silenzio, respiri carichi di parole
non dette.
Una frazione di secondo a separarli.
E con un tocco lieve lui
le catturò una lacrima solitaria che si era incantata tra le sue ciglia e,
quasi temendo di infrangerla in tanti minuscoli frammenti, la attirò a se
imprigionandola tra le sue braccia.
Era così confortante quell’abbraccio!
Ricambiò, lasciandosi finalmente andare ad un sospiro liberatorio,
e un sorriso dolce le increspò le labbra.
Si strofinò contro il suo maglione: aveva un
buon odore. Fresco e zuccherino al tempo stesso.
“ Ed ora?” soffiò lui
in un sussurro. Ma lei non voleva pensare a cosa sarebbe successo di lì a un minuto, o ad un ora, o a tutta la vita. Voleva vivere
appieno quel momento, farlo suo e imprimerlo a fuoco nella mente.
Poi ispirando ancora il suo odore rispose “Se
sarai con me…qualunque cosa farai o dovunque vorrai andare…sarò con te”
La costrinse a sollevare il volto e le depositò
un delicato bacio sulle labbra.
“La prendo per una promessa” le sussurrò ancora
a fior di labbra.
E….continua! xD
no, in realtà dopo tanti secoli che non postavo delle amiche mi hanno
praticamente minacciata di continuarla…però ora non so se andare avanti o al
massimo scrivere 1 epilogo…voi che dite? Questa volta mi sono anche mantenuta
su citazioni abbastanza classiche (l’Ariosto e Dante....
mamma mia).
Ringrazio infinitamente chi ancora mi segue…le mie friends pazze che leggono le porcherie che scrivo e chi si ritroverà a
leggere questa roba x puro caso.
Baci a tutti J