Side Three – Naruto’s Whim – Parte Seconda
-Itachi,
Itachi rallenta…-
Naruto
si appoggiò ad un albero, tenendosi il punto dove la ferita era appena stata
sanata da Kyubi.
-Ok
che ti ho chiesto di uccidermi ma-
-Stai
avendo dei ripensamenti… Naruto-kun?-
Sguardo
fisso, occhi azzurri, fermi, sicuri.
-Non
impicciarti degli affari altrui. Volete lei, lei avrete.-
Si
alzò, lasciando indietro il maggiore degli Uchiha. Allungò il passo,
sentendoselo di nuovo accanto. Stettero in silenzio per ore, camminando senza metà secondo Naruto.
Stava…
davvero… andando nel covo nell’Akastuki? Stava davvero consegnando nelle loro
mani il potere per poter distruggere Konoha?
-Pensi
a Sasuke non è vero?- un sussurrò, trasportato
velocemente dal vento fino alle orecchie di Naruto.
-Ah…
è così evidente quindi…-
Itachi
si fermò di scatto, facendo sbattere Naruto contro le sue spalle. Si girò
osservando per l’ennesima volta quei bellissimi occhi azzurri, ora tristi e
rassegnati.
Lo
fece indietreggiare fino al tronco di un albero, appoggiando una mano accanto
alla sua testa.
-Itachi…-
Il
giovane componente dell’Akastuki non disse niente, continuando a fissarlo.
-Non
riesco…- il biondo fu il primo a distogliere lo sguardo –a dimenticare così
facilmente le bugie che lui stesso ha deciso di dirmi. Lo amo è vero, lo amo
ma…-
-Il
mio fratellino è solo un bambino viziato. Un bambino viziato e capriccioso.
Vuoi continuare a rimanere il suo capriccio in eterno?-
-Ngh…-
Naruto
si divincolò, tentando di uscire dalla stretta di Itachi. Ma l’altro fu più
veloce, stringendogli forte il polso.
-Lasciami!-
-Lui
non ti vuole- la sua mano scese lentamente la zip
della felpa –su dai non farmi dire cose che sai già…- rise –dai Naruto-kun… dai…-
Quando
voleva, Itachi Uchiha, sapeva essere molto convincente.
Ogni
parola che solamente pronunciava era una certezza, ogni parola riusciva a
convincere, ogni parola ammaliava, ogni dannatissima sillaba incantava.
-Che
ne dici…- soffiò, infilando prepotentemente la mano nei suoi pantaloni
–giochiamo?-
-No!
Fermo Itachi! Ti ho chiesto di portarmi al vostro covo, non di violentarmi!-
-Non
sei tu che decidi cosa fare o non fare, piccolo…- sussurrò al suo orecchio.
-Ma
il nostro leader si, Itachi-san.-
Un
flebile gemito uscì dalle labbra di Naruto, mentre una mano lo abbandonava e
altre due lo avvolgevano da dentro il tronco dell’albero.
-Zetsu…
impertinente come al solito. Il capo ha chiesto di-
-Di
voi si. E’ da stanotte che ti seguo… strano era il fatto che tu ti fossi mosso
senza Kisame.-
Itachi
imprecò sottovoce, lasciando andare del tutto Naruto, mentre Zetsu usciva del
tutto dall’albero.
-Volevi
prendere la forza portante per noi, vero? Volevi prendere la forza portante
per fottertela, vero?-
-Fai
stare zitta la tua parte nera, Zetsu.-
-Scusala
è un pochino irruente.-
Naruto
seguì poco quel surreale scambio di battute, pensando solo a riallacciarsi i
pantaloni. Non voleva andare incontro alla sua fine in condizioni indecenti.
-Andiamo.
Su muoviamoci.-
-Almeno
siete d’accordo su qualcosa.- sussurrò Itachi, afferrando Naruto per un
braccio.
-Non
abbiamo molto da camminare. Il leader per sicurezza ha spostato il covo. Aveva
notato dei movimenti sospetti… ahahahah, traditore!-
Naruto
li seguì a testa bassa, cominciando a sudare freddo. Infine l’aveva fatto
davvero. Quante volte, chiuso nella sua camera, l’aveva pianificato… scappare e
trovare la morte tra le braccia dei suoi nemici.
E i
suoi sogni?
Sogni?
Da tempo aveva rinunciato ai suoi sogni, da tempo aveva abbandonato il suo
credo ninja. Il pensiero di Sasuke era l’unico che lo
teneva in vita. E quando scopri che la tua unica ragione di vita ti aveva
raccontato molte più bugie di quante te ne aspettassi?
La
morte è l’unica soluzione.
-Itachi
ti devo chiedere una cosa…- sussurrò, afferrando il suo cappotto.
-Zetsu
vai avanti ti raggiungiamo subito.-
-Ok
Itachi-san. Tsè...-
Quando
i suoi passi furono lontani, Naruto cominciò a parlare. In
effetti poteva parlare anche con quel mostro davanti ma… ora come ora…
niente aveva più importanza.
-Era
una domanda che in origine io avrei voluto porre a Sasuke. Ma non penso avrò
più il… piacere di incontrarlo- sorrise –Itachi…-
-Nh?-
-Sono…
molto alte le nuvole secondo te?- arrossì, girando il
viso.
-Non
merita risposta la tua domanda.- riprese a camminare.
-Hai
ragione…- accelerò il passo.
Il
buio li avvolse, entrando in una grande caverna.
I
terribili ricordi della morte di Gaara lo assalirono, lo soffocarono.
Sakura-chan…
Kakashi-sensei…
Ancora
una volta sarebbero stati loro a trovare un corpo inerme e senza vita?
Vide
i volti trasognanti di tutti i membri dell’Akastuki presenti. Una forza
portante che si gettava di sua spontanea volontà verso una tremenda fine. C’era
qualcosa di più bello?
Sasuke…
-Iniziamo…-
sussurrò il leader, nascosto dietro una roccia, solo la sua voce era udibile.
-Verranno
a riprenderlo?- chiese Kisame a Itachi.
-Già- rimbeccò Deidara –non vorrei avere
delle… brutte esperienze. Ho già perso un valido compagno l’ultima volta che
abbiamo catturato una forza portante… oltre che qualche arto… un!-
-No…-
Itachi fissò Naruto contorcersi le mani –no, non verranno. Giusto?- ghignò.
Naruto
alzò il viso di scatto, facendo un passo indietro. Anche provando a combattere…
ormai… era li, aveva scelto di morire.
“AIUTO!”
-Che
c’è, piccolo? Paura?- disse Kisame, ridendo sguaiatamente.
“Aiuto…”
-Non
ti preoccupare… per ucciderti ci vorranno solo tre giorni!- continuò Tobi, come se fosse una cosa più che naturale.
-Allora.
Basta chiacchere.-
La
sagoma del leader dell’Akastuki uscì dal suo nascondiglio, mostrando il corpo
ma non il viso.
Naruto
tremò, indietreggiando nuovamente. Strizzò gli occhi, mordendosi il labbro in
preda al panico. Quand’era stata l’ultima volta che aveva avuto così paura?
-Addormentatelo.-
Uccidetelo.
-NO!-
gridò, sbattendo contro la parete rocciosa alle sue spalle.
-Non
è così semplice scegliere di morire… dobe.-
E
ancora quella voce, dal nulla, lo fece alzare da terra, lo fece sperare, lo
fece vivere.
-Sa…
su… ke…-
-NARUTO!-
un grido, una voce di donna.
-Sa…
ku… ra… chan…-
-Stupido
allievo! Dov’è Naruto?! Lo devo riempire di pugni!-
un’altra voce maschile, adulta.
-Kakashi-sensei…-
-Naruto!-
-Naruto-kun!-
-Naruto!!-
-Scemo
dov’eri finito?-
-Na…
Naru… to stai bene?-
-Naruto-niichan!-
-Naruto!-
-Ehi
piccoletto!-
-Uzumaki….-
Tutti.
Tutti erano li per lui. Tutti i suoi amici, tutti i
suoi vecchi nemici (quelli erano jonin del villaggio
della Sabbia?).
Tutti.
-Meno
male che non doveva venire nessuno, vero Itachi-san?-
gridò Deidara, tirando fuori dell’esplosivo.
-Sono
stupito quanto te, Deidara.- rispose
con faccia indifferente.
-Tsk…
e dire che l’avevamo quasi in pugno.- sussurrò Kisame.
-Non
abbiamo molte possibilità di vittoria, leader.- sussurrò la donna vicino alla
sagoma, ora di nuovo nell’ombra.
-Hai
ragione. Ritiriamoci.- sussurrò a denti stretti.
Mentre
i giovani ninja della foglia e della sabbia si
avvicinavano a Naruto Uzumaki, il maggiore degli Uchiha estrasse un kunai dalla manica.
-Arrivederci
Naruto-kun. E ricorda. Tu sei la mia preda.-
Un
lancio preciso e pulito. La piccola lama si conficcò nella spalla, facendolo
cadere nuovamente per terra.
-Naruto!-
Sakura fu la prima ad essergli vicina –Lascia. Ti curo io.-
-No!-
la scostò –Io prima devo…-
-Sono
qui Naruto… non scappo.-
Naruto
alzò gli occhi, ora pieni di lacrime. Sakura lo aiutò ad alzarsi, sussurrando
un “testardo”.
-Cosa
pensavi di fare scappando dal villaggio?!- Kakashi li
affiancò –Ci hai fatto preoccupare da morire, stupido.-
-Ma
io…-
-Naruto.-
-Sai!-
il biondo arrossì, fissando il compagno di squadra –Sai…-
-Ero
venuto a casa tua… per… scusarmi e non ti ho trovato. Perdonami ho rovinato il
tuo piano di fuga.- sorrise, stava davvero tentando di farsi perdonare.
-Scemo…-
-Abbiamo
subito avvertito il villaggio della Sabbia.- Kakashi si girò verso Gaara –Il Kazekage in persona si è scomodato per venirti a riprende.
Capisci quanto-
-Tu
sia importante per tutti noi?- finì Sasuke per il suo vecchio maestro.
-Importante?-
ripetè, balbettando.
-Lo
sei sempre stato.- disse Sakura, sorridendo al suo fianco –Cerca di ricordarlo
la prossima volta.-
-Ma…-
-Mi
cederesti il passo, Sakura?- chiese gentilmente Sasuke.
Naruto
si ritrovò, senza sapere come, tra le braccia del suo Uchiha.
-Sasuke
io…-
-Non
dire niente per favore. Solo per te sono tornato in quel villaggio. Hai raggiunto
il tuo scopo, sarai contento.- lo strinse.
-Sasuke…-
versò qualche lacrime, mentre estraeva il kunai.
-Ripagherò
Itachi anche di questo…- sussurrò tra sè e sè.
-Posso
farti una domanda…? Ti sembrerà infantile ma…-
Si
sporse al di là delle spalle di Sasuke, alzandosi sulla punta dei piedi,
riuscendo a vedere tutti i suoi amici che parlavano concitatamente del prossimo
attacco che l’Akastuki avrebbe potuto sferrare.
-Sasuke…-
-Nh?-
-Sono…
molto alte le nuvole secondo te?- aspettò con tremore la risposta, sperando in
qualcosa di diverso da ciò che aveva già ricevuto –Sai
io… vorrei toccarle.-
-Ah!-
Naruto chiuse gli occhi –Da piccolo… anch’io avevo il desiderio di toccare le
nuvole- rispose gentilmente –lo chiedevo sempre a mia madre. Lei non mi ha mai
dato una risposta.-
Sasuke
si abbassò, sfiorandogli gentilmente le labbra con la lingua.
-Vogliamo
scoprirlo insieme quanto sono alte?-
Naruto
rimase senza fiato, piangendo più di prima –Si…- disse con voce tremante.
“Pericolo
passato, giusto ragazzino? Stavamo per rimetterci la pelle stavolta…”
-Io…
Sasuke… ho bisogno di… quel capriccio.-
-Cioè?-
-Io
volevo morire. Ora… posso esprimere un… altro capriccio?-
-Un capriccio?-
-Ecco…
puoi rimanere per sempre con me, Sasuke Uchiha?-
Eccomi
qui con l’ultimo capitoletto <3 spero vi piaccia! Un ringraziamento a tutti
quelli che l’hanno letta, messa tra i preferiti e specialmente commentata <3
un ringraziamento speciale a Nanny che mi corregge e
mi aiuta sempre. Alla prossima ^_- Baci, Mirai!