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Autore: flaffy_    04/01/2013    3 recensioni
Eravamo migliori amici, ma quando avevamo undici anni lei è sparita, lasciandomi solo il suo ricordo.
Ora che ho diciotto anni ho scoperto che lei non è sparita, è sempre stata nella stessa città.
E ora mi trovo qui, davanti a questo edificio dove è stata rinchiusa.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il capitolo è scritto in terza persona.
Ci sono delle scene un pò forti.

 
-Mary, Harry mi ha mentito, non è più venuto.- disse Rosalyne con le lacrime agli occhi.
-No tesoro, avrà avuto degli impegni, sono sicura che tra un pò verrà.- Mary cercò di tranquillizzarla.
'Non è vero, non verrà più, come hanno fatto i tuoi genitori!' delle voci iniziarono a parlare, ma le sentiva solo Rosalyne, erano nella sua testa.
Avevano ragione?
-No... lui verrà!- disse tra i singhiozzi.
'Harry non ti vuole bene, ti ha mentito!' dissero ancora le voci che facevano impazzire la ragazza.
-Non è vero, lui mi vuole bene!- urlò dando un pugno al materasso.
-Calmati Rosalyne, calmati, non è successo niente.- Mary cercò di farla rilassare, ma si sentiva del terrore nella sua voce. Sapeva già come sarebbe andata a finire.
-Lasciami! Lui mi ha mentito!- urlò la castana in preda all'ira.
'L'hai capito finalmente.' dissero ancora quelle maledette voci, che poi risero spudoratamente, facendola arrabbiare ancora di più.
Il signore dipinto in un quadro sulla parete della stanza iniziò a ridere derisorio, o almeno era quello che vedeva lei. 
-MI HA MENTITO, AVEVA DETTO CHE SAREBBE RITORNATO, L'AVEVA PROMESSO, HA MENTITO!-
Si alzò, prese il vaso di fiori sul comodino e lo lanciò sul muro. Si frantumò in mille pezzi, che caddero a terra, alcuni avevano sfiorato le gambe di Rosalyne che presero a sanguinare.
-MI HA MENTITO!- 
Prese il foglio su cui aveva ritratto il viso di Harry e lo strappò furiosamente,buttando poi i pezzi di carta a terra, tra le tante scheggie di vetro.
-Perchè!?- 
Pianse, stringendosi i capelli e buttandosi per terra, sui cocci, che la stavano tagliando, facendo tingere il pavimento di gocce rosse del suo sangue.
-PECHE'!?- urlò ormai fuori di senno.
Prese a darsi pugni sulla testa, per poi tirarsi i capelli e singhiozzare ancora più forte.
-Rosalyne, ti prego, calm...- Mary cercò di farla ragionare.
-No! MI HA MENTITO!- la interruppe.
Si alzò dal pavimento e si spalmò del sangue sulle mani, si avvicinò al muro e scrisse in stampatello 'TI ODIO' piangendo a dirotto.
Erano lacrime colme di rabbia e tristezza, ma lo sguardo di Rose era vacuo, stanco di mostrare solo quelle due emozioni, ma vuoto di altre, perchè non adatte a quello che provava.
Finito di passare le dita sporche di sangue sul muro, ci sbattè una mano e poi appoggiò violentemente la testa sulla superficie, ormai non più bianca, della parete, singhiozzando sempre più forte e strizzando gli occhi.
 
Mary era andata a cercare aiuto, perchè sarebbe finita male.
Ritornò in camera di Rosalyne che stava ripetutamente sbattendo un pugno al muro.
Degli uomini le fermarono le braccia, mentre un'altro le iniettava un liquido posto in una siringa.
Rosalyne si accasciò per terra, con le braccia ancora strette tra le mani di quegli uomini.
Uno di loro la prese in braccio e la poggiò sul letto.
-Grazie, se non foste venuti non so cosa sarebbe successo, lo sapete anche voi che avrebbe avuto il coraggio di uccidere qualcuno.- disse grata.
 
Un uomo venne trascinato da delle persone, lo fecero inginocchiare per terra e gli afferrarono un braccio, poggiandolo poi su un tavolo. Spuntò dal nulla un uomo con un'ascia in mano, si avvicinò al tavolo e sferrò il colpo. La lama dell'ascia trafisse la mano della vittima. Un urlo agghiacciante riecheggiò nell'aria. Gli uomini ridevano sadicamente.
 
Rosalyne strizzò gli occhi e si rigirò nel letto.
 
Era buio, nero, non si vedeva niente. Poi si sentirono dei rumori di gocce che cadono sul pavimento. Il pavimento si stava riempiendo di sangue, dal colore vivo.
 
Respirò rumorosamente.
 
In una stanza buia comparve al centro un uomo nudo, ma non un uomo normale, era senza viso. Avvicinò una mano al proprio petto e tirò della pelle, la tirò così forte che si staccò dal resto del corpo. Continuò a tirarla fino a quando tutto il busto era spoglio. La carne era in piena vista, rossa di sangue.
 
Spalancò di colpo gli occhi, notando poi che era già mattina, visto che la stanza era leggermente illuminata.
Girò la testa verso la sua destra e vide vicino al letto Mary seduta su una sedia.
-Di nuovo quei sogni?- chiese Mary, vedendo l'espressione angosciata di Rosalyne.
La ragazza annuì soltanto.
-Mary, perchè non sono una ragazza normale, perchè non posso essere come le altre?- chiese alla dottoressa, con le lacrime agli occhi.
Rosalyne si tolse la coperta di dosso, e si mise a sedere sul letto.
Abbassò lo sguardo sulle sue gambe e vide che erano piene di tagli ancora freschi.
-Me le sono fatte io?- chiese preoccupata a Mary, alludendo alle ferite.
-Non proprio... diciamo che ti sei buttata sui pezzi rotti del vaso di vetro che fino a ieri era sul comodino.- spiegò, facendole così notare che sul comodino non c'era più niente.
Mormorò un leggero 'Ah', abbassando lo sguardo sulla vestaglia sporca di sangue.
Mary la lasciò sola, con i suoi pericolosi pensieri.
 
La campanella che annunciava l'ora di pranzo suonò.
Rosalyne si alzò dal letto e, girandosi verso il muro dietro il letto, vide la scritta che aveva fatto con il proprio sangue quella sera.
Spalancò gli occhi e rimase immobile, sconcertata da quello che aveva fatto lei stessa.
-L-l'ho fatto io?- chiese al nulla, balbettando.
La sua testa tremò leggermente, poi si girò ed andò in mensa.
 
-Non posso essere arrivata a scrivere sul muro con il mio stesso sangue.- disse fra sè, guardando davanti a sè. Poi si ricordò la volta che, quando era da solo un paio d'anni che si trovava in manicomio, strozzò una persona, facendola svenire per mancanza di aria.
'Sei un mostro.' Le voci venute dall'Inferno per disturbare Rosalyne riecheggiarono nella mensa, ma le potè sentire solo lei.
-Sono un mostro.- ripetè in un sussurro.
-E' per questo che Harry non è più venuto da me, è colpa mia.- disse lasciando che una lacrima le scivolasse sulla guancia. La raccolse immediatamente con un dito e riprese a mangiare.
Tornata in camera aprì l'ultimo cassetto del comodino e ne tirò fuori il quadernino.
Ne sfogliò tutte le pagine, ma non trovò il ritratto che aveva fatto ad Harry, riprese a sfogliare le pagine del quadernino pensando che non avesse guardato bene, ma non trovò il ritratto.
Riaprì l'ultimo cassetto del comodino, non trovò il disegno, aprì anche gli altri due ma non lo trovò neanche lì.
Preoccupata si mise le mani tra i capelli.
'Sciocca, l'hai strappato nel tuo momento di pazzia.' le disse una voce, prima di ridere sguaiatamente.
Spalancò gli occhi.
Girò la testa verso la scitta 'TI ODIO' e pensò che forse era rivolta a se stessa.


 

Eccomi ritornata
In questo capitolo ci sono scene abbastanza forti, ma nel prossimo capitolo ci sarà tanta dolcezza.
Lo giuro!
Che ne pensate di questo capitolo?
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