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Autore: Luwriter    04/01/2013    5 recensioni
Harry e Caitlin. Loro, insieme, tutto. Quel tutto che si trasformerà in una storia d'amore.
' -Ti considera una persecuzione.- disse accennando una risata.
-Lo so, ma sarà mia.-
Hope aggrottò la fronte –Cosa vuoi dire?-
-Sta morendo dalla voglia.-
-Di..?-
-Sai a cosa mi riferisco.-
Non potè aggiungere altro perché Caitlin volò giù dalle scale, pronta per la serata. '
Genere: Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo una mezz'ora abbondante uscirono dalla doccia, ridendo.
Caitlin indossò il suo bellissimo accappatoio a fiori e ne buttò uno al riccio, vecchio, di un blu un po' stinto.
-Di chi è questo coso? Io non lo metto.-
-Non ti va bene proprio niente! Comunque..era di mio padre.-
Uno strano silenzio piombò nel bagno, si sentivano le goccioline che cadevano ancora dalla doccia. Era chiaro che Harry non aveva idea di cosa dire per smorzare la tensione, ma ci pensò Caith.
-Insomma, te lo metti addosso o no? Prenderai freddo e io non voglio malati in casa mia.- disse, quasi con gli occhi lucidi.
-Certo.- rispose semplicemente lui.
La ragazza prese la spazzola e si districò un po' i capelli, Harry la guardava dallo specchio.
-Che vuoi?- disse lei, sorridendo debolmente.
-Niente. Ti stavo solo guardando.-
-L'ho notato.-
-Perchè sei così stronza e acida con tutti?-
-Lo sono solo con te.- disse posando la spazzola e accendendo il phon, che appoggiò sul piano di marmo.
Indossò l'intimo e ripose da una parte l'accappatoio, Harry continuava a guardarla, ancora tutto bagnato.
La mora buttò giù la testa e cominciò ad asciugarsi i capelli, così il riccio dopo aver preso un asciugamano andò in camera a cambiarsi.
Era ovvio che avesse acceso il phon per evitare di parlare, Harry lo sapeva, ma aveva fatto finta di niente.
Tornò in bagno dopo che aveva finito, riponendo l'accappatoio blu stinto accanto a quello di Caith. Lei prontamente lo prese e lo rimise apposto, quasi infastidita da quella vicinanza tra i due capi.
Tornò in camera dove Harry la seguì, un po' stranito e confuso.
-Caith senti ma perch..-
E lei si girò di scatto, con un'aria tutt'altro che tranquilla. -Mio padre è morto cinque anni fa e non voglio parlarne.- Rimase un po' in silenzio, -E cazzo non guardarmi così, non mi serve la compassione di nessuno.- e si rigirò, rimanendo ferma lì, immobile.
Harry da dietro le si avvicinò e l'abbracciò forte, la mora si girò e ricambiò l'abbraccio singhiozzando un po'.
Non era una di quelle che parlava della sua vita privata con tutti, anzi, lo sapevano solo Louis, Zayn e Hope, ma con lui era diverso. Con lui era sempre stato diverso.
-Va tutto bene.-
-No!- quasi gridò lei scostandosi da lui -Eccola la solita frase di merda, mettetevelo tutti bene nella testa che no, non va tutto bene.- 
Rimase a singhiozzare da sola, senza che nessuno potesse aiutarla e Harry si sentì tanto distante da lei in quel momento.
-Mi dispiace.- riuscì solamente a dire.
-Anche a me.-
Dopodichè, la ragazza andò a dormire, senza dire altro.
 
 
-Buongiorno!-
-Buongiorno Niall!- rispose prontamente la mora entrando in classe, -Tutto bene?-
-Certo, tutto molto più che bene, e tu?-
-Non mi lamento, Hope?-
-Non si sentiva molto bene oggi.-
-Capisco.- disse mettendosi a sedere.
Prima ora, storia. La professoressa entrò in classe e quei sessanta minuti sembrarono non passare mai, quasi si addormentò sul banco, ma spalancò gli occhi e tornò a sedere composta quando sentì vibrare il telefono.
Un messaggio. Harry. 'Troviamoci in mensa dopo, x'
Non gli rispose, ma sul suo viso scoppiò un sorriso involontario che non riuscì a controllare.
-Le viene così tanto da ridere, signorina Watson?-
-No, mi scusi prof.-
La professoressa le tirò uno sguardo minaccioso, poi continuò a spiegare la sua inutile e noiosissima lezione.
Suono della campanella, prima ora passata. Era sopravvissuta.
Tutte le altre lezioni passarono a rallentatore, si sentiva chiusa in una gabbia, chiese di andare al bagno almeno cinque volte, non ce la faceva più. Voleva solo vedere Harry.
Ora di pranzo. 'Finalmente', pensò lei.
Vide il riccio da lontano, sulla porta ad aspettarla e aumentò il passo per raggiungerlo. Ma Zayn le bloccò la strada.
-Hey Caith, tutto bene?-
-Tutto bene, tu?- disse un po' sbrigativa.
-Non mi lamento, ieri com'è andata a finire?-
-Tutto bene, senti devo scappare, ci sentiamo dopo?-
-Certo..- disse un po' deluso.
Mentre la ragazza stava ricominciando a camminare velocemente verso Harry il moro ebbe il coraggio di chiederle -Caith aspetta un attimo..-
La ragazza si fermò, pronta ad ascoltarlo. -Dimmi.-
-Tua cugina, Elisabeth, quando..- si fermò a prendere fiato -Quando dovrebbe arrivare?-
-Tra meno di due settimane, perchè? Anzi no, me lo spieghi dopo, vado!- disse facendogli l'occhiolino e dirigendosi verso Harry quasi a corsa.
Zayn aveva sempre avuto un po' di riguardo verso Elisabeth, non le era mai stata indifferente. Era un anno che non la vedeva e si aspettava che avesse trovato un ragazzo, eppure, sapendo che stava per tornare, sperava in qualcosa.
-Come mai ti sei fermata tanto a parlare con Zayn?-
-Sei geloso? Comunque niente che ti riguarda.- disse addentando l'ultimo pezzo di sandwich al tonno.
-Non sono geloso, dovrei?-
-Ovviamente no. Muoviti a finire di mangiare, Louis ci riaccompagna a casa.-
 
 
Harry cominciò a notare che in casa Watson c'erano mille foto di un uomo che non aveva mai visto, soprattutto sul comodino di Caitlin ce n'era una che doveva risalire almeno ad una decina di anni fa. Un uomo dall'aspetto forte teneva in braccio una bambina, erano al mare, lei con una paletta rosa in mano e lui con gli occhiali da sole sulla testa quasi calva. Aveva una catenina appesa al collo, ma non riusciva bene a vedere cosa c'era attaccato.
Prese la foto e se la avvicinò agli occhi, una lettera, 'C'.
Sentì Caitlin salire le scale a passi veloci, ripose la fotografia al suo posto e si alzò dal letto.
-Che ci fai qui? Pensavo fossi uscito.-
-No, in realtà avevo pensato di studiare un po'.-
-Stai scherzando?-
-No, in fondo la fine della scuola si avvicina e io avrò gli esami.-
-Già. Quando andrai via?-
-In realtà i miei hanno deciso di trasferirsi qui, sai, il lavoro..-
Un colpo al cuore. Cailtin era sicura che sarebbe sparito, che non l'avrebbe più rivisto e la cosa dava a tutta quella situazione un tocco di magia, ma così la realtà le ripiombò addosso e sembrò quasi schiacciarla.
-Capisco.- riuscì solamente a dire. -Quindi ti vedrò nei paraggi molto spesso.-
-Direi che mi vedrai sempre.- disse con un'aria un po' confusa.
-Già.-
Harry tutto d'un tratto notò una catenina appesa al collo di Caitlin.
-Hey, aspetta, fai vedere un sec..- disse zittendosi subito dopo e avvicinandosi a lei, prendendo la 'C' in mano.
La ragazza si scostò da lui guardandolo male. -Cosa stavi facendo?-
-Niente.- disse lui cercando di giustificarsi e allontanandosi un po' da lei.
-Cosa stavi facendo?- ripetè lei, alzando la voce e scandendo bene le tre parole.
-Ho solo visto la stessa catenina appesa al collo di tuo padre in quella foto là.- disse indicando il comodino.
La ragazza si mise a sedere sul letto, in silenzio, con un'aria cupa. -Devi smetterla di impicciarti nella mia vita.-
-Ho solo guardato una foto e..-
-Vuoi sapere com'è andata?- disse interrompendolo, convinta e quasi incredula. Glielo aveva chiesto davvero? Sì. E aveva paura che lui non se ne interessasse. Rimasero in silenzio per un po'.
-Sì che voglio saperlo.- rispose semplicemente lui, mettendosi a sedere accanto alla ragazza.
-Mio padre è morto cinque anni fa, un tumore. Pensavano di averlo salvato ma erano tutte cazzate. E..- prese fiato -E io l'ho saputo dopo capisci? L'ho saputo dopo perchè lui si era trasferito, si era fatto una nuova vita dopo che mia madre lo aveva tradito con un ragazzo di vent'anni. Lo vedevo una volta a settimana se andava bene, mia madre cercava in tutti i modi di staccarmi da lui ma prima che se ne andasse mi lasciò questa catenina, così ogni volta che la guardo lo sento più vicino.- Si zittì, voleva dire altro ma non ci riusciva. -Ecco la tragica storia di Caitlin Watson.- disse.
E non pianse, nemmeno una lacrima. Era forte, teneva il suo dolore per sè.
In quel momento Harry capì perchè tra lei e sua madre non c'era complicità, nè niente che facesse pensare ad un bel rapporto, e non sentì altro che il bisogno di abbracciarla e farle sentire che qualcuno lì per lei c'era davvero.


Salve a tutti! Ecco a voi l'11esimo capitolo. Spero vi sia piaciuto. Sì, la storia si sta facendo interessante.
Vorrei sapere cosa ne pensate, lasciate una recensione se vi va.
Baci, Lù.
  
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